DALLA REDAZIONE L’INCHIOSTRO FRESCO

OGGI 05 GIUGNO PRESSO LA REDAZIONE DELLA TESTATA GIORNALISTICA “L’INCHIOSTRO FRESCO” ALLA PRESENZA DEL SIGNOR SINDACO DI NOVI LIGURE E COMPONENTI DELLA REDAZIONE E AMICI SPORTIVI

UN GRANDE UFFICIALE DELLA REPPUBBLICA IN REDAZIONE

Abbiamo festeggiato oggi, mercoledì 5 giugno 2017, l’amico Giampiero Montecucco, che il 2 giugno scorso è stato insignito presso la Prefettura di Alessandria dell’onorificenza di “Grande Ufficiale della Repubblica”.

Alla presenza del sindaco di Novi Ligure, Rocchino Muliere, e di altre autorità cittadine e del mondo dello sport locale, presso la nostra redazione si è tenuto un “brindisi” nel corso del quale il Sindaco ha commentato la nomina con sincere parole di stima e apprezzamento per l’impegno sociale, in primo luogo in quello dello sport, profuso da Giampiero Montecucco in molti anni di attività.

A queste parole si accoda tutta la redazione de “l’inchiostro fresco”.

Gian Battista Cassulo

Quanto pubblicato dalla testata giornalistica inchiostro fresco

Testata l'inchiostro frerscoQuanto pubblicato dalla testata giornalistica inchiostro fresco

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Mercoledì 18 maggio la cerimonia funebre presso la Pieve di Novi Ligure Raffaele Montecucco, una vita per lo sport e la politica

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Se n’è andato in una bella giornata di sole di maggio. Stiamo parlando di Raffaele Montecucco  insigne uomo di sport (Ciclismo – Coppa Romita) e di società civile di Novi Ligure, Commendatore al Merito della Repubblica Italiana nel 1984 e, nel 1990, Grand’Ufficiale al merito della Repubblica Italiana nonché Consigliere Comunale di Novi Ligure dal 1990 al 1993, dove militava nelle fila del Partito Social-Democratico. Durante una cerimonia semplice ma molto sentita da tutta la cittadinanza (che infatti ha affollato le navate e il sagrato della chiesa) parenti, amici e conoscenti hanno dato l’ultimo saluto ad un  uomo molto stimato dalla comunità locale e non. La redazione de “l’inchiostro fresco” si unisce al cordoglio  della famiglia per la triste dipartita. Con Raffaele Montecucco se ne va un pezzo “della vecchia Novi” che ci è sempre piaciuto raccontare e ricordare ed anche un pezzo di una politica più a misura di cittadino

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Il figlio, Gian Piero Montecucco ci ha scritto queste toccanti righe:

Ringraziano di cuore e con affetto tutti coloro che si sono stretti nell’amore e nel dolore per la scomparsa di mio papà

La Redazione

Alcuni appunti arrivati in redazione da parte di Gianluca impegnato nel suo Tour per l’Europa in solitario

inchiostro fresco maggio 2016La testata giornalistica “Inchiostro Fresco” appena uscito a pagina 24 “Bentornato a casa Gianluca”

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ALCUNI APPUNTI ARRIVATI IN REDAZIONE DAL NOSTRO ATLETA GIANLUCA BOMBARA IMPEGNATO NEL SUO TOUR IN SOLITARIO PER L’EUROPA

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La mattina seguente la pioggia non aveva cessato il suo scendere. Ma non mi importava! Ero di buon umore!

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Oggi arrivo a Bruxelles!

La strada, ormai, si fa sempre più liscia. Le salite ripide dei giorni precedenti, si fanno solo un ricordo.

In meno di 5 ore arrivo!

La gioia non è solo derivata dal fatto che a Bruxelles sosto due giorni. Così da visitare la cittadina, ma anche un pò riposarmi. Ma sopratutto, perchè mancano così solo 3 giorni al mio arrivo in Olanda!

Dopo uno sprazzo di sole, che mi permette di effettuare qualche foto e ripresa del Parlamento Europeo, mi dirigo subito all’ostello.

Un ostello veramente carino, con mille e più servizi. E a dirla tutta, molto economico.

Oggi, Mercoledì 11 Maggio, mi diverto a girare per la città, come turista. Continuando ad effettuare foto e riprese per mostrarvi, ogni giorno, questa storia al meglio. Ma anche per realizzare il materiale per il lungometraggio che verrà, poi, realizzato a fine di questo tour.

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Prendiamo atto che il nostro Gianluca è di ottimo umor nonostante la pioggia

Ieri, ho scoperto su cosa si fonda principalmente ‪#‎bruxelles‬
Sulle praline di cioccolato, sulla
‪#‎birra‬, ma sopratutto … sulla ‪#‎patata‬!
Eccone per voi, un assaggio!
Io … c’ho dato, più di uno solo!

 

 

SUL MENSILE INCHIOSTRO FRESCO HA PUBBLICATO L’INIZIATIVA DEL CONVEGNO E MANIFESTAZIONE

IL MENSILE INCHIOSTRO FRESCO CI HA MENZIONATI RIGUARDANTE LE NOSTRE DUE INIZIATIVE SPORTIVE DEL MESE DI GENNAIO 2016

IL CONVEGNO

SPORT & SALUTE E ALIMENTAZIONE

E LA MANIFESTAZIONE RIGUARDANTE LA

II° EDIZIONE GRAND PRIX REGIONALE PIEMONTE DI KARATE

testo articolo inchiostro fresco convegnoManifesto MontecuccoManifesto Karate

DEDICHIAMO UN VIAGGIO NELLA DISCIPLINA SPORTIVA DELLE ARTI MARZIALI

DEDICHIAMO UN VIAGGIO e una riflessione di storia

di questa disciplina sportiva

delle ARTI MARZIALI

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Le arti marziali delle grandi tradizioni orientali suscitano un grande interesse e curiosità anche in occidente e ciò spinge a porsi la domanda: hanno avuto un’influenza sulle nostre radici culturali e quando e dove ebbero origine?

Uno dei primi elementi che viene alla luce è che queste si sono diffuse per tutto l’Estremo Oriente, ma nell’antichità apparentemente non sono mai state praticate in Europa, neppure nell’area del Mediterraneo, dove si erano stabiliti dei contatti con l’Oriente già prima che fiorisse l’Impero romano. Le descrizioni delle tecniche di combattimento occidentali del passato infatti non fanno riferimento a tecniche praticate a est dell’India. La lotta e il pugilato di greci e romani, sebbene violenti, avevano soltanto qualche rassomiglianza con i loro corrispettivi orientali. I Greci praticavano una forma di lotta particolarmente violenta, il pancrazio, che finiva con la sottomissione o la morte del vinto. I gladiatori romani si servivano di abili tecniche di combattimento, si addestravano in scuole speciali, ma, nonostante si trattasse di una tecnica sofisticata, la lotta fra gladiatori divenne un vero e proprio spettacolo, staccandosi così da ciò che s’intende per arte marziale.

Per quanto riguarda l’origine, forse la testimonianza più antica potrebbe essere costituita da due statuette babilonesi datate fra il 3000 e il 2000 avanti Cristo. L’una rappresenta un uomo con la mano nella caratteristica posizione di parata, l’altra mostra due uomini che lottano tenendosi l’un l’altro per la cintura, una forma di combattimento simile al Sumo, ancora oggi popolare in Giappone.

Non esistono altre prove che le arti marziali siano nate in Mesopotamia, tranne la considerazione che lì ha avuto origine una civiltà che avrebbe esercitato una forte influenza sia a oriente sia a occidente. I Cinesi già si divertivano alle esibizioni di acrobati indiani e del Mediterraneo orientale, molto prima che le vie della seta divenissero il percorso commerciale tra la Cina imperiale e Roma. In un certo senso è ancora evidente la stretta relazione tra i movimenti degli acrobati e quelli di chi pratica le arti marziali, come è altresì lunga la tradizione di correlazioni tra le tecniche di combattimento e quelle di spettacolo.

Quello che è certo è che l’arte marziale che giunse per prima in Oriente dalla Mesopotamia era molto primitiva e incominciò a evolversi in India e in Cina fino a culminare nelle sofisticate tecniche di oggi. Le tecniche di respirazione, allora sviluppate, sono tuttora pratiche proprie delle religioni del Medio Oriente, oltre a essere fondamentali negli esercizi yoga e in quelli cinesi per la longevità che costituirono probabilmente l’odierno Tai chi chuan .

La leggenda

Una leggenda narra d’un monaco indiano, chiamato Bodhidharma , giunto al tempio di Shao Lin (ai piedi dei monti Song Shan, nel regno di Wei, in Cina), che insegnava un approccio nuovo al buddismo, più diretto, che comprendeva anche lunghi periodi di stasi meditativa. Per aiutarli a sopportare le lunghe ore di meditazione, insegnò loro tecniche di respirazione ed esercizi per sviluppare la forza e le capacità di autodifesa nelle zone montuose dove vivevano.
Si ritiene che da questi insegnamenti sia nato il
dhyana o scuola meditativa del buddismo, chiamata Chan dai cinesi e zen dai giapponesi. La tecnica di combattimento conosciuta come Shaolinquan , o “lotta del tempio di Shao Lin” , si basa probabilmente sui suoi esercizi. Si pensa che molte tecniche di combattimento cinesi e giapponesi derivino da questa tradizione.

Esistono molti dubbi sull’attendibilità di questa leggenda tuttavia, fin dall’antichità, meditazione ed esercizi marziali furono aspetti complementari del buddismo; l’uno passivo e statico, l’altro attivo e dinamico.

I libri in cui sono contenuti gli insegnamenti di Bodhidharma furono scritti tutti dopo la sua morte, inoltre tutte le testimonianze del tempio di Shao Lin andarono bruciate nel 1928, ed è molto improbabile che si possano trovare altri documenti che vedano Bodhidharma come il patriarca del Chan e delle arti marziali; ciò nonostante i suoi insegnamenti vivono tramite i praticanti delle arti che si dice abbia fondato.

L’ideologia, i valori

Ma la nascita di un’arte marziale non si fonda soltanto sulla pratica di certe tecniche e sulla resistenza fisica. Esiste un contenuto ideologico, una serie di valori che si basa su una specifica visione del mondo e del posto dell’uomo all’interno di esso. Si ritiene che il buddismo zen e le arti marziali abbiano avuto un fondatore comune, così come risultano strettamente connesse anche la loro filosofia e la loro evoluzione storica.

È nella prima metà del secondo millennio a.C. che vissero i due più grandi filosofi cinesi. Confucio, che ci ha lasciato la sua teoria sull’uomo e sulla società intorno al 500 a.C., e Lao Ce che si pensa abbia esposto la sua visione mistica dell’uomo e del tao, o ‘via della natura’, intorno al 300 a.C. Il taoismo è particolarmente importante per la storia delle arti marziali cinesi, anche se le arti taoiste si sono diffuse all’esterno dell’Asia cinese solo in tempi recenti.

Anche la filosofia del buddismo, fondata dal principe Gautama Siddharta Buddha, nato nell’India nord-orientale verso il 560 a.C., ha profondamente influenzato le scuole d’arti marziali di tutti i paesi in cui s’è diffusa, in Cina come in Giappone, in India come nel Sud-est Asiatico.

A livello filosofico le dottrine del buddismo, del confucianesimo e del taoismo sono state riconosciute come le basi filosofiche delle tradizioni marziali non solo indiane e cinesi, ma di tutta l’Asia.

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Le arti segrete

Un altro elemento particolare è la constatazione che qualunque studio sulla storia delle arti marziali è costretto a essere poco più che una speculazione basata su pochi fatti, i maestri d’un tempo infatti non rivelavano facilmente il loro sapere. A pochi veniva concesso di dividere con loro tecniche e conoscenze accumulate in anni di dedizione. Si racconta di giovani che attesero per anni l’onore di accedere ai luoghi di pratica e a cui, una volta entrati, fu proibito di dividere con altri questa loro esperienza.
In molte scuole la pratica si svolgeva in assoluta segretezza e la stessa esistenza della scuola era spesso tenuta nascosta alle autorità. Le tecniche di combattimento tradizionale non venivano quasi mai trascritte, ma trasmesse a voce solo a coloro che giuravano di mantenerne il segreto. Per esempio,
il Tai chi chuan si basa su principi teorici di circa duemila anni fa, anche se non fu mai trascritto prima del 1750.

Questa tradizione di segretezza rende estremamente difficile qualunque ricerca nel campo delle arti marziali.

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Le applicazioni delle arti marziali e le loro implicazioni filosofiche

Le arti marziali si sono evolute in due forme applicative: come strumento di lotta e come mezzo di comunicazione sociale.

La prima applicazione è sempre stata la più comune e anche impressionante. Dato il tipo mortale di strumenti nei combattimenti con le armi, ma anche il modo potenzialmente pericoloso in cui il corpo umano veniva usato, è facile qualificare come prima applicazione l’antico dilemma dell’uomo posto di fronte ad un altro uomo in combattimento: vincere o perdere, sconfiggere o venir sconfitto, soggiogare o venire soggiogato, uccidere o essere ucciso. Questa dimensione derivava da un ambiente estremamente ostile dove era necessario garantirsi la sopravvivenza.

La seconda applicazione era intesa come forma di comunicazione sociale, modellata dalle sequenze precise di un rituale, dove gesti e armi erano usati simbolicamente per esprimere un’idea, evocare una tradizione, alleviare le paure dell’uomo. In questo senso divenne uno spettacolo e assorbì le nobili arti della tradizione: ad esempio l’arte dell’arco ancora oggi viene usata come cerimonia, ma esistono numerosi esempi di dimostrazioni legate alla religione o ai dignitari come il Sumo, o i kata (esercizi formali) del Karate .

L’evolversi di queste discipline in qualcosa di ben più complesso dell’esercizio ginnico per lo studio dell’hara ( punto di equilibrio, sorgente del soffio vitale) e del ki (energia vitale), trasformarono le arti marziali in metodi d’integrazione universale che si prefiggevano il conseguimento di una posizione equilibrata nel centro della realtà e una partecipazione alla sua energia coordinata e illimitata, intesa a perfezionare l’evoluzione della personalità di un uomo. La cultura e la filosofia dell’arte marziale influenzano l’una e l’altra.
Per comprenderle più profondamente occorrerebbe conoscere le distinzioni tra i differenti retroterra delle varie arti, come il taoismo e il buddismo in Cina, lo zen e lo shintoismo in Giappone, che sono alla base di atteggiamenti e di pratiche nelle arti marziali.

Arte marziale come disciplina di vita

Attraverso la pratica marziale i Maestri di queste discipline hanno imparato a condurre una vita semplice, a nutrire un profondo rispetto e amore per il prossimo.

“La via del guerriero è una via che ha un cuore, perché è una via che passa attraverso la fatica e la sofferenza dell’evoluzione personale per andare verso la ‘centratura’ del guerriero su se stesso”.

Citava Musashi una “Visione serena dei doveri” nel senso di accogliere l’esercizio dei propri doveri come occasione di miglioramento, nell’esercizio delle Arti ma anche nel quotidiano. L’affinare spirito e volontà è dovuto in ogni occasione: la pratica è solo una parte dell’allenamento complessivo dell’individuo. Disciplina, sacrificio e generosità hanno ragione d’essere per influenzare il quotidiano. Chi pratica queste discipline deve possedere una volontà di ferro, un’energia e una forza eccezionali e fare continuamente pratica per raggiungere la perfezione.
Così la via diventa via, attraversamento di emozioni e di energie sempre nuove e sempre in rinnovamento, all’interno del quale la pratica marziale si risolve in un piano di realtà più alto.

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SPORT E INTEGRAZIONE

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SPORT E INTEGRAZIONE”

GRANDE SUCCESSO PER IL PERCORSO EDUCATIVO NELLE SCUOLE 55mila gli elaborati realizzati dalle classi partecipanti 

Lo sport, grazie ai valori positivi che lo animano, è indubbiamente uno fra gli strumenti più importanti per favorire l’integrazione e contrastare le forme di intolleranza e discriminazione razziale. È partendo da questo presupposto che il Progetto Sport e Integrazione”, promosso per il secondo anno consecutivo dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e dal CONI, in accordo con il MIUR, si è rivolto agli alunni delle scuole primarie aderenti al progetto “Sport di Classe”.

Grazie al percorso educativo sul tema dell’integrazione attraverso lo sport,  ogni classe ha realizzato un elaborato (un disegno per le classi prime e seconde, un racconto sotto forma di articolo di giornale per le terze, quarte e quinte): attraverso il disegno o il testo gli alunni hanno così raccontato le loro esperienze e riflessioni sullo sport, quale veicolo privilegiato di integrazione.

Il progetto “Sport e Integrazione: la vittoria più bella”, grazie anche ai materiali informativi (Booklet del Manifesto, Brochure Educativa e Video “Fratelli di Sport”) a disposizione delle scuole sul sito ufficiale del Progetto www.fratellidisport.it (nella sezione “Percorso Educativo”) e distribuiti tramite un kit didattico a ciascuna classe aderente, ha registrato una grande partecipazione.

Sono stati infatti ben 55mila gli elaborati realizzati, di cui oltre 1900 quelli finalisti, in rappresentanza di altrettanti istituti scolastici. Tra questi,  sono stati 104 gli istituti scolastici vincitori (uno per provincia), individuati dagli Organismi regionali per lo Sport a Scuola, d’intesa con gli Organismi provinciali.

La classe autrice del miglior elaborato di ogni provincia, in rappresentanza della scuola di riferimento, sarà premiata durante i Giochi di fine anno scolastico con un buono per l’acquisto di materiale sportivo e una targa ricordo.

Questa iniziativa si colloca all’interno di una più ampia Campagna Educativa rivolta alle scuole primarie, che prevede anche una serie di dieci Incontri con i Campioni in diverse città italiane: atleti italiani di “seconda generazione” in visita agli alunni per raccontare le loro esperienze di “Sport e Integrazione”. I primi due sono andati in scena all’Istituto Comprensivo “Marcello Candia” di Milano, con la pallavolista Valentina Diouf, la ginnasta Anzhelika Savrayuk e l’ostacolista Josè Bencosme, il secondo all’Istituto Comprensivo “Giacomo Ferrari” di Parma, con il velocista Eseosa Fostine Desalu. Gli altri otto incontri sono previsti tra settembre e dicembre.

Tutti i dettagli del progetto “Sport e Integrazione” sono consultabili sul  sito www.fratellidisport.it, la pagina Facebook “Fratelli di Sport” e il portale dell’Integrazione dei Migranti del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali (www.integrazionemigranti.gov.it).

I valori e gli obiettivi di “Sport e Integrazione” sono pienamente condivisi da La Gazzetta dello Sport, che quest’anno è media partner del Progetto.

elaborati percorso scolastico

GLI ISTITUTI SCOLASTICI PREMIATI PER I MIGLIORI ELABORATI PROVINCIA

ISTITUTO SCOLASTICO

Agrigento

DD “Domenico Provenzani” di Palma di Montechiaro

Alessandria

IC “Sandro Pertini” di Ovada

Ancona

IC “Raffaello Sanzio” di Falconara Marittima

Arezzo

IC “Alighieri” di Castelnuovo dei Sabbioni-Cavriglia

Ascoli Piceno

IC “Force-S.Vittoria in Matenano” di Force

Asti

IC “Castelnuovo-Cocconato-Mondovì” di Castelnuovo Don Bosco

Avellino

IC “Torquato Tasso” di Bisaccia

Bari

Istituto “Sacro Cuore” di Bitonto

Barletta-Andria-Trani

DD “Giovanni Paolo II” di Barletta

Belluno

IC “Sedico/Sos” di Sedico

Benevento

IC “Giovan Battista Lucarelli” di Benevento

Bergamo

IC “S.Paolo d’Argon” di S.Paolo d’Argon

Biella

IC “Cossato” di Cossato

Bologna

IC “Edmondo De Amicis” di Anzola dell’Emilia

Brindisi

IC “Primo S. Vito dei Normanni” di S.Vito dei Normanni

Brescia

IC “Passirano” di Passirano

Cagliari

IC “Sestu 1” di Sestu

Caltanissetta

IC “Lombardo Radice” di Caltanissetta

Caserta

IC “Alife” di Alife

Catania

IC “Federico De Roberto” di Catania

Catanzaro

IC “Maida” di Maida

Campobasso

IC “Montenero di Bisaccia” di Montenero di Bisaccia

Chieti

IC “Filippo Masci” di Francavilla al mare

Carbonia-Iglesias

IC “Deledda-Pascoli” di Carbonia

Como

IC “Giancarlo Puecher” di Erba

Cosenza

IC “Cetraro” di Cetraro

Cremona

IC “Crema 3” di Crema

Crotone

IC “Papanice” di Crotone

Cuneo

IC “Sanfront-Paesana” di Sanfront

Enna

DD “Giovanni Falcone” di Piazza Armerina

Fermo

IC “Ugo Betti” di Fermo

Foggia

IC “Giannone Pietro” di Ischitella

Firenze

DD “3° Circolo” di Empoli

Frosinone

IC 1° di Frosinone

Genova

IC “San Fruttuoso” di Genova

Gorizia

IC “Giovanni Pascoli” di Cormons

Grosseto

IC “Grosseto 4” di Grosseto

Imperia

IC “Giovanni Boine” di Imperia

Isernia

IC “Leopoldo Pilla” di Venafro

La Spezia

IC “ISA 23” di Levanto

L’Aquila

IC “Lombardo Radice-Ovidio” di Sulmona

Latina

IC “Donna Lelia Caetani” di Sermoneta

Lecce

IC “Uggiano La Chiesa” di Uggiano La Chiesa

Lecco

IC “La Valletta Brianza” di La Valletta Brianza

Livorno

DD “La Rosa” di Livorno

Lodi

IC “Riccardo Mordenzi” di Sant’Angelo Lodigiano