DALLA NUOVA ZELANDA ALLA FRANCIA ALLA NOSTRA ITALIA IL MEGLIO DELLA VITIVINICOLTURA INTERNAZIONALE A SUMMA

Dalla Francia alla Nuova Zelanda: a Summa il meglio della vitivinicoltura internazionale

 

Sabato 14 e domenica 15 aprile 2018 torna Summa, l’appuntamento annuale organizzato dalla Tenuta Alois Lageder a Casòn Hirschprunn & Tòr Löwengang (Magrè Sulla Strada del Vino, Bolzano) dedicato all’eccellenza vitivinicola internazionale.

Dopo i festeggiamenti del ventennale, chiusi con l’edizione del 2017, la kermesse altoatesina si prepara nuovamente ad accogliere oltre ottanta vignaioli provenienti da diverse parti del mondo, uniti dal fil rouge della produzione di alta qualità e sostenibile, che condividono valori, obiettivi e il desiderio di creare un momento unico con il visitatore. Francia, Austria, Italia, Germania, Slovenia, Australia, Kazakistan e Nuova Zelanda si riuniscono a Magrè per presentarsi ad un pubblico di professionisti del settore, stampa e winelover che, consapevolmente, sceglie un ambiente rilassato che permette di entrare maggiormente in contatto con i produttori e la loro filosofia, rispetto alla mera manifestazione commerciale del vino. “Per me Summa rappresenta soprattutto un’occasione speciale in cui vignaioli – molti dei quali sono amici di lunga data – giornalisti, operatori di settore e visitatori interessati si ispirano reciprocamente, in un’atmosfera familiare ed accogliente. L’enorme forza che nasce da questo incontro influisce sulle nostre idee e sul nostro lavoro quotidiano. Questa è l’essenza che accompagna Summa sin dal suo inizio”, dichiara Alois Clemens Lageder, sesta generazione dell’azienda di famiglia.

Come ogni anno, gli ospiti di Summa 2018 s’immergeranno in un ricco programma di degustazioni guidate e verticali esclusive, condotte dagli stessi vignaioli o da esperti del settore, seminari e visite della cantina, aperto a tutti i visitatori e diviso nelle tre lingue italiano, tedesco e inglese, a cui sarà possibile iscriversi esclusivamente in loco, presso il desk dedicato. L’agenda di eventi sarà accompagnata da una rassegna gastronomica di pregio, in collaborazione con partner già noti ai visitatori affezionati, come D’Amici Food con le famose pizze romane, e molti altri. Anche quest’anno la Tenuta Alois Lageder devolverà una parte del ricavato della manifestazione all’associazione umanitaria Casa della Solidarietà (CdS), che da oltre quindici anni aiuta persone in difficoltà: anziani, bambini e giovani provenienti da situazioni familiari difficili, adulti condannati ed ex-detenuti, senzatetto e disoccupati, persone con problemi psichici o con dipendenze, cittadini stranieri o rifugiati trovano nella CdS un aiuto e un posto dove vivere.

I PRODUTTORI

ITALIA

  • Alois Lageder

  • Anselmi

  • Aquila del Torre

  • Biserno

  • Boscarelli

  • Caiarossa

  • Capannelle

  • Castello di Ama

  • Castello di Potentino

  • Cavalleri

  • Cefalicchio

  • Corte Sant’Alda

  • Costanti

  • Cucco

  • Delle Macchie

  • Delle Terre Nere

  • Duemani

  • Emidio Pepe

  • Fattoria di Fiorano

  • Foradori

  • Guado al Tasso

  • Il Borro

  • Il Carnasciale

  • Le Macchiole

  • Le Sincette

  • Mara

  • Marchesi di Grésy

  • Monteverro

  • Montevertine

  • Nino Franco

  • Oliviero Toscani

  • Petrolo

  • Pianirossi

  • Pio Cesare

  • Podernuovo

  • Poggio Cagnano

  • Poggio Nibbiale

  • Prima Pietra

  • Querceto di Castellina

  • Serra San Martino

  • Tormaresca

  • Torre degli Alberi

  • Triacca Valori

  • Villa Caviciana

  • Villa Papiano

  • Villa Santo Stefano


GERMANIA

  • Clemens Busch
  • Frank John
  • Graf Adelmann
  • Gut Hermannsberg
  • Heitlinger
  • im Zwölberich
  • Odinstal
  • Rosner
  • Sander
  • Schloss Vollrads
  • Stigler
  • von Winning
  • Wilhelm Zähringer

AUSTRIA

  • Bernhard Ott
  • Clemens Strobl
  • Erwin Tinhof
  • Fritsch
  • Hajszan Neumann
  • Jurtschitsch
  • Moric
  • Pichler-Krutzler
  • Reisetbauer
  • Schloss Gobelsburg
  • Tement
  • Velich

 FRANCIA

  • Les Graves de Viaud
  • Les Quelles
  • Maison Boizel
  • Mas de Quernes
  • Pol Roger

 SLOVENIA

  • Burja Estate

AUSTRALIA

  • Salomon Estate

 NUOVA ZELANDA

  • Schubert Wines

 KAZAKISTAN

  • Arba Wine

A CHEESE PETRINI SUL CLIMA E RISPETTO DELL’AMBIENTE

 

Petrini sul clima: «Non c’è qualità alimentare senza rispetto dell’ambiente»

Slow Food lancia Menu for Change la prima campagna internazionale sul rapporto tra cambiamento climatico e cibo

La domenica di Cheese fa da cornice al lancio della campagna Menu for Change di Slow Food. È la prima volta che una campagna di comunicazione e raccolta fondi internazionale evidenzia la relazione tra produzione alimentare e clima che cambia, annuncia il fondatore di Slow Food Carlo Petrini: «A chi si domanda perché un’associazione che si occupa di cultura alimentare dovrebbe promuovere una campagna sulle questioni del cambiamento climatico, posso rispondere questo: è incosciente chi si bea della qualità alimentare di un prodotto senza chiedersi se a monte c’è distruzione dell’ambiente e sfruttamento del lavoro».

Tutti noi, continua Petrini, siamo responsabili di quello che mangiamo e anche di quello che coltiviamo: «Il più grande terreno da coltivare è la lotta allo spreco. Tutte le istituzioni internazionali ripetono che siccome nel 2050 saremo 9 miliardi e mezzo “bisogna produrre più cibo”, ma già oggi abbiamo cibo per 12 miliardi di viventi. Significa che un’ampia parte di quello che viene raccolto, trasformato e venduto finisce nella pattumiera».

C’è un intero paradigma agricolo e agroalimentare da cambiare, mentre la produzione va concentrandosi nelle mani di pochi. Un esempio drammatico viene dalla filiera del pomodoro: «Tonnellate di pomodori arrivano in Italia dalla Cina, vengono lavorati e colonizzano i Paesi africani, invasi da scatole di concentrato prodotto da aziende con nomi come Gino e la bandiera tricolore sul barattolo. Questi marchi simil-italiani stanno distruggendo le produzioni agricole africane perché hanno prezzi perfino più bassi delle loro. Il risultato è che i giovani abbandonano la terra e vanno a lavorare come schiavi nei campi del Sud Italia. Siamo tutti chiamati in causa, le piccole azioni moltiplicate per milioni di persone possono cambiare il mondo».

A questi paradossi del mercato si aggiunge l’impatto devastante del cambiamento climatico. A Cheese lo raccontano le testimonianze dirette dei più colpiti, gli agricoltori e allevatori del Sud del mondo. Tumal Orto Galibe, pastore del nord del Kenya, racconta che negli ultimi quindici anni «perfino l’aspettativa di vita si è ridotta. Nelle comunità dei pastori abbiamo visto un aumento delle patologie. Ed è sempre più difficile adattarsi a un clima che cambia nell’arco di mesi mentre prima cambiava nei decenni: nell’aprile di quest’anno, in una sola notte di piogge improvvise e torrenziali ho perso più di 230 capi di bestiame».

Un produttore di formaggi della delegazione cubana interviene per spiegare che l’isola ha già ceduto terreno al mare ed è stata battuta di recente da cinque diversi uragani, la cui potenza è correlata alla crescente temperatura delle acque. L’uragano Irma possedeva una potenza pari a 7mila miliardi di watt (circa 2 volte le bombe usate durante la guerra mondiale) e ha lasciato il 40% della popolazione priva di elettricità, danneggiando la parte più turistica del Paese.

Non si tratta certo di impressioni individuali, perché ad avallarle ci sono i dati scientifici: «Siamo in chiusura della seconda estate più calda e della quarta più secca dal 1753, in Italia e in buona parte dell’Europa mediterranea» ricorda il climatologo Luca Mercalli.

Dopo il record del 2003, tutte le estati sono state più calde della media. Con conseguenze che l’agricoltura e l’alimentazione pagano fino in fondo: «Un recente studio francese ha esaminato gli effetti del cambiamento climatico sulle razze animali e i formaggi. Anche in alta montagna l’aumento delle temperature sta cambiando il modo di condurre gli alpeggi e i malgari sono costretti a tornare in pianura anche con un mese di anticipo. Siccità e parassiti arrivano dove finora non si erano mai visti».

Finora questi sconvolgimenti hanno avuto un impatto disomogeneo: alcune aree dell’emisfero nord ne hanno addirittura beneficiato. Ma non per molto ancora, affermano i ricercatori della Società Meteorologica Italiana Guglielmo Ricciardi e Alessandra Buffa: «Dal 2030 la riduzione dei raccolti vedrà un aumento esponenziale dei danni rispetto ai benefici».

Il settore agricolo è tra i più impattanti in termini di gas serra: con il 21% di emissioni è secondo solo alle attività legate all’energia (37%). La fermentazione enterica degli allevamenti industriali copre il 70% di questo dato.

«Non ci dobbiamo però concentrare solo sulla valutazione delle attività principali, – avvertono i meteorologi – ma valutare le attività di preproduzione (mangimi e concimi) e di postproduzione (trasporto, stoccaggio, packaging). Le emissioni di CO2, poi, non sono l’unico parametro da considerare: vanno tenuti in conto anche il contesto geografico di produzione, la qualità dei suoli e il loro livello di tossicità e l’uso in quanto risorsa scarsa, l’utilizzo di acqua e di biosfera (water footprint e ecological footprint)».

Sebbene anche la Fao sottolinei la necessità di andare verso un’indagine multiprospettica, che tenga conto degli influssi del cambiamento climatico su sicurezza alimentare, nutrizione e perdita di biodiversità, siamo ancora lontani dall’avere una visione complessiva della filiera.

Così come troppo poco sappiamo del funzionamento globale degli oceani, conferma il biologo marino Silvio Greco: «Mentre in terra il cambiamento climatico offre diversi segnali, nelle acque questo non avviene. Sappiamo per certo solo che l’oceano fa qualcosa di straordinario: ci dà il 50% del nostro respiro, immagazzinando CO2. Eppure noi lo stiamo mettendo in crisi».

Quest’anno i biologi australiani hanno decretato la morte della Grande barriera corallina, il reef più vasto del pianeta con oltre 2300 km di coralli ormai quasi interamente sbiancati. Ma non va meglio in acque a noi più familiari: «Il Mediterraneo è ancora più compromesso. Al problema dell’innalzamento dei mari qui si sommano la forte salinità di un ambiente chiuso, l’acidificazione, l’arrivo di 300 specie aliene invasive».

Il Mare Nostrum conserva il 25% della biodiversità marina mondiale e ospita il 30% dei traffici commerciali, ma ora conta anche 1 tonnellata di plastica ogni 3 tonnellate di pesce.

Di fronte a tutto questo, conclude Greco, «non possiamo fare come Ulisse davanti alle sirene: la comunità scientifica è costretta a sentire il grido della Terra e a dire le cose come stanno».

Ma anche noi possiamo fare molto: scegliere cosa mettere nel piatto è un atto politico.

Vent’anni di Cheese: dal 15 al 18 settembre, a Bra, per vincere la sfida del latte crudo

Vent’anni di Cheese: dal 15 al 18 settembre, a Bra, per vincere la sfida del latte crudo 

Carlo Petrini: «A Cheese aiutiamo oltre 3 milioni di pastori e allevatori colpiti dalla siccità in Kenya»

Pronti, si (ri)parte. Quest’anno Cheese, le forme del latte, la manifestazione internazionale di Slow Food e Comune di Bra dedicata al mondo lattiero-caseario di qualità, festeggia il ventesimo compleanno con un’edizione speciale, a ingresso libero per le vie e le piazze di Bra (Cn) dal 15 al 18 settembre 2017.

Quella che si annuncia con il tema gli Stati generali del latte crudo non è una semplice ricorrenza ma una vera e propria rivoluzione, perché per la prima volta l’appuntamento ospita solo ed esclusivamente formaggi prodotti con latte non soggetto a pastorizzazione.

 «La sfida del latte crudo è ancora tutta da vincere» afferma il presidente di Slow Food Carlo Petrini, sottolineando come Cheese abbia in questi anni portato alla ribalta le produzioni casearie d’eccellenza e attirato l’attenzione sulle difficoltà quotidiane dei pastori e casari che le difendono in tantissimi territori. È motivo d’orgoglio, ad esempio, ricordare come l’approccio di Slow Food abbia contribuito a mutare la produzione lattiero-casearia negli Stati Uniti d’America, Paese al centro di questa undicesima edizione della kermesse: «Vent’anni fa non esistevano formaggi a latte crudo. Oggi, anche grazie a Cheese, stanno poco alla volta conquistando fette di mercato sempre più importanti. Sono “figli” di Cheese quelle decine di produttori lattiero-caseari che oggi esprimono tutta la bellezza dei territori e della loro diversità, dal Vermont fino alla California e al New Mexico». Molto però resta da fare, continua Petrini, per dissipare le troppe diffidenze e i lacci legali e burocratici che in tante aree del mondo continuano a frapporre ostacoli in nome di «una visione falsamente iper-igienista che impedisce di realizzare uno dei tratti essenziali della biodiversità. Il latte crudo non è ancora riconosciuto come elemento distintivo in troppe realtà, anche europee, penalizzando produzioni storiche. Per questo vale la pena di sostenere questa battaglia». Il presidente di Slow Food coglie inoltre l’occasione per ribadire l’appartenenza di Cheese a una filosofia più generale: «Vorrei che Cheese fosse la prova che in ogni sede continuiamo a essere Terra Madre. Per questo invitiamo tutti a partecipare alla raccolta fondi promossa in favore di due contee del Kenya, colpite dall’aumento delle temperature che hanno coinvolto oltre l’80% del patrimonio animale». La siccità mette in pericolo di vita più di 3 milioni di persone in quest’area e di fronte a questo dramma la rete non vuole restare inerte a guardare: «Non dimentichiamo il nostro retroterra, quello degli stessi pastori e allevatori che fanno grandi le nostre manifestazioni».

Il forte messaggio politico di fondo, accompagnato da un attento lavoro di selezione, è dunque ciò che più identifica Cheese: «Non una fiera ma, ancora una volta, un’occasione per fare il punto sul mondo del latte e dei formaggi e per orientarlo attraverso la sensibilizzazione non solo dei produttori ma di chi fa la spesa» riassume il presidente di Slow Food Italia Gaetano Pascale. Se il settore attraversa una così forte crisi, spiega Pascale, ciò si deve anche a un mancato riconoscimento di ciò che distingue le singole produzioni, e di conseguenza a una scarsa risposta da parte dei consumatori. Il presidente di Slow Food Italia punta il dito sugli errori del modello di sviluppo che ha governato l’intero comparto: «Negli ultimi trent’anni gli allevamenti si sono costantemente dimezzati in ogni decennio, crescendo però nelle dimensioni. Questo processo, si diceva, avrebbe dovuto rendere più “efficiente” il settore. Invece ha spesso penalizzato le produzioni più attente alla biodiversità e al benessere animale, senza mitigare la sofferenza degli altri. Perché nemmeno i bassi costi di produzione delle aziende “efficienti” sono abbastanza bassi da reggere la concorrenza internazionale».

A penalizzare la qualità dei formaggi contribuisce inoltre la rincorsa a gusti sempre più uniformi, aggiunge Piero Sardo, presidente della Fondazione Slow Food per la Biodiversità Onlus e responsabile scientifico di Cheese. Una tendenza che ha origine nell’utilizzo di fermenti selezionati, prodotti da poche grandi aziende: «Se si ricorre a questi fermenti anche i formaggi a latte crudo sminuiscono la loro unicità. Per questo a Cheese stiamo iniziando un percorso che dovrà portarci a garantire che tutti i formaggi siano non solo a latte crudo ma realizzati con fermenti locali».

La scommessa sul latte crudo appare fondamentale anche per uscire dall’impasse del settore: «Sono convinto che sia una scommessa importante e che sicuramente sarà vinta – afferma l’assessore all’agricoltura della Regione Piemonte Giorgio Ferrero -. Anche per i formaggi piemontesi si tratta di una scelta di qualità che aiuta a proiettarsi sui mercati internazionali. Un patrimonio alimentare che occorre difendere e valorizzare, che non teme il confronto con formaggi e territori dai nomi prestigiosi. Di questo, della strenua difesa di questa nostra storia e tradizione, dobbiamo dire grazie a Slow Food e a Cheese. Che non a caso riesce a trovare estimatori e frequentatori anche da molto lontano, proiettando all’esterno l’eccellenza delle nostre terre».

Tocca al sindaco di Bra Bruna Sibille ricordare il profondo legame tra l’identità della manifestazione e quella della città che la ospita da vent’anni, oltre alle ricadute virtuose sia sul tessuto urbano che sulla quotidianità dei cittadini: «Cheese in questi vent’anni ci ha permesso di sperimentare buone pratiche che poi sono entrate a far parte del sistema Bra, in una sorta di “slow life” condivisa da molti». D’altro canto, rimarca il sindaco, «alcune delle peculiarità di Bra hanno contribuito al successo di Cheese in una sinergia virtuosa che tocca tanti campi, come la mobilità sostenibile, con una fetta di centro storico permanentemente vietata alle auto, l’attenzione alla raccolta differenziata, con il “presidio” del rifiuto, coniato proprio a Cheese, che trova il suo contraltare nel virtuosismo dei braidesi tutto l’anno e che pochi mesi fa, con tre anni di anticipo sul traguardo stabilito per legge, ha permesso di superare il 65% di differenziata. E poi ci sono le “buone abitudini” alimentari, come ad esempio la mensa scolastica e la proposta enogastronomica di tanti locali del territorio che hanno fatto propri i principi del cibo buono pulito e giusto».

NOVI LIGURE CAPITALE DELLO SPORT MANIFESTAZIONE INTERNAZIONE DI KARATE IL 22 GENNAIO 2017

immagine-cartolina-per-i-giornaliNOVI LIGURE CAPITALE DELLO SPORT IL 22 GENNAIO 2017 MANIFESTAZIONE INSERITA NEL CONTESTO MONFERRATO EUROPEAN COMMUNITY OF SPORT 2017 

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Tantissime Società ed i rispettivi Atleti attendo con trepidazione l’arrivo del 2017 per intervenire a Novi Ligure al 13° Grand Prix di Arti Marziali settore Karate.

Dopo trecentosessantacinque giorni Novi Ligure ritorna Capitale dello Sport, questo grazie alla organizzazione del Comitato Provinciale di Alessandria C.S.A.In., in collaborazione con la società ASD Il Tempio del Karate.

La manifestazione in questa edizione si può fregiare della denominazione Monferrato European Community of Sport 2017 e con i patrocini del Ministero del Lavoro delle Politiche Sociali, dalla Regione Piemonte, dal CONI Regionale Piemonte, della Provincia di Alessandria, dal Comune di Novi Ligure e dall’U.N.V.S., dalla testata giornalistica Inchiostro Fresco, e dalla emittente televisiva 7Gold.

La manifestazione denominata 13° Grand Prix di Karate a carattere Internazionale, Nazionale Interregionale e Regionale, e nel contempo per ricordare Raffaele Montecucco. 

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Abbiamo avvicinato l’ideatore e organizzato di questa manifestazione Giampiero Montecucco che da poco tempo gli è stata consegnato la Benemerenza CONI “la stella di bronzo CONI per meriti sportivi” mezzo secolo al servizio dello sport “nozze d’oro allo sport”.

Anche quest’anno, come da tradizione, il Comitato Provinciale di Alessandria C.S.A.In. ha preso parte alla manifestazione di arti marziali settore Karate, in collaborazione con la società novese ASD Il Tempio del Karate, l’iniziativa ha ricevuto i seguenti patrocini: Ministero del Lavoro e dei Servizi Sociali, della Regione Piemonte, del CONI Regionale Piemonte, della Provincia di Alessandria, dell’U.N.V.S. e del Comune di Novi Ligure, non ultimo notizia di alcuni giorni fa la medesima si può fregiare del riconoscimento Monferrato European Community of Sport 2017.

Sono lieto come Presidente Provinciale di Alessandria dell’Ente di Promozione Sportiva di ospitare nel proprio Ente, una manifestazione dai così alti valori umani sociali e sportivi. E’ per me motivo di grande orgoglio poter condividere con il comitato organizzatore e gli atleti quest’esperienza che vuole evidenziare il grande valore dello sport che non deve mai essere sottomesso o strumentalizzato a fini che non hanno nulla a che fare con la dignità e la crescita della persona . Sono convinto che lo sport sia veramente, come spesso si dice, una scuola di vita, soprattutto per il grande aiuto che offre a coloro che hanno necessità di riscoprire le proprie capacità e potenzialità, che consentono all’individuo l’accettazione piena della propria persona, trampolino di lancio per la vita.
Questa manifestazione sarà l’espressione dello Sport, come momento di amicizia, esperienza di festa, di conquista, di coraggio, di pazienza, e riempirà di segni, di obiettivi, di speranza il percorso di sociale e sportiva degli atleti.

Quest’anno in comune accordo con la società organizzatrice abbiamo pensato di dedicare questa tredicesima edizione ad un noto personaggio novese che ci ha lascia nell’anno 2016.

Non voglio dimenticare gli amici che in tanti anni di sport ci hanno accompagnato come l’emittente televisiva 7 gold, il mensile Inchiostro fresco, la panetteria Delucca, la Centrale del Latte di Alessandria – Asti, il Supermercato Galassia. Un grazie a tutti, ai genitori che accompagnano i propri figli, al pubblico che invaderà pacificamente il Palazzetto dello sport di Novi Ligure, agli arbitri che giudicheranno gli atleti, ai dirigenti sportivi e alle loro società, un grazie di cuore. 

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Questo evento è il messaggio che lo sport può dare forza anche nei momenti pesanti della vita – spiega Gimmo Borsoi, Presidente della società Il Tempio Del Karate, Società ideatrice assieme al Comitato Provinciale di Alessandria C.S.A.In. dell’ evento – lo sport è unione, condivisione, con i suoi valori può far ricordare con gioia anche una persona che non c’è più”. Raffaele Montecucco, il papà di Giampiero, esprime commosso la propria soddisfazione per l’iniziativa: “Il ricordo di Raffaele sarà sempre vivo in tutti noi, l’affetto che ci circonda è la prova che nessuno mai la dimenticherà. Siamo contenti di poter ricordare Raffaele uomo di sport. 

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GRANDE ATTESA A NOVI LIGURE PER LA MANIFESTAZIONE INTERNAZIONALE DI ARTI MARZIALI

immagine-cartolina-per-i-giornaliFRA DUEMILASESSANTAQUATTRO ORE A NOVI LIGURE IL GRANDE EVENTO SPORTIVO RISERVATO AI RAGAZZI DEL SETTORE DELLE ARTI MARZIALI DISCIPLINA KARATE – ORGANIZZAZIONE DEL COMITATO PROVINCIALE DI ALESSANDRIA C.S.A.IN. IN COLLABORAZIONE CON LA SOCIETA’ ASD

IL TEMPIO DEL KARATE – TUTTI A NOVI LIGURE IN PROVINCIA DI ALESSANDRIA IL

22 GENNAIO 2017 DALLE ORE 9.00 ALLE ORE 19.00 

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La manifestazione ha ricevuto numerosi patrocini ministeroc REGIONE PIEMONTESTEMMA PROVINCIA ALESSANDRIASTEMMA CONIstemma comune jpgtelecityTestata l'inchiostro frerscounvs-novi-liguresimbolo enstl

TUTTE LE NOVITA’ DELL’EDIZIONE 2016 DALL’8 OTTOBRE AL 26 NOVEMBRE DELLA 86° FIERA INTERNAZIONALE DEL TARTUFO D’ALBA PIEMONTE

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TUTTE LE NOVITA’ DELL’EDIZIONE 2016 DALL’8 OTTOBRE AL 26 NOVEMBRE DELLA 86° FIERA INTERNAZIONALE DEL TARTUFO D’ALBA PIEMONTE

Sarà una fiera “green” quella del 2016, attenta alla sostenibilità, al paesaggio, alla tutela e alla salvaguardia dei luoghi naturali dove, in un’alchimia ancora segreta, ogni autunno si rinnova la magia del Tartufo Bianco d’Alba.  Dall’8 ottobre al 27 novembre, in Piemonte si celebra la Fiera Internazionale dedicata al Tartufo Bianco d’Alba, inserita quest’anno dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, tra le dodici principali manifestazioni nazionali. Un’edizione ricca di novità, a partire dal simbolo scelto per rappresentare la manifestazione, l’Albero, icona della simbiosi tra natura e tartufo, ma anche richiamo a un impegno ambientale verso il contesto naturale in cui l’uomo vive e da cui riceve i frutti del suo sostentamento.

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Tra le novità assolute dell’86ª edizione della Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d’Alba ci sarà la prima campagna di crowdfunding dedicata a raccogliere risorse per la tutela delle tartufaie naturali. Un’iniziativa che coincide con la presentazione all’Unesco della candidatura del Tartufo Bianco d’Alba a Patrimonio Immateriale dell’Umanità. L’edizione 2016 sarà anche caratterizzata da grandi eventi culturali e artistici. Come il lancio di un workshop di idee per la creazione di un «Kit per il Tartufo Bianco d’Alba» che, per due anni, impegnerà archistar e designer di fama internazionale nella creazione di un innovativo tagliatartufi. Tra le grandi mostre spiccano Futur Balla, dedicata all’opera del futurista Giacomo Balla, la personale di Francesco Clemente e l’antologica sul pittore Mario Lattes. Come sempre, grande spazio sarà riservato al Tartufo Bianco d’Alba all’interno del Mercato Mondiale del Tartufo Bianco d’Alba e all’enogastronomia, in particolare attraverso i Foodies Moments presieduti da grandi chef che esalteranno le eccellenze gastronomiche del territorio.
Da non perdere, infine, gli eventi folcloristici che fanno da cornice alla Fiera: l’Investitura del Podestà, il Palio degli Asini e la sfilata storica in costume, il Borgo si Rievoca, gli eventi culturali, i convegni, lo sport e la musica… una Fiera tutta da vivere per due mesi di inebrianti scoperte. L’86ª edizione della Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d’Alba vede confermata anche la nuova edizione di Alba Truffle Bimbi e le kermesse letterarie LiA – librINalba e Poetica, Festival della Poesia Città Di Alba – Arti Scienze Culture.

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LE PRINCIPALI NOVITÀ DELL’86ª EDIZIONE DELLA FIERA INTERNAZIONALE DEL TARTUFO BIANCO D’ALBA
UN NUOVO LOGO – La Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d’Alba presenta il nuovo LOGO dedicato al «Re dei Funghi». Un’icona studiata per diventare un brand duraturo, in grado di comunicare con immediatezza e semplicità il fascino, la rarità e la preziosità del Tartufo Bianco d’Alba nel mondo.
L’ALBERO COME SIMBOLO DELL’86ª EDIZIONE- La Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d’Alba sceglie l’alberi come immagine dell’86ª edizione. L’albero come rappresentazione del paesaggio – unico e straordinario – nel quale il Tartufo Bianco d’Alba nasce e si riproduce in maniera ancora enigmatica e sfuggente: un paesaggio che, nel 2014, l’Unesco ha riconosciuto Patrimonio Mondiale dell’Umanità. L’albero come legame inscindibile con la natura, perché solo tramite la simbiosi con le sue radici il tartufo può svilupparsi e prosperare. L’albero come simbolo dell’impegno a cui l’uomo è chiamato per difendere e preservare l’ambiente nel quale vive e dal quale, spontaneamente, riceve frutti dal valore inestimabile e non riproducibile.
UNA FIERA “GREEN” – L’86ª edizione della Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d’Alba inizia un percorso che, nei prossimi anni, condurrà a ridurre sensibilmente l’impatto ambientale dell’intera manifestazione attraverso azioni che prevedono la riduzione dei rifiuti immessi al consumo, l’aumento della raccolta differenziata e la formazione di eco-volontari.
BREATHE THE TRUFFLE, UN CROWDFUNDING PER SALVARE IL TARTUFO BIANCO D’ALBA – Breathe the Truffle è la prima campagna di crowdfunding nata per tutelare l’ambiente naturale del Tartufo Bianco d’Alba. Una piattaforma online permetterà alla collettività di dare il proprio contributo per salvare il patrimonio tartufigeno piemontese.
IL TARTUFO BIANCO D’ALBA, PATRIMONIO IMMATERIALE DELL’UMANITÀ – La nuova edizione della Fiera sarà la cornice di una serie di eventi legati alla valorizzazione del Tartufo Bianco d’Alba come patrimonio culturale collettivo. Nel 2016 verrà ufficialmente consegnato il dossier per la candidatura del Tartufo Bianco d’Alba a Patrimonio Immateriale dell’Umanità Unesco.

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IL DESIGN INCONTRA IL TARTUFO BIANCO D’ALBA – La Fiera incontra il grande design internazionale grazie ad un workshop biennale che, sotto la supervisione di Alberto Alessi e dell’Alessi Spa, coinvolgerà le grandi firme del design e dell’architettura internazionale in un “concorso di idee” per la realizzazione di un «Kit per il Tartufo Bianco d’Alba»: tagliatartufo, espositore e contenitore.

DOPO LE FATICHE DELLE ALPI SVIZZERE UN RIPOSO MERITATO DEDICATA LA GIORNATA ALLA VISITA CITTA’ DI ZURIGO E AL MUSEO INTERNAZIONALE SVIZZERO.

DOPO LE FATICHE DELLE ALPI SVIZZERE UN RIPOSO MERITATO DEDICATA LA GIORNATA  ALLA VISITA  CITTA’ DI ZURIGO E AL MUSEO INTERNAZIONALE SVIZZERO.

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Dalla corrispondente S.L.

Dopo molti chilometri e faticose pedalate tra il freddo delle Alpi svizzere, eccoci arrivati nella bellissima Zurigo!

Un’incantevole città, in cui spicca per la sua bellezza l’omonimo lago. Ancora una volta la nostra fatica è stata ampiamente ripagata!

Ottima è stata anche l’ospitalità ricevuta: troviamo qui un angolo di Italia e subito ci sentiamo in famiglia!

Zurigo, però, è una meta molto importante per il nostro viaggio e per la nostra Associazione: qui il Museo Internazionale Svizzero ci ha ospitati per uno scambio culturale: il primo del progetto “Italy to Holland”, che non ci vede soltanto impegnati nella scoperta di nuovi orizzonti sul fronte europeo, ma attivi anche nell’esportazione delle nostre tradizioni culturali piemontesi, insieme al Museo Etnografico della Gambarina di Alessandria.

Un’accoglienza ricca, dicevamo: siamo stati accolti direttamente dalla Direzione del museo svizzero, che ci ha fatto da guida nelle numerose sale di cui è composto.

Abbiamo scoperto molti aspetti della vita culturale, economica e sociale della Svizzera e, alla fine della visita, lo scambio di doni: noi abbiamo regalato loro materiale digitale, ricco di contenuti della nostra storia, ricevendo in cambio un volume che racchiude gli aspetti salienti della loro tradizione.

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Dopo due giorni di sosta, è giunta l’ora di ripartire. Sabrina è pronta per dirigersi alla scoperta di Brugg!

Chiude oggi a Verona dopo quattro giorni la 50° edizione del salone internazionale dei vini e dei distillati

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Chiude oggi a Verona, dopo quattro giorni, la 50ª edizione del Salone dedicato a vini e distillati 50° VINITALY, VINTA LA SFIDA DELLA QUALITÀ PIANO INCOMING E SUCCESSO DEL PADIGLIONE DEL VINO A EXPO TRAINANO GLI ESTERI 130MILA OPERATORI, DEI QUALI 50MILA DA 140 PAESI CON 28MILA TOP BUYER ACCREDITATI BENE ANCHE IL ‘FUORI SALONE’ VINITALY AND THE CITY CON 29MILA PRESENZE Nella top ten dei buyer esteri in crescita Stati Uniti (+25%), Germania (+11%), Regno Unito (+18%), Francia (+29%), Canada (+30%), Cina (+130%), Giappone (+ 21%), Paesi del Nord Europa (+8%), Paesi Bassi (+24%) e Russia (+18 per cento).

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Verona, 13 aprile 2016 – In crescita buyer e affari, con visitatori sempre più qualificati. È la cifra di Vinitaly 2016 che chiude oggi con 130mila operatori da 140 nazioni e ha visto superare lo storico record di 100mila metri quadrati netti espositivi, prima rassegna al mondo per superficie con più 4.100 espositori da più di 30 Paesi. Quasi 50mila le presenze straniere, con 28mila buyer accreditati dai mercati internazionali in aumento del 23% rispetto al 2015, grazie al potenziamento delle attività di incoming di Vinitaly e del Piano di promozione straordinaria del Made in Italy (www.vinitaly.it).

Il fuori salone Vinitaly and the City ha registrato 29mila presenze, interpretando la strategia di diversificazione dell’offerta per gli operatori professionali a Vinitaly, da quella rivolta ai wine lover, appassionati e giovani con degustazioni, spettacoli ed eventi culturali nelle piazze del centro storico di Verona.

«L’obiettivo era quello di dare un segnale chiaro alle aziende espositrici e ai visitatori, per fare in modo che la 50ª edizione di Vinitaly fosse quella che proiettava la rassegna nei prossimi cinquant’anni – commenta il presidente di Veronafiere, Maurizio Danese –. L’aver saputo mantenere la parola data e creare un format che ha soddisfatto in pieno le attese, sia per il wine business in fiera sia per il wine festival in città, con una edizione di Vinitaly and the City dai grandi numeri, è motivo di orgoglio e di impegno per migliorare ulteriormente il prossimo anno».

«Questa edizione è stata l’occasione, inoltre, per celebrare la storia di una manifestazione che da 50 anni promuove nel mondo il vino italiano e la sua cultura – continua Danese –. Per la prima volta, infatti, un Capo dello Stato ha inaugurato ufficialmente Vinitaly. Il Presidente Mattarella ha ricordato la funzione del Vinitaly quale “vettore e simbolo della qualità vitivinicola italiana, apprezzata nel mondo”, nell’ambito di un progetto di “internalizzazione e sostegno dell’export verso nuove aree di consumo”».

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Vinitaly 2016 ha ricevuto lunedì la visita anche del presidente del Consiglio, Matteo Renzi, che ha discusso degli sviluppi delle vendite digitali del vino, insieme a Jack Ma, fondatore di Alibaba, il colosso dell’ecommerce cinese che proprio da Verona ha lanciato il 9 settembre la Giornata del vino in Cina. Con loro anche il ministro alle Politiche agricole Maurizio Martina, che nella giornata conclusiva ha organizzato in fiera il Forum dei ministeri europei dei principali paesi a vocazione vinicola.

«Da questa edizione emergono segnali interessanti sia dall’estero che dal mercato interno – spiega il direttore generale di Veronafiere, Giovanni Mantovani – confermando la capacità del Salone di interpretare le tendenze, mettere a frutto il lavoro di internazionalizzazione e capitalizzare esperienze importanti, come la realizzazione del Padiglione del Vino ad Expo 2015. In particolare, a questo Vinitaly, aumentano in modo significativo, ed in ordine di rilevanza quantitativa delle presenze, i buyer da Stati Uniti (+25%), Germania (+11%), Regno Unito (+18%), Francia (+29%), Canada (+30%), Cina (+130%), Giappone (+ 21%), Paesi del Nord Europa (+8%), Paesi Bassi (+24%) e Russia (+18 per cento). Dati positivi anche dal fronte interno, con gli operatori dal Centro e Sud Italia cresciuti mediamente del 15 per cento».

Nei quattro giorni, oltre agli incontri b2b, si sono tenuti più di 300 appuntamenti tra convegni, seminari, incontri di formazione sul mondo del vino. In primo piano, come ogni anno, le esclusive degustazioni, tra cui quella della Vinitaly International Academy che ha ricordato la figura di Giacomo Tachis, uno dei più grandi enologi italiani recentemente scomparso In contemporanea a Vinitaly, si sono svolte come ogni anno, Sol&Agrifood, la manifestazione di Veronafiere sull’agroalimentare di qualità (www.solagrifood.com), ed Enolitech, rassegna su accessori e tecnologie per la filiera oleicola e vitivinicola (www.enolitech.it).

Sono stati 2.357 i giornalisti accrediti da 47 nazioni che hanno seguito la manifestazione.

La 51ª edizione di Vinitaly è in programma dal 9 al 12 aprile 2017.

 

Stamane alla presenza del Presidente Sergio Mattarella il via alla 50° edizione internazionale di Vinitaly

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SINTESI INTERVENTO DEL PRESIDENTE DI VERONAFIERE, MAURIZIO DANESE INAUGURAZIONE 50° VINITALY, VERONA 10 APRILE 2016 ALLA PRESENZA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA ITALIANA, SERGIO MATTARELLA

La presenza del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nell’anno del cinquantesimo di Vinitaly è per noi un riconoscimento molto importante. In questi 50 anni Vinitaly si è affermato come uno dei brand fieristici più conosciuti a livello mondiale: un risultato reso possibile dalle migliaia di aziende vinicole che hanno sempre creduto in questa manifestazione, eleggendola tra gli appuntamenti imprescindibili, utili ad alimentare la crescita qualitativa ed economica e, soprattutto, in grado di supportare l’affermazione di questo settore nel mondo.

La storia di questi 50 anni è la storia di un percorso comune che ha visto Vinitaly a fianco delle aziende ed ha visto le aziende al nostro fianco, punto di riferimento del grande Rinascimento del vino italiano e del suo sviluppo sui mercati internazionali. Nel 1967, dall’intuizione di Angelo Betti, a Verona nascevano Le Giornate del Vino Italiano e, con esse, il Vinitaly. Da allora, il Salone ha accompagnato e scandito l’evoluzione di un Paese che proprio attraverso il vino ha saputo farsi conoscere ed apprezzare in tutto il mondo. Nel 2015 le nostre esportazioni vitivinicole hanno superato i 5,4 miliardi di euro, in crescita di oltre il 5% sul 2014: si tratta, di fatto, di un nuovo record.

Insieme alla produzione di vino di qualità, il nostro Paese, terra d’ingegno, ha sviluppato anche una importante industria manifatturiera al servizio del comparto, rappresentata all’interno del Vinitaly dalla rassegna Enolitech, dove troviamo, in questi giorni, anche SOL&Agrifood, manifestazione dedicata all’olio extravergine d’oliva e all’artigianalità dell’alimentare italiano.

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La Fiera di Verona detiene il 45% dell’offerta fieristica nazionale dedicata al settore agroalimentare Ed il sistema di relazioni che genera dalle proprie rassegne e dal grande lavoro svolto con il Padiglione VINO – A TASTE of ITALY all’Expo 2015, sono la vera ricchezza e il patrimonio culturale più importante da gestire per creare nuovo sviluppo per le aziende e i territori.

Un insieme di attività che hanno portato il governo italiano a riconoscere il Vinitaly come la piattaforma commerciale del comparto, attraverso il suo inserimento nel Piano di promozione straordinaria del Made in Italy.Un 50° Vinitaly che vede, proprio per questo, grandi investimenti sull’incoming di buyer provenienti dall’estero.

Da un lato, attraverso le azioni congiunte con il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, dello Sviluppo Economico e ICE nell’ambito del Piano di promozione straordinaria.

Dall’altro, tramite una forte azione di incoming diretto e con le molteplici iniziative organizzate all’estero da Vinitaly International.

L’obiettivo è quello di aumentare il già alto tasso di internazionalità del Vinitaly e con esso la capacità di generare valore per le aziende espositrici ed il settore nel suo complesso. Nel 2015 sono stati, infatti, quasi 150 mila gli operatori presenti dei quali il 37% esteri provenienti da 141 Paesi, rispetto ai 119 dell’anno precedente.

In questa edizione ospiteremo anche lo storico Forum dei Ministri dell’Agricoltura dei principali paesi europei produttori di vino che il Ministro Maurizio Martina ha voluto convocare proprio a Vinitaly, ribadendo la centralità della manifestazione per il sistema vitivinicolo internazionale, luogo di incontro e dibattito, sia tecnico sia a livello di politiche di sviluppo per il comparto.

Siamo convinti che la promozione della cultura e della conoscenza della grande ricchezza varietale degli oltre 540 vitigni italiani, sia la chiave per aprire nuovi mercati, consolidare quelli dove siamo già leader, conquistare quote di mercato ai competitor sui mercati emergenti.

Per questo abbiamo creato la Vinitaly International Academy che attraverso seminari, degustazioni e incontri si propone in Italia e all’estero come luogo permanente di formazione e di approfondimento per gli appassionati di vino e gli operatori che diventano così i nuovi ambasciatori del vino italiano nel mondo.

Un’operazione senza precedenti, che fonda le radici nella conoscenza e la fa diventare motore di sviluppo per il settore ed i territori.

chi è interessato al testo integrale dell’intervento inaugurale del Presidente di Veronafiere, Maurizio Danese, testo integrale