GRAVE LUTTO PER LA SCHERMA PIEMONTESE SI SPEGNE A 66 ANNI ROBERTO BAROGLIO

GRAVE LUTTO PER LA SCHERMA PIEMONTESE SI SPEGNE A 66 ANNI ROBERTO BAROGLIO PER 12 ANNI ERA STATO PRESIDENTE DEL CLUB SCHERMA CASALE

CASALE – Grave lutto per la scherma piemontese. Alle 21 del 30 giugno, si è spento a Casale Roberto Baroglio, cedendo alla una malattia con cui combatteva da mesi. A darne l’annuncio, affermando la propria vicinanza alla famiglia, è stato il Club Scherma Casale, che con un comunicato a firma del consiglio direttivo e del presidente l’ha ricordato come “una persona molto cara”.
Eletto presidente del Club Scherma Casale nel 2005, Baroglio era rimasto in carica fino al febbraio 2017, per poi tornare a occupare il ruolo di consigliere. In passato era stato anche vicino alla carica di presidente del Comitato Regionale Fis, ma aveva poi rinunciato all’incarico. “Ha governato il Club con capacità, passione, equilibrio ed esemplare spirito di volontariato”, ha scritto la società. “Nei suoi lunghi anni di presidenza non sono mancate le difficoltà, che lo hanno talora moralmente rattristato, ma grazie al suo impegno e la sua rettitudine esse sono state affrontate e risolte, dando priorità solo agli interessi dei soci e dell’associazione”.
Roberto Baroglio era un amante dello sport e della scherma in modo particolare. Padre del maestro Simone Baroglio e dell’atleta Andrea, medaglia di bronzo nella prova a squadre alle Universiadi di Kazan 2015. I funerali si svolgeranno in forma strettamente riservata per decisione della famiglia.

Era una persona stimata e benvoluta veramente da tutti in regione”, ha commentato la presidente del Comitato Regionale Fis Piemonte Cinzia Sacchetti. “È sempre stato una persona molto attenta ai fatti agonistici come a quelli politici, sempre molto presente e corretta, da genitore prima e dirigente poi. Il Comitato Regionale si stringe attorno alla famiglia”.

Il mondo del vino piemontese è in lutto ci ha lasciati Elvio Cogno uno dei patriarchi del Barolo

UNO DEI PATRIARCHI DEL BAROLO E DELLA NASCETTA CI HA LASCIATI ELVIO COGNO

Dopo una lunga malattia, è morto il vignaiolo Elvio Cogno, uno dei patriarchi del Barolo e della Nascetta.

Classe 1936, ha fondato l’azienda vitivinicola di Novello, dopo gli esordi con un’attività di ristorazione a La Morra (Cuneo) e decenni di lavoro in vigna orientato alla valorizzazione del grande potenziale dei vini delle Langhe. Elvio lascia la moglie Graziella, la figlia Nadia, il genero Valter e la nipote Elena.

ELIO COGNO
I funerali si terranno oggi alle ore 10,30 presso la chiesa San Martino a La Morra. A fare il vigneron iniziò collaborando con l’azienda Marcarini, che gestiva vigneti in Brunate – nel comune di La Morra – coltivati a nebbiolo da Barolo. Il primo Barolo imbottigliato fu quello della grande annata 1961. E già nel 1964, in largo anticipo sui tempi, Elvio Cogno decise, tra i primi, di portare in etichetta il nome delle vigne. La prima fu naturalmente proprio Brunate, segno di orgoglio e consapevolezza circa l’unicità del proprio prodotto e del terroir da cui aveva origine. L’azienda Cogno-Marcarini divenne in poco tempo una delle principali realtà della zona. Elvio Cogno aveva 60 anni quando scelse di ricominciare da zero, in una un’avventura in solitaria. E fu così che nel 1990, con enormi sacrifici, acquistò la Cascina Nuova in località Ravera, un grande casolare proprio sotto il paese di Novello. Accanto a lui, la figlia Nadia e il genero Valter Fissore che, di lì a poco, entrarono ufficialmente in azienda.
La loro prima vendemmia di nebbiolo fu quella del 1991, commercializzata quattro anni più tardi con il nome di Barolo Ravera, il primo a portare in etichetta una menzione geografica che sarà regolamentata solo molti anni più tardi.
Nel 1996, Elvio Cogno lasciò le redini dell’azienda alla figlia Nadia e al genero Valter Fissore, rimanendo sempre però prodigo di consigli e partecipe dei successi dell’azienda. Fino alla malattia, che ne aveva provocato il definitivo ritiro già da qualche anno. La morte, all’età di 79 anni, con il mondo del Barolo che saluta un altro dei suoi patriarchi