NUMEROSI APPUNTAMENTI PER IL SETTORE KARATE IL PRIMODOMENICA 11 A NOVI LIGURE

In foto da sx: maestro Manuele Borsoi –a destra del gruppo Gimmo Borsoi-maestro Patelli


karate

2 Stage di prestigio per il TEMPIO DEL KARATE

Due prestigiosi appuntamenti organizzati dal Tempio del Karate, vedranno protagonisti gli allievi del dojo in preparazione alle massime gare ed al Campionato Italiano.

Domenica 11 novembre presso la sede della storica società, palestra scuole EL. Martiri di Novi, sarà presente il maestro G.Livio Ridolfi, responsabile nazionale settore Karate che, coadiuvato dallo staff del Tempio, maestri: Borsoi, Vecchi, Patelli, F.lli Bellora, terrà uno stage aperto a tutti i gradi di cinture.

L’ approfondimento tecnico/sportivo continuerà col secondo ‘appuntamento stage’ il 25 novembre al Palasport di Pont Saint Martin , tenuto da un’icona del karate mondiale, il Maestro giapponese Masaru Miura 9Dan.

Si tiene a ricordare che nell’anno sportivo in corso, oltre alla partecipazione alle competizioni federali ed all’organizzazione dell’ormai consolidato 17° Grand Prix e 3° Trofeo Raffaele Montecucco 27 gennaio, il Tempio del Karate in collaborazione con l’ente di promozione sportiva Csain Alessandria , è stato incaricato di prestigioso ruolo nell’organizzare Il Campionato Italiano al Palacima il 24 mese di marzo.

 

GRANFONDO CITTA’ DI SCICLI L’EVENTO DETICATO ALLE FAMIGLIE

Granfondo Città di Scicli: l’evento dedicato alle famiglie

Scicli (Ragusa) – “Salendo per sentieri che sono letticciuoli di torrenti; sopra le ultime casupole di pietra della cittadina, si sale una specie di montagna del purgatorio, con i gironi uno sull’ altro, forati dai buchi delle porte delle caverne saracene, dove la gente ha messo un letto, delle immagini sacre o dei cartelloni di film alle pareti di sassi, e lì vive, ammassata, qualche volta col mulo. In cima alla valle centrale, Chiafura. Da lassù in alto potei vedere tutta Scicli”. Il giornalista visita Scicli ed è colpito dalla drammatica condizione di chi vive nelle grotte, ma anche dall’entusiasmo che vede nella gioventù del luogo.

Il quartiere rupestre Chiafura oggi non è più abitato, ma resta una delle più belle testimonianze di questa terra, mentre l’entusiasmo di quei giovani ha dato vita a manifestazioni importanti come la Granfondo Città di Scicli, che domenica prossima assegnerà il titolo nazionale Granfondo CSAIn.

Una Granfondo da conoscere e pedalare, come la splendida città barocca, il cui centro storico è stato inserito nel 2002 nella lista dei Patrimoni dell’Umanità Unesco grazie al barocco siciliano, coinvolgendo anche la famiglia.

Il comitato organizzatore dell’evento, coordinato da Rosangelo Carnemolla, ha recentemente presentato diverse iniziative legate all’ospitalità dei ciclisti e familiari. La manifestazione avrà quale location Piazza Italia, dominata dalla Chiesa Madre di Sant’Ignazio e Palazzo Beneventano magnifico esempio di architettura civile barocca del Settecento, rappresentano soltanto uno dei percorsi di visita che le guide messe a disposizione dall’organizzazione garantiscono a familiari ed accompagnatori.

Il ricco pasta party e il buffet di torte realizzate dai maestri pasticceri di Scicli, aperto a tutti, regaleranno dolci note a partecipanti e familiari prima della cerimonia di premiazione che prevede la consegna dei tre splendidi trofei artigianali realizzati dal maestro Peppe Sammito e le maglie tricolori a coloro che avranno conquistato il titolo nazionale Granfondo CSAIn.

Al vincitore assoluto della Granfondo verrà consegnato il Trofeo BAPR, mentre un’altra splendida opera, il Trofeo Salvatore Rametta premierà il vincitore assoluto della Medio Fondo. La società vincitrice della classifica per team riceverà il Trofeo Nello Lorefice.

Iscrizioni. Le donne parteciperanno gratuitamente alla manifestazione, mentre coloro che effettueranno l’iscrizione entro il 23 febbraio dovranno versare 25,00, che salgono a 30 euro nelle quarantotto ore che precedono la gara.

 

 

ALBA CITTA’ CREATIVA UNESCO PER LA GASTRONOMIA

Alba come Parma: è città creativa Unesco per la gastronomia 

Da tre giorni  Alba si può fregiare del titolo di “Città creativa Unesco per la gastronomia” ed entra con questo titolo nella prestigiosa lista dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura, che tra le italiane già annovera Parma.

Per la cittadina delle Langhe, in provincia di Cuneo, a forte vocazione per il tartufo, il vino e le nocciole, la designazione è arrivata oggi. L’Unesco, precisa all’Ansa il curatore del dossier di candidatura ed esperto legale Pier Luigi Petrillo, ha riscontrato come le città iscritte abbiano impostato politiche attive per diffondere, valorizzare, e sostenere la cultura del cibo nella propria comunità. Si tratta di 64 città di 44 diversi Paesi, ha sottolineato la direttrice dell’Unesco Irina Bokova, di queste 19 provengono da Paesi che finora non facevano parte del network. Fra le nuove città creative per la gastronomia entra una città americana, San Antonio, nonostante la decisione statunitense di uscire dall’Unesco.

Quattro le città italiane premiate, ha sottolineato la direttrice dell’Unesco Irina Bokova: Milano per la letteratura, Alba (Cuneo) per la gastronomia, Pesaro per la musica e Carrara per l’artigianato. 

CHEESE 2017 I FORMAGGI AL LATTE CRUDO SONO DIVENTATI PATRIMONIO COMUNE

CHEESE 2017 I FORMAGGI A LATTE CRUDO SONO DIVENTATI PATRIMONIO COMUNE

Cheese 2017: i formaggi a latte crudo sono diventati patrimonio comune

Oltre 300mila visitatori hanno premiato la scelta di Slow Food e Città di Bra di alzare l’asticella della qualità: «La majeur edition de Cheese» 

L’asticella si è spostata in alto, ma il grande salto è riuscito: la prima edizione di Cheese riservata ai produttori a latte crudo è una scommessa vinta. Lo conferma il presidente di Slow Food Italia Gaetano Pascale: «Gli operatori del settore hanno sposato questa filosofia produttiva. Siamo solo all’inizio di un percorso ancora lungo e complesso, che si tratta ora di comunicare bene: l’etichetta dovrebbe essere lo strumento per farlo».

«Possiamo già dire che l’undicesima edizione di Cheese è stata la più riuscita non solo per i numeri, ma anche per la qualità e la determinazione con cui abbiamo portato avanti le nostre scelte» ribadisce il presidente di Slow Food Carlo Petrini, per il quale «la scelta di riservare gli spazi espositivi ai formaggi a latte crudo è stata coraggiosa e ha pagato».

Cheese è ormai il punto di riferimento internazionale anche per il mondo degli affineurs, sottolinea Petrini, tanto che proprio da loro è venuta la disponibilità a sostenere l’organizzazione di un master dedicato alla produzione di formaggi a latte crudo presso l’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo. Ma c’è soprattutto un dato politico da sottolineare: «È la prima edizione che realizziamo senza il miserere di un disastro in campo lattiero-caseario. Negli anni passati facevamo la conta dei caseifici chiusi, dei continui ribassi del latte a prezzi ridicoli. Qualcosa è cambiato, e se è avvenuto è anche per merito di chi ha accettato la sfida dell’etichettatura».

Dall’aprile di quest’anno, infatti, l’indicazione dell’origine della materia prima è obbligatoria per i prodotti lattiero-caseari. Un risultato fortemente voluto dal ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali Maurizio Martina che a Bra rivendica il senso di questa battaglia, condotta dall’Italia anche a rischio di incorrere in una procedura d’infrazione da parte dell’Unione Europea. La partita dell’etichettatura, precisa il ministro, è una di quelle fondamentali perché è lo strumento per costruire rapporti nuovi tra chi produce e chi consuma: un tema di trasparenza e di diritto all’informazione che ha già portato alla commercializzazione di 1 milione di tonnellate di formaggi secondo la nuova norma. L’introduzione dell’indicazione di origine in etichetta, già portata avanti con successo anche per il riso, per la filiera del grano e per la pasta, verrà ora replicata anche nella filiera del pomodoro, annuncia Martina.

La speranza è ora che questo meccanismo virtuoso diventi una strategia unica a livello europeo, dove a tre anni dall’emanazione del regolamento 1169 del 2014 si attende ancora di entrare nella fase attuativa di un provvedimento che dovrebbe finalmente normare in maniera omogenea la tracciabilità in etichetta.

Dal canto suo Slow Food non può che auspicare che il lavoro avviato prosegua negli altri campi dell’agroalimentare: «L’indicazione di origine italiana risponde a due esigenze, – continua Petrini – da un lato la necessità di assicurare che le norme igieniche del nostro Paese, giustamente rigorose, non vengano scavalcate da quelle meno rigorose di altri Paesi. Dall’altro quella di richiamare l’attenzione sulla necessità di salvaguardare ambiente e paesaggio». Questo è l’argomento della campagna Menu for Change che Slow Food ha lanciato a livello mondiale proprio a Cheese 2017: «La produzione alimentare che viaggia troppo è un elemento centrale del cambiamento climatico: rivalutare le produzioni locali e il territorio è la risposta decisiva».

Su questo punto concorda il presidente della Regione Piemonte Sergio Chiamparino, che invita a rifiutare la massificazione dei prodotti e la gara al ribasso sulla qualità, senza per questo chiudersi al mondo.

Cheese continua a offrire in proposito un esempio positivo, di incontro piuttosto che di chiusura: «Dall’ultima edizione sono cambiate le condizioni della sicurezza e, di conseguenza, l’impostazione della manifestazione» osserva il sindaco di Bra Bruna Sibille, ringraziando «le forze dell’ordine e le centinaia di volontari che hanno permesso a questo evento di mantenere la sua autentica gioiosità». Nelle parole di Sibille, alla sua ultima edizione da sindaco, c’è «l’orgoglio di una città che ha ospitato un’edizione cresciuta sotto il profilo delle aree coinvolte, dei numeri e della qualità, e che ha saputo crescere insieme a Cheese». L’amministrazione comunale afferma anche che valuterà insieme a Slow Food la possibilità di aggiungere una giornata in più alla grande festa di Cheese: nel frattempo, non resta che dare a tutti l’appuntamento al 2019.

Ma vediamo nel dettaglio come sono andati questi quattro giorni a Bra.

Cheese 2017 chiude con un bilancio sorprendente, al di sopra delle aspettative, che pure erano rosee. E questo accade perché ogni due anni la manifestazione genera un’energia positiva che coinvolge tutti, a partire dai tanti volontari, da chi ci lavora tutti i giorni in Slow Food e alla Città di Bra, dagli Official Partner, le istituzioni e gli sponsor che ci credono e, infine, dai cittadini e commercianti di Bra che accolgono espositori e visitatori.

Nonostante i suoi vent’anni, Cheese non dà alcun segno di stanchezza, anzi, si rinnova costantemente, alzando di volta in volta l’asticella della qualità: il latte crudo e la nuova battaglia contro i fermenti selezionati, la proposta di momenti d’intrattenimento che offrono contenuti anche utili alla vita di tutti i giorni, sono solo alcuni elementi del grande mosaico della manifestazione internazionale più importante dedicata ai formaggi di qualità. Quello che possiamo dire è che abbiamo superato la soglia dei 300 mila passaggi, stimati grazie a un conteggio delle presenze nei tre parcheggi di servizio (sabato e domenica già pieni alle 12), all’utilizzo delle navette e al confronto con i dati di cui è disponibile un quadro storico, come ad esempio Gran Sala dei Formaggi ed Enoteca. Un capitolo a parte è quello che riguarda chi ha scelto di venire a Bra con il trasporto su rotaia: nonostante i treni in più messi a disposizione da Trenitalia, sia nelle ore serali dei quattro giorni che domenica tutto il giorno, molti visitatori non sono riusciti a raggiungere Bra (domenica a metà mattinata le biglietterie di Torino avevano venduto il 65% in più rispetto al 2015).

La grande affluenza tuttavia non ha messo in crisi i servizi messi a punto dalla Città di Bra, che hanno saputo affrontare questi quattro giorni dai grandi numeri, come la raccolta differenziata e le stesse navette di collegamento tra i parcheggi esterni alla città e la manifestazione.

Ovviamente non è possibile stimare il numero di stranieri tra il pubblico. Quello che possiamo dire è che il 50% dei partecipanti agli eventi su prenotazione è arrivato da fuori Italia; nella Gran Sala dei Formaggi ed Enoteca l’affluenza degli appassionati non italiani è stata considerevole; la Via Lattea di Slow Food con i suoi momenti ludici animati da Circowow, è stata frequentata per un 20% da famiglie provenienti dall’estero. Infine, la grande rete di Cheese, fatta oltre che di casari, allevatori e affinatori, anche di esperti, buyer ed estimatori, ha permesso a questa undicesima edizione di superare la soglia dei 50 Paesi dei 5 continenti, dagli Stati Uniti (Paese a cui abbiamo dedicato il focus quest’anno) a Hong Kong, dall’Iran alla Georgia, dal Sudafrica al Brasile. Internazionalità cui ha risposto come non mai la stampa, con la presenza per la prima volta di giornalisti della Cnn e dell’Associated Press per seguire la partecipazione degli statunitensi, e dell’agenzia di stampa Efe che ha coperto i delegati e produttori dell’area spagnola e latinoamericana.

Tanti i nuovi espositori del Mercato italiano che non si aspettavano di trovare un pubblico così curioso di assaggiare i formaggi e ascoltare i racconti; mentre gli espositori storici, nonostante avessero portato un 20-30% di prodotto in più in degustazione e vendita, hanno finito buona parte delle loro etichette già la domenica sera. Lo stesso possiamo dire delle 12 Cucine di Strada e Food Truck con la loro grande varietà di proposte, dalle mitiche bombette pugliesi all’immancabile focaccia ligure fino agli arrosticini abruzzesi: nonostante già domenica avessero terminato le loro specialità hanno preferito presentare un menù incompleto piuttosto che correre ai ripari con ricette improvvisate.

Come sempre la Via degli affineurs e dei selezionatori, con oltre 20 artigiani dall’Italia e dal mondo, è una delle aree più frequentate della manifestazione. Tutti sono concordi nell’affermare che Cheese è la manifestazione sui formaggi più importante del mondo, l’unica che vale la pena di frequentare: il francese Hervé Mons, «C’est absolument la majeur edition de Cheese», e l’inglese Jason Hinds di Neal’s Yard Diary, «The best edition, by distance».

E infatti Cheese è il posto giusto in cui essere non solo per farsi conoscere dal pubblico, ma anche per incontrare venditori e formaggiai e stringere nuovi accordi. Oltre all’esperienza del b2b di Food Mood, i buyer hanno battuto ogni bancarella del Mercato e della Via dei Presìdi ed esplorato nuovi orizzonti: per la prima volta a Cheese, infatti, sono venuti anche distributori interessati ai 34 microbirrifici ospitati nella Piazza della Birra, occasione unica per assaggiare (e acquistare) tutta la varietà brassicola italiana e non solo.

Al debutto lo Spazio Libero, con i 58 formaggi italiani a latte crudo e senza fermenti industriali raccontati nel libro di Piero Sardo Formaggi naturali d’Italia di Slow Food Editore, i salumi senza nitriti e nitrati, i vini Triple A di Velier e la Lambic, l’unica birra al mondo a fermentazione spontanea. Qui al pubblico bastava un assaggio per innamorarsi e chiedere informazioni su dove acquistare (nel Mercato di Cheese o direttamente in cascina) il proprio cacio “naturale” preferito.

Ma non è stata l’unica novità ben accolta di questo Cheese: l’idea di una Casa Slow Food diffusa intorno alla sede storica di via Mendicità Istruita 14 ha accolto migliaia di soci passati a rinnovare la tessera o a salutare gli amici di sempre; incuriosito chi voleva vedere dal vivo i luoghi in cui sono nati i grandi progetti di Slow Food; le attività promosse hanno appassionato gli oltre 3 mila bambini che hanno partecipato ai percorsi e alle degustazioni della Via Lattea con le famiglie o le scuole.

Seguitissimo il programma di conferenze dove si conferma il trend giovanile di appassionati ai temi e progetti di Slow Food. La cosa più bella è l’impressione, che si ha partecipando a questi incontri, di riconoscere nelle parole dei relatori provenienti dall’altro capo del mondo le storie, le difficoltà e le speranze dei produttori di casa nostra. Ne citiamo solo alcune, tra quelle che hanno trattato i temi più importanti di questa edizione: gli Stati generali del latte crudo hanno avuto una partecipazione per il 60% internazionale, riunendo per la prima volta le impressioni di chi teme il futuro e le esperienze di chi ha trovato la via per vincere le difficoltà; mentre a Raw in the Usa, che si è confermata il più importante momento di dibattito per i produttori di latte crudo Oltreoceano, gli statunitensi hanno buttato il cuore oltre l’ostacolo, fissando il prossimo obiettivo nella produzione di formaggi senza fermenti aggiunti. Infine, il rapporto tra cibo e cambiamenti climatici, al centro delle attività dei prossimi mesi di Slow Food, che lancia da Cheese la prima campagna di comunicazione e raccolta fondi Menu for Change.

Gettonatissima anche la Libreria del Gusto di Slow Food Editore che ha registrato gli stessi numeri (se non più alti) di due anni fa, andando in controtendenza rispetto a un settore in sofferenza in questo momento in Italia. Tra i best seller, oltre all’anteprima di Osterie d’Italia 2018 (in libreria dal 20 settembre) anche Formaggi naturali d’Italia di Piero Sardo, definito ormai il “libro di Cheese 2017”, e Slow Food, Storia di un’utopia possibile, la chiacchierata di Gigi Padovani con Carlo Petrini.

Tra i Laboratori del Gusto, segnaliamo quello dedicato alle aree del Centro Italia colpite dal terremoto e dalle forti nevicate in cui i produttori presenti hanno raccontato la loro “arte di arrangiarsi” per far ripartire l’azienda e salvare gli animali.

Ma Cheese è anche accoglienza e solidarietà, grazie alle 60 famiglie del circondario, da Alba a Dogliani, da Cavallermaggiore a Sanfrè, che hanno aperto le loro porte a un centinaio di delegati provenienti da tutto il mondo. Una storia su tante per testimoniare la nascita di nuove amicizie è quella che ha visto protagonista una famiglia braidese che ha ospitato un produttore di salumi senza additivi proveniente dalla Svezia. Il sabato sera hanno celebrato il loro incontro con un classico della tradizione che ha unito le due culture: la pizza con i piemontesi peperoni di Carmagnola e Bra tenero, arricchita con il salamino svedese.

Cheese va oltre i confini di Bra grazie alla sede dell’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo che ha registrato un gran numero di visite di giovani e famiglie interessate alla proposta dell’ateneo, mentre allo stand di piazza XX Settembre l’appuntamento più curioso (e attentamente seguito) è stato quello del foraging urbano, alla scoperta delle risorse botaniche di Bra con il professor Andrea Pieroni.

TORINO CITTA’ PER CAMMINARE E DELLA SALUTE SABATO 9 SETTEMBRE

TORINO: CITTÀ PER CAMMINARE E DELLA SALUTE 

Sabato 9 settembre alle ore 10 all’arco di trionfo del Parco del Valentino

Un sabato mattina di fine estate come gli altri oppure no. Al Parco del Valentino, infatti, il 9 settembre alle ore 10 si terrà una camminata con il pluripremiato campione olimpico Maurizio Damilano

 

L’evento “Torino: città per camminare e della salute” è organizzato da Città per camminare e della salute e Cities Changing Diabetes, con il patrocinio di Città di Torino, Città Metropolitana di Torino, ASL Città di Torino, ASL TO3 e in collaborazione con inQubatore Qulturale della Corona Verde, Coordinamento Associazioni Persone con Diabete Piemonte e Valle d’Aosta e Associazione Arcobaleno AIDS.

Un’ora di fitwalking aperta a tutti gli operatori sanitari – patentati come “fitwalking leaders” dall’Università del Cammino di Saluzzo -, alle associazioni di volontariato sociale e ai cittadini interessati al benessere psicofisico, che saranno accompagnati dal marciatore Damilano sul percorso del Valentino inaugurato ormai 10 anni fa. 

Gli obiettivi di questo evento sono molti, dato che la prevenzione e la promozione di stili di vita sani è l’arma migliore per combattere le malattie croniche. Diversi studi dimostrano come tutti possano ridurre in modo significativo il rischio di sviluppare queste malattie adottando abitudini salutari, in particolare evitando il fumo, mangiando correttamente, limitando il consumo di alcolici e svolgendo attività fisica regolare. Come racconta Damilano in un’intervista che ha rilasciato alla nostra redazione: «Il fitwalking è un’attività motoria adatta a tutti. Imparare la corretta gestualità del camminare è alla portata di chiunque abbia una normale mobilità e può regalare numerosi benefici. Il nostro motto non a caso è camminare bene per stare bene».

Oggi la promozione di stili di vita corretti rientra tra gli obiettivi prioritari indicati dal Ministero della Salute e questo impegno è condiviso dalle Regioni che individuano nella comunicazione istituzionale una tra le linee prioritarie da implementare sul territorio. Lo testimoniano anche le parole del dottor Giuseppe Parodi – responsabile del s.s. Medicina dello Sport e referente per la promozione dell’attività fisica ASL Città di Torino – che sottolinea: «L’ASL non ha solo il compito di sensibilizzare, declamare raccomandazioni, fare manifestazioni una tantum, ma anche quello di mettere in pratica nei fatti. L’ASL Città di Torino, secondo quanto dichiarato dalla Letteratura scientifica, promuove l’attività fisica nel luogo di lavoro e conduce programmi sanitari di utilizzo metodico dell’esercizio fisico per il trattamento preventivo e terapeutico dei pazienti con malattie croniche attraverso una collaborazione multi-disciplinare tra Medicina dello Sport e vari Servizi specialistici che trattano queste malattie (Diabetologia, Cardiologia, Nefrologia, Neurologia, Psichiatria etc.). È un dovere istituzionale ed etico perché non si deve, come dire, predicare in un modo e poi razzolare in un altro. Il fitwalking viene utilizzato da anni in queste azioni». 

Praticare fitwalking o altre attività sportive può fare la differenza nella prevenzione di una malattia cronica, continua il dottor Parodi: «Perché rientra tra le tipologie di attività fisica di tipo aerobico, vale a dire attività caratterizzate da gesti ciclici ripetuti tante volte, che non elevano la frequenza cardiaca a valori molto elevati, ma che si protraggono nel tempo, almeno per 20 minuti, meglio per 30-40 minuti, per determinare utili meccanismi di adattamento dell’organismo, in particolare del sistema cardio-circolatorio. Questa tipologia di attività è raccomandata per prevenire diverse malattie croniche».

Dunque sport, salute, prevenzione, stile di vita: tutto in un grande progetto in sinergia con l’ASL di Torino e con gli operatori sanitari delle ASL torinesi, i medici e i rappresentanti della associazioni sportive. L’evento “Torino: città per camminare e della salute” intende promuovere l’idea di vivere maggiormente le città a piedi per favorire il turismo-attivo, la tutela ambientale, l’attenzione alle politiche di mobilità sostenibile, incidendo sugli stili di vita delle persone per un miglioramento della salute. Si tratta di un percorso che educa tutti i cittadini, anche quelli colpiti da diabete o obesità a valorizzare l’ambiente in cui vivono e il loro modo di vivere con l’attività motoria.

Il progetto nasce nel 2008 in Piemonte dall’esperienza di Maurizio Damilano e suo fratello gemello Giorgio, campione olimpico di marcia. Per testarlo al meglio si è svolta nel triennio 2009 – 2011 una fase pilota in Piemonte che ha visto coinvolte 47 città e la partecipazione di circa 500 mila cittadini. 

La dimensione nazionale, successiva al progetto pilota, è arrivata nel 2012 attraverso la pubblicazione del Passaporto delle Città per Camminare e della Salute. Il Passaporto ha avuto il patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri, dell’ANCI e di numerose realtà scientifiche nazionali.

È stata realizzata un’applicazione scaricabile gratuitamente sulle piattaforme iOS, Android e Windows Phone per smartphone e tablet. L’App aiuta il cittadino a trovare nella propria città, o nella città in cui si trova, dei percorsi adatti ad una pratica motoria semplice ma efficace dal punto di vista della salute. Grazie all’App è facile identificare i percorsi, condividere con gli utenti i propri itinerari, consigli ed opinioni. I percorsi sono validati da Maurizio Damilano con commenti tecnici per i più esperti ed esigenti.

L’app “Città per camminare e della salute” sviluppa numerosi item fondamentali per il benessere dei cittadini: si può scegliere uno dei percorsi disponibili o creare il proprio percorso personalizzato. Il programma permette, inoltre, di ottenere informazioni sullo stato di forma fisica, sul consumo energetico, sul contributo alla riduzione di CO2, oltre alla possibilità di condividere l’esperienza con gli altri utenti all’interno di una community dedicata. Infine il percorso evidenzia numerose utilities e segnala le bellezze storiche o paesaggistiche della città di riferimento.

Damilano ci ricorda che: «La maggior parte delle persone che soffrono di tali malattie, come il diabete, sono concentrate nelle città: il 65%, secondo gli ultimi dati. Inoltre, l’8% per dei bambini è a rischio obesità e il 42% delle persone non svolge attività fisica. Il nostro obiettivo è quindi quello di prevenire l’insorgere di queste patologie. Il fitwalking può svolgere un ruolo da protagonista in questo senso».

Un’occasione unica, dunque, che vede protagonista un testimonial d’eccezione una figura che come sottolinea il dottor Parodi: «È importante perché i messaggi trasmessi da un grande campione sportivo, con stile e comportamento coerenti, inoltre riferiti ad un ambito di attività in cui è così competente, coinvolge ed entusiasma le persone in modo particolare. Dico questo per esperienza constatata direttamente».

14° Summer Squash Festival – 12° Trofeo Città di Biella: Paolo Sioli domina

14° Summer Squash Festival – 12° Trofeo Città di Biella: Paolo Sioli domina


Si è svolto sabato presso i campi del Centro Sportivo Pralino a Sandigliano il 14° Summer Squash Festival – 12° Trofeo Città di Biella, da anni tappa conclusiva della stagione agonistica targata ASSI-Csain e festa di chiusura della stagione agonistica.

Ed infatti considerando le elevate temperature del periodo e la voglia di salutarsi dopo un anno di sfide in giro per i club di mezza Italia, quale posto migliore per concludere la stagione se non in un club come il Centro sportivo Pralino dotato di magnifici spazi verdi e piscine per tutti i gusti??
Alta come sempre la partecipazione dei giocatori da fuori principalmente dalla Liguria e dalla Lombardia a insidiare come sempre la nutrita compagine di giocatori biellesi che, per la prima volta quest’anno, non riescono a piazzare nessun giocatore sui 3 gradini più alti del podio.
Gli incontri incominciano puntuali intorno alle 9,30: dei 24 iscritti 2 soli assenti per intercorsi problemi famigliari e, sotto la direzione rigida e precisa del top player Andrea Gianfredi si incomincia a sudare sui parquet: Riccardo Casalvolone liquida Marco Miotto da Vado Ligure, il “Cobra Egizio” Ale Fortuna fa divertire la bella Stefania Gherardo, Roberto Antonacci invece fa vedere i sorci verdi a Stefano Murdaca, Marco Curti e Alberto Giacoletto si affrontano senza esclusione di colpi e alla fine passa il Savonese, il Veterano Fabio Farneti insegna squash a Simone Pozzati al suo primo torneo mentre Giorgio Soria da Ivrea suda le proverbiali sette camicie per aver ragione del milanese Davide Morelli fresco (si fa per dire!) trionfatore al Mediolanum Forum di Assago.
Il livello cresce al secondo turno con l’entrata in campo delle teste di serie. Andrea Gianfredi cede per una mezzoretta la direzione del torneo per lisciare il pelo a Riccardo Casalvolone mentre Sioli Paolo ne acconcia il fratello Corrado. Enea Balestreri quatto quatto elimina Vasco Nugnes, mentre Stefano Scarioni ammansisce il Cobra Egizio. Nel derby biellese è Luca Di Bernardo a sopraffare Roberto Antonacci mentre Marco Tapparo ha la meglio su Alberto Giacoletto. Chiudono il giro degli incontri del secondo turno Fabio Farneti che batte Enrico Morabito e Danilo Barra che si impone su Giorgio Soria.
Nei quarti di finale la scrematura procede ai danni di Enea Balestreri, Luca Di Bernardo, Marco Tapparo e Fabio Farneti che vengono eliminati rispettivamente da Andrea Gianfredi, Stefano Scarioni, Paolo Sioli e Danilo Barra.
Ci si presenta così alle semifinali con un solo giocatore Biella Squash a lottare contro i “giganti” milanesi.

Gianfre-nik non è ancora al top dopo il risentimento muscolare che l’ha fermato il mese scorso ai nazionali e cede il posto in finale a Stefano Scarioni; Paolo Sioli lotta strenuamente con Danilo Barra e va in finale.
Paolo Sioli, da poco rientrato alle gare, procede inarrestabile con il suo processo di crescita e si aggiudica la finale battendo 2-0 un motivatissimo e mai domo Stefano Scarioni. Gianfredi non forza e non scende in campo e cede a Danilo Barra il terzo gradino del podio.
Nei tabelloni di recupero Fabio Farneti ha la meglio su Luca Di Bernardo ed è 5°, Enrico Morabito si prende il 9° posto ai danni del “Cobra” Ale Fortuna mentre Davide Morelli è 17° battendo una combattiva Stefania Gherardo che, dopo la sconfitta al primo turno, si è rifatta eliminando nei turni di recupero Marco Miotto e Stefano Murdaca.
Terminati gli incontri ha luogo la festosa premiazione sotto le piante del Centro Sportivo Pralino dopodiché si va a cena al Circolo San Grato di Sordevolo
La ASD Biella Squash ci tiene a ringraziare vivamente tutti i giocatori intervenuti con i loro famigliari, Mirko Guzzon che nonostante gli impegni assunti ha rimandato la partenza per le ferie per preparare una sontuosa grigliata per tutti i presenti, gli sponsor che con il loro generoso contributo hanno reso possibile questa magnifica giornata di sport e divertimento: Birra Menabrea, Acqua Lauretana, Double AR, Natural Boom Mental Drink e D Camicie su misura oltre – naturalmente – all’Assessorato allo Sport del Comune di Biella, ente co-organizzatore e patrocinante la Manifestazione.
La stagione 2017/2018 ripartirà da Biella a fine settembre dopo la pausa estiva.

Buone vacanze e buon squash a tutti!

ASD BIELLA SQUASH

 

 

 

IL PROGETTO PER COLTIVARE ORTICELLI DOMESTICI AZIENDALI URBANI

IL PROGETTO PER COLTIVARE ORTICELLI DOMESTICI AZIENDALI URBANI NASCE COSI’ LA CITTA’ D’ORTI

Per vedere spuntare sempre più aree coltivate anche in città nasce “Città d’Orti”, il progetto comune di LifeGate, Slow Food Italia e Comart, che si propone di divulgare il modello di agricoltura urbana tramite la diffusione e la promozione di orti domestici, aziendali e urbani.

Gli orti urbani stimati in Italia sono 18 milioni, un fenomeno in crescita sia come opportunità di recupero di aree verdi abbandonate all’incuria e al degrado, sia come momento educativo e di socializzazione. Il nuovo progetto si propone come una “scuola di orti”, nella quale i tre partner dell’iniziativa mettono a disposizione indicazioni e suggerimenti sulle colture più adatte, sulle loro proprietà e benefici nutrizionali e su tempi e modi di coltivazione. Grazie alla collaborazione tra Slow Food Italia e LifeGate è stato possibile coinvolgere direttamente le aziende: grazie ad appositi moduli formativi, i dipendenti possono imparare concretamente, con le mani nella terra, come dar vita a un orto, conoscere il ciclo delle stagioni e condividere questa esperienza con bambini e familiari. Inoltre, grazie a LifeGate, è possibile rendere le attività a Impatto Zero, tramite il calcolo, la riduzione e la compensazione delle emissioni di Co2.

Ma l’aspetto formativo del progetto continua anche online: sul portale di LifeGate è stata infatti creata una speciale sezione dove si possono trovare tutte le informazioni per creare e curare il proprio orto in città, dai terreni assegnati dall’amministrazione comunale a consigli sull’organizzazione di orti su balconi e terrazze. Proviamoci visto che oggi dobbiamo mangiare dei prodotti immangiabili.

L’ITALIA DEL GIRO100 SI È ILLUMINATA DI ROSA

L’ITALIA DEL GIRO100 SI È ILLUMINATA DI ROSA

A 100 giorni dalla partenza della storica edizione il 5 maggio dalla Sardegna, le città di tappa del Giro d’Italia hanno illuminato di rosa le loro bellezze #Giro100

 

Passo dello Stelvio

Milano, 25 gennaio 2017 – Mancano esattamente 100 giorni alla partenza del Giro d’Italia edizione 100 e le città che lo ospiteranno hanno voluto mostrare al mondo il loro legame con la Corsa Rosa, illuminando i simboli che le rappresentano tra monumenti, piazze, vie e creazioni particolari.

La Fontana del Nettuno in Piazza della Signoria a Firenze

La Torre di Sulis di Alghero, il Museo Archeologico di Olbia, il Monumento Naturale degli Scogli Rossi ad Arbatax (Tortolì), la statua della Dea Athena sul lungomare di Reggio Calabria, lo Scoglio della Regina ad Acquappesa (Terme Luigiane), Il Palazzo di Città di Castrovillari, il Trullo Sovrano di Alberobello, Il Duomo di Molfetta, le Mura del Belvedere di Montenero di Bisaccia, il Palazzo del Municipio di Montefalco, la Fontana del Nettuno in Piazza della Signoria a Firenze, il palazzo del Municipio di San Pietro in Bagno, la Fontana del Teatro Municipale di Reggio Emilia, Piazza Malaspina a Tortona, il Battistero di Biella (Oropa), il Municipio di Valdengo, la Porta di San Giacomo a Bergamo Alta, la Piazza principale di Rovetta, la Stele dedicata a Coppi sullo Stelvio (Cima Coppi del Giro 2017) in Valtellina, le Sculture di Ghiaccio sulle Dolomiti a Ortisei e San Candido, Palazzo Menegozzi ad Aviano (Piancavallo), il Palazzo Comunale di Pordenone, la tribuna centrale dell’Autodromo di Monza e la Torre Branca a Milano si sono “accese” e tinte di rosa.

La Torre di Sulis di Alghero

Il Trullo Sovrano di Alberobello

Le Sculture di Ghiaccio sulle Dolomiti a Ortisei

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Piazza Malaspina Tortona

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Biella Oropa il Battistero

13° SUMMER SQUASH FESTIVAL 11° TROFEO CITTA’ DI BIELLA

13° SUMMER SQUASH FESTIVAL

11° TROFEO CITTA’ DI BIELLA 

gruppo 3 biella

Si è svolto sabato sui 2 campi del Centro Sportivo Pralino a Sandigliano il 13° Summer Squash Festival, 11° Trofeo Città di Biella, ultimo torneo e festa di chiusura della stagione agonistica ASSI-Csain 2015/2016.

Complice il tempo incerto e la partita della Nazionale di calcio non si ha avuto il tutto esaurito degli altri anni ma si è avuta comunque una buona partecipazione di giocatori provenienti dalla Lombardia, Liguria e Piemonte. Nutritissima come sempre anche la presenza degli atleti biellesi.

Per la formazione del tabellone principale si è dovuto disputare un turno di qualificazione in cui un gruppo di 6 giocatori di categoria “Light” ha dovuto incrociare le racchette contro un gruppo di 6 giocatori più esperti di IV° e III° categoria.

Come prevedibile i 6 giocatori biellesi di categoria “Light” non sono riusciti a conquistare l’accesso al “main draw” contro i più esperti e quotati avversari ma per loro si è aperto un entusiasmante torneo di recupero alla fine del quale ha prevalso come miglior “Light” il giocatore Alessio Piffaretti di Cagno che in finale si è imposto col punteggio di 2-1 su Massimo Borri in forza alla Biella Squash.

Nel tabellone principale passano il primo turno il vigevanese Luca Lovati (2-1 a Cesare Donati), il novarese Andrea Tasca (2-0 a Luca Sacchettini) Corrado Casalvolone (2-0 al ligure Marco Miotto), Tradati Mattia del Polisquash Milano (2-0 a Riccardo Casalvolone), Roberto Antonacci (2-0 al milanese Renzo Folci del Polisquash). 

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Nei quarti di finale le tre teste di serie Andrea Gianfredi, Marco Tapparo e Gianluca Battaggia passano tutte agevolmente il turno ai danni di Andrea Tasca, Luca Lovati e Roberto Antonacci col punteggio di 2-0, mentre tra Mattia Tradati e Corrado Casalvolone è il primo a prevalere anche qui col punteggio di 2-0.

Le semifinali vedono i biellesi sugli scudi: Andrea Gianfredi si impone su Mattia Tradati per 3-1 e Marco Tapparo non lascia scampo a Battaggia cui rifila un secco 3-0.

La lotta per la conquista dell’11° edizione del Trofeo Città di Biella è nuovamente “lotta in famiglia” tra i colossi della Biella Squash “il vecio” Andrea Gianfredi ed “il giovine” Marco Tapparo. La finale, arbitrata dal “Past President” Lino Cerra coadiuvato dal “Past President” Andrea Maffei presenti a dare lustro (e non solo!) alla manifestazione, vede prevalere Andrea Gianfredi col punteggio di 3-1.

Mattia Tarditi si aggiudica il terzo gradino del podio, Roberto Antonacci fa suo il 5° posto (ai danni di Corrado Casalvolone) mentre Renzo Folci “soffia” il 9° posto a Riccardo Casalvolone.

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La ASD Biella Squash ringrazia calorosamente, oltre che all’Assessorato allo Sport del Comune di Biella, Acqua Lauretana, Birra Menabrea e D Camicie su Misura che hanno generosamente contribuito alla realizzazione dell’evento nonché Mirko Guzzon, Lino Cerra e Andrea Maffei che hanno magistralmente seguito la parte gastronomica legata all’evento!

Vini italiani in crescita in Cina: nel 2015 l’export italiano ha raggiunto i 90 milioni di euro (+18%).L’International Wine and Spirits Show è in corso nella città cinese fino a mercoledì 23 marzo

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LInternational Wine and Spirits Show è in corso nella città cinese fino a mercoledì 23 marzo

VINO: IL SISTEMA ITALIA CON VINITALY A CHENGDU

Vini italiani in crescita in Cina: nel 2015 lexport italiano ha raggiunto i 90 milioni di euro (+18%).

Verona, 21 marzo 2016 Con Vinitaly la promozione del vino italiano torna a Chengdu. Sono state presentate ieri, nella città cinese, le aziende che dal 20 al 23 marzo partecipano con 39 stand, 582 etichette e 131 brand all’International Wine and Spirits Show, fuorisalone del China Food and Drink Fair di Chengdu, il più importante vitivinicolo in Cina dove sono attesi più di 300mila operatori del settore. La presentazione è avvenuta nel corso dell’evento “Italian Wine & the Chinese Market. How to unlock more opportunities”, organizzato da Vinitaly International in collaborazione con l’Ambasciata d’Italia a Pechino e il Consolato italiano a Chongqing.

«L’Italia è leader mondiale nella produzione ed esportazione del vino ma in Cina possiamo fare di più». Così l’Ambasciatore Ettore Sequi nel videomessaggio inviato per manifestare il pieno sostegno delle Istituzioni alle aziende del italiane a Chengdu. «Il mercato cinese offre ancora delle opportunità inesplorate – ha continuato Sequi –, invito quindi tutti gli operatori del settore ad unirsi per affrontare le sfide che esso pone. Come dimostrato in altri campi, le dimensioni medio-piccole delle imprese non costituiscono sempre un limite. Se ben organizzate, le nostre aziende possono affermarsi anche su un mercato dalle dimensioni continentali come quello cinese».

Nell’occasione è stata illustrata anche la 50ma edizione di Vinitaly, in programma a Verona dal 10 al 13 aprile 2016 (www.vinitaly.it) e che prevede la visita di esponenti delle istituzioni italiane e di qualificati imprenditori cinesi.

«Il 50° Vinitaly – ha sottolineato Giovanni Mantovani, direttore generale di Veronafiere sarà l’edizione record, con più di 4.100 espositori e una superficie espositiva di oltre 100 mila metri quadrati netti, alla quale per la prima volta prenderanno parte aziende vinicole cinesi. È interessante che il settore produttivo in Cina cresca e Vinitaly possa essere anche casa loro. Vinitaly 2016 sarà inoltre un’edizione speciale perché inaugurata, per la prima volta nella sua storia, dal Presidente della Repubblica italiana, Sergio Mattarella, e avrà l’onore della visita del nostro premier, Matteo Renzi, che incontrerà nei giorni della fiera Jack Ma, fondatore di Alibaba. Un insieme di iniziative che rinsalderanno i già ottimi rapporti con la Cina, un grande paese nel quale siamo presenti da più di vent’anni e nel quale continueremo a portare la conoscenza e la cultura dei nostri vitigni e territori».

L’export di vino italiano in Cina, seppur in crescita, non ha espresso ancora tutte le sue potenzialità, come ha ricordato l’Ambasciatore Sequi. Secondo i dati ISTAT, nel 2015 l’Italia ha esportato vino in Cina per un controvalore di circa 90 milioni di euro, con una crescita pari al 18% rispetto all’anno precedente. Dal punto di vista quantitativo, nel 2015 l’Italia ha esportato in Cina circa 27 milioni di litri di vino con una crescita del 5,5%. I prezzi medi hanno registrato un aumento da 2,96 a circa 3,30 euro/litro. Tuttavia, l’attuale posizionamento del vino italiano in Cina (soprattutto per quote di mercato occupate) non è ancora adeguato al ruolo che l’Italia ricopre nel panorama enologico mondiale quale primo paese produttore e secondo maggior esportatore. L’Ambasciatore ha concluso ricordando che l’Ambasciata e i Consolati italiani in Cina – così come gli uffici Agenzia ICE – sono a fianco delle nostre aziende nella battaglia per l’affermazione e la diffusione del vino italiano sul mercato cinese: «È un impegno a vantaggio del nostro business ma anche della nostra cultura e della nostra identità».

Nel 2015 l’Italia è tornata ad essere il primo produttore mondiale di vino, raccogliendo uva per circa 49 milioni di ettolitri di vino con un aumento del 13% rispetto all’anno precedente (la Francia si è fermata a circa 46 milioni e la Spagna a circa 36 milioni). In Italia si produce pertanto oltre un quarto (28%) del vino europeo, e circa un quinto della produzione mondiale (18%). Il valore dell’export italiano di vino ha registrato un incremento del 6% nel 2015, superando la cifra storica di 5,4 miliardi di euro. Quello del vino è un settore produttivo di primaria importanza e dà lavoro a circa 1,25 milioni di persone.