CRESCITA DEI NOSTRI SPUMANTI CHIUDERANNO L’ANNO ARRIVANDO 1,2 MILIARDI DI EURO

CRESCITA DEI NOSTRI SPUMANTI CHIUDERANNO L’ANNO ARRIVANDO 1,2 MILIARDI DI EURO

tre-bicchierite e la bottiglia di spumante

L’export dei nostri spumanti, secondo le stime di Wine Monitor-Nomisma, chiuderà l’anno arrivando al record di 1,2 miliardi di euro. 

Al contrario, la Francia dovrebbe attestarsi sui 2,7 miliardi, in leggera flessione (-1%) rispetto al 2015 e la Spagna a 415 milioni di euro (-3%). Wine Monitor fa il punto sulle vendite all’estero degli spumanti italiani, evidenziando come l’Italia abbia ridotto le distanze con la Francia, mettendo a segno una crescita a valore superiore al 25%, a fronte di una leggera flessione degli ‘sparkling’ d’oltralpe (-1%). Tutto merito del Prosecco che dovrebbe chiudere l’anno con il vento in poppa, trascinando così al rialzo tutta la categoria, al contrario del più blasonato Champagne che invece terminerà con gli stessi valori di export dell’anno precedente (con una riduzione a cavallo dell’1%), così come il Cava spagnolo che arretrerà di qualche punto percentuale (-3%).

“In alcuni tra i principali mercati mondiali, gli spumanti italiani mettono a segno crescite nell’export a fronte di cali dei principali concorrenti” sostiene Denis Pantini, responsabile Wine Monitor di Nomisma. Non solo cresciamo più dei francesi nell’export, ma sono gli stessi cugini d’oltralpe ad aumentare gli acquisti dei nostri spumanti. “Tra il 2010 e il 2015” – continua Pantini – “l’export degli spumanti Dop italiani verso la Francia (al netto dell’Asti) è praticamente decuplicato, passando da meno di 4.000 a quasi 46.000 ettolitri, per un controvalore superiore ai 15 milioni di euro”. La tendenza sembra ulteriormente rafforzarsi nell’anno in corso: le esportazioni in Francia di spumanti Dop nei primi 9 mesi del 2016 evidenziano un’ulteriore crescita in volume dell’80%, superando già per questo periodo (e ancora prima delle festività di fine anno) i 55.000 ettolitri. Insomma, la moda dello Spritz ha contagiato i francesi e il Prosecco ne cavalca l’onda.

TUTELIAMO IL NOSTRO VINO DICHIARA IL MINISTRO MARTINA IL MINISTERO POTENZIA I CONTROLLI PER LA VENDEMMIA 2016

raccoglie l'uva

TUTELIAMO IL NOSTRO VINO DICHIARA IL MINISTRO MARTINA IL MINISTERO POTENZIA I CONTROLLI PER LA VENDEMMIA 2016

Per l’anno 2016 sono stati potenziati i controlli nel periodo di vendemmia. Sono stati previsti complessivamente oltre 11 mila controlli mirati sul settore vitivinicolo.

Nel primo semestre ne sono stati effettuati già 5.698, con sequestri di prodotti contraffatti per oltre 2,5 milioni di euro e con 920 diffide. Proprio nei giorni scorsi su disposizione della Procura della Repubblica di Venezia, l’Ispettorato Repressione Frodi (Icqrf) del Ministero delle politiche agricole e la Guardia di Finanza di Treviso hanno portato avanti un’operazione antifrode denominata “Pinocchio”. Attraverso 12 perquisizioni presso imprese venete e pugliesi sono stati sequestrati oltre 130 mila litri di vino falsamente etichettato come Igp “Puglia” Pinot Grigio in attesa di confezionamento. Il vino, proveniente da compiacenti cantine pugliesi, derivava in realtà da varietà di uva a bacca bianca diverse dal Pinot Grigio.
Tramite falsi documenti di accompagnamento, il vino arrivava dalla Puglia ad un imbottigliatore veneto, pronto per il confezionamento e la distribuzione sul mercato nazionale ed estero. Sulla tavola rischiava così di arrivare vino bianco di incerta origine e provenienza, traendo in inganno il consumatore.
“Tuteliamo al massimo il settore del vino – ha commentato il Ministro Maurizio Martina – attraverso un aumento dei controlli e un rapporto nuovo con le aziende. In particolare con le diffide permettiamo alle aziende di mettersi in regola, prima di subire sanzioni amministrative. Allo stesso tempo siamo inflessibili contro le frodi, come dimostra questa importante operazione portata avanti dal nostro Ispettorato repressione frodi e dalla Guardia di Finanza. L’impegno a tutela dei consumatori e dei produttori onesti è costante e quotidiano”.

IL 2015 POTREBBE PASSARE ALLA STORIA COME L’ANNO DEL GRANDE SORPASSO SUL PIEMONTE DA PARTE DELLA TOSCANA PER L’EXPORT DEI LORO VINI

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IL 2015 POTREBBE PASSARE ALLA STORIA COME L’ANNO DEL GRANDE SORPASSO SUL PIEMONTE DA PARTE DELLA TOSCANA PER L’EXPORT DEI LORO VINI

Nei primi 9 mesi del 2015 le esportazioni sono cresciute del 21,9 per cento. Il merito dei vini Dop, bianche e rossi, sempre più apprezzati negli Usa, in Cina e nei paesi extra Ue

Il 2015, per il vino toscano, potrebbe passare alla storia come l’anno del grande sorpasso sul Piemonte per quanto riguarda l’export. Nei primi 9 mesi dello scorso anno, infatti, il commercio estero dei vini toscani è cresciuto del 21,9% (media nazionale 5,4%), superando i 646,4 milioni di euro in valore. Trend che, se confermato anche per l’ultimo trimestre dell’anno, porterebbe l’export toscano alla cifra record di 923,4 milioni di euro. A dirlo Toscana Promozione nel corso della conferenza stampa di presentazione di Buy Wine, l’evento che coinvolgerà 200 produttori toscani e circa 250 buyer internazionali provenienti da 36 Paesi, in programma il 12 e 13 febbraio alla Fortezza da Basso di Firenze.
Un dato confermato dall’Osservatorio Business Strategies Paesi Terzi, a cura di Nomisma Wine Monitor che ha parlato di una “velocità tripla” dei vini toscani diretti verso i Paesi extra Ue, con un aumento, nei primi 9 mesi del 2015, nettamente superiore rispetto a quello nazionale. Secondo l’Osservatorio, la Toscana in questi Paesi è infatti cresciuta del 29,4%, contro il 9% della media italiana. Un risultato senza precedenti per la Toscana, raggiunto grazie al boom dell’export negli Stati Uniti (+47,3% contro il già ottimo +15,3% nazionale) ma anche con il salto di qualità sulla Cina (+44,9% contro +16,9%) e il Canada (+33,7% contro il 13,4%). L’ottima performance sui Paesi terzi è visibile anche scorporando i dati regionali: tutte le province, ad eccezione di Arezzo, superano la quota del 50% delle esportazioni con le vendite extra-Ue; a Firenze va la maglia d’oro (81,2%), seguita da Livorno (62,3%) e Siena (62,2%). Questo scenario positivo – secondo l’Osservatorio Business Strategies Paesi Terzi curato da Nomisma – deve rappresentare uno stimolo per continuare a investire in una promozione ragionata e sinergica: il vino toscano ha ancora potenziale inespresso, e con esso margini di crescita, specialmente per i consorzi emergenti.
Il Piemonte, intanto perde quota e la Toscana e lì, ad un soffio. Quello appena concluso è il sesto anno consecutivo di crescita per l’expo dei vini toscani che, per la prima volta nella storia, si avvicinano al miliardo di euro. Una cifra che oggi riesce a superare solo il Veneto, da tempo leader di questa particolare classifica.
Dal 2003 ad oggi il commercio estero dei vini toscani è cresciuto del 102.4% in valore, facendo registrare solo due risultati negativi, in concomitanza della crisi economico finanziaria del 2008-2009. Una breve parentesi che, in realtà, ha fatto da preludio ad una delle stagioni più felici per l’export toscano che dal 2009 al 2015 è cresciuto del 81%. Come se non bastasse, peraltro, il risultato del 2015 supera dell’89% quello del 2005, ossia della miglior annata per l’export dei vini toscani prima della crisi. Una performance che aumenta il peso toscano sul totale delle esportazioni nazionali passando dal 14.8% del 2014 al 16.7% del 2015. Dato, quest’ultimo, che consolida il terzo posto della Toscana in Italia dopo Veneto e Piemonte, con buone possibilità di conquistare, però, la seconda piazza.
Il successo dell’enologia toscana nel mondo è trainato, in primo luogo, dai vini Dop (Rossi e Bianchi) che rappresentano il 64.6% dell’export regionale di vini in valore e che nei primi 9 mesi del 2014 (gennaio-settembre) hanno fatto registrare un incremento nelle esportazioni del+9%, attestandosi ampiamente sopra quota 416 milioni di euro a cui corrisponde però un calo del-5.6% in quantità. Un andamento, quello dell’export toscano, determinato dall’aumento dei prezzi alla produzione delle Dop. Come risulta dall’ultimo rapporto Ismea, infatti, in un 2015 caratterizzato da un aumento medio dell’8% a livello nazionale, alcune delle principali denominazioni toscane fanno registrare invece un incremento a due cifre. E’ il caso del Brunello di Montalcino (+14.9%), del Chianti Classico (+36,9%) e del Nobile di Montepulciano (+24.5%). In calo, invece, i prezzi alla produzione delle Dop Chianti (-5.4%), Chianti Colli Senesi (-1.8%) eVernaccia di San Gimignano (-4.4%).
Le Aree di mercato principali per il vino toscano a denominazione d’origine sono America settentrionale (188,2 milioni) ed Europa (186.0 milioni di euro) con incrementi, rispettivamente, del 15.8% e del +5.6% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

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