NOVI LIGURE LA TARGA ALLA SOCIETA’ FCD NOVESE FEMMINILE SABATO 1 APRILE ALLA REDAZIONE INCHIOSTRO FRESCO

SABATO 1 APRILE A NOVI LIGURE LA TARGA ALLA SOCIETA’ FCD NOVESE FEMMINILE “E NON E’ UN PESCE D’APRILE”

Come ben riportato nel titolo, sabato 1 aprile alle ore 10.00 a Novi Ligure in provincia di Alessandria, presso la redazione giornalistica della testata “Inchiostro Fresco”, saranno ospiti le giuocatrici della Società FCD Novese Calcio Femminile.

Ritornando in dietro nel tempo già la testata sopra citata credeva nella nascita a Novi Ligure di codesta società “ovvero squadra di calcio femminile”, la medesima in queste 18 giornate di campionato di Serie B girone “A”, ha portato agli albori il calcio novese, dopo le spiacevoli disavventure della società maschile.

Ritornando alla data e alla cerimonia, che avrà luogo presso la redazione sita in Via Paolo Giacometti 51 (Largo Valentina), verrà consegnata una targa ricordo con la seguente motivazione ”per rendere un tangibile riconoscimento all’impegno delle ragazze e dei dirigenti di questo sodalizio che tiene alto il nome dello sport novese nel mondo del calcio”.

La consegna della medesima, da parte del direttore della testata Federico Cabella dal suo fondatore e presidente Gian Battista Cassulo e da Giampiero Montecucco esponente del mondo sportivo sia a livello Provinciale che Nazionale, oggi anche collaboratore della sopracitata testata. 

Dopo la consegna della targa le ragazze si recheranno allo Stadio Comunale C. Girardengo per affrontare la gara degli ottavi di finale della Coppa Italia alle ore 15.00, con la Società Mozzanica (BG) che milita in Serie “A” terza in classifica.

VIAGGIO ALLE RADICI DELLE ARTI MARZIALI

 

ARTI MARZIALI

Viaggio alle radici delle arti marziali 

Le arti marziali delle grandi tradizioni orientali suscitano un grande interesse e curiosità anche in occidente e ciò spinge a porsi la domanda: hanno avuto un’influenza sulle nostre radici culturali e quando e dove ebbero origine?

Uno dei primi elementi che viene alla luce è che queste si sono diffuse per tutto l’Estremo Oriente, ma nell’antichità apparentemente non sono mai state praticate in Europa, neppure nell’area del Mediterraneo, dove si erano stabiliti dei contatti con l’Oriente già prima che fiorisse l’Impero romano. Le descrizioni delle tecniche di combattimento occidentali del passato infatti non fanno riferimento a tecniche praticate a est dell’India.
La lotta e il pugilato di greci e romani, sebbene violenti, avevano soltanto qualche rassomiglianza con i loro corrispettivi orientali. I Greci praticavano una forma di lotta particolarmente violenta, il
pancrazio, che finiva con la sottomissione o la morte del vinto. I gladiatori romani si servivano di abili tecniche di combattimento, si addestravano in scuole speciali, ma, nonostante si trattasse di una tecnica sofisticata, la lotta fra gladiatori divenne un vero e proprio spettacolo, staccandosi così da ciò che s’intende per arte marziale.

Per quanto riguarda l’origine, forse la testimonianza più antica potrebbe essere costituita da due statuette babilonesi datate fra il 3000 e il 2000 a.C. L’una rappresenta un uomo con la mano nella caratteristica posizione di parata, l’altra mostra due uomini che lottano tenendosi l’un l’altro per la cintura, una forma di combattimento simile al Sumo, ancora oggi popolare in Giappone.

Non esistono altre prove che le arti marziali siano nate in Mesopotamia, tranne la considerazione che lì ha avuto origine una civiltà che avrebbe esercitato una forte influenza sia a oriente sia a occidente. I Cinesi già si divertivano alle esibizioni di acrobati indiani e del Mediterraneo orientale, molto prima che le vie della seta divenissero il percorso commerciale tra la Cina imperiale e Roma. In un certo senso è ancora evidente la stretta relazione tra i movimenti degli acrobati e quelli di chi pratica le arti marziali, come è altresì lunga la tradizione di correlazioni tra le tecniche di combattimento e quelle di spettacolo.

Quello che è certo è che l’arte marziale che giunse per prima in Oriente dalla Mesopotamia era molto primitiva e incominciò a evolversi in India e in Cina fino a culminare nelle sofisticate tecniche di oggi. Le tecniche di respirazione, allora sviluppate, sono tuttora pratiche proprie delle religioni del Medio Oriente, oltre a essere fondamentali negli esercizi yoga e in quelli cinesi per la longevità che costituirono probabilmente l’odierno Tai chi chuan .

La leggenda

Una leggenda narra d’un monaco indiano, chiamato Bodhidharma , giunto al tempio di Shao Lin (ai piedi dei monti Song Shan, nel regno di Wei, in Cina), che insegnava un approccio nuovo al buddismo, più diretto, che comprendeva anche lunghi periodi di stasi meditativa. Per aiutarli a sopportare le lunghe ore di meditazione, insegnò loro tecniche di respirazione ed esercizi per sviluppare la forza e le capacità di autodifesa nelle zone montuose dove vivevano.
Si ritiene che da questi insegnamenti sia nato il
dhyana o scuola meditativa del buddismo, chiamata Chan dai cinesi e zen dai giapponesi. La tecnica di combattimento conosciuta come Shaolinquan , o “lotta del tempio di Shao Lin” , si basa probabilmente sui suoi esercizi. Si pensa che molte tecniche di combattimento cinesi e giapponesi derivino da questa tradizione.

Esistono molti dubbi sull’attendibilità di questa leggenda tuttavia, fin dall’antichità, meditazione ed esercizi marziali furono aspetti complementari del buddismo; l’uno passivo e statico, l’altro attivo e dinamico.

I libri in cui sono contenuti gli insegnamenti di Bodhidharma furono scritti tutti dopo la sua morte, inoltre tutte le testimonianze del tempio di Shao Lin andarono bruciate nel 1928, ed è molto improbabile che si possano trovare altri documenti che vedano Bodhidharma come il patriarca del Chan e delle arti marziali; ciò nonostante i suoi insegnamenti vivono tramite i praticanti delle arti che si dice abbia fondato.

L’ideologia, i valori

Ma la nascita di un’arte marziale non si fonda soltanto sulla pratica di certe tecniche e sulla resistenza fisica. Esiste un contenuto ideologico, una serie di valori che si basa su una specifica visione del mondo e del posto dell’uomo all’interno di esso. Si ritiene che il buddismo zen e le arti marziali abbiano avuto un fondatore comune, così come risultano strettamente connesse anche la loro filosofia e la loro evoluzione storica.

È nella prima metà del secondo millennio a.C. che vissero i due più grandi filosofi cinesi. Confucio, che ci ha lasciato la sua teoria sull’uomo e sulla società intorno al 500 a.C., e Lao Ce che si pensa abbia esposto la sua visione mistica dell’uomo e del tao, o ‘via della natura’, intorno al 300 a.C. Il taoismo è particolarmente importante per la storia delle arti marziali cinesi, anche se le arti taoiste si sono diffuse all’esterno dell’Asia cinese solo in tempi recenti.

Anche la filosofia del buddismo, fondata dal principe Gautama Siddharta Buddha, nato nell’India nord-orientale verso il 560 a.C., ha profondamente influenzato le scuole d’arti marziali di tutti i paesi in cui s’è diffusa, in Cina come in Giappone, in India come nel Sud-est Asiatico.

A livello filosofico le dottrine del buddismo, del confucianesimo e del taoismo sono state riconosciute come le basi filosofiche delle tradizioni marziali non solo indiane e cinesi, ma di tutta l’Asia.

Le arti segrete

Un altro elemento particolare è la constatazione che qualunque studio sulla storia delle arti marziali è costretto a essere poco più che una speculazione basata su pochi fatti, i maestri d’un tempo infatti non rivelavano facilmente il loro sapere. A pochi veniva concesso di dividere con loro tecniche e conoscenze accumulate in anni di dedizione. Si racconta di giovani che attesero per anni l’onore di accedere ai luoghi di pratica e a cui, una volta entrati, fu proibito di dividere con altri questa loro esperienza.
In molte scuole la pratica si svolgeva in assoluta segretezza e la stessa esistenza della scuola era spesso tenuta nascosta alle autorità. Le tecniche di combattimento tradizionale non venivano quasi mai trascritte, ma trasmesse a voce solo a coloro che giuravano di mantenerne il segreto. Per esempio,
il Tai chi chuan si basa su principi teorici di circa duemila anni fa, anche se non fu mai trascritto prima del 1750.

Questa tradizione di segretezza rende estremamente difficile qualunque ricerca nel campo delle arti marziali.

Le applicazioni delle arti marziali e le loro implicazioni filosofiche

Le arti marziali si sono evolute in due forme applicative: come strumento di lotta e come mezzo di comunicazione sociale.

La prima applicazione è sempre stata la più comune e anche impressionante. Dato il tipo mortale di strumenti nei combattimenti con le armi, ma anche il modo potenzialmente pericoloso in cui il corpo umano veniva usato, è facile qualificare come prima applicazione l’antico dilemma dell’uomo posto di fronte ad un altro uomo in combattimento: vincere o perdere, sconfiggere o venir sconfitto, soggiogare o venire soggiogato, uccidere o essere ucciso. Questa dimensione derivava da un ambiente estremamente ostile dove era necessario garantirsi la sopravvivenza.

La seconda applicazione era intesa come forma di comunicazione sociale, modellata dalle sequenze precise di un rituale, dove gesti e armi erano usati simbolicamente per esprimere un’idea, evocare una tradizione, alleviare le paure dell’uomo. In questo senso divenne uno spettacolo e assorbì le nobili arti della tradizione: ad esempio l’arte dell’arco ancora oggi viene usata come cerimonia, ma esistono numerosi esempi di dimostrazioni legate alla religione o ai dignitari come il Sumo, o i kata (esercizi formali) del Karate .

L’evolversi di queste discipline in qualcosa di ben più complesso dell’esercizio ginnico per lo studio dell’hara  ( punto di equilibrio, sorgente del soffio vitale) e del ki  (energia vitale), trasformarono le arti marziali in metodi d’integrazione universale che si prefiggevano il conseguimento di una posizione equilibrata nel centro della realtà e una partecipazione alla sua energia coordinata e illimitata, intesa a perfezionare l’evoluzione della personalità di un uomo. La cultura e la filosofia dell’arte marziale influenzano l’una e l’altra.
Per comprenderle più profondamente occorrerebbe conoscere le distinzioni tra i differenti retroterra delle varie arti, come il taoismo e il buddismo in Cina, lo zen e lo shintoismo in Giappone, che sono alla base di atteggiamenti e di pratiche nelle arti marziali.

Arte marziale come disciplina di vita

Attraverso la pratica marziale i Maestri di queste discipline hanno imparato a condurre una vita semplice, a nutrire un profondo rispetto e amore per il prossimo.

“La via del guerriero è una via che ha un cuore, perché è una via che passa attraverso la fatica e la sofferenza dell’evoluzione personale per andare verso la ‘centratura’ del guerriero su se stesso”.

Citava Musashi   una “Visione serena dei doveri” nel senso di accogliere l’esercizio dei propri doveri come occasione di miglioramento, nell’esercizio delle Arti ma anche nel quotidiano. L’affinare spirito e volontà è dovuto in ogni occasione: la pratica è solo una parte dell’allenamento complessivo dell’individuo. Disciplina, sacrificio e generosità hanno ragione d’essere per influenzare il quotidiano. Chi pratica queste discipline deve possedere una volontà di ferro, un’energia e una forza eccezionali e fare continuamente pratica per raggiungere la perfezione.
Così la via diventa via, attraversamento di emozioni e di energie sempre nuove e sempre in rinnovamento, all’interno del quale la pratica marziale si risolve in un piano di realtà più alto.

DALLA CUCINA PIEMONTESE UNA NUOVA RICETTA TORTA GIANDUIA

TORTA GIANDUIA

200 g di cioccolato fondente
• 200 g di burro
• 200 g di zucchero semolato
• 200 g di nocciole tritate
• 4 uova
• 2 cucchiai di farina
• 1/2 cucchiaino di lievito in polvere
• 1 cucchiaino di succo di limone
• zucchero a velo

PROCEDIMENTO
In un pentolino messo a bagnomaria lasciate fondere il cioccolato, ritirate e lasciate intiepidire.

In una terrina, oppure nell’impastatrice, lavorate il burro ammorbidito con lo zucchero fino a ottenere un composto spumoso. Incorporatevi un tuorlo alla volta, la farina setacciata con il lievito, le nocciole tritate e il cioccolato fuso. Montate a neve ben ferma gli albumi con il succo di limone e incorporatelo al composto di cioccolato.

Imburrate e infarinate le pareti di uno stampo (cm 26 di diametro) rotondo, foderate il fondo con l’apposita carta, versatevi l’impasto e cuocete in forno caldo a 190° per 20 minuti e poi a 180° per altri 30 minuti.

Ritirate, sformate la torta sulla gratella e lasciatela intiepidire. Trasferitela quindi sul piatto da portata e cospargetela con lo zucchero a velo.

UN PAREGGIO CHE STA STRETTO ALLA FCD NOVESE SUL CAMPO AMICO

                            AMARO PAREGGIO

UN PAREGGIO CHE STA STRETTO ALLA FCD NOVESE SUL CAMPO AMICO 

Allo Stadio Comunale Girardengo di Novi Ligure (AL) , si è svolta la gara di ritorno della Serie B girone “A” fra la FCD Novese Femminile e la Lucchese Femminile.
Le avversarie partono a spron battuto, volendo dare il loro ritmo al match, tanto che al 4′ minuto vanno in vantaggio su autogoal di Draghi. Subito dopo riescono a raddoppiare al 6′ con Nellini. Nonostante lo svantaggio di due reti, le biancocelesti non si scompongono ed iniziano a impostare la partita per recuperare. Al 10′ Rigolino accorcia le distanze e al 38′ Lavarone permette di raggiungere il pareggio. Il primo tempo termina con il risultato di 2-2.
Nella ripresa la Novese continua a giocare per mettere a segno il goal della vittoria, ma la poca lucidità per lo sforzo profuso nel primo tempo e le avversarie che non hanno concesso molto, portano il match a chiudersi sul 2 a 2.
A distanza l’Empoli Ladies ha vinto e c’è’ stato il sorpasso : ora la Novese è dietro di un punto ma le giocatrici di Mister Fossati continueranno ad impegnarsi fino alla fine, come si è visto SINO ad ora.

FCD NOVESE FEMMINILE: Olivetti, Gallo (80′ Gandini), Lardo, Rigolino, Draghi, Ambrosi, Di Stefano, Lavarone (62′ Ravera), Arroyo (55′ Fanton), Montecucco , Levis.

A disposizione: Ottonello, Russo, Rossi, Mensi.
Allenatore: Fossati

ACF LUCCHESE FEMMINILE: Torre, Lemhann, Tognarelli, Rizzato, Pieroni, Bengasi, Mase’, Frediani, Nellini, Biancalana (74′ Manganiello), Carozzo.

A disposizione: Caproni
Allenatore: De Luca

Marcatori: 4′ Draghi(A),  6′ Nellini, 10’Rigolino, 38′ Lavarone
Ammoniti: 24′ Mase’
Arbitro: Caporale Alessio Di Abiategrasso

18° Giornata

ATLETICO ORISTANO C.F.- ALESSANDRIA  3 – 2
LIGORNA 1922 – AMICIZIA LAGACCIO 1-1
MOLASSANA BOERO – CAPRERA 2 – 0
MUSIELLO A.C. SALUZZO 90 – EMPOLI LADIES 0 – 4
FEMMINILE JUVENTUS TORINO – TORINO 1 – 1

FCD NOVESE FEMMINILE – LUCCHESE FEMMINILE 2 – 2 

CLASSIFICA – Empoli Ladies 46 – FCD NOVESE FEMMINILE 45 – Amicizia Lagaccio 32 – Alessandria 31 – Ligorna 29 – Lucchese 24 – Juventus Torino 23 – Molassana Boero 21 – Atletico Oristano 19 – Torino 14 – Caprera 10 – Musiello Saluzzo 3

ULTIMA DI CAMPIONATO PER FCD NOVESE FEMMINILE PRIMAVERA

ULTIMA DI CAMPIONATO PER LA FCD NOVESE FEMMINILE PRIMAVERA TERMINA 1 A 4 PER IL CUNEO PRIMAVERA

A Cabella Ligure (AL),  si e’ disputata l’ultima partita del Campionato Regionale Primavera Femminile, fra la Novese Primavera e il Cuneo Primavera .
Le avversarie, più forti tecnicamente e in lizza per la vittoria del Campionato, sono andate in vantaggio su calcio di punizione dal limite e hanno raddoppiato su calcio d’angolo. Le giovani biancocelesti hanno cercato di accorciare le distanze, riuscendoci con Bellani. Verso la fine del primo tempo, un autogoal porta le avversarie, all’intervallo, sul punteggio di 1 a 3.
Nella ripresa le padrone di casa hanno continuato a macinare gioco ma le ragazze del Cuneo hanno amministrato il vantaggio, andando ancora in goal verso la fine del secondo tempo: risultato finale  Novese – Cuneo 1- 4.
Mister Fossati ha voluto ringraziare tutte le ragazze biancocelesti per l’impegno sempre dimostrato in tutta la stagione, al di là dei risultati,  e per aver creato da settembre ad oggi un gruppo encomiabile, al primo anno di esperienza.

FCD NOVESE PRIMAVERA FEMMINILE: Placanica, Barbugian (Dispensa), Tasca C., Verdino, Tasca B. (Zampieri), Pessino (Di Puglia), Pinazzi, Rolando, Licciardo, Bellani (Traverso), Mariano (De Chirico).
Allenatore: Licciardo

 

SI CONCLUDERA’ OGGI 26 MARZO LA SETTIMANA MONDIALE PER LA RIDUZIONE DEL CONSUME DI SALE

Pausa pranzo, attenti al sale

Si concluderà domenica 26 marzo la Settimana Mondiale per la Riduzione del Consumo di Sale, una iniziativa della World Action on Salt and Health (WASH) per sensibilizzare sui rischi che può comportare l’abuso del sodio. E nell’ambito dell’iniziativa, si segnala la scelta dell’Associazione Italiana di Dietetica e Nutrizione Clinica (ADI) di focalizzare la propria campagna sulla pratica del pranzo fuori casa, per informare sulle insidie che si possono annidare in quei piatti che generalmente vengono consumati nella “pausa pranzo”: insalatone, panini, toast, insalate di pasta sono tutti piatti che consentono un consumo rapido e apparentemente leggero, dunque ideale per chi ha poco tempo a disposizione e non vuole appesantirsi dovendo tornare al lavoro, ma che invece possono contenere ingredienti e condimenti con eccessive quantità di sale al proprio interno. “Anche se nascosto” – affermano gli esperti dell’ADI – “il sale è uno degli ingredienti a cui fare più attenzione e quello più difficile da eliminare. È bene ricordare che la nostra sensibilità gustativa si adatta alla sua presenza, ma se ci abituiamo a una dieta con poco sale, non ne sentiremo più la mancanza nel giro di una settimana, facendoci apprezzare invece il vero gusto del cibo che stiamo mangiando”. In un comunicato stampa, sempre gli esperti dell’ADI offrono alcuni consigli per limitare l’utilizzo del sale durante la pausa pranzo. Ne riporto alcuni: se si sceglie di mangiare un panino, assicurarsi che il pane sia di una qualità a basso contenuto di sale; non esagerare con i condimenti del tipo ketchup, senape ecc.; insaporire cibi e verdure con erbe aromatiche, limone o spezie; evitare le merendine preconfezionate e privilegiare, per lo spuntino, frutta o yogurt; non aggiungere altro sale ad un piatto già composto (e se proprio non si può farne a meno, si utilizzi piuttosto sale integrale o rosa dell’Himalaya!). Buon pranzo!

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Fra 360 ore tanti giovanissimi in sella a Pontecurone

Fra 360 ore tanti giovanissimi in sella a Pontecurone

A Pontecurone domenica 9 aprile si correrà la corsa riservata ai giovanissimi, quest’anno viene anche dedicata ad un grande del ciclismo provinciale Raffaele Montecucco mancato il 16 maggio 2016, la società G.S. Pontecurone presieduta da Giuseppe Spalla ha voluto ricordare un grande amico del ciclismo.

C’è grande attesa per questa edizione della corsa ciclistica riservata ai ragazzi/e settore giovanile nelle categorie G1, G2,G3,G4,G5,G6, – gara interregionale che si svolgerà a Pontecurone domenica 9 aprile con inizio alle ore 14,30, in circuito cittadino chiuso al traffico pari a km.1,300.

La gara, che vedrà l’organizzazione generale della Società G.S. Pontecurone presieduta da Giuseppe Spalla, la manifestazione ha ricevuto in questa edizione numerosi patrocini, la medesima in ricordo di due sportivi di Pontecurone, Rino Bissacco, Mario Massone e di un grande esponente del ciclismo alessandrino Raffaele Montecucco.

Oltre la società organizzatrice quest’anno contribuirà alla riuscita della medesima il Comitato Provinciale C.S.A.In., con grande entusiasmo l’ente ha aderito di far parte portando il proprio contributo ad un evento che rappresenta indubbiamente un pezzo importante del patrimonio sportivo italiano.

Giuseppe Spalla ha così definito un fiore all’occhiello di Pontecurone e non solo e che racchiude la propria filosofia in un progetto molto ampio che abbraccia sport, turismo e promozione del territorio. Il nostro impegno, da tempo, è quello di dare alla gara il giusto risalto proprio per il grande significato sociale che ricopre la nostra Società Sportiva e per tutte le realtà che ci sostengono con passione e che ringrazio a nome mio e del mio staff, l’Amministrazione Comunale, particolare va anche a tutte le forze dell’ordine e a tutti i volontari, fondamentali e insostituibili per il successo di questa manifestazione. 

La prima foto una partenza di una categoria – mente la seconda da sx Giuseppe Spalla, al centro il Campione del Mondo 2008 Alessandro Ballan e a dx Raffaele Montecucco  

Il saluto del Presidente CSAIN Alessandria Giampiero Montecucco

Non è soltanto un appuntamento sportivo di prim’ordine quello che gli organizzatori della Società G.S. Pontecurone, una passione che lega questa società al mondo del ciclismo giovanissimi, in una terra che ha portato agli albori grandi campioni, cui va il mio grazie al Presidente Giuseppe Spalla che in questa edizione oltre ad onorare due sportivi e concittadino Rino Bisacco, Mario Massone, in questa edizione ha voluto intitolare anche il Memorial a Raffaele Montecucco, mio papà, appassionato di ciclismo e fondatore della gloriosa società ciclistica Novese Fausto Coppi, portando alla provincia di Alessandria e al Piemonte, manifestazione di grandissimo livello vedi le “cinquantadue edizioni della Coppa Giuseppe Romita” .

Nella mia veste di Presidente Provinciale di Alessandria dell’Ente C.S.A.In., cui va un grazie sincero a tutti gli appassionati del mondo del ciclismo e della comunità di Pontecurone.

Questa edizione mi ricorda gli anni ’80 quando la mia persona per oltre un decennio ha portato a Novi Ligure il “Trofeo Topolino” riservato sempre alla categoria giovanissimi.

E’ però indubbio che accanto al momento agonistico, che resta il “momento clou” per richiamare ai valore dello sport questi giovani atleti, con la speranza che un giorno poterli applaudirli come grandi campioni, non manca anche un richiamo di pubblico, ed interesse, vive anche un aspetto turistico e promozionale che ancora una volta dobbiamo cogliere e valorizzare.

Un ulteriore legame di questa città, che dista a pochi chilometri da Tortona e da Castellania che nei giorni 19 e 20 maggio ospiterà la 100° edizione del Giro d’Italia, il 19 maggio partenza da Reggio Emilia arrivo a Tortona valevole quale 13 tappa, mentre il giorno successivo partenza da Castellania città del Campionissimo arrivo ad Oropa , valevole quale 14 tappa.

Un plauso agli organizzatore, agli atleti presenti e alla Amministrazione Comunale, quanti hanno aderito all’iniziativa e quanti hanno voluto assegnarci il proprio patrocinio.

 

Formaggi e Vino – una degustazione perfetta

Formaggi e Vino: una degustazione perfetta

Al bando i sensi di colpa e abbandonatevi al cremoso piacere dei formaggi. Usate i formaggi per arricchire la vostra tavola per pranzi e cene, dall’antipasto al dolce, con l’aiuto di mieli, mostarde e marmellate.
Il formaggio è utile per un antipasto, per un gustoso contorno, uno stuzzicante ripieno o addirittura da tutto pasto, esaltandolo a dovere con qualche piccolo accorgimento. Le scelte sono infinite, ma ecco il nostro suggerimento:
abbinate il formaggio con cibi apparentemente dal sapore opposto per una maggiore espressione gustativa. Potete sbizzarrirvi, infatti, con la frutta fresca o con quella secca, con i fichi caramellati e con ogni varietà di miele senza calcolare mostarde e marmellate, ma soprattutto giocate con l’abbinamento di formaggio e vino, sia esso un vino rosso, passito e perfino un bianco.

REGOLE DI ABBINAMENTO VINO E FORMAGGIO

Seguite le regole principali che vi permettono di non sbagliare mai:

  • con formaggio con composte di frutta e mieli meglio stare su vini passiti

  • con formaggi erborinati perfetti sono i vini passiti, anche se alcuni tipi di formaggio non rifiutano rossi di corpo

  • con formaggio stagionato a pasta dura specialmente di capra o pecora e mai con creme dolci di qualunque tipo esse siano l’abbinamento ideale è quello con vini rossi

  • con formaggi giovani di latte vaccino e caprino meglio vini bianchi freschi e magari, per i caprini, con un leggero passaggio in legno. Non trascurate neppure i vini aromatici anche nelle versioni secche come un Moscato, un Traminer o un prosecco spumante splendidi per esaltare l’intreccio sapido/dolce che spesso si trova nei formaggi.

QUALCHE ESEMPIO DI ABBINAMENTO VNO E FORMAGGIO?

  • CASATELLA: Albana di Romagna, Chardonnay, vino rosato. Questo formaggio morbido, così chiamato perché trae origine dalla tradizione contadina dell’area romagnola quando ancora il formaggio si produceva in casa, è perfetta in abbinamento a un vino bianco fresco e leggero o una piacevole bollicina e a del pane nero caldo.

  • FORMAGGIO DI FOSSA: vini passiti

  • PARMIGIANO REGGIANO: un vino bianco di media struttura o una cremosa bollicina. Perfetto servito anche con il miele

  • SQUAQUERONE: non si sbaglia mai se abbinato a una vendemmia tardiva per seguirne la tendenza dolce, senza dimenticare i fichi caramellati

  • GORGONZOLA: marsala

 

IL GRANPIEMONTE DIVENTA TRICOLORE – Le gare si svolgeranno da venerdì 23 a domenica 25 giugno

IL GRANPIEMONTE DIVENTA TRICOLORE CON I CAMPIONATI ITALIANI SU STRADA

Le gare si svolgeranno da venerdì 23 a domenica 25 giugno.
Coinvolte quasi tutte le categorie insieme alle prove paralimpiche.

Franco Balmamion, vincitore del Campionato Italiano del 1967, insieme al Campione Italiano in carica, Giacomo Nizzolo, riceve una maglia celebrativa dall’Assessore allo Sport della Regione Piemonte, Giovanni Maria Ferraris

Torino, 22 marzo 2017 – Presentato oggi a Torino il GranPiemonte 2017, organizzato da RCS Sport / La Gazzetta dello Sport in collaborazione con la Regione Piemonte, la Federazione Ciclistica Italiana e la Camera di Commercio di Torino, che quest’anno si svolgerà a giugno con tre giorni di gare e sarà abbinato ai Campionati Italiani.

PERCORSO CAMPIONATO ASSOLUTO IN LINEA MASCHILE
Percorso diviso in due parti. La prima di avvicinamento al Canavese sostanzialmente pianeggiante con diversi attraversamenti cittadini e la seconda più mossa che tocca il culmine con la salita di Castelnuovo Nigra e i brevi strappi di Caravino e Azeglio prima del passaggio sul traguardo dove resteranno da affrontare 4 giri di un circuito impegnativo. Il circuito (in parte affrontato al Giro 2013) scala la salita della Serra da Chiaverano (pendenze fino al 13%) con una media attorno al 9%. Raggiunto il culmine segue una discesa veloce su Borgofranco d’Ivrea e il falsopiano fino all’arrivo.

IL PROGRAMMA DELLE GARE

  • Venerdì 23 giugno – Cronometro uomini pro’; cronometro donne élite e juniores + crono paralimpiche tutte le categorie uomini e donne
  • Sabato 24 giugno – Cronometro uomini juniores, allievi maschile e femminile + prova in linea paralimpici
  • Domenica 25 giugno – Campionati assoluti in linea maschile e femminile + donne juniores

BALMAMION CAMPIONE ITALIANO 1967
Durante la presentazione è stata consegnata una maglia tricolore a Franco Balmamion – vincitore del Giro d’Italia nel 1962 e 1963 – per i 50 anni dal suo successo al Campionato Italiano nel 1967.
Alla Presentazione sono intervenuti anche il Campione Italiano in carica e vincitore dell’ultima edizione del Gran Piemonte, Giacomo Nizzolo; i commissari tecnici delle nazionali maschili e femminili, Davide Cassani e Dino Salvoldi; il vice c.t. della nazionale paralimpica, Fabio Triboli; il responsabile del settore paralimpico della FCI, Roberto Rancilio; il presidente della Lega Ciclismo professionistico, Enzo Ghigo e per il comune di Torino, l’assessore allo Sport Roberto Finardi.


DICHIARAZIONI
Giovanni Maria Ferraris, Assessore allo Sport della Regione Piemonte, ha dichiarato: <<Abbiamo scommesso sui territori per i Campionati Italiani di Ciclismo 2017, lavorando in stretta sinergia con RCS Sport, la Federazione Ciclistica Italiana, gli enti locali, le realtà economiche e le associazioni sportive e investendo energie, risorse e tanta passione. Oggi presentiamo il risultato di questo impegno, frutto di un grande sforzo affrontato con gioia nella consapevolezza che il Piemonte ha tutte le carte in regola per essere non solo la patria del ciclismo, ma anche la casa dello sport. Grazie a questi ingredienti consegniamo una grande occasione, che è anche opportunità, per mostrare le nostre risorse e bellezze naturali e insieme i nostri talenti e le nostre eccellenze. Abbiamo vinto la scommessa del binomio sport-territorio, permettendo al ciclismo di fare da protagonista. Ma non ci fermiamo qui: continueremo a lavorare per dimostrare che il Piemonte è davvero terra di sport e di passione!>>.

<< L’aggiudicazione dei Campionati Italiani di Ciclismo è un motivo di orgoglio per un ambito sportivo che ha nel nostro territorio anche una rilevante manifattura di settore. Il Piemonte è, infatti, la terza regione italiana, dopo Lombardia e Emilia Romagna, per numero di imprese produttrici di biciclette (75), aumentate nell’ultimo quinquennio del 10,3% – ha osservato Vincenzo Ilotte, Presidente della Camera di commercio di Torino – Dai Campionati ci aspettiamo anche un successo in termini di ritorni economici indiretti che sistematicamente arrivano dagli eventi sportivi. Lo sappiamo dal nostro Osservatorio Alberghiero che, per fare un esempio recente, in occasione di Juve-Porto dello scorso 14 marzo, ha registrato il 92,8% di camere occupate>>.

Il Presidente della Federazione Ciclistica Italiana, Renato Di Rocco, riceve un riconoscimento dall’Assessore allo Sport della Regione Piemonte, Giovanni Maria Ferraris

Grande soddisfazione da parte del Presidente della Federazione Ciclistica Italiana, Renato Di Rocco: <<La Regione Piemonte, terra che ci ha donato grandi campioni del ciclismo, continua nella sua missione di promozione del ciclismo di alto livello. Poter legare al GranPiemonte, una tra le più belle classiche italiane, nonché corsa storica giunta alla sua 101esima edizione, i Campionati Italiani è per la Federciclismo motivo di orgoglio. Sarà un Piemonte tricolore che accoglierà e, grazie alla legge delle sue strade, assegnerà la Maglia di Campione Italiano a tutte le categorie: dai professionisti alle donne élite e juniores per la prova in linea e a cronometro a cui si aggiungono le categorie juniores e allievi maschili per la prova contro il tempo. Sul tracciato del GranPiemonte anche il Campionato Italiano di Paraciclismo, in linea e a cronometro, di tutte le categorie. Questo per finalizzare i grandi risultati degli atleti paralimpici e dare loro una vetrina importante per poter promuovere l’attività come richiamo per altri giovani>>.

Paolo Bellino, Direttore Generale RCS Sport, ha sottolineato come: <<Il rapporto con la Regione Piemonte e tutto il suo territorio è ormai consolidato da tempo. Lo dimostrano le tante manifestazioni che RCS Sport ha portato e porta in questa splendide terre. L’arrivo del Giro d’Italia a Torino e le tappe sulle montagne che hanno fatto la storia della Corsa, il torneo Preolimpico di Basket, le tappe della Color Run e questa grande manifestazione che è il GranPiemonte. Siamo convinti che lo sport sia un traino importante per l’aggregazione e lo sviluppo del territorio. Per questo siamo certi che ci saranno ancora tanti progetti da sviluppare insieme>>.

Mauro Vegni, Direttore Area Ciclismo RCS Sport, ha dichiarato: <<Quest’anno per gli ottimi rapporti che ci legano alla Federazione Ciclistica Italiana abbiamo chiesto di avere i Campionati Italiani. Il progetto è ambizioso perché prevede tre giorni di gare e coinvolge praticamente tutte le categorie e i Campionati degli atleti Paralimpici in zone diverse di questo splendido territorio che è il Piemonte. Come RCS Sport e come primi organizzatori italiani abbiamo l’obbligo morale di sostenere il movimento ciclistico e per questo abbiamo accettato la sfida. Sono convinto che saranno tre giorni di grande spettacolo e di grande passione che coinvolgeranno tantissimo pubblico lungo le strade che attraverseremo>>.

Arneis, Erbaluce e Cortese: scopri i grandi vini bianchi piemontesi

Arneis, Erbaluce e Cortese: scopri i grandi vini bianchi piemontesi 

LArneis, il Cortese e l’Erbaluce sono tre famosi vitigni autoctoni del Piemonte , che sintetizzano alla perfezione la produzione dei vini bianchi piemontesi. Le origini dell’Arneis risalgono al ‘400 nella zona del Roero, grande terra di famosi rossi importanti, primo fra tutti il vitigno Nebbiolo (padre del Barolo) e qui partecipa per l’85% nella DOC Langhe, oltre ad essere vinificato in purezza con il nome di Roero Arneis DOCG. Cenni storici relativi al Cortese, invece, risalgono al ‘700 attorno alla provincia di Alessandria, ma specialmente nella zona del Monferrato e di Gavi, in cui il vitigno raggiunge i più alti livelli qualitativi come Gavi o Cortese di Gavi DOCG ed il Cortese dell’Alto Monferrato DOC.

Infine, l’Erbaluce, vitigno il cui nome si ricollega alla intensa luminosità dei suoi acini (definiti “alba lux” già in epoca romana), è coltivato prevalentemente nella provincia di Torino, ma anche in alcune zone di quella di Biella e di Novara, in cui i terreni si presentano prevalentemente collinosi di origine morenica e con una buona esposizione, godendo di clima mite influenzato dai venti delle vicine Alpi. Essendo un vitigno molto versatile, l’Erbaluce viene utilizzato nella produzione di diversi vini, sia secchi che dolci e passiti, ma sicuramente il prodotto più famoso è l’Erbaluce di Caluso DOCG .

ARNEIS, CORTESE, ERBALUCE: DEGUSTAZIONE VINI

I vini bianchi piemontesi ottenuti da uve Arneis si presentano di un colore giallo paglierino lievemente ambrato ed al naso spiccano solitamente aromi tipicamente fruttati, di ananas e mela, oltre a note dolci di mandorla. Il sapore è pieno, caratterizzato da ottima acidità da un retrogusto amarognolo e ammandorlato. Il Cortese da vita a ottime espressioni di bianco caratterizzate da un bel giallo paglierino dai riflessi limpidi, con un delicato profumo fruttato di albicocca e di pesca. Al palato si percepisce subito freschezza e morbido equilibrio. I vini prodotti dalle uve Erbaluce, hanno solitamente un colore giallo paglierino paglierino scarico, con riflessi tendenti al verde chiarissimo. Al naso, si apre un vasto bouquet di fiori di campo, con sentori di acacia. Il gusto è secco e fresco, su cui si distingue un nerbo sapido che rimandano a note di mandorla. Dopo qualche anno di invecchiamento questo vino mostra tutta la sua complessità e struttura, da cui emergono intense note minerali.