QUANTO INFLUISCE LA SCELTA DEL SUOLO SUL VINO

Quanto influisce la scelta del suolo sul vino?

 
Spesso molti si chiedono quali sono i migliori terreni dove far crescere le vigne e soprattutto quale rapporto c’è tra vigna e suolo. Spesso si sente dire: “…i nostri terreni sono tendenzialmente sabbiosi con percentuali di arenarie, marne e base di argilla…”. Ma cosa caspita vuol dire? Cerchiamo di semplificare il tutto per noi “comuni mortali”.

Partiamo col dire che prima di impiantare un vigneto, occorre sapere quale tipo di terreno abbiamo di fronte per capire, poi, quali varietà utilizzare.
Sangiovese o Nero d’Avola, ad esempio, hanno necessità diverse in fatto di suoli e clima. Entrambi i vini dimostrano profumi differenti, quindi si può dire che i profumi del vino provengono dal suolo? Purtroppo non ci sono prove sufficienti per confermare con tranquillità che un suolo possa determinare anche il profumo del vino. Per essere chiari, non avrai profumo di fragole nel vino se pianti in un terreno argilloso. Di sicuro, però, il suolo può conferire un certo tipo di carattere alla struttura del vino stesso e in parte al bouquet in base, naturalmente, alla varietà.

Vediamo allora di semplificare questo concetto, estremizzandolo un po’, prendendo in esame le varie tipologie di suoli.

SUOLI SABBIOSI

Di solito dai suoli sabbiosi nascono vini profumati con tannini levigati e colorazioni chiare. I terreni di questo genere, hanno un ottimo drenaggio delle acque e hanno tendenza a mantenere il calore, cosa utile soprattutto nelle aree fredde. Un esempio di suoli sabbiosi possono essere quelli di Barolo, dove le uve Nebbiolo danno il meglio di sé dando origine a vini profumati, finissimi di piacevole acidità e tannino.

SUOLI ARGILLOSI

Dai suoli argillosi, invece, si ottengono vini muscolari, ricchi di colore. I suoli argillosi possono avere tendenza marnosa, calcarea, limosa ovvero possono contenere ulteriori caratteristiche che andranno, in questo caso, a formare una particolarità di cui il vigneto beneficerà.  Esattamente come un terreno sabbioso non sarà tale completamente perché conterrà in sè anche percentuali di argilla. Nel caso dei terreni argillosi un vino di riferimento è il Chianti.

SUOLI ALLUVIONALI E LIMOSI

Ci sono anche terreni di origine alluvionale, suoli limosi che danno vita a vini rotondi con bassa acidità. Suoli che si trovano in certe zone collinari e nelle basse vallate di diverse zone di Italia e che possono contenere parti di roccia e pietre sciolte nel terreno. La tipologia di terreni fertili, invece, sono composti da parti argillose, limose e sabbiose sono meno adatti alla coltivazioni delle uve. Si tratta di suoli ricchi di “humus”, materia organica che origina vini poco profumati e strutturati.

SUOLI MARNOSI O CALCAREI

Spesso si sente parlare di terreni marnosi o calcarei. Cosa significa? In quei terreni sono presenti rocce sedimentarie o, nel caso di quelli calcarei, rocce sedimentarie con parti di carbonato di calcio. Parti, semplificando, più dure, composte da compenetrazioni di quarzo e/o argilla sedimentata. A noi serve solo per sapere che, in questo caso, avremo la tanto decantata componente “minerale” e ulteriori sfumature al naso. 

Questi sono alcuni dei principali suoli, ovvero le basi della maggior parte dei terreni. Da queste, ci sono le variazioni che derivano dalla mescola delle diverse tipologie. Sabbiosi argillosi, arenarie, calcarei, di media fertilità con prevalenza sabbiosa, alluvionali con scisti e rocce eccetera. Tutte variazioni che la natura ha donato all’uomo, utili al fine di caratterizzare il vino stesso. Il carattere (e non il profumo) è definito nella scelta dei terreni. Come poco sopra abbiamo anticipato, il vino non profuma di viole se pianti una vigna nei suoli calcarei, ma di sicuro avremo i profumi di quella varietà, definiti e fini.

Le barbabietole per aiutare il nostro cuore e migliorare le prestazioni sportive

BARBABIETOLA 3

LE BARBABIETOLE PER AIUTARE IL NOSTRO CUORE E MIGLIORARE LE PRESTAZIONI SPORTIVE

Ripe bet root vegetable

Migliorare le prestazioni sportive è desiderio di molti di noi ed attualmente sembrerebbe possibile senza grandi sforzi grazie all’introduzione nella nostra alimentazione di un semplicissimo succo di barbabietola.

La barbabietola rossa è un vegetale molto ricco in acqua, proteine, fibra alimentare; sono inoltre presenti diverse vitamine, in particolare quelle del gruppo B e una buona percentuale di sali minerali, tra cui potassio, sodio, calcio, ferro e fosforo.
La barbabietola possiede notevoli proprietà rimineralizzanti e rinfrescanti ed è molto ricca in antociani, sostanze antiossidanti che apportano benefici al cuore e alla microcircolazione. Recenti studi hanno indagato le speciali capacità delle barbabietole, soffermandosi in particolare su quelle svolte in ambito atletico e non solo. Questo vegetale, non sempre noto e forse poco presente sulle nostre tavole, svolgerebbe un ruolo positivo anche sull’attività cardiaca. I risultati emersi sono davvero interessanti e significativi per il nostro benessere, in particolare, nei soggetti che avevano bevuto succo di barbabietole, si è registrato un considerevole aumento del flusso sanguigno dei muscoli scheletrici coinvolti nell’attività fisica. L’aumento del flusso sanguigno sembrerebbe coinvolgere in particolare i muscoli a contrazione rapida, quelli cioè coinvolti nella corsa esplosiva. Questi muscoli sono in genere meno ossigenati rispetto agli altri muscoli scheletrici. Cosa ancor più importante è che questo aumento del flusso di ossigeno sarebbe in grado di migliorare in modo significativo la qualità della vita nei pazienti con insufficienza cardiaca.

BARBABIETOLA 1
In questo tipo di soggetti ovviamente è di vitale importanza l’esercizio fisico, ma non è sempre possibile o facile, per questo ci viene in aiuto il succo di barbabietole, grazie alla sua precipua capacità di aumentare la fornitura di ossigeno a questi muscoli, rappresenta una via terapeutica per migliorare la qualità della vita di questi pazienti. A cosa si devono queste sue prodigiose capacità? la risposta sembrerebbe risiedere nella forte concentrazione di nitrati presenti nelle barbabietole, infatti 70 millilitri di succo di barbabietola conterebbero tanti nitrati quanti quelli presenti in 100 grammi di spinaci. Il nitrato una volta presente nell’organismo si trasforma in nitrito, il quale sembrerebbe in grado di proteggere i vasi sanguigni da lesioni. Il nitrito successivamente viene trasformato in ossido di azoto, un potente vasodilatatore che dilatando i vasi sanguigni aumenterebbe il flusso sanguigno con conseguente aumento di ossigeno alle cellule muscolari, tutto ciò si traduce in una maggiore produzione di energia e di resistenza. Per il benessere di muscoli e cuore dunque un buon concentrato di barbabietole. Come di consueto la nostra gustosa ricetta: “Pasta al pesto di barbabietole”

BARBABIETOLA 4

INGREDIENTI

  • Pasta 400 g
  • Sale q.b.
  • Pinoli q.b.
  • Basilico qualche foglia

PER IL PESTO DI BARBABIETOLA

  • Panna vegetale light 150 ml
  • Pinoli 50 g
  • Parmigiano reggiano 50 g grattugiato
  • Olio di oliva 130 ml
  • Succo di limone (1 limone)
  • Basilico 6 foglie
  • Timo 3 rametti tritato
  • Barbabietole 400 g lessate

Preparazione
Per realizzare la pasta con pesto di barbabietola iniziate pelando le barbabietole, poi affettatele ricavando delle fette spesse circa mezzo centimetro.
Foderate una teglia con carta da forno e distribuite le fette di barbabietola in modo che non si sovrappongono. Conditele con un filo di olio di oliva, sale, il timo tritato e cuocete in forno non ventilato preriscaldato a 200° per 35 minuti (180° per circa 25 minuti se forno ventilato).
A cottura ultimate lasciate raffreddare la barbabietola poi trasferitela in un mixer dotato di lame, unite i pinoli, l’olio di oliva e azionate il mixer per frullare il composto, per pochi istanti. Poi incorporate anche il basilico, il parmigiano reggiano grattugiato e azionate nuovamente il mixer per ottenere un composto omogeneo.

BARBARBABIETOLA 5
Trasferite il composto in un contenitore dal bordo alto e versate la panna liquida; frullate il composto con un frullatore ad immersione per ottenere una crema densa
Unite anche il succo di un limone filtrato e mescolate con un cucchiaio per incorporare il succo. Tenete da parte il pesto e preparate la pasta al dente. Scolatela e trasferitela direttamente in padella, fate saltare per pochi secondi la pasta per insaporirla con il pesto e poi aromatizzate con dei pinoli e qualche foglia di basilico.

Esperto in nutrizione e integrazione nutrizionale Andrea Busalacchi