IL 4 E 5 MARZO STRADE BIANCHE 2017 IL GRANDE CICLISMO NELLE TERRE DI SIENA

strade-bianchestrade-bianche

STRADE BIANCHE 2017: IL GRANDE CICLISMO NELLE TERRE DI SIENA

Il 4 e 5 marzo Siena e le Crete Senesi torneranno protagoniste con la gara pro maschile – promossa nel calendario UCI WorldTour – e quella femminile che apre la stagione dell’UCI Women’s WorldTour. Domenica saranno di scena gli amatori con la Gran Fondo, che ha già fatto registrare 3.500 iscrizioni, che si svilupperà su buona parte del tracciato che i professionisti percorreranno il giorno precedente. Iscrizioni ancora aperte sul sito www.gfstradebianche.it.


Siena, 30 novembre 2016 – “La Classica del Nord più a Sud d’Europa” è diventato ormai un claim conosciuto in tutto il mondo, così come conosciuto in tutto il mondo è il weekend di grande ciclismo che si svolgerà nelle splendide Terre di Siena. Sabato 4 marzo e domenica 5, infatti, sarà riproposto il trittico delle Strade Bianche. La partenza delle tre manifestazioni – organizzate da RCS Sport, RCS Active Team e La Gazzetta dello Sport in collaborazione con il Comune di Siena – sarà data dalla Fortezza Medicea mentre l’arrivo verrà posto nello scenario unico di Piazza del Campo.

DOWNLOAD
STRADE BIANCHE NAMEDSPORT – 175 km, 11 tratti e 61,9 km di Strade Bianche

La gara maschile entra ufficialmente a far parte dell’élite del ciclismo Mondiale. L’Unione Ciclistica Internazionale l’ha annoverata tra le gare più importanti del panorama internazionale e inserita nel calendario WorldTour dal 2017. L’ultimo vincitore è stato Fabian Cancellara che il 5 marzo scorso ha portato a tre i successi personali in questa corsa, a cui verrà intitolato l’8° settore di Strada Bianca, quello di Monte Sante Marie.STRADE BIANCHE WOMEN ELITE NAMEDSPORT – 127 km, 8 tratti e 30,5 km di Strade Bianche

Nel 2017 sarà la terza edizione della gara Femminile, la seconda nel calendario WorldTour. Nel 2015 la vittoria è andata alla statunitense Megan Guarnier mentre nel 2016 Lizzie Armitstead Deignan, allora Campionessa del Mondo in carica, si è aggiudicata la prova arrivando in solitaria in Piazza del Campo.GRAN FONDO STRADE BIANCHE BY TREK – “percorso lungo” 127 km e 8 tratti di Strade Bianche; “percorso corto” 74,5 km e 6 tratti di Strade Bianche

Da sinistra: il Direttore dell’Area Ciclismo di RCS Sport Mauro Vegni, il Sindaco di Siena Bruno Valentini e il Responsabile Area Mass Event di RCS Sport Andrea Trabuio
 

Dopo la bella esperienza del 2016 – dove oltre 2.000 amatori hanno partecipato alla Gran Fondo Strade Bianche by Trek – nel 2017 già 3.500 ciclisti si sono iscritti alla prova, a riprova del fatto che questa manifestazione sta crescendo e ha un fascino particolare sia per il tracciato che per lo scenario, unico al mondo, di Siena e le sue Crete. Iscrizioni ancora aperte sul sito www.gfstradebianche.it. Presentata anche la maglia ufficiale griffata Sportful.

DICHIARAZIONI
Come sottolineato dall’Amministrazione Comunale di Siena: <<La “Strade Bianche”, ormai tra le principali competizioni professionistiche mondiali, rappresenta uno degli appuntamenti più importanti per il territorio senese, sia dal punto di vista strettamente sportivo per il livello dei ciclisti partecipanti sia per il ritorno di immagine generato dalla sua copertura mediatica. L’Amministrazione comunale, sotto la cui egida è cresciuto il brand “Strade Bianche” anche con l’organizzazione della gara femminile e di quella amatoriale, continuerà a sostenerne l’organizzazione e la promozione anche negli anni a venire, nella certezza che la corsa continuerà a crescere ulteriormente in termini di rilevanza e di visibilità, anche grazie alla collaborazione di tutti i Comuni coinvolti>>.

Mauro Vegni, Direttore dell’Area Ciclismo di RCS Sport, ha detto: <<Questo weekend nelle Terre di Siena è già diventato un appuntamento tradizionale nel mondo del Ciclismo Internazionale. La bontà del lavoro fatto in questi anni con l’amministrazione comunale, tutte le istituzioni e i comuni coinvolti sul territorio sta dando i suoi frutti. Lo dimostrano i numeri, il seguito mediatico e il pubblico che ogni anno crescono. La prova femminile, giunta alla sua terza edizione, e quella maschile – che per il 2017 ha fatto il salto di qualità ed è stata inserita nel calendario WorldTour –  vedranno al via i migliori atleti delle corse di un giorno. Siamo convinti che queste peculiarità, unite alla Gran Fondo del giorno successivo dedicata agli amatori e allo splendido scenario che si incontra lungo tutto il percorso, siano elementi distintivi e unici di questo weekend di grande ciclismo. L’obiettivo è quello di far crescere ancora di più, anno dopo anno, queste gare per portarle al livello di eccellenza che meritano>>.

Andrea Trabuio, Responsabile Area Mass Event di RCS Sport, ha dichiarato: <<La Gran Fondo Strade Bianche è stata una scommessa vinta sin dal momento in cui ci abbiamo creduto e investito, grazie anche al supporto e alla collaborazione di tutte le istituzioni, sul territorio, in particolare grazie al Comune di Siena. Un evento unico nel suo genere a cui la gente si è già affezionata. Lo dimostrano gli oltre 2.000 partecipanti dell’edizione 2016 e i già 3.500 iscritti a quella del prossimo anno. Poter assistere alle sfide dei grandi campioni del pedale e poi, il giorno dopo, ricalcarne le “tracce” sulle Strade Bianche intorno a Siena non ha eguali. Siamo certi che questa manifestazione abbia ulteriori margini di sviluppo e di crescita già a partire dal 2017>>.


DESCRIZIONE DEI PERCORSI

PERCORSO MASCHILE: La differenza con lo scorso anno è sostanzialmente nei primi chilometri, quando viene riproposta la salita sterrata di Bagnaia già affrontata nel 2014 e 2015. Questo comporta un settore sterrato duro in più nella parte iniziale e la soppressione del Passo del Rospatoio (asfaltato).
Percorso molto mosso e ondulato sia sul piano planimetrico che altimetrico, privo di lunghe salite, ma costellato di strappi più o meno ripidi specie su sterrato. Sono presenti circa 62 km di strade sterrate divise in 11 settori (dei quali 8 sono in comune con la corsa femminile) con fondo ben tenuto, ben battuto, privo di incursioni erbose e con scarso brecciolino sulla superficie.
Partenza da Siena (zona Stadio/Fortezza Medicea), primi chilometri ondulati su asfalto per raggiungere, al km 11, il 1° settore sterrato (2,1 km) perfettamente rettilineo sempre in leggerissima ascesa.
Pochi chilometri separano dal 2° settore (4,7 km), prima vera asperità della corsa con un breve tratto in leggera discesa e un lungo tratto in salita, a volte con pendenze attorno e oltre il 10%.
Si raggiunge quindi Radi, dove si incontra il 3° settore (4,4 km, si tratta della seconda parte del primo sterrato del percorso delle origini) e subito dopo il 4° settore (5,5 km, presente sin dalla prima edizione, l’ex-secondo settore del percorso originale) altimetricamente meno impegnativo che porta a Buonconvento.
Pochi chilometri dopo si affronta la salita di Montalcino, la seconda asperità di giornata (4 km al 5%).
Dopo Torrenieri, iniziano il 5° (11,9 km) e 6° (8 km) settore, che sono intervallati da solo 1 km di asfalto, entrambi impegnativi, ondulati, molto nervosi e con parecchie curve e saliscendi.
Dopo il secondo passaggio in Buonconvento è posto il rifornimento fisso nella zona di Ponte d’Arbia prima di giungere a Monteroni d’Arbia. Qui inizia il 7° settore sterrato di San Martino in Grania (9,5 km) in mezzo alle Crete Senesi. Un settore sterrato lungo e con un susseguirsi di leggeri saliscendi nella prima parte, per concludersi con una scalata a curvoni che immette nuovamente nell’asfalto.
A Ponte del Garbo (Asciano) inizia l’8° settore sterrato (11,5 km, il più impegnativo della corsa), prevalentemente in salita e caratterizzato da notevoli saliscendi, tra i quali vanno citati quelli in prossimità di Monte Sante Marie che raggiungono bruscamente sia in salita che in discesa pendenze molto elevate (su brevi distanze). Dopo Castelnuovo Berardenga si incontra un brevissimo sterrato di 300 m in piano prima di affrontare, dopo Monteaperti, il 9° settore di soli 800 m, ma con uno strappo sterrato con pendenze a doppia cifra. Si ritrova poi l’asfalto a Vico d’Arbia e si supera sempre su asfalto Pieve a Bozzone. Si affronta quindi il 10° e penultimo settore (2,4 km) sulla strada in salita di Colle Pinzuto (pendenze fino al 15%). Pochi chilometri dopo è posto l’11° e ultimo tratto sterrato (1,1 km) con una sequenza di discesa secca seguita dal una ripida risalita (pendenza max 18%) che si conclude alle Tolfe.
Al termine restano poco più di 12 km all’arrivo a Siena nel Campo.

Ultimi km
Gli ultimi km si snodano per la prima parte all’esterno dell’abitato di Siena su strade larghe e lunghi rettifili collegati tra loro da ampie curve, prima in discesa e poi in leggera salita fino ai 2 km dall’arrivo dove viene imboccata la via Esterna di Fontebranda con pendenze fino al 9%. A 900 m dall’arrivo si supera la Porta di Fontebranda e inizia la pavimentazione lastricata. La pendenza supera il 10% fino a raggiungere attorno ai 500 m dall’arrivo, in via Santa Caterina, punte del 16%. Segue una svolta decisa a destra nella via delle Terme e l’immissione in via Banchi di Sotto. Dai 300 m la strada è sempre in leggera discesa. Ai 150 m svolta a destra in via Rinaldini. Ai 70 m si entra nel Campo, ultimi 30 in discesa al 7%, traguardo pianeggiante.

PERCORSO FEMMINILE: Percorso molto mosso e ondulato sia sul piano planimetrico che altimetrico, privo di lunghe salite, ma costellato di strappi più o meno ripidi specie su sterrato. Sono presenti circa 30 km di strade sterrate divise in 8 settori (tutti in comune con la corsa maschile) con fondo ben tenuto, ben battuto, privo di incursioni erbose e con scarso brecciolino sulla superficie.
Partenza da Siena (zona Stadio/Fortezza Medicea), primi chilometri ondulati su asfalto per raggiungere, al km 11, il 1° settore sterrato (2,1 km) perfettamente rettilineo sempre in leggerissima ascesa.
Pochi chilometri separano dal 2° settore (4,7 km), prima vera asperità della corsa con un breve tratto in leggera discesa e un lungo tratto in salita, a volte con pendenze attorno e oltre il 10%.
Si raggiunge quindi Radi dove si incontra il 3° settore (4,4 km, si tratta della seconda parte del primo sterrato del percorso delle origini) e subito dopo il 4° settore (5,5 km, l’ex-secondo settore del percorso in origine, presente sin dalla prima edizione) altimetricamente meno impegnativo che porta a Buonconvento.
Dopo il passaggio in Buonconvento è posto il rifornimento fisso nella zona di Ponte d’Arbia prima di giungere a Monteroni d’Arbia. Qui inizia il 5° settore sterrato di San Martino in Grania (9,5 km) in mezzo alle Crete Senesi. Un settore sterrato lungo e con un susseguirsi di leggeri saliscendi nella prima parte per concludersi con una scalata a curvoni che immette nuovamente nell’asfalto. Segue un tratto asfaltato con poche difficoltà fino all’immissione nel percorso classico maschile con il medesimo impegnativo finale.
Dopo Castelnuovo Berardenga si incontra un brevissimo sterrato di 300 m in piano prima di affrontare, dopo Monteaperti, il 6° settore di soli 800 m, ma con uno strappo sterrato con pendenze a doppia cifra. Si ritrova poi l’asfalto a Vico d’Arbia e si supera, sempre su asfalto, Pieve a Bozzone.
Si affronta quindi il 7° e penultimo settore (2,4 km) sulla strada in salita di Colle Pinzuto (pendenze fino al 15%).
Pochi chilometri dopo è posto l’8° e ultimo tratto sterrato (1,1 km) con una sequenza di discesa secca seguita da una ripida risalita (pendenza max 18%) che si conclude alle Tolfe.
Al termine restano poco più di 12 km all’arrivo a Siena nel Campo. Gli ultimi chilometri saranno gli stessi della prova maschile.


I PERCORSI DELLA GRAN FONDO:
il tracciato del percorso lungo sarà identico a quello della prova femminile, mentre quello breve di 74,5 km prevede sei settori di strade bianche per un totale di 20,5 km di sterrato.

Trasferirsi all’estero: nuove risorse e prospettive

Trasferirsi all’estero: nuove risorse e prospettive

 

Un trasferimento all’estero o in una città diversa da quella natale può portare con sé sensazioni contrastanti. Euforia, voglia di sperimentare ma anche dispiacere e nostalgia per ciò che si abbandona. Diverse possono essere le motivazioni che spingono una persona a lasciare il suo paese di origine: lavoro, studio, amore. Tutte hanno in comune importanti cambiamenti di natura logistica ma e soprattutto affettiva e psicologica.

Il  CAMBIAMENTO

Come ogni cambiamento un trasferimento attiva aspettative, speranze, emozioni e voglia di mettersi in gioco. Ciò che spinge può essere un’esigenza economica piuttosto che la voglia di realizzarsi o la ricerca della propria felicità. In ogni caso siamo animati da una certa dose di curiosità rispetto a ciò che ancora non conosciamo.

In generale possiamo affermare che nell’affrontare il cambiamento come conseguenza di un atto migratorio si attivano alcuni meccanismi psicologici abbastanza transitori che permettono l’elaborazione del cambiamento di vita. Questi sono:

  • Lutto migratorio: il distacco dal paese d’origine comporta una separazione oggettiva da luoghi, relazioni, abitudini, clima, sapori e molto altro. Si può parlare di lutto in quanto questo processo si costituisce di alcune fasi: da una negazione massiccia (“non è poi cambiato granché”)si può passare al dolore, al risentimento ed infine all’accettazione. Il modo in cui si affronta tale passaggio dipenderà da quanto le separazioni siano un tema sensibile per noi, dalle risorse personali messe in campo e dal sostegno che possiamo ottenere.
  • Emozioni in gioco: il mondo emotivo potrà essere travolto da emozioni contrastanti come entusiasmo, soddisfazione ma anche tristezza, senso di perdita, nostalgia, solitudine e rabbia. Un’altra emozione frequente è la paura di essere dimenticato e di dimenticare.
  • Shock culturale-la reazione alla diversità: più il paese ospitante è lontano da ciò che ci è familiare più è difficile integrare nei nostri modelli mentali nuovi modi di relazione, nuove prospettive, nuove usanze. Lo smarrimento, lo stress emotivo, la perdita di punti di riferimento e l’opposizione possono essere delle risposte iniziali a questa difficoltà. Non è insolito infatti idealizzare il paese di provenienza e pensare per stereotipi rispetto alla nuova cultura. La comprensione, la familiarizzazione e l’adattamento sono processi graduali che richiedono tempo.

L’IMPATTO CON LA REALTÀ.

images-10

All’inizio del trasferimento ci sono due atteggiamenti possibili e frequenti:

  1. Il trasferimento immaginato come salvifico: può accadere che la scelta sia guidata da una forte frustrazione per la vita che si conduce oppure che la città natale non soddisfi i requisiti per la realizzazione della propria personalità. In questi casi spesso succede che la nuova città ospitante venga percepita come uno “scrigno dai mille tesori” che aspettano solo di essere scoperti mentre quella vecchia può essere vissuta come il luogo che opprime. Tutte le caratteristiche del nuovo luogo sembrano migliori di quello precedente. La felicità e la soddisfazione di aver fatto la scelta giusta colorano le giornate e permettono un’integrazione abbastanza celere. Ben presto però può accadere che l’entusiasmo dell’inizio diminuisca la sua intensità riportandoci con i piedi per terra. Si cominciano a rivalutare i lati positivi di ciò che si è lasciato rivalutandone il valore. Inizia una certa nostalgia della “strada vecchia”. Ciò che davvero manca però sono gli affetti. Gli affetti come la famiglia d’origine o le amicizie di sempre o semplicemente il poter incontrare per strada persone conosciute. In questo stato di cose si può provare tristezza, malinconia e sovente voglia di scappare. E’ un momento del tutto fisiologico e se ha breve durata porta con se un’elaborazione sana del cambiamento.
  2. Il trasferimento vissuto come obbligato. Nei casi in cui il cambiamento sia determinato da condizioni necessarie come ad esempio la ricerca di un lavoro o un trasferimento per amore la situazione è diametralmente opposta. All’inizio infatti si può dover fare i conti con un generale senso di tristezza e frustrazione. Il dolore è legato a ciò che si è lasciato. Affetti, abitudini, luoghi possono sembrare persi per sempre come se il non poterli vivere comportasse la loro totale perdita. In questi casi è più difficile adattarsi alla nuova situazione in quanto si rimane legati ai propri ricordi e la voglia di scoprire subisce un forte scacco. Anche in questi momenti le sensazioni di tristezza possono rivelarsi molto intense e spingere chi le prova ad un atteggiamento di chiusura che di certo non potrà giovare all’adattamento nella nuova città. In questi casi diventa funzionale “spingere un po’ l’acceleratore” e cercare per quanto possibile di creare nuove relazioni sociali che potranno fungere come da trampolino di lancio o di consolazione nella nuova vita.

NUOVE RISORSE E PROSPETTIVE

images-2-5

Diventa funzionale non perdere di vista le motivazioni reali e psicologiche che spingono ad un trasferimento e pensare che questo potrà regalarci nuovi traguardi ed una reale possibilità di crescita sotto vari punti di vista (personale, psicologico, lavorativo, economico). Il modo in cui affrontiamo il trasferimento dipende in gran parte dalle risorse che riusciamo a riconoscere in noi e da come le utilizziamo. Situazioni nuove a volte possono essere l’unica strada percorribile per scoprire che abbiamo risorse nuove da mettere in campo. Alcune di queste risorse da scoprire possono essere:

  • Imparare una nuova lingua: la lingua è il primo strumento che dobbiamo imparare ad usare per muoverci in un nuovo paese. Ci consente di entrare in relazione, comunicare e lavorare.
  • Costruire un uovo senso di sé: nuovi input, nuove abitudini mentali, nuove relazioni ci danno la spinta per imparare a conoscerci davvero, modificarci e scoprirci nuovi.
  • Creare un’identità culturale diversa: vivere in un nuovo paese significa combinare creativamente due culture, per sentirsi appartenenti al vecchio, ma anche inseriti nel nuovo. Il nuovo potrà in questo modo arricchire il nostro bagaglio culturale.
  • Inserirsi in un nuovo ambiente sociale richiede una piccola dose di coraggio per relazionarsi con gente nuova. Questa capacità è ovviamente mediata dalla personalità ma magari neanche noi ci conosciamo nel profondo! L’invito è quello di provare a sperimentarsi in nuovi ruoli che potranno farci sentire inaspettatamente “comodi”.
  • Nuove abitudini possono regalarci nuovi modi di vivere: spesso siamo molto legati ad “usi e costumi” della nostra terra ed il nostro occhio, se non in situazioni di necessità, non va oltre il nostro naso. Utile ed ironico è in questo caso un momento del film di Checco Zalone “Quo vado”, dove in una scena si vede come il protagonista italiano trasferitosi in Norvegia sia sorpreso dal fatto che al semaforo le macchine si possono muovere anche senza dover intervenire con il clacson! Questo lo porterà a rivalutare il concetto di civiltà ed educazione.

PILLOLE DI AIUTO

Di seguito vengono proposte alcune strategie per affrontare al meglio ed in maniera più funzionale possibile l’adattamento nel luogo nuovo:

  • porsi nei confronti del luogo ospitante con un atteggiamento positivo e di scoperta.
  • cercare di mantenere anche abitudini del luogo di origine che ci danno gioia e ci fanno sentire a casa.
  • Non costringersi soprattutto all’inizio ad allontanamenti in un tempo prolungato, ove possibile cercare di tornare per “ricaricarsi” allentando in questo modo la tensione per il distacco. Allo stesso modo è auspicabile non scappare appena possibile dal luogo nuovo poiché questo potrebbe negarci la possibilità di un integrazione serena.
  • Porta con te piccole cose che ti consolano e ti fanno sentire a casa o anche gli oggetti che decoravano la tua casa.
  • Una volta arrivato cerca di iscriverti il prima possibile ad un corso di lingua, una palestra o ad altre attività di gruppo. Fare delle amicizie ti aiuterà a vincere la nostalgia.
  • Se sei aperto e flessibile a diverse eventualità anche gli ostacoli ti sembreranno più facilmente superabili.
  • Non ti porre in un atteggiamento giudicante del nuovo luogo. Regala alla nuova esperienza la possibilità di essere scoperta senza pregiudizi.
  • Di tanto in tanto fai le cose che ti piaceva fare a casa: vedere un film nella tua lingua madre, fare il pranzo della domenica con gli amici. Coinvolgi anche coloro che non sono tuoi connazionali per sentire che stai vivendo uno scambio mutuo di usi e costumi.
  • Non ignorare la tua nostalgia ma parlane con il tuo partner o con i tuoi amici. Se nascondi a te stesso questo sentimento finirai per viverlo con frustrazione.

Disagi psicologici del migrante

A volte purtroppo le emozioni e gli stati d’animo come tristezza e nostalgia possono diventare molto intensi trasformandosi in veri disturbi psicologici. I disturbi più comuni nell’immigrante sono la depressione, l’ansia, gli attacchi di panico, le fobie e i disturbi psicosomatici. Spesso l’immigrante cerca consolazione nell’alcool o nelle droghe. Lo stress, in persone che vivono in ambienti poco funzionali, può scatenare comportamenti aggressivi o violenti.

Per uscire rafforzati da questa nuova tappa è importante contare sull’appoggio dei familiari e degli amici e, se necessario, ricorrere ai servizi di uno psicoterapeuta che sappia orientarci nel migliore dei modi.

LA MANIFESTAZIONE DI NOVI LIGURE DEL 22 GENNAIO ISCRITTA NEL PROGRAMMA MONFERRATO EUROPEAN COMMUNITY OF SPORT 2017

Monferrato European Community of Sport 2017: i primi appuntamenti

monferrato_sport

Alessandria e Asti unite per definire una offerta coerente con il riconoscimento arrivato dall’Unione europea e assegnato in due manifestazioni, prima a Roma e poi a Bruxelles

La Provincia di Alessandria apre con la manifestazione organizzata dal Comitato Provinciale dell’Ente C.S.A.In. in collaborazione con la società  Il Tempio del Karate, a gennaio, a Novi. ( vedi la locandina allegata) locandina-memorial-raffaele

A febbraio saranno di scena il campionato interregionale di kickboxing ad Asti e la mezza maratona MonferRun a Nizza Monferrato. A marzo gli appuntamenti si intensificano: staffetta di atletica ad Asti, Italian open di One Wall (pallamuro) a Nizza, campionati di volley, golf e Viet Vo Dao (arte marziale vietnamita) ad Asti, la Milano – Sanremo di ciclismo che passa da Tortona e Ovada, il torneo di basket Novipiù Cup a Novi. Sono i primi appuntamenti in calendario (molti ancora da confermare) il prossimo anno e previsti dopo il riconoscimento che la Commissione Europea, attraverso AcesEurope, ha attribuito al Monferrato che è stato riconosciuto European Community of Sport 2017. Il riconoscimento è stato consegnato in due cerimonie, l’8 novembre a Roma nella sede del Coni e il 16 novembre a Bruxelles negli uffici della Comunità europea. Poi la presentazione ufficiale a Torino. L’obiettivo è stato raggiunto raggiunto a poco più di due anni dal riconoscimento del Monferrato, insieme a Langhe-Roero, come Patrimonio dell’Umanità Unesco. La candidatura è stata realizzata dal gruppo di lavoro ‘Monferrato on tour’ composto da Comuni di Acqui Terme, Alessandria, Asti, Canelli, Casale Monferrato, Castelnuovo Don Bosco, Costigliole d’Asti, Nizza Monferrato, Moncalvo, Novi Ligure, Ovada, San Damiano, Tortona, Valenza, insieme alle Camere di Commercio di Alessandria e di Asti, le Province di Alessandria e di Asti, le Fondazioni Cassa di Risparmio di Alessandria e Cassa di Risparmio di Asti, le Atl di Alessandria (Alexala) e di Asti (Astiturismo), l’associazione per il Patrimonio dei Paesaggi vitivinicoli di Langhe Roero e Monferrato.

RIDUZIONE DEL NUMERO DI CORRIDORI NELLE CORSE DI RCS SPORT, FLANDERS CLASSIC E A.S.O.

 

rcs

RIDUZIONE DEL NUMERO DI CORRIDORI
NELLE CORSE DI RCS SPORT, FLANDERS CLASSIC E A.S.O.

A seguito della riunione generale dell’AIOCC (Associazione Internazionale Organizzatori Corse Ciclistiche), RCS Sport, Flanders Classic e A.S.O. hanno deciso di ridurre il numero di corridori per squadra che prenderanno il via alle loro corse. Il numero di corridori per squadra passerà da 9 a 8 per i Grandi Giri e da 8 a 7 per tutte le altre corse.

Questa decisione ha un duplice obiettivo: il primo è di migliorare le condizioni di sicurezza dei corridori, al fine di garantire la presenza di un gruppo meno numeroso su strade rese sempre più pericolose dagli arredi urbani. Il secondo, collegato al primo, è di rendere più complessa la gestione della corsa creando uno sviluppo sportivo più emozionante per la gioia degli appassionati di ciclismo.
Questa decisione avrà effetto a partire dalla stagione 2017. Il numero di squadre iscritte resterà invariato.

 

13° GRAND PRIX DI KARATE A NOVI LIGURE

13° Grand Prix di Karate a Novi Ligure il 22 gennaio 2017 valevole I° Memorial Raffaele Montecucco 

locandina-memorial-raffaeleimmagine-cartolina-per-i-giornali

Little Karate Boy Learning Letter K

Da un paio di settimane sono state aperte le iscrizioni alla 13° edizione del Grand Prix di Karate a Novi Ligure l’organizzazione ha già ricevuto numerose adesioni, dal Piemonte, Lombardia, Liguria, queste si chiuderanno la prima settimana di gennaio 2017, visto che la competizione si terrà il 22 gennaio.

Come già annunciato mancano ancora milletrecentosessantaottoore allo svolgimento di questo interessante competizione riservata ai ragazzi/e.

Novi Ligure per un giorno intero sarà la Capitale dello Sport, se facciamo un passo indietro possiamo affermare: che nelle precedenti edizioni oltre trecento atleti hanno partecipato al loro seguito fra maestri, istruttori, genitori e parenti, in questo giorno Novi ha ospita oltre millecinquecento persone, un bel bacino di utenze, per una città che ha dato i natali grandi atleti e personaggi che hanno fatto grande lo sport novese.

Quest’anno la manifestazione verrà anche ricordato un dirigente sportivo da un paio di mesi ci ha lasciato.

Desideriamo riportare il ricordo tracciato dalla testata giornalistica “Inchiostro Fresco” dalla penna di Mattia Nesto.  inchiostro-fresco-articolo-raffaele

Raffaele Montecucco, un uomo legato all’associazionismo che ha dato tanto

a Novi Ligure e non solo

Una vita all’insegna dello sport

 Se dovessi dire le tre parole che mi ricordano il Cav. Raffaele Montecucco sarebbero sport, passione e organizzazione: uomini come Montecucco ne nascono uno ogni cent’anni”. Basta fare un giro per le vie di Novi Ligure per sentire affermazioni di questo tipo. Il Cav. Montecucco, recentemente scomparso lo scorso 17 maggio, infatti è stato un personaggio importante per lo sport del novese e non solo ed anche una figura di spicco nella vita politica sia a livello locale come a livello nazionale. “Sin da giovane, praticamente dal 1948, ha creduto nelle idee del Partito Social-Democratico* – ci dicono alcuni suoi amici e sostenitori d’una vita – una dottrina politica che a conti fatti, soprattutto osservando la situazione attuale, è quanto di più moderna possibile ed inseguita anche da chi, nei tempi andati, si diceva contrario”. La sua militanza politica ha portato Raffaele Montecucco a stringere un rapporto di amicizia e fiducia reciproca con il tortonese Giuseppe Romita, storico Ministro dei Lavori Pubblici e degli Interni, sino a diventarne segretario particolare. Assieme a Romita, Montecucco ha partecipato agli interventi di ammodernamento del Paese, in particolar modo ai lavori per la costruzione della famosa “Autostrada del Sole” che ha unito l’Italia da Milano sino a Napoli. Parallelamente a quest’attività politica (che proseguirà anche con Pier Luigi, figlio di Romita), Raffaele Montecucco inizia ad inseguire una delle sue grandi passioni: l’organizzazione degli eventi, dei grandi eventi sportivi. “Se c’era una cosa che Montecucco, pur non avendo mai praticato l’attività agonistica, ha sempre saputo fare, era proprio organizzare gli eventi sportivi – ci dicono gli appassionati dell’epoca – Quando c’era lui in cabina di regia potevi star sicuro che le cose sarebbero andate per il meglio!”. Forse la sua “creatura” più riuscita fu la famosa “Coppa Romita” (dal nome appunto dell’onorevole tortonese) della quale Montecucco si occupò dal 1965 (anno della prima edizione) sino al 2015 (anno della 50°). “La Coppa Romita era una gara ciclistica molto ambita, alla quale prendevano parte dei grandi atleti dilettanti di 1° e 2° categoria – spiegano gli amici di quegli anni – I ciclisti arrivavano da mezz’Italia, dal Piemonte ovviamente ma anche dalla Liguria, dalla Lombardia fino alla Toscana. Una festa mobile che coinvolgeva davvero molte persone”. Nel 1971 la Coppa Romita diventa poi una “Premondiale”, quindi si struttura come gara da segnare sui calendari “che contano”. Per questa suo attivismo Montecucco ha ricevuto la “Stella d’Argento” del C.O.N.I. e, in anni più recenti, è stato insignito, sempre dalla massima organizzazione sportiva italiana, del titolo di “Grand’Ufficiale”. “Di quest’uomo poi non bisogna dimenticare – ci dicono gli appassionati sportivi novesi – la costituzione della gloriosa società ciclistica Fausto Coppi che ha fatto esordire tanti giovani di belle speranze”. Infatti l’amore per il ciclismo di Montecucco è, praticamente, tutto dovuto al “mito di Coppi”: tanto è vero che, almeno questo vuole la “vulgata popolare”, l’idea di fondare una squadra con il nome del Campionissimo era venuto in mente a Montecucco subito all’indomani della scomparsa del grande Campione. Accanto alla sua passione per lo sport, Montecucco ha coltivato anche una notevole esperienza nel campo della pubblica amministrazione, ricoprendo per diversi mandati la non semplice carica di Presidente dell’Istituto Autonomo Case Popolari di Alessandria. La parabola biografica di uomini come Raffaele Montecucco c’insegna che se la vita è condotta all’insegna della più pura e genuina passione, è bella come “una scampagnata per dolci colline in sella ad una bicicletta con il vento fra i capelli”.

Mattia Nesto

*Formatosi, a seguito alla cosiddetta “scissione di Palazzo Barberini” operata da Giuseppe Saragat, il 9 gennaio 1947, con il nome di Partito Socialista dei Lavoratori Italiani che nel 1951 assumerà la definizione di Partito Social-Democratico Italiano

Ritorniamo alla manifestazione che anche in questa edizioni si può fregiare dei patrocini del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, della Regione Piemonte, del CONI Regionale Piemonte, della Provincia di Alessandria, del Comune di Novi Ligure (che ospita la manifestazione), dell’U.N.V.S. di Novi Ligure, della testata giornalistica Inchiostro Fresco, dell’emittente televisiva 7Gold, dell’E.N.S.T.L., del Panificio Delucca, del Supermercati Galassia e della Centrale del Latte di Alessandria e Asti.

La manifestazione è indetta dal Comitato Provinciale di Alessandria dell’ente di promozione sportiva CSAIn, (Centri Sportivi Aziendali e Industriali) con la super visione della società novese Il Tempio del Karate del presidente Giuseppe Borsoi.

Si contano i giorni e le ore per questo grandissimo evento.

Desideriamo allegare il saluto del Presidente Nazionale del CONI Giovanni Malagò.

saluto-allamanifestazione-di-malagoMalago_CONI-500x195

FCD NOVESE ALLO STADIO GIRARDENGO DI NOVI LIGURE ESCE VITTORIOSA NELL’INCONTRO CASALINGO CON LA COMPAGINE ALESSANDRIA NEL PRIMO DERBY

15167519_1784629881776710_958533576072670374_o 15123467_1784630211776677_9202186909414503841_o

 

CALCIO FEMMINILE SERIE “B”

FCD Novese – Alessandria 3-1

La sesta giornata del girone A prevede il derby delle squadre alessandrine che si disputa al campo comunale Girardengo di Novi Ligure.
Sugli spalti presente un pubblico folto composto da tifosi appartenenti a entrambe le tifoserie.
Il primo tempo vede le squadre che spingono da subito, infatti al 7’ dopo un buon disimpegno, Soragni prova il traversone per Amandola.
Immediato cambio di fronte e all’8’ è Fanton che cerca il secondo palo della porta difesa da Asteggiano.
All’11’ Montecucco calcia un corner che attraversa l’area e Levis prova di testa, ma trova Anselmo che salva.
Al 12’ Zella crossa dalla tre quarti per Barbesino, ma Olivetti anticipa e ruba palla.
Al 15’ Capitan Amandola ruba palla a Draghi e crossa per Devecchi che da ottima posizione obbliga Olivetti all’intervento.
Al 23’ è il Capitano della Novese Di Stefano che calcia un traversone che atterra sopra la porta.
Al 31’ una precisa azione di gioco fra Di Stefano e Montecucco porta in vantaggio le padrone di casa: Di Stefano percorre la fascia palla al piede riuscendo a liberarsi dalle marcature, nel frattempo Montecucco si sovrappone e taglia, Di Stefano la serve e Montecucco, con un rasoterra potente, insacca sul secondo palo.
Al 33’ tentativo di risposta dell’Alessandria innescato da Accoliti che passa palla sulla fascia opposta a Zella, che crossa per Barbesino che colpisce di testa, ma la sfera termina fuori di poco.
Al 36’ Levis prova l’assolo e calcia centralmente trovando Asteggiano vigile.
Al 38’ un bello scambio fra Zella e Accoliti obbliga Olivetti ad uscire dai pali.
Al 44’ Zella calcia direttamente in porta, Olivetti para e non trattiene la palla che torna in gioco, l’accorrente Accoliti sfrutta l’occasione e riesce a far filtrare il pallone fra il palo e il portiere: pareggio!
Le squadre vanno al riposo sul risultato di 1 a 1.
Inizia la seconda frazione e nel tempo di un amen Montecucco segna la sua doppietta: è il secondo minuto della ripresa quando Fanton porta palla sulla fascia e serve un buon pallone a Montecucco che insacca.
La reazione grigionera non si fa attendere e al 3’ Capitan Amandola serve Soragni che
calcia obbligando Olivetti all’intervento in tuffo.
Al 4’ è Accoliti che taglia per Soragni, nuovamente Olivetti interviene.
Al 9’ Fanton, sfruttando un cross di Montecucco, cerca la porta alessandrina, ma il pallone termina fuori.
Al 15’ Lavarone sfida Asteggiano che non si lascia sorprendere.
Al 17’ Arroyo, entrata da pochi minuti, scambia per Lavarone, libera al limite dell’area, che questa volta ha la meglio su Asteggiano facendo gonfiare la rete, risultato 3 a 1.
Al 24’ Arroyo sullo sviluppo di un contropiede, obbliga nuovamente ad intervenire Asteggiano.
Al 42’ Ravera cerca la porta con un tiro potente, Asteggiano blocca la sfera.
La partita termina dopo 3 minuti di recupero sul risultato di 3 a 1.
Mister Cantone al termine dell’incontro ammette che “non siamo riusciti a contenere le buone individualità e la fisicità della Novese, mentre dal canto nostro non siamo riusciti a esprimere al meglio il nostro gioco. Siamo passati dal pareggio del primo tempo, che dimostra un certo equilibrio in campo, alla sconfitta netta. Ritengo che bisogna fare tesoro anche di questo risultato e capire i nostri sbagli; le sconfitte non piacciono a nessuno, ma servono anche a questo.”

 

FCD Novese: Olivetti, Fanton (Gandini 30’ st), Draghi, Russo, Rigolino, Di Stefano, Lardo, Levis (Arroyo 10’ st), Montecucco, Lavarone, Mensi ( Ravera 24’ st). A disposizione: Ottonello, Licciardo, Gallo, Rossi. Allenatore: Basso

15069065_1784628525110179_5510292355760909598_o 15109592_193832521020662_2106932740655602207_n

 ACF Alessandria: Asteggiano, Schiavi, Accoliti, Devecchi, Capra, Bianco, Soragni, Marinoni, Zella, Amandola, Barbesino. A disposizione: Giribaldi, Zecchino, Dabusti, Marigonda, Minato, Violino, Garavelli. Allenatore: Cantone

Marcatori: Montecucco (31’ pt; 2’ st) – N -; Accoliti (44’ pt) – A – ; Lavarone (17’ st) – N –
Direttore di gara: Caporale di Abbiate Grasso
Assistenti: Zouine e Rapelli di Torino

 

 

 

 

 

 

 

 

Comunicazione di Coppia: “Come faccio a dirtelo?!”

Comunicazione di Coppia: “Come faccio a dirtelo?!”

Nella formazione di una coppia si incontrano non solo due esseri umani ma e soprattutto due mondi diversi che si uniscono in forza dell’amore in un equilibrio del tutto singolare. La scoperta di questi mondi psichici può avvenire solo attraverso l’esplorazione che i partner fanno l’uno dell’altra.

La comunicazione costituisce la chiave di accesso nel mondo interno dell’altro.

Ogni avvenimento, ogni decisione, ogni comunicazione chiama in causa i partner a confrontarsi mettendo in gioco le proprie personalità, i loro punti di forza e le loro debolezze. Tutto ciò comporta un coinvolgimento emotivo nel rapporto che si esprime attraverso due tipi di comunicazione: verbale e non verbale.

La comunicazione non verbale coinvolge il corpo in tutte le sue espressioni: la postura, i movimenti delle mani, lo sguardo, l’espressione del viso, i movimenti del corpo nello spazio. Utilizzando questo canale comunicativo non si può mentire! Il corpo parla e comunica all’altro ogni tipo di emozione senza limitazioni.

La comunicazione verbale è fatta di parole. Queste parole esprimono le emozioni ed i pensieri ma, nell’universo infinito di cui fanno parte, possono essere scelte in modo funzionale o disfunzionale. Lo stesso concetto può essere espresso in molteplici modalità. Alcune di queste tengono in considerazione il rispetto dell’interlocutore (comunicazione costruttiva), altre possono arrecare offese e creare un clima negativo (comunicazione distruttiva). Le discussioni e i conflitti sono normali in una coppia e possono rappresentare un momento di riflessione e di confronto. Se gestiti in maniera disfunzionale però possono lentamente distruggere il rapporto. Le discussioni non dovrebbero avere il fine di prevalere sull’altro. Lo scopo dovrebbe essere quello di trovare un accordo o di comprendere maggiormente l’interlocutore per migliorare la relazione. L’ascolto ed una comunicazione sincera possono costituire gli elementi fondamentali per costruire un rapporto basato sul rispetto e sull’amore.

Di seguito sono presentate delle piccole “regole comunicative” con relativi esempi utili per riflettere sul proprio modo di comunicare o sull’universo comunicativo di coppia:

1. Non giudicare le azioni dell’altro senza aver chiesto spiegazioni. Spesso le aspettative interferiscono con la realtà dei fatti in modo negativo.

NO: Sono sicuro che ti sei comportato in questo modo perché non ti importa di me!

SI: Potresti spiegarmi perché hai agito così?

  1. Non accusare l’altro di aver agito male ma concentrarsi in una comunicazione anche di natura emotiva, esprimere le proprie sensazioni, emozioni e stati d’animo.

NO: Sei tu che hai sbagliato a trattarmi così!

SI: Io mi sono sentito mortificato di fronte alle tue parole!

  1. Instaurare una comunicazione di natura empatica:

NO: Non capisco come ti senti.

SI: Immagino cosa stai provando. Sei dispiaciuto, anche io lo sarei al posto tuo.

  1. Sapersi mettere in discussione avendo il coraggio di assumersi le proprie responsabilità. Imparare a chiedere scusa evitando in tal modo il nascere di rancori inutili.

NO: Io non ho sbagliato assolutamente niente.

SI: Di sicuro ho anche io le mie responsabilità. Se ti ho ferito ti chiedo scusa.

  1. Non accusare o insultare. Questo modo di comunicare crea disagio e fa entrare l’altro in una dimensione difensiva.

NO: Sei uno stupido e non capisci niente!

SI: Dimmi come posso fare per spiegarmi meglio.

  1. Evitare di affibbiare etichette. Sono ipergeneralizzazioni e offuscano la visione del problema e delle risorse, o peggio sono provocatorie e possono sabotare la comunicazione.

NO: Sei un egoista!

SI: Mi sentirei sollevato se tu prestassi più attenzione ai miei bisogni.

  1. Evitare di generalizzare un contesto rispetto all’intero corso della relazione usando termini come “Sempre”, “Mai”, “Come al solito”. Sono asserzioni di solito esagerate. E’ estremamente raro che la realtà sia di un solo “colore”.

NO: Tu agisci sempre in questo modo. Sei esagerato come al solito.

SI: In questo caso sento che hai agito in modo esagerato.

  1. Sentire per ascoltare” e non solo per aspettare il proprio turno. Un ascolto attivo comprende la partecipazione alla conversazione in un clima di disponibilità.

NO: Rimanere in silenzio assoluto

SI: Intervenire brevemente con piccole parole es. “Certo” “Ti sto ascoltando”.

  1. Il contatto visivo è essenziale in una comunicazione efficace. Esso permette di capire il linguaggio non verbale ed è simbolo di un ascolto rispettoso.

Interrogarsi ed interrogare l’altro sulla propria comprensione per evitare equivoci.

NO: Il silenzio assoluto

SI: Quindi se ho capito bene mi stai dicendo che devo aiutarti maggiormente?

11. Saper perdonare l’altro con sincerità chiedendo del tempo per ragionare e permettere alla rabbia di andare via.

NO: Non ti perdonerò mai

SI: Dammi del tempo per capire cosa è accaduto e per perdonare.

  1. Non sovrapporsi e rispettare il proprio turno per parlare.

A volte un partner più dell’altro è aperto alla comunicazione. In questi casi può essere utile avere pazienza ed invogliare il più debole a comunicare, ad aprirsi al partner ed al mondo.

Nei casi in cui la comunicazione diventa troppo difficoltosa e comporta nervosismo, rancore ed impossibilità al confronto può essere utile iniziare un percorso psicologico di coppia. Lo psicologo-psicoterapeuta potrà fungere da mediatore tra i partner mettendo in luce ed aiutando a sciogliere i nodi conflittuali di coppia. Lo strumento principe in questo tipo di lavoro sarà proprio la comunicazione. Lo psicoterapeuta potrà condurre i partner a trovare un personale modo di comunicare funzionale al rapporto.