FARE SPORT FA BENE MA ATTENZIONE NON ESAGERARE E POI SE UNO E’ SEDENTARIO NON DECIDERE DA OGGI A DOMANI DARSI ALLO SPORT .
Chi è sedentario e di punto in bianco decide di darsi allo sport deve stare attento, perché non è affatto sicuro che possa trarne benefici: da un lato perché spesso si rischia di esagerare e farsi male, dall’altro perché potrebbe non servire a molto se, escluse le due o tre ore di esercizio ad alta intensità “auto-inflitte” ogni settimana il resto del tempo lo si passa seduti.
Non solo sport, anche muoversi
Allenarsi di tanto in tanto non basta: perché faccia davvero bene il movimento deve diventare un’abitudine davvero quotidiana: un avvertimento ai più pigri che vale anche e soprattutto se già c’è qualche piccolo problema di salute, come dimostra una ricerca pubblicata di recente sullo European Journal of Cardiovascular Prevention secondo cui chi ha già una patologia cardiovascolare ed è mediamente sedentario non vede affatto migliorare i propri indici di salute facendo esercizio, a prescindere dalla quantità di allenamento. Conta insomma più quanto si sta seduti che il tempo trascorso praticando sport, come spiega l’autrice, Stephanie Prince dell’università di Ottawa in Canada: «Limitare le ore trascorse seduti lavorando al computer, guidando o guardando la TV è essenziale tanto quanto incrementare i minuti di attività fisica settimanale fino ad arrivare alle quantità raccomandate. Se si fa movimento solo in occasioni specifiche ma poi si poltrisce non si ottengono benefici».
Piccoli passi senza accorgersene
La convinzione della ricercatrice canadese è corroborata dall’indagine che ha condotto su circa 300 uomini e donne con qualche problema cardiovascolare.
Misurando alle “cavie” con un accelerometro tutte le attività svolte nell’arco di nove giorni e valutando parametri come indice di massa corporea e funzionalità respiratoria, la ricercatrice si è accorta che i partecipanti più sedentari erano i più grassi e con meno fiato, indipendentemente dalle sessioni di allenamento svolte nella settimana.
Non è per nulla sorpreso Gianfranco Beltrami, docente del corso di laurea in Scienze motorie dell’Università di Parma e membro del consiglio direttivo della Federazione Medico Sportiva Italiana (FMSI): «Premesso che per ogni età della vita e a seconda delle condizioni di salute la “dose” di esercizio fisico cambia, sicuramente la palestra non basta, se non si aggiunge un movimento libero quotidiano adeguato. Favorire il moto “fuori programma” è importante per il benessere e spesso non ci si accorge di quanto stiamo fermi: ci sono bambini che a fine giornata hanno fatto tremila passi e altri soltanto cinquecento, a parità di ore di scuola e di sport». «Il dispendio energetico reale dipende molto dalle attività libere: dalle faccende di casa alla passeggiata per arrivare al parcheggio, dalle scale al posto dell’ascensore fino ai giochi con i bambini» prosegue lo specialista, «tutto serve a ridurre la sedentarietà. Che davvero fa molto, ma molto, male: è una delle prime cause di mortalità nel mondo e va perciò combattuta in ogni modo. L’organismo umano è fatto per muoversi».
Gli eccessi
Stephanie Prince consiglia almeno di interrompere le ore passate seduti. Alzarsi e muoversi ogni mezz’ora, fare qualche esercizio di fronte alla TV, trascorrere la pausa pranzo o le pause caffè fuori dalla stanza anziché di fronte al computer, monitorare la propria reale attività munendosi di un contapassi sono tutti metodi efficaci per evitare di passare seduti otto o più ore al giorno come i volontari arruolati nello studio canadese. Raccomandazioni che vengono confermate anche da un recente documento pubblicato dall’ American College of Cardiology Sports and Exercise Cardiology Council , che sottolinea come i rischi per la salute si riducano al crescere del movimento. «Gli unici pericoli connessi all’attività fisica sono il non farla o esagerare senza avere un’adeguata preparazione», scrivono gli autori. Accanto alla sedentarietà, infatti, l’altro rischio è farsi prendere dall’entusiasmo e passare da otto ore di sedia ad allenamenti sfiancanti e quotidiani.
La giusta misura
«Serve sempre gradualità e chi non è uno sportivo, prima di iniziare, dovrebbe farsi visitare dal medico di famiglia o meglio ancora da un medico dello sport, per capire se ci siano specifiche controindicazioni al tipo di attività che si vorrebbe praticare – raccomanda Beltrami -. Inoltre non bisogna mai dimenticare che per essere più tonici e contrastare l’invecchiamento mantenendosi in salute bisogna allenare tutte le componenti della forma fisica: serve l’attività aerobica, per la funzionalità di cuore e polmoni e per liberare le endorfine, gli “ormoni del benessere”, ma anche esercizi per la forza muscolare, che soprattutto con l’andare degli anni si riduce più rapidamente di altre capacità; non devono poi mancare attività per favorire l’equilibrio, anch’esso importante per evitare le cadute una volta diventati anziani, e lo stretching indispensabile per diminuire la probabilità di traumi. Una visita medica serve anche per individuare su quale di queste componenti si debba puntare di più: un iperteso non dovrà sollevare pesi, un obeso dovrà fare un esercizio aerobico mirato e così via. Non si può banalizzare dicendo che la camminata va bene per tutti, per ognuno bisogna individuare la “ricetta” giusta, proprio perché l’esercizio fisico è un vero e proprio farmaco: se ne prendiamo troppo poco non serve a molto, se esageriamo con le dosi o non prendiamo quello giusto rischiamo effetti collaterali dannosi».