I FORMAGGI ITALIANI A LONDRA DAL 4 AL 6 SETTEMBRE

I FORMAGGI ITALIANI A LONDRA DAL 4 AL 6 SETTEMBRE

Dopo GastroNord a Stoccolma, anche Londra quest’anno vedrà la partecipazione congiunta di alcuni dei più importanti Consorzi lattiero caseari italiani: Asiago Dop, Gorgonzola Dop, Mozzarella di Bufala Campana Dop e Parmigiano Reggiano Dop.

Dal 4 al 6 settembre, i Consorzi saranno presenti all’Olympia di Londra con uno spazio dedicato (stand 2458) per incontrare i buyer della grande distribuzione, piccoli rivenditori, gastronomie, ristoranti, hotel del Regno Unito. Un mercato la cui tendenza è stata consistente negli ultimi anni, con una crescita dal 2011 al 2015 delle importazioni di latticini dall’Italia del +20,49% in volume, crescita che si conferma anche nei primi 4 mesi del 2016 con un +14%. La presenza dei Consorzi, che gestiranno insieme lo stand, sarà accompagnata da una serie di degustazioni e assaggi dei diversi formaggi, il tutto arricchito da materiale dedicato in lingua inglese, dove non mancheranno indicazioni per ricette e preparazioni in cucina, con utili consigli per il consumo. Così durante i giorni della manifestazione i rappresentanti dei Consorzi incontreranno gli operatori e la stampa con l’obiettivo di comunicare sia le caratteristiche, sia la cultura produttiva dei formaggi Dop presenti, autentica espressione delle rispettive zone d’origine, dal nord al sud dell’Italia.
Cheese_20130921-200703-LDove incontrare i Consorzi al Speciality & Fine Food Fair 2016 – Olympia di Londra: Stand: 2458
dal 4 al 6 settembre 2016
Domenica 4 settembre: 10 – 17,30
Lunedì 5 settembre: 9,30 – 17
Martedì 6 settembre: 9,30 – 17

IL MINISTRO MAURIZIO MARTINA ANCORA UNA VOLTA VUOL ESSERE VICINO ALLE ZONE DEL TERREMOTO DICHIARANDO PER QUESTE ZONE UN PROGRAMMA AGRICOLO E RURALE DEDICATO

IL MINISTRO MAURIZIO MARTINA ANCORA UNA VOLTA VUOL ESSERE VICINO ALLE ZONE DEL TERREMOTO DICHIARANDO PER QUESTE ZONE UN PROGRAMMA AGRICOLO E RURALE DEDICATO

“Sento il dovere di ringraziare ancora una volta di cuore tutti i volontari della Protezione Civile, le forze dell’ordine, gli amministratori pubblici e quanti si sono prodigati per prestare soccorso senza sosta. Grazie in particolare agli oltre 240 agenti del Corpo Forestale per l’attività straordinaria di queste ore”.

MINISTRO MARTINA

E’ il ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali Maurizio Martina ad affermarlo spiegando che nei prossimi giorni ci sarà un sopralluogo per l’avvio di un progetto specifico dedicato alle zone colpite dal sisma. ”Quelle terre avranno bisogno adesso di un progetto agricolo e rurale dedicato, in grado di sostenere la ricostruzione anche dei fabbricati rurali, delle stalle, degli agriturismi e degli impianti agricoli oltre a valorizzare al meglio i prodotti tipici di qualità. Nei prossimi giorni con gli assessori regionali saremo sul posto per una prima valutazione delle necessità e degli strumenti da attivare in campo agricolo”, ha detto Martina.

”Senza agricoltura non c’è futuro in quei paesi – ha aggiunto il ministro – e noi abbiamo il dovere assoluto di sostenere con tutte le nostre forze in particolare i tanti ragazzi, visti anche in queste ore, che di fronte alla tragedia subita non si rassegnano ma vogliono rimanere tenacemente ancorati alla loro terra guardando al futuro”. Il ministro ha anche confermato la notizia diffusa nei giorni scorsi: ”Tramite Agea abbiamo stabilito un aiuto immediato attraverso l’anticipo dei contributi europei per un totale di 5 milioni di euro che verranno pagati entro il 15 settembre a 958 aziende agricole dei 16 comuni colpiti”.

 

IL MINISTRO MARTINA SUBITO 5 MILIONI ALLE AZIENDE AGRICOLE DELLA ZONA TERREMOTO

MINISTRO MARTINA

IL MINISTRO MARTINA SUBITO 5 MILIONI ALLE AZIENDE AGRICOLE DELLA ZONA TERREMOTO

“Nel quadro delle prime azioni necessarie a supporto dei territori del centro Italia drammaticamente colpiti del terremoto abbiamo disposto oggi, tramite Agea, che entro il 15 settembre siano erogati i 5 milioni di euro di contributi europei Pac richiesti dalle 958 domande presentate dalle imprese agricole operanti nei 16 comuni dell’emergenza individuati dalla Protezione civile”. 

Così il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali Maurizio Martina all’Ansa. “Una prima azione utile a garantire risorse e liquidità al tessuto agricolo più fortemente colpito dal sisma che si affianca anche a quanto già disposto dal governo ieri con la dichiarazione dello stato di emergenza – aggiunge il ministro Martina – Puntiamo a far ripartire presto le attività, anche attraverso i rimborsi dei danni e delle perdite di reddito subite”. “In queste ore – prosegue il ministro – ho sentito gli assessori all’agricoltura delle regioni Lazio, Umbria e Marche per un primo punto della situazione rispetto ai danni subiti dal settore agricolo. Nei prossimi giorni avremo un ulteriore incontro operativo per definire le azioni comuni utili al ripristino delle attività. C’è tanto lavoro da fare per riportare alla vita quotidiana anche le aree rurali colpite. Il Ministero e’ a disposizione per offrire tutto il supporto necessario in questa prima fase d’emergenza e anche successivamente”.

LA CUCINA PIEMONTESE E’ RICCA DI SQUISITI PIATTI

UN TUFFO NEL PRESENTE ALL’ALTEZZA DELLE ASPETTATIVE

La cucina piemontese è ricca di molto altro, in primis come non ricordare il riso e gli squisiti risotti del vercellese, le rane, la panissa ed ancora l’immancabile fritto misto e il bollito misto, fino alla selvaggina che si gusta al suo meglio su verso i monti del nord Piemonte.

Trattoria Del Belbo da Bardon

Trattoria Del Belbo da Bardon

Andare da Gino, è come fare un viaggio nella osteria Vecchio Piemonte, un luogo dove non c’è trucco e non c’è inganno. Ma solo ed esclusivamente una cucina buona, ricca, e tradizionale nel senso pieno e vero del termine. Materie prime eccellenti, in primis le splendide carni. Una carta dei vini imperiale, tra le migliori non solo del territorio ma d’Italia con ricarichi quanto mai onesti. C’è amore e passione, non svilita da facile finzione mediatica, da andarci senza aver fretta e una volta a tavola spegnate il cellulare e bon mangè.

San Marzano Oliveto (At)

 

Ristorante Boccondivino

Boccondivino

Per chi non lo sapesse e qui che è nata prima Arcigola e poi Slow Food, ed ancor oggi è il luogo prediletto dei super slowisti, tappa imperdibile per chi voglia respirare i sapori del territorio. Lasciatevi guidare da Lella, ma non perdete la buonissima salsiccia di Bra, la pasta fatta in casa, lo splendido stinco ed una serie di dolci da urlo. Carta dei vini che non tradisce le attese, con i piemontesi che la fanno da padrone.

Bra (Cn)
V. Mendicità, 14

Osteria della Pace

Osteria della Pace

Situata nell’Alta Valle Stura, l’osteria propone una cucina ricca di sapori e saperi antichi del Piemonte occitano. Da non perdere l’agnello sambucano, sia nella versione patè che al sambuco, squisito il rotolo di patate e baccalà, i “cruset” al sugo di porri e la zuppa di mele. Buono l’assortimento di vini. L’osteria è ospitato dentro un confortevole albergo, ottima cosa per apprezzare cena e dopo cena.

Sambuco (Cn)
Via Umberto I, 32 – Valle Stura di Demonte

Vecchia Brenta

Vecchia Brenta

Siamo nel centro della città di Vercelli, a due passi da piazza Cavour, di gestione familiare da sempre qui la cucina del territorio non devia di una virgola, ed allora; salam d’la doja, la mitica panissa, la pasta e fagioli, la bagna cauda con le verdure, le rane fritte, le lumache. Anche i dolci si fanno apprezzare, in stagione il semifreddo alle castagne, ed il sempre presente bonet. Buona la selezione di vini.

Vercelli
Via Morosone, 6

Trattoria Del Ponte

Trattoria del Ponte

Siamo quasi nel mezzo delle risaie novaresi, e dunque qui il riso è presente nelle sue innumerevoli varianti. Una trattoria ruspante condotta con grande professionalità dai proprietari i quali tra i loro must propongono la classica paniscia con dei gustosi salumi, uno strepitoso risotto ai fiori di zucca, ed ancora l’oca arrosto alle mele verdi, non perdete la gorgonzola con i fichi sciroppati e per finire le pesche al rum.

Briona (No)
Via per Oleggio, 1

Ristorante del Castello

Ristorante del Castello

Il Ristorante del Castello sorge a pochi chilometri da Torino, qui la storia è stata vissuta sempre con le gambe sotto il tavolo, ed anche il sottoscritto è tra quelli. In questo luogo di piacevolezza bisogna andarci per gustare il fritto misto alla piemontese. Un piatto che dire unico è poco, dove si mangia insieme il salato ed il dolce, 12/15 diversi ingredienti che vi faranno provare un intensa esperienza gastronomica. Accompagnatelo con della buona Freisa delle colline torinesi.

Pavarolo (To)
Via Maestra, 7

Ristorante Phoenix

Ristorante Phoenix

Sandro Ostorero è lo chef del ristorante Phoenix e propone una cucina raffinata con profonde radici nella tradizione non solo piemontese, accostando antichi piatti semplici e gustosi a preparazioni più elaborate. Il suo uso delle erbe spontanee che personalmente si va a procurare sulle sue montagne è da oscar. Ma provate il tortino di baccalà con il caprino al pepe, la fonduta di toma di Condove con patate violette. Ottima scelta di vini anche francesi.

Condove (To)
Via Magnoletto, 18 (Strada per Mocchie)

Trattoria della Posta

Trattoria della Posta

Lo ammetto, questo è uno dei miei posti del cuore, fin da quando avevano sede in paese. Ora sono andati in aperta campagna, ma l’ospitalità, la bontà dei loro piatti vi renderanno felici. E poi via, quei tocchi romantici, ed un pizzico di eleganza ci sta no ? Tra i piatti del cuore gli agnolotti del plin al burro fuso, il vitello tonnato, lo stinco di vitello al barolo, ed una carta dei vini di langa che vi farà perdere la testa .. e che dio li benedica.

Monforte d’Alba (Cn)
Località Sant’Anna, 87

Osteria del Borgo

Osteria del Borgo

L’altro grande piatto unico piemontese è certamente il bollito misto, ma se è di bue bè siamo vicini alla goduria assoluta. Certo, non è un piatto per inappetenti ma bisogna sapere che ci va il fisico. Sette i tagli minimi previsti, oltre ai quali a volte si aggiungono altri pezzi. Personalmente non posso fare a meno della lingua, la testina e la coda. Da accompagnare con il bagnetto verde ed un buon Dolcetto di Dogliani. L’Osteria del Borgo è il posto giusto, e dispone anche di belle camere nel caso ci voleste andare a cena.

Carrù (Cn)
Via Garibaldi, 19

Ristorante Gardenia

Ristorante Gardenia

Caluso è un piccolo paese a poca distanza da Ivrea, ed è la zona dove si produce un ottimo bianco, l’Erbaluce ed uno splendido Passito. Ed è qui che in una bella casa ottocentesca arredata con eleganza d’antan circondata da orti e giardini, opera la grandissima chef Mariangela Susigan. La sua cucina è un mix di tradizione, modernità, ricerca, ma quel che conta che alla fine i suoi piatti sono una bontà. Carta dei vini all’altezza della sua cucina.

Caluso (To)
Corso Torino, 9 

 

Ristorante da Erminio erminio 2 ermini 3 erminio 1

Da Erminio è un ristorante a conduzione famigliare e quindi  molto legato alla tradizione piemontese e ligure da cui proviene la famiglia della cuoca Mariuccia.
Le specialità sono molte, vanno dalle
tagliatelle al brasato, dalle roselline al forno al fritto misto piemontese, per poi parlare degli antipasti fatti tutti con amore buon gusto e abbondanza nelle portate,  ricordiamo le frittate di erbette a quella di carciofi in sfoglia.

 

Albergo Ristorante “Da Erminio”  di Piana Maria & C. 

via Savona 17 – Mombaruzzo (AT)  

 

OSTERIA DEL POETA PESCATORE  10850118_297631737113492_3693666116964748288_n

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Paderna si trova al centro del triangolo formato da Milano, Genova, Torino. Percorrendo l’autostrada Mi-Ge o la To-Pc si esce a Tortona. Da li si prende la S.S. 35 dei Giovi in direzione Genova fino a raggiungere Villalvernia, circa 10 Km. Da Villalvernia si gira a sinistra al semaforo e si seguono le indicazioni Paderna. Si attraversa il paese e, non appena si ricomincia a scendere, sulla sinistra si trova l’Osteria del Poeta Pescatore. I suoi piatti sono una bontà – consigliato è gradita la prenotazione.

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67° SAGRA DEL PEPERONE DI CARMAGNOLA SINO AL 4 SETTEMBRE

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67° SAGRA DEL PEPERONE DI CARMAGNOLA SINO AL 4 SETTEMBRE

Chi ancora non conosce il peperone di Carmagnola, dal 26 agosto ha dieci giorni di tempo per scoprire il prelibato frutto della solanacea che cresce in Piemonte e, che, attorno alla cittadina del torinese raggiunge qualità davvero sublime. 

Tant’è vero che l’anno scorso, il 66mo appuntamento di  “Peperò, sagra del Peperone di Carmagnola”, registrò oltre 250.000 visitatori in 10 giorni e, come certificato da una ricerca universitaria, ebbe una ricaduta economica sul territorio di 2.630.200 euro. Una conferma delle capacità di attrazione di un prodotto molto popolare perchè è facile da cucinare e, poi, per il consumo non richiede snobbismi tali da farlo apparire come prodotto molto sofisticato. Non bisogna dimenticare, comunque, che il peperone di Carmagnola è tenuto in grande considerazione da chef stellati, tant’è vero che in occasione della sagra, in programma dal 26 agosto al 4 settembre, Paolo Massobrio animerà una serie di talk show e show cooking nella piazza principale di Carmagnola, che per l’occasione prende il nome di Piazza dei Sapori, mentre quella che sulle mappe preparate dagli organizzatori della manifestazione è indicata come Piazza Peperò, sono previste cene preparate dagli allievi della scuole alberghiere dove il peperone sarà il protagonista assoluto; in programma anche una cena di beneficenza a favore di una onlus dell’Ospedale Regina Margherita di Torino ed un’altra dove la farà da padrone il bollito misto. Ma, anche, tutti i prodotti del Piemonte, visto che a Carmagnola alla rassegna commerciale collaterale alla Sagra del Peperone,  saranno presenti oltre 200 espositori. Quindi, sarà anche l’occasione giusta per conoscere meglio tutte le prelibatezze piemontesi ed anche ligure, visto che alla sagra del peperone non mancano mai operatori provenienti della Riviera.

foto 1 Com Carmagnola SAGRA Programma

Un programma vastissimo, quello messo a punto dal Comune di Carmagnola, che organizza Peperò, per soddisfare tutte le attese di visitatori che quest’anno potrebbero anche superare le 300mila unità. Così, ad aprire le “danze”, la sera di inaugurazione di una fiera gastronomica ormai di interesse nazionale, ci penserà il concerto di Irene Fornaciari, che presenterà il suo ultimo album “Questo tempo” ed alcuni dei suoi classici con arrangiamenti rivisti e corretti, dando così uniformità a tutto il concerto. Spazio, anche, alla nuova mania che sta dilagando proprio in questi giorni, quella di Pokémon Go, tanto da allestire numerose esche. E, comunque, Peperò, da sei anni riconosciuta “Manifestazione Fieristica di Livello Nazionale”, è a tutti gli effetti un festival che propone 10 giorni di eventi gastronomici, culturali, artistici ed esperienze creative e coinvolgenti per tutti i sensi e per tutte le fasce di età.
Fermo restando l’aspetto agroalimentare e gastronomico, visto che con “Il peperone ripieno” Ugo Alciati interpreta e racconta il peperone ripieno secondo Guido; mentre Cesare Grandi de La Limonaia di Torino presenta “Il peperone va nello spazio” insieme a Fanceat, start up di food delivery che ha ideato un menù sul modello di quello “servito” nella stazione spaziale internazionale; poi c’è “Focacce e marinai, la tradizione ligure tra orti e porti” con il maestro Giulio Cassinelli, Anna Bianco della Cooperativa Ortoflorofrutticola Andorese e Sergio Cusinato, vice presidente della Coop. Olivicoltori Sestresi. Si parlerà, anche, del futuro dell’agricoltura piemontese dove le piante di solanacee stanno sostituendo quelle di canapa.
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Il tutto avrà come contorno la tradizionale Festa di Re Peperone e la Bela Povronera con sfilata di  centinaia di personaggi in costumi d’epoca e di maschere carnevalesche, le esibizioni di “Sport in Sagra”, il raduno di trattori e d’auto d’Epoca.
Intanto il nuovo sindaco di Carmagnola, Ivana Gaveglio, ha deciso che durante questa edizione di Peperò, saranno effettuati anche controlli di qualità igienico sanitari sugli alimenti. I 90 stand enogastronomici dislocati in una superficie espositiva di circa 14.000 metri quadrati, infatti, saranno soggetti a verifiche ispettive igienico sanitarie effettuate da una ditta specializzata nel fornire servizi di consulenza e analisi microbiologiche, chimiche e ambientali/ecologiche nel settore agro-alimentare. I controlli saranno eseguiti da operatori che effettueranno controlli sulla disposizione e sulla documentazione di ogni stand seguendo le norme imposte dall’organizzazione e dalle norme igienico sanitarie previste per la preparazione, somministrazione e vendita di alimenti durante le manifestazioni temporanee.

Il presidente Malagò dispone un minuto di silenzio per vittime del terremoto

Il presidente Malagò dispone un minuto di silenzio per vittime del terremoto

A nome personale e di tutto il mondo sportivo italiano esprimo il più sincero cordoglio alle famiglie delle vittime del sisma che ha devastato il Centro Italia. In questo momento di dolore, lo sport si stringe con solidarietà attorno alle popolazioni colpite. Oggi siamo, e lo saremo domani, al vostro fianco”. Così il presidente del CONI, Giovanni Malagò, in un messaggio rivolto alle comunità colpite dal terremoto della scorsa notte.

Il Presidente ha invitato le Federazioni Sportive Nazionali, le Discipline Sportive Associate e gli Enti di Promozione Sportiva a far osservare un minuto di silenzio in occasione di tutte le manifestazioni sportive che si disputeranno in Italia a partire da oggi e per tutto il fine settimana.

Un futuro per AMATRICE

Un futuro per Amatrice

Nei menù del mondo,un anno di amatriciana per la ricostruzione

slow food

«In tutto il mondo, attraverso questo piatto simbolo della storia gastronomica di Amatrice, speriamo di poter diffondere anche i valori di solidarietà e condivisione propri della cultura contadina da cui nasce». Carlo Petrini, presidente di Terra Madre e Slow Food, avvia una campagna di solidarietà per sostenere le popolazioni colpite dal terremoto e pensare già da oggi al loro futuro. Aderiamo alle iniziative spontanee nate in queste ore in Italia e rilanciamo «chiamando in causa i ristoratori di tutto il mondo per un anno intero. Speriamo in questo modo che l’attenzione non svanisca e vada oltre l’onda emotiva del momento: superiamo l’emergenza e iniziamo già da oggi la ricostruzione. Chi ha vissuto questo dramma deve poter ritrovare la normalità il prima possibile, i fondi destinati devono essere durevoli e la raccolta costante». Con un futuro per Amatrice (#unfuturoperamatrice) chiediamo ai ristoratori di tutto il mondo di inserire in carta il piatto simbolo della città colpita e di tenerlo per almeno un anno. E ai clienti chiediamo di sceglierlo. Per ogni amatriciana consumata verranno devoluti due euro, uno donato dal ristoratore, uno dal cliente. I fondi raccolti saranno direttamente versati al Comune di Amatrice. Intanto, nell’immediato, l’invito è di scegliere i prodotti alimentari e agricoli che arrivano dalle aree colpite per sostenere l’economia locale. La rete internazionale di Slow Food si è già messa all’opera per sensibilizzare l’opinione pubblica e raccogliere quante più adesioni possibili.

slow food

L’iban del Comune di Amatrice per il versamento è: IT 28 M 08327 73470 000000006000

Causale: Un futuro per Amatrice

Adesioni ristoratori: unfuturoperamatrice@slowfood.it

L’elenco dei ristoratori aderenti su www.slowfood.it 

#unfuturoperamatrice

Il terremoto devasta il Centro Italia

LA REDAZIONE DELLA TESTATA NOTIZIARIO CSAIN PIEMONTE E’ VICINA ALLA POPOLAZIONE E QUANTI OPERANO IN QUESTA OCCASIONE

IL TERREMOTO DEVASTA IL CENTRO ITALIA

 La Federazione Italiana Cuochi sul posto per preparare pasti caldi

Fin dalle prime luci dell’alba, appena si è diffusa la brutta notizia dell’emergenza che ha colpito le regioni del centro-Italia, la Fic-Federazione Italiana Cuochi ha mobilitato il suo Dipartimento di Solidarietà ed Emergenze, che già intervenne con grande efficienza durante i sismi che colpirono negli anni scorsi l’Abruzzo e l’Emilia Romagna.

Si tratta di un’organizzazione strutturata, con un atto costitutivo della quale è responsabile e presidente Roberto Rosati, affiancato da Alessandro Circiello. Questa mattina è stato tempestivamente attrezzato il furgone logistico con le attrezzature e il furgone frigo con gli alimenti freschi che si metterà in moto appena verrà emesso il decreto del Presidente della Repubblica che garantisce il sostegno economico per l’acquisto delle derrate e i regolari permessi per operare nei luoghi colpiti dal sisma. Il lavoro dei cuochi sarà invece volontario e coordinato dai responsabili regionali. Un sistema utilissimo per finalizzare al meglio gli interventi che in passato ci sono comunque sempre stati, grazie alla generosità e al grande cuore di tutta la squadra FIC, ma che partivano da iniziative dei singoli e non avevano la stessa incisività.
In Italia hanno aderito circa 200 colleghi e sono già 18 le regioni che possono contare su un capo dipartimento, che all’occasione si interfacci con la Federazione. Questo sistema è d’aiuto, poiché in caso di calamità si avvertono direttamente le regioni interessate o quelle più vicine, affinché intervengano repentinamente.

Un devastante terremoto stanotte ha colpito il centro Italia, tra Umbria, Marche e Lazio, distruggendo in particolare i comuni di Amatrice in provincia di Rieti, Accumoli in provincia di Rieti e Arquata del Tronto in provincia di Ascoli Piceno. I morti al momento sono 21, ma il numero è destinato a crescere rapidamente.

La prima scossa, di magnitudo 6.0, è stata registrata alle 3:36. L’epicentro a 2 chilometri da Accumoli (Rieti) e 10 da Arquata del Tronto (Ascoli Piceno) ed Amatrice (Rieti). L’ipocentro è stato a soli 4 chilometri di profondità. Seconda e terza scossa sono state registrate alle 4:32 e 4:33. Hanno avuto epicentro in prossimità di Norcia (Perugia), Castelsantangelo sul Nera (Macerata) e Arquata del Tronto (Ascoli Piceno). Gli ipocentri sono stati tra gli 8 e i 9 chilometri. Oltre 50 finora (alle 6:40) le repliche di magnitudo superiore a 2, cinque delle quali di magnitudo 4 o superiore. E’ stato mobilitato l’Esercito per far fronte all’emergenza. Una componente del sesto reggimento Genio di Roma, con mezzi speciali, è partita verso le zone colpite dal sisma. Appello dell’Avis a tutti per donare il sangue.
Tra i comuni colpiti, Amatrice, un simbolo della cucina italiana nel mondo per il suo sugo all’amatriciana che ha reso celebra la cucina romana nel mondo. Originariamente il sugo veniva preparato dai pastori con gli ingredienti a loro disposizione sulle montagne quando seguivano al pascolo le loro greggi. Gli ingredienti erano: guanciale a cubetti o fettine sottilissime, pecorino e spaghetti, piatto che veniva tradizionalmente chiamato “unto e cacio”. Successivamente nel XVIII secolo la ricetta fu ingentilita con l’aggiunta di pomodoro e pochissimo olio d’oliva. La diffusione su scala nazionale si ebbe nell’Ottocento quando molti amatriciani emigrarono a Roma a causa della crisi della pastorizia e trovarono occupazione nel campo della ristorazione facendo conoscere il piatto tipico dei loro avi: l'”amatriciana”. Il primo storico ristorante amatriciano fu inaugurato a Roma nel 1860 da Luigi Sagnotti con il nome de Il Passetto, così chiamato poiché attraverso il ristorante si poteva passare dal vicolo del passetto a piazza Navona. Alla conoscenza su scala nazionale della ricetta dell'”amatriciana” contribuì anche l’attore Aldo Fabrizi che ne parlò spesso durante le sue trasmissioni radiofoniche e televisive. Ancora oggi nei menù dei ristoranti si trovano le due ricette: la tradizionale detta comunemente anche gricia e quella con la salsa di pomodoro. In molti ristoranti si trova una ricetta errata che fa uso di pancetta (al posto del guanciale), cipolla e olio d’oliva.
Un’altra specialità di Amatrice sono gli gnocchi ricci. Si tratta di gnocchi realizzati con acqua, farina e uova, a cui viene dato il caratteristico riccio schiacciandoli con le dita. Tipici della cittadina e poco conosciuti nelle frazioni, sono stati tramandati di generazione in generazione e vengono considerati il piatto più antico della gastronomia amatriciana.

IL GAVI DOCG I PRIMI SEI MESI HA AVUTO UN INCREMENTO DI VENDITE PARI AL 9,4 %

Oggi la nostra testata ha percorso in pochi secondi 1.100 chilometri dalla Sicilia al Piemonte 

IL GAVI DOCG I PRIMI SEI MESI HA AVUTO UN INCREMENTO DI VENDITE PARI AL 9,4%

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Semestre in crescita per l’export del Gavi Docg, il bianco da vitigno Cortese prodotto nel Piemonte meridionale al confine con la Liguria: +9,4% per un totale di 766.370 bottiglie in più rispetto ai primi sei mesi del 2015.

Esportato in 65 paesi il Gavi docg ha superato i 13,4 milioni di bottiglie prodotte, nel periodo agosto 2105-settembre 2016, contro i 12,2 milioni dei 12 mesi precedenti. Il Gavi festeggia – domenica 28 agosto – la vendemmia imminente con la 4/a edizione della manifestazione “Di Gavi in Gavi”, promosso dal Consorzio di Tutela. Al centro dell’evento gli show cooking di quattro chef stellati del Piemonte che prepareranno “inediti abbinamenti” con il Gavi. Saranno giudicati da uno dei loro colleghi più illustri, Bruno Barbieri, chef pluristellato e giudice di Masterchef Italia.

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Quest’anno la giornata di festa per il Gavi si concluderà a notte: alcune aziende vinicole, infatti, apriranno al pubblico dalle 20.30 organizzando visite, degustazioni e spettacoli in cantina.