OGGI USCIAMO DAL NOSTRO PIEMONTE PRESENTIAMO ALCUNE TRATTORIE SICILIANE

OGGI USCIAMO DAL PIEMONTE PER OMAGGIARE IL NOSTRO VICE PRESIDENTE REGIONALE E RESPONSABILE EDITORIALE SICILIANO AMANTE DELLA BUONA CUCINA

 tavola ristorante imbandita

TISCHI TOSCHI – TAORMINA (ME) Via F. Paladini, 3

Luca Casablanca, patron di Tischi Toschi è un grande appassionato e un po’ filosofo. Una chiacchierata con lui è già interessante. Metteteci anche i piatti. Cucina semplice, di territorio, ma ben fatta. Tanti i piatti da provare. Dalle busiate con pesto trapanese agli involtini di spatola alla messinese (a ghiotta). Molto buona la spuma di pistacchi. Buona selezione dei migliori vini siciliani.

QUATTRO ARCHI – MILO (CT) Via Crispi, 9

Una visita in questa trattoria potrebbe rivelarsi un toccasana. È il posto ideale per fare il pieno di buonumore. Saro Grasso è il titolare di questo locale, in cucina la bravissima Lina Castorina. Insieme fanno un duo scoppiettante, di simpatia e affabilità il tutto condito da cose buone che strizzano l’occhio all’Etna. Sono tanti i piatti preparati con i presidii Slow Food, ma lasciatevi guidare dal titolare che saprà consigliarvi il piatto perfetto per la serata. Se proprio volete un consiglio, pasta con il macco di fave o con il ragù di maialino nero. Bella selezione di vini etnei.

FRATELLI BORRELLO – SINAG Contrada Forte, 7

Posto ideale per chi vuole assaporare i veri sapori dei Nebrodi. I fratelli Pippo e Franco Borrello sapranno proporvi i salumi prodotti dal loro salumificio, le carni del suino nero allevato allo stato brado e i tradizionali formaggi, prodotti nel loro piccolo caseificio. Imperdibile il prosciutto cotto di suino nero. Tra i primi i maccheroni al ragu o le tagliatelle ai funghi porcini. Tra i secondi la buonissima grigliata di carne. Buona selezione di rossi siciliani. Il locale è stato premiato nel 2009 come Migliore Macelleria Best in Sicily.

ANDREA – PALAZZOLO ACREIDE (SR) Corso Vittorio Emanuele

Andrea Alì è conosciuto anche come il re degli Iblei. Conosce i monti della zona come le sue tasche e porta sulla tavola sempre verdure e frutta fresca. Nella sua cucina c’è molta tradizione, quella antica, di una volta, un po’ la cucina delle nonne, fatta solo con ingredienti di stagione e con quelli disponibili. Ecco perché il menu cambia sempre. Da provare le carni locali e le trote “Manghisi”. Bella carta dei vini. Un posto gourmet. Migliore Trattoria Best in Sicily 2015.

LOCANDA DEL COLONNELLO – MODICA (RG) Vico Biscari, 6

Il locale di Paolo Failla, patron di un bellissimo albergo a pochi metri (Palazzo Failla) è tra quelli in assoluto con uno dei migliori rapporti qualità-prezzo. Merito anche di un giovane chef, Davide Minerva, che guarda al territorio e si lascia contaminare con piacevolezza. Cucina con prodotti locali e un pizzico di fantasia. Tra gli antipasti polpo e patate e salsa di limone all’origano, tra i primi i ravioli di patate al sugo di cozzze. E come secondo molto buono il pesce in guazzetto, verdure e crostini. Grande carta dei vini dove trovate il meglio della Sicilia. Migliore trattoria Best in Sicily 2016.

AL BAGATTO – MILAZZO (ME) Via Regis, 11

A due passi dal molo da dove partono le navi e i traghetti per le Eolie, e basta allungare lo sguardo per vederle “a specchio”. Patron di questo locale è Raffaele Esposito che propone i suoi piatti in base alla disponibilità delle materie prime. E da quest’anno pasta fresca realizzata con le farine di grani antichi siciliani servita con sughi deliziosi. Tra i secondi buonissima la carne di manzo di razza modicana. E tanto uso di ortaggi freschi e succosi. Carta dei vini ben articolata. 

VILLA CARLA – LENI – ISOLA DI SALINA – EOLIE (ME) Via Santa Lucia

Se siete in vacanza a Salina andate in questa piccolissima trattoria di Leni, il paesino che si affaccia sul versante sud occidentale dell’isola, può essere una esperienza gourmet. Venti coperti in un giardino con vista mare sul resto delle Eolie. La signora Carla Errando raccoglie gli ortaggi del suo orto e prepara piatti succulenti. Tra i primi ravioli con capperi oppure tagliatelle condite in vari modi. Imperdibile la parmigiana di melenzane oppure i fiori di zucca in pastella (ma fino a luglio). Tra i secondi filetti di sgombro sulle foglie di limone. Carta dei vini con etichette eoliane. Prenotare sempre.

OSTERIA U’LOCALE – BUCCHERI (SR) Via Dusmet, 14

Punta sulla tradizione la cucina di questo locale sui monti iblei. Stagionalità e tipicità del territorio sono i due parametri di riferimento dei piatti. Le verdure selvatiche preparate in vari modi sono le regine della tavola. Meritano una menzione, le tagliatelle fatte in casa con peperoni locali arrostiti e pomodoro. Ma imperdibili anche gli spiedini di pecora, disponibili proprio in questo periodo. Buona carta dei vini.

TERRA MIA – CASTIGLIONE DI SICILIA (CT) SP64, Solicchiata

Ricette semplici quelle proposte dallo chef Leonardo Cuscona che rimandano alla cucina di una volta. Menu stagionale e varie proposte molto interessanti. Da provare il tagliere di salumi e formaggi, lo spaghettone di pasta fresca con salsiccia e zafferano o la pasta al tartufo di Palazzolo Acreide. Tanti piatti a base di funghi nel periodo. E se siete fortunati potreste trovare una trota pescata nei torrenti dei Nebrodi e cucinata nel migliore dei modi. Carta dei vini con imponente offerta di etichette etnee. 

ME’ CUMPARI TURIDDU – CATANIA Via Monsignor Ventimiglia, 15

Qui tutti lo conoscono come Mc Turiddu, ma l’uso improprio della parolina “Mc” avrebbe scomodato anche i legali del colosso Mc Donald’s. Qui l’accoglienza è davvero familiare, perché l’ospite, appunto è trattato come un “cumpari”; uno di famiglia. Menu che privilegia le eccellenze etnee. Tra i piatti imperdibili, gli spaghetti alla Turiddu, il tortino di alici e la parmigiana, le caserecce al pesto o la pasta con il ragù bianco di asino. Carta dei vini buona. 

 

 

 

 

 

 

 

Risotto al radicchio

Risotto al radicchio

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Ingredienti

  • 130 g di riso carnaroli (piemontese)
  • 1 l di brodo vegetale
  • 1 cipolla
  • 1 noce di burro
  • 1 radicchio rosso
  • 120 g di formaggio dolce a pasta molle
  • Olio extravergine d’oliva q.b.
  • Sale
  • Parmigiano q.b.

Preparazione

Preparate il brodo vegetale in anticipo.
In una padella mettete a soffriggere la cipolla tagliata finemente con un filo di olio d’oliva.
Aggiungete quindi il radicchio tagliato a listarelle, la noce di burro e dopo qualche minuto un mestolino di brodo.
Quando il radicchio sarà appassito aggiungete il riso carnaroli e fate insaporire per qualche minuto prima di aggiungere il brodo pian piano per la cottura, ogni volta che sarà assorbito.
Raggiunta la cottura desiderata allontanate dalla fiamma e aggiungete prima il formaggio dolce a pasta molle e poi il parmigiano.
Servite subito!

 

DEVASTANTE LA GRANDINATA IN LANGUEDOC DISTRUTTO QUASI TUTTO IL RACCORDO DEL 2016 UN ANNO DI LAVORO ANDATO IN FUMO IN POCHI SECONDI

DEVASTANTE LA GRANDINATA IN LANGUEDOC DISTRUTTO QUASI TUTTO IL RACCORDO DEL 2016 UN ANNO DI LAVORO ANDATO IN FUMO IN POCHI SECONDI

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Una devastante grandinata ha distrutto quasi per intero il raccolto del 2016 nella zona Pic-St-Loup in Languedoc, a nord di Montpellier.

L’enologo Fabrice Bonmarchand ha detto al giornale Le Point che quasi tutti i vigneti sono stati danneggiati. In alcune zone sono cadute sfere di ghiaccio grandi come una pallina da golf. Un produttore di 92 anni ha rivelato di non aver mai visto in vita sua nulla di simile. Le prime stime sui danni parlano del 60 per cento di perdita del raccolto, ma si tratta di dati parziali, visto che non sono stati sentiti tutti i produttori. Questo anche perché le grandinate non colpiscono le zone in modo uniforme.
Quest’anno il maltempo ha causato tantissimi problemi ai produttori di vino in molte zone della Francia. La più grave a Chablis, che ha subito due devastanti grandinate, ma anche in Borgogna, Loira e Champagne quest’anno la vendemmia sarà molto ridotta.

F.C.D. NOVESE ROSA Convocazione allo Stadio Comunale Girardengo di Novi Ligure

STADIO COMUNALE GIRARDENGO DI NOVI LIGURE CONVOCAZIONI DELLE GIUOCATRICI DELLA

F.C.D. NOVESE ROSA

Domani mattina a Novi Ligure in Provincia di Alessandria allo Stadio Comunale Girardengo sono convocate le atlete per la preparazione della stagione calcistica 2016/2017 della F.C.D. Novese calcio femminile per disputare il campionato di Serie B.

Sono 24 le atlete (comprese alcune primavera) convocate da Mister Fossati per la preparazione estiva.

elenco covocateARIANNA MONTECUCCO IN NAZIONALE CONTRO LA GERMANIA

 

IL MINISTRO MARTINA AFFERMA L’AGRICOLTURA TRAINA L’OCCUPAZIONE .

IL MINISTRO MARTINA AFFERMA L’AGRICOLTURA TRAINA L’OCCUPAZIONE . 

MINISTRO MARTINA

SCELGONO L’AGROALIMENTARE SEMPRE PIU’ GIOVANI

I numeri dell’Istat ci dicono che l’agricoltura ha trainato la crescita dell’occupazione, con un +2,2% a livello nazionale e un +3% al Sud. Campolibero ha aiutato. Così come hanno contribuito il taglio delle tasse con l’eliminazione dell’Irap e dell’Imu agricola che valevano 600 milioni di euro”.

Lo ha detto il ministro Maurizio Martina in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera.
“Campolibero è stato il primo mattone per costruire una politica agricola nazionale più forte, capace di guardare a un nuovo modello di sviluppo – ha detto Martina -. Le parola d’ordine del provvedimento sono state semplificazione, lavoro e giovani. Su questi fronti abbiamo avuto un avanzamento concreto. Penso ad esempio ai controlli. Da anni si parlava di come evitare duplicazioni e sovrapposizioni che penalizzano le aziende. Grazie a Campolibero c’è il Registro unico dei controlli, operativo e con oltre 220 mila verifiche consultabili dagli organismi di controllo via web”.

Proprio Campo Libero ha contribuito a questo aumento dei giovani in agricoltura: “Tra le misure – dice Martina – voglio ricordarela detrazione per affitto dei terreni al 19% per giovani coltivatori diretti e imprenditori agricoli fino a 35 anni e gli incentivi all’assunzione di giovani con contratto a tempo indeterminato o determinato di minimo 3 anni, con sgravio di 1/3 della retribuzione lorda”.
E dopo due anni di Campo Libero, 20 mila ragazze e ragazzi hanno trovato lavoro nel settore primario con un crescita del 16%.
Capitolo semplificazione e controlli: “Abbiamo aumentato i controlli e aumentato le aziende verificate – spiega Martina -. Eliminando il più possibile le duplicazioni. Anche su questo fronte possiamo migliorare, ma dei passi sono stati fatti. L’introduzione della diffida è un elemento che rivendico con orgoglio. Prima di far scattare una sanzione diamo tempo all’azienda di adeguarsi alla norma, di
correggere l’errore fatto. È un rapporto nuovo tra amministrazione e imprese che sta dando frutti molto importanti. Grazie a Campolibero in un anno sono state quasi 3mila le diffide emesse e tante di queste si sono tradotte in multe evitate dalle aziende”.

Ma che l’agroalimentare attiri i giovani “lo si vede anche dall’aumento del 44% degli iscritti ai corsi di laurea collegati a questo mondo – spiega il Ministro -. Lo abbiamo toccato con mano al nostro evento “Agrogeneration”, dove abbiamo coinvolto oltre 500 under 40 che lavorano in agricoltura o hanno aperto start up agroalimentari. Giovani con proposte e soluzioni. Dai droni adatti alle colture mediterranee, alle applicazioni di Arduino in agricoltura fino alla stampante 3d che utilizza bioplastica ricavata dalla canapa. L’Italia può essere leader dell’innovazione in questo campo per questo Agrogeneration diventerà un laboratorio permanente di idee nuove”.

In Italia sono oltre 70 mila le imprese condotte da under 40, in termini assoluti siamo tra i primi in Europa. “Abbiamo però una percentuale ancora bassa rispetto ai conduttori over 65 – dice Martina -. Per questo stiamo lavorando sul ricambio generazionale, anche favorendo il subentro gestito dal nostro ente Ismea. È una politica di lungo periodo che ha bisogno di almeno due tre anni per essere valutata nei suoi effetti, ma un’inversione di tendenza è già in atto. Anche nella prossima stabilità inseriremo nuove misure per i giovani. È una delle priorità assolute”.

 

Piscina Naturale agosto 2016: tutti gli eventi a Porto Venere.

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Piscina Naturale agosto 2016: tutti gli eventi a Porto Venere.
Tra sport, spettacolo, musica e divertimento.

C’è grande attesa per il secondo dei due ormai tradizionali appuntamenti con la Piscina Naturale di Porto Venere in programma per sabato 20 agosto. La seconda edizione del 2016 sarà caratterizzata da importanti novità a terra e in mare che renderanno ancora più ricco il programma di un evento ormai diventato un appuntamento imperdibile dell’estate spezzina.

L’interdizione del traffico dei mezzi nautici dalle ore 12.30 alle ore 19.00 consentirà ai bagnanti, a partire dalle ore 15.00 e fino alle ore 18.00, di stare in acqua senza problemi in un tratto di mare che è invece abitualmente molto trafficato e di potersi cimentare nella traversata verso l’Isola Palmaria direttamente a nuoto oppure a bordo di più rilassanti materassini o canotti.

La Piscina Naturale di agosto si colloca nell’ambito delle iniziative della rassegna Note di Fine Estate finanziata e patrocinata dalla Regione Liguria. L’organizzazione è a cura del Comune di Porto Venere, che si avvale della collaborazione di volontari e istituzioni, prima di tutte la Capitaneria di Porto della Spezia e del supporto della Servizi Portuali e Turistici di Porto Venere S.r.l. Per la realizzazione della manifestazione è stato fondamentale il contributo degli sponsor: Le Terrazze – Centro Commerciale e Confartigianato La Spezia.

Un’edizione ricca di novità e sorprese a partire già dal fischio di inizio, che sarà davvero speciale, anche grazie alla collaborazione di Stelle nello Sport.

A dare il via alla manifestazione sarà il Presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti. La traversata del Canale dall’Isola Palmaria a Porto Venere sarà realizzata in anteprima da due campioni di livello internazionale: Erica Musso e Andrea Cadili Rispi. Lei, savonese, ventidue anni compiuti lo scorso 29 luglio, è cresciuta nell’Amatori Nuoto Savona sotto l’attenta guida di Maurizio Divano prima di passare alle Fiamme Oro. Il miglior risultato arriva nel 2015. Ai Mondiali di Kazan, nella staffetta 4×200 stile libero assieme a Federica Pellegrini, Alice Mizzau e Chiara Masini Luccetti, Erica Musso conquista l’argento. Il 2015 è anche l’anno della sua firma sul primo titolo italiano nei 400 ai campionati invernali. Andrea Cadili Rispi, genovese, trentaquattro anni, è una figura di riferimento per lo sport ligure paralimpico. Il suo amore per il Nuoto, oltre a conquistare importanti risultati in campo nazionale, lo porta ad affrontare imprese davvero straordinarie come le traversate dello stretto di Messina (2012), del Bosforo (2013) e del braccio di mare che separa Malta da Gozo (2014). Andrea, seguito in ogni avventura da coach Davide Sanguineti, è affetto da una malattia genetica rara che gli provoca fragilità ossea e una progressiva, ormai totale, cecità. È anche vicepresidente CIP Liguria, il Comitato per lo sport paralimpico che sarà grande protagonista il prossimo anno con l’arrivo in Liguria dei Giochi europei paralimpici giovanili.

Nel corso della giornata saranno protagoniste anche le stelle del nuoto sincronizzato azzurro. In acqua “danzeranno” Francesca Zunino e Marta Murru, fresche campionesse italiane nel doppio juniores e a squadre. Cresciute nella straordinaria scuola della Rari Nantes Savona, sono in Nazionale da tre anni, sotto la supervisione del DT Patrizia Giallombardo, allenate da Anastasia Ermakova e Benedetta Parisella. Porteranno in acqua due esibizioni singole e un doppio di sicuro effetto.Francesca “danzerà” sulle note del film “The Skin I Live In” mentre Marta si esibirà sulle note del “Triste Vals”. Il doppio emozionerà grazie anche alla splendida musica di accompagnamento del “Don Chisciotte”. L’inizio del programma sportivo è fissato per le ore 14.30 con il tuffo collettivo previsto per le ore 15.00.

Una manifestazione all’insegna dello sport, ma anche dello spettacolo. E della musica. Sul Molo Dondero sarà grande protagonista anche il cantautore Francesco Gabbani che nel corso della giornata presenterà al pubblico alcuni dei suoi brani più famosi.

Il cantautore e polistrumentista toscano che ha vinto la 66° edizione del Festival di San Remo, il Premio della Critica Mia Martini nella sezione Nuove Proposte e il Premio Sergio Bardotti per il miglior testo del Festival, proporrà alcuni brani dal vivo del suo ultimo lavoro “Eternamente Ora”, uscito il 12 febbraio per BMG Rights Management (Italy) ed entrato nella Top 20 della classifica GfK-Fimi degli album più venduti in Italia, quattro settimane dopo l’uscita.

Come sempre ad animare la giornata con la loro musica ci saranno i dj di Radio Nostalgia ed i bagnanti potranno divertirsi tra tuffi e giochi d’acqua sui giochi gonfiabili posizionati al centro della piscina naturale.

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La sicurezza dei bagnanti nell’arco della giornata sarà assicurata dalla presenza dei mezzi nautici di soccorso e personale messi a disposizione da Capitaneria di Porto della Spezia, Polizia Nautica, Cnes, Comsubin, Aeronautica Militare, Guardia di Finanza, Carabinieri e Polizia Municipale. Saranno impegnate anche molte associazioni di volontari quali la Pubblica Assistenza “Croce Bianca” Porto Venere, Pubblica Assistenza “Croce Bianca” Lerici, 118, la Federazione italiana nuoto, la Società Nazionale di Salvamento, il Soccorso Alpino, la Protezione Civile, il Mangia Trekking, la Pro Loco di Porto Venere,l’Unione Sportiva Porto Venere e l’Associazione Life on the Sea.

La giornata dedicherà grande spazio anche alle attività per i più piccoli: i bambini potranno essere, infatti, protagonisti dell’evento SEA EXPERIENCE, tre ore di snorkeling “scientifico” dove i piccoli nuotatori potranno immergersi all’interno dell’Area di Tutela Marina del Parco di Porto Venere e, grazie a esperti educatori del Parco, imparare a conoscere l’ambiente marino. L’iniziativa, realizzata dal Parco Naturale Regionale di Porto Venere ha lo scopo di sensibilizzare i più piccoli al rispetto e alla tutela dell’ambiente marino oltre che dargli le prime conoscenze del mondo sommerso. Per partecipare sarà sufficiente recarsi all’Infopoint del Parco (primo piano del Comune di Porto Venere) e/o presso le Pro Loco di Porto Venere e delle Grazie per compilare il modulo di iscrizione. Numero massimo 10 partecipanti di età compresa dai 8 ai 14 anni. Il ritrovo è alle ore 8.15 a Porto Venere davanti alla biglietteria dei barcaioli di Porto Venere con rientro alle ore 12.30. I partecipanti dovranno munirsi di biglietto andata/ritorno per l’isola Palmaria ed essere in possesso di maschera, pinne e boccaglio. Gli organizzatori forniranno top da snorkeling e materiali didattici (testi, guide didattiche a schede, etc…). Per tutte le informazioni contattare l’Infopoint del Parco: 0187/794.823; Mobile: 370/3436603 (Lun. – Sab. 9.00 – 13.00 Mer. e Sab. 14.00 – 17.00).

Non finisce qui…Il programma della Piscina Naturale prevede, come ogni anno, la manifestazione Trekking & Swimming sull’isola Palmaria, organizzata dall’associazione Mangia Trekking. Questo il programma dettagliato della giornata: partenza alle ore 8.30 dalla Spezia – Molo Traghetti oppure da Porto Venere con il sevizio Barcaioli; ritrovo alle ore 8.50 e partenza dell’escursione, dalla Baia del Terrizzo, alle ore 9.00 per il periplo dell’isola; arrivo alla Baia del Pozzale alle ore 10.30 dove verrà fatta una sosta “mare” per rinfrescarsi. A seguire alle ore 12.30 pranzo (facoltativo). Alle ore 14.15 si riparte per l’escursione ed alle ore 15.15 è previsto l’arrivo a Carlo Alberto in tempo per l’inizio della Piscina Naturale. Qui il personale qualificato dell’associazione parteciperà, dando il suo prezioso contributo, alle operazioni di assistenza ai bagnanti in collaborazione e secondo le direttive della Guardia Costiera. Per informazioni e prenotazioni: 328 9079752.

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Insomma, un appuntamento davvero imperdibile per godersi una giornata di mare in una dei tratti di mare più belli del Golfo dei Poeti trasformato per qualche ora in una grande piscina naturale.

 

Lo sport piace perché lusinga l’avidità, vale a dire, la speranza di avere di più. IL FLOORBALL

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Lo sport piace perché lusinga l’avidità, vale a dire, la speranza di avere di più. 

IL FLOORBALL

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Ad un primo sguardo può sembrare di assistere ad una partita di hockev. Gli elementi ci sono tutti: un rettangolo di gioco, due porte e atleti muniti di mazza ad inseguire, senza pattini però, una pallina grande come un’arancia da spedire a rete.
Il
Floorball, anche chiamato Unihockey o FloorHockey, è uno sport di squadra che ormai si pratica in 50 nazioni circa.
È veloce, incredibilmente tecnico e di grande spettacolarità; non prevede contatto fisico e questo lo rende accessibile a tutte le età, ad entrambi i sessi e alle persone diversamente abili.
Ha come scopo quello di inviare, attraverso l’uso di apposite mazze in fibra di carbonio, la pallina nella porta avversaria. Di norma si gioca in palestra, o comunque su superficie liscia. La grandezza del terreno di gioco, il numero dei giocatori e la durata del gioco, variano dal tipo di regolamento che viene adottato.

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Campo di gioco
Su campi di 24×14 metri (campo piccolo) si contendono la gara squadre composte da 3 giocatori “di movimento” più un portiere.
Su superfici di gioco di 40×20 metri invece i giocatori di movimento sono 5 più un portiere. Sia nella prima che nella seconda situazione è indispensabile, considerata l’alta intensità del gioco, avere a disposizione un numero elevato di sostituzioni da effettuare anche con frequenze ravvicinate.
Di norma ogni campo da Floor-Unihockey è circondato da una balaustra di altezza di 30-50 cm utile a delimitare lo spazio “attivo” di gioco e a consentire ai giocatori di sfruttarla come sponda per farci rimbalzare la pallina e farla restare continuamente in gioco.
Il portiere si colloca in una zona ben precisa, riservata e di piccole dimensioni chiamata area protetta. In un’altra zona più grande, chiamata area di porta, possono entrare anche gli altri giocatori; essa indica il limite di azione di spostamento e di gioco del portiere. Le porte secondo il regolamento ufficiale misurano 115 cm di altezza e 160 cm di larghezza. Il portiere gioca in ginocchio e a differenza dall’hockey gioca senza bastone; inoltre, è l’unico giocatore a indossare una protezione per il viso e per le ginocchia.

Gioco
Nelle categorie professionistiche e semiprofessionistiche ogni partita è strutturata in 3 tempi di 20 minuti; nelle categorie giovanili si svolgono 2 tempi da 20 minuti o da 15 minuti.
La partita comincia con un ingaggio al centro del campo. Durante un ingaggio due giocatori avversari si devono posizionare sul punto d’ingaggio faccia a faccia e con le mani sui rispettivi bastoni. Le palette dei bastoni (parte curva, finale) devono essere parallele e i bastoni perpendicolari alla linea di metà campo. Ad un fischio dell’arbitro la pallina viene messa in gioco.

I fondamentali individuali sul piano tecnico prevedono il passaggio, il controllo della pallina o ricezione, il tiro e lo spostamento con conduzione della pallina. La pallina deve essere sempre controllata con la paletta sotto l’altezza del ginocchio. È possibile impattare la pallina anche col piede solo se successivamente si ritocca col bastone. Il bastone va tenuto basso e prima o dopo un tiro non va alzato oltre l’altezza delle anche.
Per infrazioni gravi i giocatori vengono espulsi dal gioco temporaneamente per 2-5-10 minuti, obbligando una squadra a giocare in svantaggio numerico. In generale sono vietate tutte quelle situazioni e azioni che possono provocare pericolo ai giocatori. Una infrazione è punita con un tiro diretto e ogni avversario deve mantenere una distanza di almeno 2 metri.
L’azione di gioco, così come avviene in tutte le specialità dell’hockey, è consentita anche dietro le porte; ogni punizione che avviene in questa zona del campo comporta una ripresa del gioco dai punti di ingaggio laterali. Tutte le volte che la pallina esce lateralmente superando la balaustra viene rimessa in gioco con un tiro di punizione indiretto dal punto più vicino a dove essa è uscita.

La storia del Floorball
La storia del Floorball vero e proprio è assai recente; si è sviluppato originariamente in Svezia dove veniva giocato già dalla metà degli anni ’70. Le sue radici, però, affondano un po’ in tutto il mondo, negli Stati Uniti a partire dagli anni ’50 veniva utilizzato come mezzo di allenamento per i giocatori di Hockey.
Il FloorHockey non divenne formalmente uno sport fino a quando gli svedesi non crearono la prima Federazione Nazionale ufficiale il 7 novembre 1981 nella città di Sala. Il primo Regolamento Ufficiale si ebbe nel settembre del 1983 e stabilì che il campo da gioco avrebbe dovuto essere protetto da un recinto. Da questa data si può dire che il moderno Floorball mosse i suoi primi passi nella direzione di uno sport organizzato.
Nel 1986 Svezia, Finlandia e Svizzera diedero origine alla Federazione Internazionale di Floorball (IFF). Successivamente molti altri paesi in tutto il mondo manifestarono il loro interesse a riconoscersi nella federazione e, quando il primo campionato del mondo di Floorball maschile venne giocato in Svezia nel 1996, 18 paesi avevano già aderito all’IFF. Il torneo ebbe un grande successo e culminò nella finale giocata tra Finlandia e Svezia con uno stadio tutto esaurito. Oltre 15.000 spettatori fecero da testimoni ad una performance spettacolare da parte degli svedesi, che batterono i finlandesi per 5-0 alla Stockholm Globe Arena.
Un ulteriore passo avanti si fece quando l’IFF diventò membro provvisorio, nel 2000, del GAISF (General Association of International Sport Federation), Associazione Generale delle Federazioni Sportive Internazionali, per divenirne ufficialmente membro ordinario nel 2004. L’IFF ad oggi conta 35 nazioni con più di 3.900 clubs e 230.000 giocatori tesserati. Il Campionato del Mondo viene giocato ogni anno; negli anni pari, per gli uomini e negli anni dispari per le donne. Inoltre la Coppa dei Campioni del Floorball, European Cup, viene giocata ogni anno. L’obiettivo futuro dell’IFF è quello di essere riconosciuto dal Comitato Olimpico Internazionale (CIO) per poter ottenere il titolo di Gioco Olimpico per il Floorball.

Il Floorball in Italia
In Italia il Floorball – Unihockey si afferma a partire dagli anni ’90 grazie alla volontà di alcuni insegnanti di Educazione Fisica; il Floorball viene prima insegnato nelle scuole poi vede il suo sviluppo all’interno di alcune società sportive del nord Italia. Nel 1996 nasce la prima squadra, a Varese, chiamata Floorball Club “Mucchio Selvaggio” che partecipa ai tornei nella vicina Svizzera. Occorrerà attendere due anni per vedere la nascita di un altro Club, “Piranhas Dolo” che disputerà a Leggiuno (Varese) la prima partita ufficiale di Floorball in Italia con la squadra “Mucchio Selvaggio” locale. Pian piano alle due squadre si aggiungono altre due squadre di Bolzano, “Aasgeier” e il “Diamante”. In seguito il gruppo sembra destinato ad aumentare includendo la squadra di Milano del QT8 e del FC Milano, dei Viking di Roma e del GLS L’Aquila.
Nel maggio 2001 viene organizzato il primo campionato italiano da gennaio a maggio con la nascita della prima Nazionale Italiana Floorball invitata dalla Federazione Mondiale a partecipare al campionato del mondo nel 2002 e nel 2004. Nei mondiali maschili del 2008 la Nazionale Italiana si classifica al 10° posto. La nazionale femminile nei mondiali 2007 si piazza al 8° posto.
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Altre regole:
– 
Tiro di rigore: si concede nel caso in cui una infrazione va ad impedire una chiara occasione di rete. Il tiratore parte da centrocampo. Appena avrà toccato la pallina, il portiere potrà abbandonare la linea di porta. Un tiro supplementare non è permesso. In caso di mancata segnatura avrà luogo un ingaggio da metà campo.
– 
Infrazioni con il bastone: È sempre vietato colpire con il proprio bastone il bastone o il corpo dell’avversario. Infrazioni ripetute oppure entrate pericolose vengono punite con una penalità di 2 minuti.
– 
Bastone alto: Il bastone, nella sua azione, non può superare l’altezza dell’anca. La pallina non può essere colpita con il bastone oltre l’altezza del ginocchio. Dopo un tiro il bastone può essere alzato in avanti oltre l’altezza dell’anca se nelle immediate vicinanze non vi è alcun giocatore avversario.
– 
Utilizzo del corpo: è ammesso coprire la pallina con il corpo, come pure è ammessa una leggera spinta con le spalle. È invece proibito trattenere, spingere con le mani, colpire con il gomito, fare ostruzione o dure entrate da tergo.
– 
Gioco con il piede: La pallina può essere toccata con il piede, ma non può essere passata ad un compagno. Colpire più volte la pallina con il piede, senza che il bastone la tocchi, è vietato.
– 
Gioco con la mano, il braccio e la testa: Non è ammesso giocare intenzionalmente la pallina con la mano, il braccio o la testa. Questa infrazione è punita con 2 minuti di penalità. È vietato anche saltare e toccare la pallina senza avere un piede sul pavimento. 

– Gioco a terra: Un giocatore può avere contatto con il pavimento solo con i suoi piedi, un ginocchio e con la mano che tiene il bastone. Se viene a contatto con il pavimento con qualsiasi altra parte del suo corpo, e gioca intenzionalmente la pallina, commette un’infrazione: è punito con 2 minuti di penalità. È particolarmente vietato gettarsi durante un tiro avversario.
– 
Vantaggio: Se una squadra in possesso della pallina subisce una infrazione, ma mantiene il controllo della pallina, il gioco non viene interrotto (vantaggio), dopo il terzo vantaggio il gioco viene immediatamente interrotto e si riprende con una punizione a favore della squadra che ha subito il fallo. Se l’azione si svolge poi correttamente e l’avversario non si impossessa immediatamente della palla il vantaggio scade. Il vantaggio è dato anche in caso di infrazioni che portano a una penalità, in questo caso il portiere abbandona la porta per andare in panchina e dare la possibilità di far entrare un giocatore di movimento in più, appena la situazione di vantaggio termina (quando il giocatore avversario si impossessa della palla), il gioco è interrotto e la penalità sanzionata.

Cheesecake cioccolato e fichi

Cheesecake cioccolato e fichi

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 Ingredienti
  • 250 g di biscotti secchi
  • 100 g di burro
  • 500 ml di panna fresca
  • 250 g di mascarpone
  • 1 yogurt greco
  • 60 g di zucchero di canna integrale
  • 10 noci
  • 7 fichi neri
  • 250 g di cioccolato fondente

 Preparazione

Fate sciogliere il burro a bagnomaria. Nel frattempo sbriciolate i biscotti e disponeteli in una terrina. Aggiungete quindi il burro sciolto, amalgamate bene e riversate il contenuto in una teglia con cerniera. Aiutandovi con una spatola schiacciate i biscotti fino ad ottenere uno strato compatto e uniforme. Mettete in frigo a raffreddare. Fate sciogliere 200 g di cioccolato a bagnomaria, e spalmatelo poi sul biscotto e rimettere in frigo.
Nel frattempo montate a neve la panna.
Mescolate quindi il mascarpone, lo yogurt greco e lo zucchero con le fruste, aggiungete poi anche la panna montata e amalgamate delicatamente con un cucchiaio.
Disponete quindi la crema ottenuta sopra il biscotto e riponete in frigo per qualche ora.
Sbucciate le noci e sminuzzarle finemente. Spolverate quindi la cheesecake con la granella di noci.
Sbucciate e tagliate i fichi a rondelle e disponeteli sopra la granella.
Infine guarnite con il cioccolato restante, fatto sciogliere a bagnomaria

LA REDAZIONE AUGURA BUON FERRAGOSTO th20T2SBRO

 

CHE VINO BEVANO I NOSTRI PARLAMENTARI IN QUESTO MESE DI RELAX

AULA CAMERA CAMERA DEPUTI E SENATO

I NOSTRI PARLAMENTARI IN QUESTO MESE DI RELAX BEVANO VINO DELLA LORO REGIONE D’ORIGINE

di A. F.

Cosa bevono i parlamentari italiani ad agosto, quando possono lasciare i gravosi compiti istituzionali e dedicarsi al relax? Considerano bianchi, rossi, rosati e bollicine i migliori ambasciatori del territorio.
ANDREA AUGELLO
“All’italiano sono interdette tre cose: non apprezzare il vino, non saper nuotare e non capirne di calcio, sul resto si tratta”, sostiene il senatore Andrea Augello (Cor), della Commissione Bilancio, convinto, come Ernest Hemingway, che il vino sia uno dei maggiori segni di civiltà dei popoli. Residente a Roma, ma figlio di papà siciliano e mamma torinese, il Vicepresidente della Commissione d’inchiesta sui rifiuti e gli illeciti ambientali beve vini prodotti in tutto lo stivale, ma solo ai pasti. “L’estate – dice – usiamo prevalentemente bianchi, siciliani, in particolare prediligo il Nozze d’Oro di Tasca d’Almerita, che essendo un po’ fruttato piace anche alle signore, oppure mi concedo un rosso leggerissimo e dal bouquet avvolgente prodotto con uve di Nero D’Avola  e altre varietà autoctone, il Mille e Una Notte di Donnafugata.  D’inverno, a Roma, per tutti i giorni prendiamo il rosso, il Cesanese del Piglio, non quello di Olevano Romano e la capogruppo al Senato dei Conservatori e Riformisti, Cinzia Bonfrisco, essendo veneta, mi fa avere bottiglie di Amarone di cantine particolari. Qui del Lazio mi piace anche il Mater Matuta di Casale del Giglio, ma per cacciagione, faraona farcita e carni importanti bevo Chianti, Brunello o Rosso di Montalcino, di Banfi ma non solo.
RENATO BRUNETTA
Il capogruppo di Forza Italia alla Camera, Renato Brunetta, da buon veneziano ama bere, e il vino gli piace talmente tanto, dieta a parte, che si è messo a coltivar vigne per produrlo: “Abbiamo fatto tanti debiti, tanta fatica, tante complicazioni, ma come gratificazione spero di portare al prossimo Vinitaly – è l’auspicio del professore di Economia del Lavoro – il mio Mater Divini Amoris, dell’azienda familiare Brunetta-Diana e figli. Abbiamo impiantato a vigna 25 ettari, a regime, nella zona del Santuario del Divino Amore, a Sud della Capitale, e produrremo la Doc Roma, Pinot grigio,  Pinot nero, le bollicine, una piccola vigna per una cantina di qualità, grazie al mio enologo, Lorenzo Costantini”. L’ex ministro della Semplificazione del IV governo Berlusconi preferisce le bollicine: “Amo il prosecco delle mie terre, il Brut Cartizze prodotto dal vitigno Glera, e lo bevo a tutto pasto, fuori dal pasto, per brindare, specie in estate che è ancora più gradevole”. Ma è pronto a sperimentare tutti i tipi di vino, quando non gli basta la tradizione.
FRANCESCO CAMPANELLA
Francesco Campanella (Si), della Commissione Agricoltura del Senato, è nato a Palermo, ma ora è in vacanza a Naso, nel messinese, in una casetta in collina, sul Monte Capo D’Orlando, dove  con il suo piatto preferito, le cozze gratinate, beve prevalentemente Insolia, “ma di Rapitalà non di Grillo”, dice con una involontaria ironia, essendo uno dei primi quattro parlamentari espulsi dal M5S per aver votato Pietro Grasso alla Presidenza del Senato, contrariamente alle indicazione del gruppo. “Il vino è uno dei prodotti di punta del marketing territoriale, specie in Sicilia, dove si devono ricercare – consiglia – nuovi canali per creare ricchezza, con l’impiego della fantasia e dell’economia verde. L’agricoltura siciliana ha grandi potenzialità, ma la grande distribuzione comprime i margini di redditività dei contadini ed omogeneizza i prodotti, mentre ne abbiamo tanti di nicchia, commercializzati solo in zona, che non riescono ad uscire dal mercato interno”.
FRANCESCO CARIELLO
Francesco Cariello (M5S), Vicepresidente della Commissione d’inchiesta sulla contraffazione e la pirateria, beve solo  vino Bio, della regione in cui vive, la Puglia: “Non sono un grande bevitore – premette –, ma amo la terra, le nostre origini, mio padre era agricoltore e produceva vino nel terreno di famiglia, tra Bari e Bitonto, un rosso primitivo, che ai tempi si usava da taglio, e facevamo il nostro aceto, altra filiera importante. Oggi produciamo solo l’olio – racconta  – e poco altro, una piccola azienda a conduzione familiare per il consumo in proprio: io sono l’ultimo di 7 fratelli ed abbiamo 18 nipoti, compresi i miei due figli”, ai quali il deputato insegna a bere vino, vietandogli le bibite gassate, “perché le papille gustative vanno educate”. Oramai il vino “ha una filiera controllata, sono difficili le contraffazioni e si sono valorizzate le peculiarità territoriali, bisognerebbe applicare lo stesso sistema  all’olio”, osserva. Cariello ha un’idea per il futuro:  mettere in piedi un Oil Bar, per creare le miscele in base ai gusti: “Chi ama l’oliva coratina che è piccante, altri preferiscono gusti più fruttati e tu mescoli i vari oli per farne uno personalizzato”, spiega.
FRANCESCO BOCCIA – NUNZIA DE GIROLAMO
“Chi non beve vino ha un segreto da nascondere”, sostiene citando Charles Baudelaire il presidente della Commissione Bilancio della Camera, Francesco Boccia (Pd), che nel 2011 ha sposato la collega Nunzia De Girolamo,  l’ex ministro dell’Agricoltura del governo Letta, ora tornata in Forza Italia dopo una breve sosta nel Nuovo Centrodestra di Alfano. Pugliese lui, campana lei, figlia del direttore del Consorzio Agrario di Benevento,  nella coppia più bipartisan di Montecitorio si potrebbe litigare anche sul vino, oltre che sulla politica, se non fosse che la De Girolamo è una sommelier, appassionata di vini. Così l’onorevole e docente universitario per i rossi sceglie primitivo di Manduria – e preferisce l’Es di Gianfranco Fino – ma anche Negroamaro e nero di Troia, ma ritiene “difficile resistere ai rossi storici piemontesi e toscani e all’Amarone veneto”. Per i bianchi, invece, “seguo i consigli di mia moglie, riconoscendole grande competenza, e poi in qualche modo – afferma – bisogna andare d’accordo in casa anche sui vini, no? Quindi prendiamo bianchi autoctoni, in particolare la Falanghina Cesco dell’Eramo, tipica del beneventano o Fiano e Greco dell’avellinese”.
TITO DI MAGGIO
Dall’indifferenza alla passione, invece, è il percorso col vino del senatore fittiano Tito Di Maggio. L’ex Presidente del distretto del mobile imbottito di Matera è stato praticamente astemio fino a 38 anni, quando alzando un calice di prosecco Valdobbiadene Canevel, si è innamorato dei bianchi ed ha seguito un corso da sommelier. “Per me, oggi, è vera la massima di Louis Pasteur: c’è più filosofia in una bottiglia di vino che in tutti i libri del mondo”. Partendo dal presupposto che  “i vitigni uniscono l’Italia”, il senatore dei Conservatori e Riformisti (Cor) preferisce i vini del Sud prodotti da vitigni alloctoni – Chardonnay, Riesling, Traminer – come hanno provato a fare in Sicilia o in Basilicata su suoli di origine vulcanica. Ad esempio con l’Aglianico del Vulture, in particolare la cantina Re Manfredi – Terre degli Svevi di Venosa (Pz) o la premiata Cantina del Notaio di Gerardo Giuratrabocchetti. 

DARIO GINEFRA – LAURA RAVETTO
L’altra coppia da larghe intese a Montecitorio è composta dal pugliese Dario Ginefra (Pd) e dalla piemontese Laura Ravetto (Fi), sposi a giugno, nella suggestiva cornice del Castello di Carlo V a Monopoli, dove hanno brindato “con vini che garantissero la straordinaria materia prima dei vitigni autoctoni pugliesi, coniugata con l’esperienza trasformativa di Antinori”, cioè Tormaresca, con lo chardonnay Pietrabianca e il primitivo Torcicoda. “Ma una moglie di Cuneo  –  racconta Ginefra – vuol dire anche Nebbiolo, Barbaresco, Barolo, senza disdegnare una buona Barbera ad accompagnare spesso le nostre cene a casa. Non importa l’azienda, perché frequentando le Langhe ho potuto scoprire cantine ‘minori’ ma con vini eccellenti”. L’estate in Puglia per la famiglia Ginefra “significa anche Negroamaro, Primitivo, Salice Salentino,  nero di Troia, preferibilmente in purezza. Calafuria o Maìme (Tormaresca), Five Roses (Leone de Castris), Es di Gianfranco Fino,  Patriglione della Taurino, Puer Apuliae della Rivera, Vigna Pedalle Torrevento o un Primitivo Gioia del Colle 17 Polvanere sulla tavola ad accompagnare le bombette di Martina Franca o una grigliata di carne, un carpaccio di ricciola o una più tradizionale fava e cicoria”.
ANTONIO MILO
Il senatore della Commissione Bilancio Antonio Milo (dell’Ala di Verdini) parla da Agerola, “paese tra la penisola sorrentina e la costiera amalfitana: da qui vedo i due Golfi, di Napoli e di Salerno”, ci dice. Sembra un’ottima location per sorseggiare un bicchiere di vino, no? “Bevo solo in compagnia degli amici, non abitualmente in famiglia e bevo solo  vino artigianale – precisa –  una produzione ristretta da un vitigno autoctono, il Tronto, un rosso che fa per pochi amici il professor Mascolo, proprietario del Castello Lauritano, a picco sul mare, un vitigno di cui parlava già nel 1850 lo scrittore di Amalfi Matteo Camera. Mentre per il bianco – prosegue – vinifica l’uva Ripola. Se sono fuori casa, invece, bevo Aglianico o Falanghina, che di base sono buoni vini. Qui in costiera abbiamo la casa di Marisa Cuomo e il suo Fiorduva è un eccellente bianco, ma è costoso, riservato alle occasioni speciali”.
LUCA SANI
Il presidente della Commissione Agricoltura della Camera, Luca Sani (Pd), della provincia di Grosseto, è un “bevitore consolidato: vino al pasto, come aperitivo e anche dopocena, preferendolo a qualsiasi altra bevanda”. Non per nulla Sani, imprenditore del settore turistico, è il primo firmatario di una proposta di legge sulla produzione e la commercializzazione del vino, che unificata a quella presentata dal senatore Andrea Olivero (Gruppo Autonomie), già Viceministro alle Politiche Agricole nel primo governo Renzi, ha portato  al testo unico sul vino. “Questo è uno dei settori in crescita del Made in Italy e che può svilupparsi ancora, , mentre l’impianto normativo  sul vino – sottolinea – è datato e ripetitivo e necessita di innovazioni e semplificazioni”. Per Sani scegliere dei vini che predilige è difficile, “perché se sono a casa, da buon toscano torno al padre Sangiovese, e quindi  Brunello di Montalcino, Rosso di Montepulciano, Morellino di Scansano e Chianti, ma quando giro per l’Italia bevo sempre prodotti locali, accompagnati dalla cucina del posto. Mi piace il  Pinot nero e i grandi  vini piemontesi e veneti,  essendo Cavaliere del nobile Ordine dell’Amarone e del Recioto, oltre che essere stato insignito dall’Ais del titolo di sommelier ad honorem”.  Sani, però, se proprio deve indicare le cantine,  parla del  Chianti Castello di Ama, oppure del classico Chardonnay dei Marchesi Antinori, il Cervaro della Sala, mentre per le bollicine predilige la Riserva del Ferrari e il Franciacorta Uberti.
FRANCESCO PAOLO SISTO
Anche il deputato azzurro Francesco Paolo Sisto non beve mai in servizio: “Sono più santo che bevitore”, sostiene parafrasando il titolo del racconto di Joseph Roth, reso famoso dalla trasposizione cinematografica di Ermanno Olmi, Leone d’Oro a Venezia nel 1989. “Il vino è un valore aggiunto, moltiplica il piacere della tavola, ti aggancia alle radici, per questo mi piace berlo con chi ha cultura enologica e me ne spiega le caratteristiche e la storia”, dice l’avvocato e docente universitario, già presidente della Commissione Affari Costituzionali e relatore della nuova legge elettorale quando vigeva il Patto del Nazareno tra Berlusconi e Renzi. Sisto è barese e preferisce bere vini pugliesi. Tra i primitivi giudica “ottimo” il pluripremiato Es, lo stesso che bevvero anche i capi di Stato al G8 dell’Aquila, nel 2008, ma non disdegna il Salice Salentino Rosso delle Cantine Due Palme, a sua volta nella vetta delle classifiche enoiche.  E quando va a mangiare a Polignano a Mare, al Covo dei Saraceni, Vito Laruccia gli propone sempre “un eccellente” rosato dell’azienda Agricole Vallone, il Brindisi Rosato Dop Vigna Flaminio.
DARIO STEFÁNO
Dario Stefàno (Si), Presidente della giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari, è un winelover che non pasteggia mai senza vino: “Una componente essenziale non solo della tavola, ma anche della convivialità, dello stare insieme, degustare un bicchiere di vino significa condividere un momento di gioia, l’amicizia, la conoscenza”. Stefàno rispetto al vino è orgoglioso di due rilanci, messi a punto quando era Assessore all’Agricoltura della giunta pugliese di Vendola: “Credo che siamo stati determinanti  – afferma – nel recupero del valore identitario del rosato, a cui abbiamo aggiunto una componente di innovazione enologica importante; lo stesso per le bollicine, nel volgere di pochi anni abbiamo messo a sistema un’esperienza di valore del nostro panorama vitivinicolo, investendo sui vitigni autoctoni: Bombino nero, Negroamaro, Primitivo e Susumaniello, recuperato negli ultimi anni”. Tra le bottiglie più premiate, Stefàno segnala il Brut Rosé Metodo Classico della cantina D’Araprì di San Severo, che “da tre anni è sempre sugli allori e, non si offenda nessuno, ma  Bibenda  gli ha dato l’Oscar della bollicina d’Italia”,  e il Rosè Brut da Primitivo di Polvanera, cantina di Gioia del Colle.