LE BENEMERENZE DEL CONI DI ALESSANDRIA A NOVI LIGURE

Il 1°dicembre saranno consegnate al Museo dei Campionissimi

Le benemerenze del CONI a Novi Ligure

Importante evento per il mondo dello sport alessandrino. Il prossimo 1° dicembre, alle ore 16:00 nel Museo dei Campionissimi di Novi Ligure, si terrà la consegna delle benemerenze del CONI.

Bruna Balossino, delegata provinciale di Alessandria e membro della giunta regionale del CONI Piemonte ci spiega “ogni anno il CONI consegna le benemerenze che consistono nelle Stelle d’oro, argento e bronzo per quanto riguarda i dirigenti sportivi, le Palme d’oro, argento e bronzo per gli allenatori e le Medaglie, anch’esse dei tre metalli che premiano gli atleti”.

La differenza sostanziale consiste nel fatto che le Stelle e le Palme vengono segnalate dal comitato provinciale del CONI o dalle singole federazioni, mentre le Medaglie sono scelte esclusivamente dalle federazioni, premiando le prestazioni degli atleti “la Medaglia d’oro premia il Campione del Mondo, quella d’argento il Campione Europeo mentre quella di bronzo il Campione Italiano” ci fa presente Bruna Balossino.

La Stella d’Oro di quest’anno verrà consegnata a Giorgio Cardini di Acqui Terme “è l’autentico pioniere italiano del badminton – dice Bruna Balossino – uno dei primissimi ad aver introdotto in Italia questo sport. La Stella d’Oro ufficiale gli verrà consegnata solamente a febbraio in occasione della giornata del CONI, mentre il 1° dicembre lo omaggerò con una targa”. Le Stelle di Bronzo per i dirigenti sportivi verranno consegnate invece a Giovanni Como, Vallorino Fazzini, Enzo Monticone e Sergio Torazza.

Per quanto riguarda gli atleti saranno ben due le Medaglie d’Oro ai campioni del mondo: Alessandro Pierguidi, pilota di automobilismo della Ferrari su strada e Giulia Barbaro per quanto riguarda il tiro con l’arco. Medaglie di bronzo a: Riccardo Bonaldo (tamburello), Marco Carlevaro e Alberto Cavagnaro (bocce), Margherita Costa e Andrea Mortarotti (bridge), Silvia Garino (pallacanestro), Valentina Margaglio (sci) e Luciano Randazzo (pugilato). Tutti questi premi sono relativi ai risultati sportivi ottenuti nel corso della stagione 2017.

Per quanto riguarda invece i risultati ottenuti nell’anno 2018 il CONI Alessandria ha inoltre istituito alcuni premi: Il Premio Talento, che viene consegnato ai ragazzi che non si sono ancora affermati nelle categorie superiori andrà a tre neo-diciottenni ovvero Alessandro Fusco (nuoto), Enola Chiesa (tennis) e Francesca Semino (pattinaggio artistico). Per gli atleti più affermati il Riconoscimento Atleta, che premia i risultati ottenuti nel corso della carriera sportiva andrà a Federica Parodi (triathlon), Machmach Abdessalam (atletica) e Letizia Camera (pallavolo). Premiati anche gli atleti del Liceo Amaldi, con l’apposito Premio Scuola che hanno ottenuto risultati brillantissimi ai campionati studenteschi nazionali che si sono svolti a Palermo, ottenendo il secondo posto nel beach volley ed il terzo nel calcio a undici.

Fabio Mazzari

AD AOSTA LE NUOVE TECNOLOGIE PER LA VITICOLTURA EROICA

Ad Aosta “Enovitis Extrême”: le nuove tecnologie per la viticoltura eroica

L’Assessorato dell’Agricoltura e ambiente della Regione autonoma Valle d’Aosta informa che il 19 luglio 2018 si terrà a Quart la prima edizione di Enovitis Extrême, incentrata sulla viticoltura di montagna.

L’evento, dedicato alle tecnologie per la coltivazione dei vigneti eroici in alta quota, è organizzato dall’Unione Italiana Vini in collaborazione con il Centro di ricerca per la viticoltura di montagna (Cervim), il supporto dell’Associazione dei viticoltori della Valle d’Aosta VIVAL, ed è patrocinato dalla Regione autonoma Valle d’Aosta. Abbiamo accolto con piacere la richiesta di collaborazione di Unione Italiana Vini all’iniziativa Enovitis Extrême che si pone l’obiettivo di valorizzare la pratica della viticoltura eroica, che sul nostro territorio ha un valore culturale e sociale, oltre che economico. Mantenendo l’impostazione di Enovitis in Campo, già collaudata da Unione Italiana Vini, con i quali siamo davvero lieti di collaborare, anche qui in Valle d’Aosta avremo una giornata intera dedicata alle tecnologie per la coltivazione dei vigneti, con particolare attenzione a quelli dedicati in alta quota e con giaciture ad elevata pendenza. Alle prove sul campo e dimostrazioni con attrezzature e macchinari specifici abbiamo voluto inoltre abbinare un momento più tecnico con una tavola rotonda sugli aspetti concernenti la tutela, la valorizzazione e la commercializzazione del settore vitivinicolo a cui parteciperanno oltre all’Assessorato, altri partner con i quali sono in corso collaborazioni specifiche per la promozione del settore” – dichiara l’Assessore all’Agricoltura e ambiente Elso Gerandin.

La manifestazione, già collaudata a livello nazionale, vuole andare incontro alle esigenze delle aziende del settore ‘eroico’ presentando anche in Valle d’Aosta le tecnologie più avanzate in ambito vitivinicolo e le diverse soluzioni per facilitare una tipologia di coltivazione molto impegnativa. Con Enovitis Extrême – spiega Ernesto Abbona, Presidente di Unione Italina Vini – la viticoltura di montagna trova la sua vetrina con un appuntamento dedicato alla scoperta dei macchinari, delle innovazioni e delle soluzioni migliori per lavorare in quei territori. Questa manifestazione vuole essere anche un luogo dove confrontarsi sui problemi e sulle prospettive di questa nicchia produttiva di grande valore, ma anche un’occasione per lanciare un messaggio culturale alla politica, alle istituzioni e ai mercati sulla necessità di salvaguardare e sostenere questo settore della viticoltura. Con tali presupposti abbiamo promosso, insieme alla Regione autonoma Valle d’Aosta, a Cervim e a Vival, l’appuntamento di Enovitis Extrême, che Unione Italiana Vini aveva in mente da diversi anni e che ora finalmente è realtà.

L’iniziativa è ospitata dalla storica Società Agricola Grosjean all’interno nel vigneto “Rovettaz”.

OCM VINO NEI PAESI TERZI SCONGIURATO IL BLOCCO DEI FONDI FINO AL 2021

Ocm Vino nei paesi terzi, scongiurato il blocco dei fondi almeno fino al 2020/2021

Sventato il rischio di blocco dei fondi europei per la promozione dei vini italiani ed europei nei paesi terzi. 

I produttori che hanno già beneficiato dei finanziamenti per azioni in mercati come gli Stati Uniti potranno continuare a contare sul sostegno europeo in quei mercati almeno fino al 2020/21. E’ quanto emerge da una lettera della direzione generale agricoltura della Commissione dell’Unione europea che ha anticipato Ansa che risponde a un sollecito delle autorità italiane, insieme a quelle di Francia e Portogallo. A far temere il blocco dei fondi era stata l’interpretazione delle linee guida sull’Ocm vino data dall’Esecutivo dell’Unione europea secondo cui se un beneficiario ha preso finanziamenti per 5 anni per la promozione in un determinato paese terzo non può più godere del sostegno europeo per lo stesso tipo di azioni nello stesso mercato. Criterio che se applicato alla lettera e da subito avrebbe fatto saltare operazioni di promozione per il vino italiano in mercati cruciali come gli Stati Uniti. Nella lettera la Commissione chiarisce che le nuove norme si applicano dal 2016, consentendo quindi di “salvare” i programmi fino al 2020/21, e che non è esclusa la possibilità che i produttori possano avere accesso ai finanziamenti se presentano domanda per un nuovo progetto, anche se con obiettivo lo stesso mercato terzo.

BIKE TOUR AKRAGAS ALLA SCOPERTA DELLA VALLE DEI TEMPLI

Bike Tour Akragas: viaggio alla scoperta della Valle dei Templi 

Agrigento – “La vita o si vive o si scrive, io non l’ho mai vissuta, se non scrivendola” scrisse lo scrittore e drammaturgo agrigentino Luigi Pirandello nel celebre romanzo “Il fu Mattia Pascal”. I partecipanti alla seconda edizione del Bike Tour Akragas, granfondo valida quale terz’ultima prova del circuito Grand Tour Sicilia 2018 in programma domenica 10 giugno ad Agrigento, vorrebbero sicuramente vivere la loro vita pedalandola.

La manifestazione nacque lo scorso anno grazie ad un gruppo di appassionati locali di questa affascinante disciplina che pedalando giornalmente tra le bellezze archeologiche della Valle dei Templi, uno dei siti archeologici più estesi, rappresentativi e meglio conservati della civiltà greca classica che nel 1988 è stato inserito dall’Unesco nell’elenco del Patrimonio Mondiale dell’Umanità, hanno deciso di condividere questa opportunità con i protagonisti del movimento granfondistico nazionale.

La manifestazione organizzata sotto l’egida di CSAIn Ciclismo proporrà due percorsi di gara. La Mediofondo che si tiene sulla distanza di 76 chilometri, un viaggio tra mare e terra che toccherà i luoghi da Giuseppe Tomasi di Lampedusa nel Gattopardo e il Commissario Montalbano e permetterà ai partecipanti di ammirare in bicicletta i tempi di Ercole, della Concordia e Giunone.

La prova regina, la Granfondo, si terrà invece sulla distanza di 106 chilometri. I primi quaranta chilometri sono comuni ad entrambi i percorsi, poi nei pressi di Naro avverrà la divisione dei due percorsi che porterà i ciclisti che hanno optato per la granfondo a raggiungere il territorio di Campobello di Licata e far ritorno ad Agrigento.

Tra le salite da affrontare quella che conduce all’abitato di Favara e la salita della Via Panoramica dei Templi teatro del Mondiale professionisti 1994 vinto dal francese Luc Leblanc davanti a Chiappucci e Virenque.

Iscrizioni. Le iscrizioni si effettuano attraverso il sito del timing Speedpass https://www.speedpassitalia.it/gara-sicilia/2-bike-tour-trophy-10-06-2018/

LA CREASSION DIJ PIEMONTEIS – LA CREAZIONE DEI PIEMONTESI

La creassion dij Piemontèis – La creazione dei  piemontesi

El Creatoe al sest dì, a l’era  alvasse bonora e a l’avia ampastà l’òm a la fomma prima ch’as fèissa di.
Adam a l’era piasse sùbit na cheuita soagnà d’Eva e, quand a l’è alvasse ‘l sol, a l’avìo già faàit la frità.Antlora le giornà a j’ero motoben pì longhe ‘d lòn che a peusso esse ancheuj, mentre tut el rest as fasìa motoben pì an pressa.Sòn per dì che, prima che a je spontèissa’l di che a fè set e prima che Nosgnor a tachèissa l’arpòs, an sle rivere dj’anviron a-i furmiolavo già na mesa dosen-a ‘d tribù.


E gnente a sarìa se a fussa nen che as cimentavo, as ghemmonavo, as busticavo,as si fin-a che minca na tribù a l’avìa già trovà sò Cain per forgè j’arme e ussè le pere.
A l’è stàit a sta mira che San Michele a l’è andàit dal Creator e a l’ha dije: ” Pare Sant, mi sai che Voi i feve tut da bin e iv ciam scusa! ma, guardand giù ant le vaj del mond, i veddo che le rasse ‘d gent che i l’eve butaje andrinta a son rasse malgrassiose e cagnin-e.
Perchè, Nosgnor, i cree nene na rassa con un pò ‘d lolà ant la testa ? Na rassa che, sensa ciaramlè tant,a s’angigna a butè un pò d’ardriss an sla tèra. Na rassa ch’a-j mostra a cudì ij camp e le vigne, a ten-e le piante a ij pra. Na rassa ch’a sapia a travajè per lor e per j’àutri e che, a temp e ora, a sapia ten-e e mnè ‘l baston ?”.
El Creator, che a l’era già butasse le pantofle ant ij pè e la scufia an testa, coma as costumava antlora, a l’avìa scotà San Michele con la boca ambajà. Pì ‘l temp passava, pì as sentìa content d’avèj creà n’Angel così an piòta e antivist.
E, alvandse an s’una nìvola, a l’avìa vardà giù vers la gusaja che a seguitava a fesse ‘d despresie e a possognesse: ” Tirte an là! , Sì a l’è mè!, Son rivaje prima mi!”.
A l’era virasse desgustà, rissand el nas e sopatand la testa. ” A venta pròpi che i fasso n’autrà rassa, coma it dise ti! Ma na rassa che a l’abia la testa sel còl!
La testa sel còl, nopà che sle spale coma tuti j’àutri! Na rassa ch’a s’angigna, ch’a buta d’ardriss, ch’a cudissa, ch’a travaja per lor e per j’àutri! ”
E ‘l Creator e l’era calà sle montagne e, con la tèra nèira, l’eva ciàira, el sol foà, la ròca dura, a l’avìa fàit la rassa piemontèisa con la testa sel còl.
” Và e travaja, butand giudissi per tuti!……” a l’avìa dije al prim piemontèis.
Ma, ant la pressa, Nosgnor a l’è desmentiasse ‘d deje ‘l bastion da ten-e e da mnè.
A l’è parèj che ij piemontèis a son ancora bele ancheuj coma a l’ha faje Nosgnor! A travjo per lor e per j’àutri, butand giudissi per tutti.
El mal a l’è che coj che a l’han la testa sle spale a l’han seguità a ten-e e a mnè ‘l baston sla schin-a dle ciole che a l’han la testa sel col.


La creazione dei  piemontesi

Il Creatore al sesto giorno, si era alzato di buon’ora e aveva impastato l’uomo e la donna, prima che facesse giorno.
Adamo si era subito innamorato di Eva e, quando si era alzato il sole, avevano già fatto la frittata!
Allora, le giornate erano molto più lunghe di oggi, mentre tutto il resto si faceva più in fretta.
Questo, per dire che prima che spuntasse il giorno, che era il settimo, e prima che Nostro Signore incominciasse il riposo, sulle rive di un fiume si formavano già una mezza dozzina di tribù.E non sarebbe niente se non fosse che si cimentavano, mugugnavano, bisticciavano, si dice anche che una tribù avesse già trovato il suo Caino per forgiare le armi e appuntire le pietre.
E’ stato allora, che San Michele è andato dal Creatore e gli ha detto: ” Padre Santo, io so che fate tutto bene, e chiedo scusa, ma guardando giù le valli del mondo, vedo che le genti che avete messo dentro, sono razze cattive e maleducate.
Perché Nostro Signore non crei una razza con un po’ di giudizio nella testa, una razza che, senza chiacchierare troppo si ingegna a mettere un po’ di ordine nella terra. Una razza che insegna a quelli dei campi e delle vigne a tenere bene le piante e i fiori. Una razza che sappia lavorare per sé e per gli altri e che al tempo giusto sappia tenere e menare il bastone? “
Il Creatore, che si era già messo le pantofole nei piedi e la cuffia in testa, come si usava allora, aveva ascoltato San Michele con la bocca aperta. Più il tempo passava, più si sentiva contento di aver creato un angelo così in gamba e all’avanguardia.
E salendo su una nuvola, aveva guardato giù verso la gentaglia che continuava a farsi dispetti e a spingersi. “Spostati! Questo è mio! Sono arrivato prima io!”
Si era voltato disgustato arricciando il naso e scuotendo la testa: “Devo proprio fare un’altra razza, come dici tu, ma una razza che abbia la testa sul collo!
La testa sul collo, non sulle spalle come tutti gli altri. Una razza che s’ingegna, che metta ordine, che accudisca, che lavori per sé e per gli altri!!”
Il Creatore si era calato sulle montagne e con la terra nera, l’acqua chiara, il sole caldo e la roccia dura aveva fatto la razza piemontese con la testa sul collo.
“Vai e lavora mettendo giudizio per tutti….” Aveva detto al primo piemontese.
Ma nella fretta, Nostro signore, si è dimenticato di dargli il bastone da tenere e da menare.
E così che i piemontesi sono ancora come li ha fatti Nostro Signore. Lavorano per sé e per gli altri, mettendo giudizio per tutti.
Il brutto è che quelli che hanno la testa sulle spalle, hanno continuato a tenere e menare il bastone sulla schiena degli stupidi che hanno la testa sul collo!

1° TROFEO CICLOCROSS DEI DUE MARI

1° Trofeo Ciclocross dei Due Mari: appuntamento domenica prossima a Lamezia Terme 

Lamezia Terme – Era il 5 dicembre 2010, quando in località Marinella, un auto guidata da un ventenne a cui era stata ritirata la patente, travolge lungo la SS18 un gruppo di ciclisti uccidendone sette. L’ Avv. Domenico Strangis, ottava vittima, morirà all’ospedale Annunziata di Cosenza. Una tragedia che colpì l’intera nazione e lasciò una profonda ferita nella comunità lametina.

Molti appassionati, dopo la strage, abbandonarono l’attività su strada per dedicarsi esclusivamente alla mountain bike. Tra questi l’Avv. Bernardo Marasco presidente dell’associazione Lamezia Bikers che oggi conta 83 tesserati e domenica prossima darà vita al 1° Trofeo Ciclocross dei Due Mari, prova unica del campionato regionale CSAIn Ciclismo.

Quella che si terrà domenica 11 marzo al Parco Peppino Impastato è la prima gara di ciclocross che il nostro team organizza – sottolinea Bernardo Marasco – un evento dedicato alla multi disciplina che arriva a stagione ormai iniziata, ma per il nostro gruppo che svolge prevalentemente attività fuoristrada è propedeutico all’inizio dell’attività in MTB. L’incidente in cui hanno perso la vita otto ciclisti lametini ha profondamente cambiato il modo di interpretare il ciclismo nella nostra provincia. Molti nostri tesserati dopo quella triste pagina hanno deciso di appendere la bicicletta al chiodo, mentre altri si sono dedicati esclusivamente alla MTB proprio per pedalare lontano dalle arterie molto congestionate. Io ho pedalato insieme a quel gruppo sullo stesso tracciato dell’incidente tre giorni prima. Non è facile metabolizzare uno shock così forte, ma, per ciò che mi riguarda. Ho deciso di pedalare e impegnarmi insieme a coloro che hanno voluto fondare l’associazione Lamezia Bikers proprio per mantenere vivo il ricordo di questi otto appassionati e comunque continuare a promuovere l’attività ciclistica nella nostra città e regione che offre un territorio straordinario soprattutto per l’attività del fuoristrada. Ringrazio Antonino Grilleta delegato CSAIn Ciclismo Calabria e Serafino Gentile presidente CSAIn Reggio Calabria”.

Il percorso di gara sarà tracciato all’interno del Parco Peppino Impastato (partenza alle ore 9,30). Nel programma della manifestazione è stata inserita anche una gimkana riservata ai bambini che potranno partecipare con qualsiasi tipo di bicicletta.

Per informazioni sull’evento consultare il sito dell’associazione organizzatrice 

 

 

GEMMA LA REGINA DEL TAJARIN ESCE IL LIBRO CHE RACCONTA UN MITO DELLA CUCINA DELLE LANGHE

Gemma, la “regina” del tajarin: esce il libro che racconta un mito della cucina di Langa

Si intitola “Gemma – La poesia dei tajarìn di Langa” il libro che sarà presentato giovedì 7 dicembre alle ore 18 presso il castello nella Sala delle Moschee.

I testi sono stati scritti da Luciano Bertello, Maurizio Crosetti, Piero Dadone, Luigi Sugliano e Giovanni Tesio con i contributi di Enrico Crippa, Margherita Oggero, Davide Palluda e Piero Soria e le fotografie di Bruno Murialdo e i contributi fotografici di Bruno Martina. Ma chi è Gemma? Gemma Boeri è nata a Roddino da famiglia contadina. E’ sposata e ha due figli, Marco e Daniele. L’esperienza partigiana del padre e la vita di campagna sono state fondamentali nella sua formazione. Ha imparato in casa i saperi e i contenuti della cucina casalinga di Langa. Nel 1986 prende in gestione il “Circolo” del paese, coronando il sogno di una vita e facendo in breve tempo di Roddino uno dei “santuari” della cucina tradizionale contadina dell’Albese. Nel 2005, sempre a Roddino, apre l’Osteria da Gemma, che conduce con il figlio Daniele e le nuore. I suoi tajarìn sono uno dei miti della cucina di Langa, tanto da meritare la foto ufficiale del Palio della Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d’Alba edizione 2017. 

Gemma è il simbolo delle osterie di Langa: generosa, genuina, semplice. Raduna persone di ogni età e di ogni ceto, sedendo fianco a fianco a vocianti gruppi di giovani e compunte coppie di anziani, manovali in canottiera e professionisti in giacca e cravatta, langhetti e turisti stranieri. Trattandoli tutti allo stesso modo. Anche il suo menù è il simbolo della più vera cucina casalinga di Langa: niente fronzoli, il gesto ripetuto all’infinito, quasi alla ricerca della perfezione. “Gemma – La poesia dei tajarìn di Langa” è il primo titolo della collana “I Saperi del fare. Uomini e luoghi nei paesaggi viticoli di Langhe-Roero e Monferrato”, attraverso cui la Sorì Edizioni si propone di dare contenuti al riconoscimento che l’Unesco, dal giugno 2014, ha tributato ai paesaggi e alla civiltà del vino di Langhe-Roero e Monferrato. Intende rendere omaggio ai personaggi, ai luoghi e ai saperi che, scrivendo pagine fondanti della cultura materiale di Langhe-Roero e Monferrato, hanno contribuito al riconoscimento Unesco. Si nutre dell’orgoglio di territorio e ambisce ad avere i caratteri di “progetto”, in quanto inserita nei disegni e nei dibattiti che animano il territorio. 

L’approccio non è quello classico dei libri di cucina, ma il racconto del “fare” di Gemma: la sua storia di vita, la sua Langa, la sua gente, le atmosfere che si respirano nella sua osteria. Le ricette, distribuite all’inizio di ogni capitoletto, sono quasi un dettaglio o una conseguenza. E’ un libro che si compone di tanti apporti e contributi, tutti di persone affascinate dalla cucina vera di Gemma e dalla sua Langa. Tra gli altri ci sono anche gli omaggi di due suoi colleghi ed estimatori: Enrico Crippa e Davide Palluda. A rafforzare l’idea che esiste una sola “alta cucina”: quella che ha un senso. Fondamentali sono poi le fotografie e, in particolare, il “racconto per immagini” che Bruno Murialdo ha fatto dei mitici anni del Circolo. Tra i vari apporti, ce n’è uno che vale la pena di rimarcare: quello dei “social plìn” raccontato da Piero Dadone. Si tratta del ruolo “sociale” che l’osteria di Gemma ha nella piccola comunità roddinese. Tutti i giovedì dell’anno, infatti, un numeroso gruppo di donne e uomini di Roddino (e non solo) si radunano per preparare gli agnolotti del plìn per tutta la settimana. Intanto che chiacchierano e lavorano, fanno comunità. E’ un aspetto che non ha uguali e che meriterebbe uno studio sociologico o una tesi di laurea. E per Gemma una laurea. La scelta di due giornalisti sportivi, Gigi Garanzini e Maurizio Crosetti, per la presentazione del libro risponde dunque al carattere di Gemma e della sua cucina. Gemma, infatti, è come un’atleta della cucina di Langa: esercizio, applicazione, passione, sacrificio, costanza, cura di ogni dettaglio, gesto ripetuto all’infinito, continua tensione al miglioramento. Il fare al meglio quello che si sa fare come filosofia di cucina e di vita. Insomma: il luogo e il personaggio ideali per l’inizio di una collana dedicata ai saperi del fare.

LA RICETTA DEL PERIODO DEI MORTI MINESTRONE CECI E COSTINE

La ricetta del periodo dei Morti: MINESTRONE CECI E COSTINE

La tradizione piemontese prevede in molte zone la preparazione, in occasione delle giornate dei Santi e del Morti, della Cisrà, la tradizionale minestra di ceci; vi presentiamo di seguito l’antica ricetta.

Ingredienti (per sei/otto persone):

gr. 400 ceci
gr. 700 costine di maiale
un pezzo di cotenna di maiale
gr. 150 patate
gr. 25 funghi secchi (facoltativi)
cipolla
aglio
prezzemolo
salvia
salsa di pomodoro
bicarbonato
sale e pepe
pane tostato

Preparazione: almeno 15 ore prima, mettete a bagno i ceci con un cucchiaino di bicarbonato. Fateli bollire per due ore circa nella stessa acqua a pentola coperta. In un’altra pentola, fate cuocere le costine con la cotenna in acqua salata, per circa un quarto d’ora dopo che hanno preso il bollore.
Scolate i ceci, metteteli a cuocere in altra acqua salata (due litri circa). Appena prendono a bollire, aggiungete le costine e le cotenne, un cucchiaio di salsa di pomodoro sciolta in acqua, i funghi messi ad ammorbidire in acqua tiepida e tritati, le patate intere sbucciate, qualche foglia di salvia, il trito di una cipolla, uno spicchio d’aglio ed un cucchiaio di prezzemolo.
Quando le patate sono cotte schiacciatele e continuate la cottura finché le carni siano tenere. Mettete nelle fondine fette di pane tostato sulle quali verserete la zuppa servendo a parte parmigiano a piacere.

E’ ANCORA MADE IN ITALY QUELLO CHE MANGIAMO ?

È ancora “Made in Italy” quello che mangiamo?

Sempre più numerosi i marchi diventati di proprietà straniera

È ancora “Made in Italy” quello che mangiamo?

 Negli ultimi anni l’Italia ha progressivamente attratto investitori esteri, al punto che diverse multinazionali hanno acquistato quote sempre maggiori di aziende storiche. Un esempio di questo lo abbiamo avuto nel mondo delle telecomunicazioni (basti pensare ai gruppi “Sky” e “Discovery” oggi leader nella televisione privata), nel tessile (“Krizia” recentemente passato in mani giapponesi) fino a marchi storici dell’industria come Pirelli o Pininfarina, senza dimenticare le divese squadre di calcio diventate di proprietà straniera (Inter, Milan, Roma, Bologna, Parma, ecc…).

Ma c’è anche un altro “Made in Italy” che, sorprendentemente è oggetto di un passaggio di proprietà, si tratta del mondo legato alle industrie alimentari. L’enogastronomia, l’oro del Belpaese è sempre meno italiana. Dallo spumante alla birra, dal latte alla pasta, sono numerosi i marchi storici che, pur mantenendo il nome, non sono più di proprietà italiana.

Saiwa – Nata nel 1900 a Genova come “Società Italiana Wafer e Affini”, la Saiwa, per lungo tempo è stata l’azienda leader dei biscotti secchi. Negli anni ‘80 tuttavia attraversa un momento di difficoltà a causa della concorrenza sempre maggiore (culminati con la chiusura dello stabilimento di Locate di Triulzi, alle spalle di Milano) e, nel 1989, viene ceduta ai francesi di Danone. Nel 2007 questo storico marchio, conosciuto in tutta Italia per i celebri “Oro Saiwa” passa di nuovo di proprietà, venendo acquistata dagli statunitensi di Kraft.

Parmalat – fondata nel 1961 dalla famiglia Tanzi a Collecchio, presso Parma, diventa in pochi anni un’azienda leader nel mondo del latte fresco e UHT grazie alla geniale intuizione, a inizio anni Settanta, del latte “imbottigliato” nel tetrapack al posto delle vecchie bottiglie di vetro. Dopo aver attraversato una crisi gravissima (il celebre “Crac Parmalat” del 2003), nel 2011 diventa di proprietà di Lactalis, azienda francese vero e proprio colosso mondiale dei latticini.

Bertolli/Carapelli/Sasso – le tre storiche aziende produttrici di olio di oliva, nate rispettivamente nel 1865 a Lucca (Bertolli), nel 1893 a Montevarchi vicino Firenze (Carapelli) e nel 1860 a Sanremo (Sasso) dal marzo 2006 fanno tutte e tre parte della Deoleo S.A., multinazionale spagnola del mondo degli olii con stabilimenti in tutti e cinque i continenti.

Grom – questa azienda non ha una storia ultracentenaria, essendo nata nel 2003 a Torino. Tuttavia, in pochi anni, Grom ha riscosso da subito successo grazie alla tecnica di produzione di gelato artigianale in scala industriale. A partire dal 2015 Grom è diventata di proprietà della Unilever, colosso anglo-olandese, tra le prime dieci aziende al mondo come fatturato con oltre duecentomila dipendenti in tutto il mondo.

Pernigotti – l’antichissima azienda conosciuta in tutta Italia per la produzione di cioccolato, mostarda e soprattutto il tradizionale torrone natalizio, nata nel 1868 a Novi Ligure dove ha tutt’ora la sede, dopo essere stata ceduta alla Averna (i produttori del celebre amaro) dal 2013 è di proprietà turca, del gruppo Toksoz.

Garofalo – il nome ci rimanda subito alla celebre pasta di Gragnano, la cittadina alle porte di Napoli famosa per i pastifici, dove la Garofalo è nata nel lontano 1920 e dove ha ancora oggi il suo centro produttivo. Tuttavia dal 2014 il marchio Garofalo è di proprietà spagnola, della Ebro Foods.

Star – nata nel 1948 a Muggiò, cintura milanese, come acronimo di Stabilimenti Alimentari Riuniti, Star è uno dei marchi più conosciuti dai consumatori italiani grazie ad una vasta gamma di prodotti (sughi, ragù, thè e infusi, tonno, preparati, ecc…) che si sono imposti sul mercato grazie a prezzi contenuti e buona qualità. Anche STAR è diventata, a partire dal 2006, di proprietà spagnola, essendo stata acquistata da Agrolimen.

Fiorucci – questo marchio fin dal 1850, quando venne fondata a Pomezia, vicino Roma, da un salumiere di Norcia, che portò la celebre tradizione locale dei salumi in produzione industriale, è sinonimo di salumi sulle tavole italiane. Dal 2011 è di proprietà della spagnola Campofrio Food Group.

Aceto Balsamico di Modena – il celebre marchio, insignito dell’IGP (Indicazione Geografica Protetta), ambasciatore gastronomico di Modena nel mondo è recentemente passato di proprietà, essendo stato acquisito dalla multinazionale britannica Twinings, leader mondiale del thè e degli infusi.

Questi sono solo i marchi passati recentemente di proprietà, senza citare quelli già diventati di proprietà straniera da più tempo come Peroni (dei belgi di InBev), il cioccolato Perugina e la pasta Buitoni (entrambe della multinazionale svizzera Nestlè) o i gelati Algida (degli anglo-olandesi di Unilever).

Fabio Mazzari

TERESIO FERRARI CI HA LASCIATO

TERESIO FERRARI IL PITTORE DEI CICLISTI CI HA LASCIATO

T E R E S I O F E R R A R I

ci ha lasciato

C I C L I S M O e A R T E PITTORE DEI CICLISTI

al Museo dei Campionissimi di Novi Ligure il 19 giugno 2017 in occasione della consegna del disco di Fausto Coppi e l’amico Teresio consegna il quadro di Fausto Coppi al delegato CONI di Alessandria

presso la sede di Novi Ligure UNVS

TERESIO ANGELO FERRARI è nato a Langosco Lomellina (Pavia) il 5 dicembre 1932 e nei primi anni Sessanta si è trasferito a Novi Ligure (Alessandria). Garzone meccanico, poi servizio militare, quindi la bicicletta i cui ottimi risultati lo fanno entrare nella lista degli azzurrabili per il campionato mondiale dilettanti del 1955, che si sarebbe svolto a Frascati. Durante il Gran Premio Liberazione (Roma), è a un passo, anzi a… una pedalata dalla vittoria quando la mala sorte lo prende di mira: dapprima lo scontro con uno spettatore, poi una moto del seguito che lo colpisce alla schiena e infine – ma guarda un po’ – una macchina dell’organizzazione che gli dà il colpo di grazia; fratture e lussazioni sparse, ginocchio destro a pezzi, ingessature e degenze: la classica carriera stroncata sul nascere.
Campione italiano di canottaggio, carrozziere con i fiocchi, detiene alcuni brevetti di costruzione e di assemblaggio. L’estro creativo lo porta a cimentarsi dapprima con la scultura, campo in cui ottiene eccellenti risultati, fino a quando decide di dedicarsi esclusivamente alla pittura: dal ritratto al paesaggio marino o agreste al volo lirico-onirico, dal gattino in mezzo ai fiori al solitario in meditazione e così via secondo l’ispirazione delle Muse (tra i suoi pittori prediletti, il fiammingo Pieter Paul Rubens, 1577-1640.) Verso la pittura di oggi in generale non ha un’opinione troppo lusinghiera (e non è l’unico): si assiste troppo spesso a scarabocchi che si vogliono far passare come opere d’arte e per le quali – ahimè – non mancano acquirenti, disposti a sborsare cifre spropositate. I quadri dell’amico Teresio abbelliranno assiduamente il ciclismo vista la passione che ci lega entrambi, questo sport: ha ritratto decine di campioni di ieri e di oggi (Coppi, Bartali, Magni, Defilippis, Balmamion, Gimondi, Merckx, Moser, Saronni, Hinault, Chiappucci, Pantani e via pedalando).

LA SEZIONE DI NOVI LIGURE DELL’UNVS PORGE LE PIU’ SENTITE CONDOGLIANZE ALLA FAMIGLIA.

I FUNERALI SARANNO CELEBRATI MARTEDI’ 22 AGOSTO ALLE ORE 10,30 PRESSO LA CHIESA DI SANTA MARIA DELLA PIEVE