NO AL NEBBIOLO NELLA DOC PIEMONTE

NO AL NEBBIOLO NELLA DOC PIEMONTE

Il Nebbiolo non sarà inserito nella Doc Piemonte. E’ quanto rivela Orlando Pecchenino, presidente del Consorzio di tutela di Barolo e Barbaresco al termine del primo vertice sul caso che si è tenuto lunedì sera.

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Primo round, usando una metafora sportiva, alle Langhe che respingono al mittente la proposta avanzata dal consorzio Consorzio Barbera d’Asti e Monferrato, di creare un nuovo vino con il vitigno che viene usato per Barolo e Barbaresco. Per i produttori delle Langhe, la questione, oltre a creare confusione tra i clienti, potrebbe abbassare la qualità dei vini a base di Nebbiolo.
“Il Consorzio di Asti – dice Pecchenino – dovrà proporre un’altra alternativa. Noi abbiamo dato la disponibilità ad altre soluzioni. Se il Monferrato vorrà rivendicare il Nebbiolo dovrà farlo con una denominazione circoscritta e un programma che tenga conto delle esigenze dei produttori e delle condizioni della terra e del clima” .

Sul progetto è cominciata la discussione, che continuerà nelle prossime riunioni – si legge in una nota -. Sul tema della Piemonte Doc Nebbiolo è emersa la volontà comune di approfondire soluzioni alternative che riconoscano le specifiche identità territoriali.
Per Filippo Mobrici, presidente del Consorzio Barbera d’Asti e vini del Monferrato, “la discussione si è svolta in un clima sereno e costruttivo, e di questo siamo soddisfatti. Ripresenteremo su questa base una proposta che possa trovare un ampio consenso del tavolo e dei produttori”.
“Come sempre il Comitato svolge un utile ruolo di confronto per trovare soluzioni nell’interesse dei produttori e del territorio piemontese. Così è stato anche questa volta, il lavoro cominciato oggi, anche grazie alla struttura regionale, darà di sicuro ottimi risultati”, sostiene l’assessore regionale Giorgio Ferrero”.

 

IL RACCOLTO 2016 DELLA LANGUEDOC NON HA PACE ADESSO E’ TOCCATO AL FUOCO

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IL RACCOLTO 2016 DELLA LANGUEDOC NON HA PACE ADESSO E’ TOCCATO AL FUOCO  

Non c’è pace per i vigneron della Languedoc. Dopo la devastante grandinata di qualche giorno fa, adesso tocca al fuoco dare “il colpo di grazia” al raccolto 2016.

Come racconta Decanter, un gravissimo incendio tra i boschi della zona ha distrutto tantissimi ettari di vigneto. Sono oltre 250 i vigili del fuoco impegnati nel vasto fronte di fuoco che si è sviluppato su più punti, segno evidente della mano dell’uomo. A distruggere i vigneti, come dicono dai Vigili del Fuoco, probabilmente il passaggio di qualche animale, come i cinghiali, in fiamme, che hanno appiccato il fuoco nelle zone più a valle dell’area interessata dal fuoco. Secondo alcune stime, oltre il 50 per cento del raccolto che si era salvato dalla grandinata è andato perso, ma i vigneron temono il persistente sapore di affumicato che potrebbe compromettere la resa finale del vino. Insomma, un’annata, la 2016, da dimenticare in fretta. Secondo gli esperti, il disastro della Languedoc farà calare il totale del vino prodotto in Francia nel 2016 di oltre 10 punti percentuali. 

 

PER NON FARE INVECCHIARE LA MASSA MUSCOLARE MELE E POMODORI VERDI

PER NON FARE INVECCHIARE LA MASSA MUSCOLARE MELE E POMODORI VERDI

La perdita di tono muscolare, è una delle principali cause di infortuni nelle persone anziane, l’indebolimento della forza compromette la stabilità e la resistenza ai traumi, favorendo così possibili traumi a livello scheletrico

Circa 1 persona su 3 che ha superato i 50 anni, soffre di sarcopenia, ovvero una perdita costante di massa muscolare con conseguente diminuzione della forza, spesso accompagnata da una minore funzionalità dei muscoli stessi.
Dietro questa patologia sembra esserci un fattore di trascrizione, ovvero una proteina che è in grado di “dialogare” con il nostro patrimonio genetico Dna, comunicando l’attivazione o meno di alcuni processi metabolici. In questo caso questa proteina dice al nostro Dna di “costruire” meno muscoli.
Questo fattore si chiama Atf4, e inizia ad attivarsi maggiormente in quei soggetti che soffrono di sarcopenia; ma questa è “soltanto genetica”. Ebbene si, queste sono solamente informazioni che ci permettono di individuare una possibile causa; ma oggi sappiamo che grazie ad alcuni azioni epigenetice possiamo intervenire in questi processi legati al nostro Dna.

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In poche parole possiamo adottare dei comportamenti (fattori epigenetici) atti a modulare questi processi, uno fra tutti è appunto controllare la propria alimentazione. Si perché sono stati identificati in alcuni alimenti, delle sostanze che possono rallentare l’attività di questo fattore di trascrizione Atf4.
Nello specifico parliamo di acido ursolico e tomatidina, che si trovano rispettivamente nelle mele e nei pomodori verdi. La sola introduzione di queste sostanze nella dieta di alcuni animali, ha prodotto dei risultati interessanti, ovvero si è ottenuto un incremento della massa muscolare e della forza rispettivamente del 10 e del 30%.
Ancora una volta questa è una dimostrazione di come le scelte che prendiamo a tavola, influenzino enormemente la nostra salute, motivo per cui la ricetta di oggi è una insalata di Mele e Pomodori

Ingredienti

  • 1 cetriolo
  • 1 mozzarella
  • 1 mela verde
  • mezza cipolla rossa
  • qualche foglia di basilico
  • olio extravergine di oliva mele verdi pomodiri verdi

Preparazione
Tagliare i pomodori a metà. Sbucciare i cetrioli e con una mandolina, affettarli insieme alle cipolle rosse e alle mele. Se il sapore della cipolla risultasse troppo intenso, cospargerla con del sale fino e immergerla in acqua per 3 minuti; quindi risciacquare e asciugare. Aggiungere la mozzarella in pezzi, dell’olio extravergine di oliva ed un pizzico di sale e pepe. Guarnire il piatto con delle foglie di basilico fresco.

IL RESVERATROLO PER IL BENESSERE DEI MUSCOLI MA NON VA ASSUNTO SOLO CON IL VINO

IL RESVERATROLO PER IL BENESSERE DEI MUSCOLI MA NON VA ASSUNTO SOLO CON IL VINO

Del resveratrolo si sa molto, e come questo riesca a migliorare la nostra qualità della vita se assunto regolarmente è notizia nota, ma probabilmente non ne sapremo mai abbastanza. th (13) th (14)

Un interessante impatto sulla salute poco esplorato fino ad ora, è la capacità che possiederebbe questa molecola nel migliorare le nostre prestazioni sportive aerobiche, ma questo aspetto, indubbiamente interessante potrebbe essere alquanto deducibile. Ben poco prevedibile è invece l’aspetto rigenerativo che il resveratrolo è in grado di mostrare in quelle condizioni in cui lo stato iniziale fisico sia compromesso.
Questa condizione si può presentare ad esempio a seguito di un periodo prolungato ad una dieta ricca in grassi e zuccheri, proprio perché i nostri muscoli ed in particolare la miosina (una proteina responsabile della contrazione muscolare) tende a modificare il suo comportamento, rendendo i muscoli meno resistenti agli sforzi prolungati (attività aerobica) e più adatti ad uno sforzo di breve durata.
In queste circostanze il resveratrolo, da studi eseguiti in laboratorio, sarebbe in grado di ripristinare le condizioni iniziali del muscolo, donandogli nuovamente la resistenza agli sforzi prolungati; questa attività di ripristino è stata risolutiva a seguito di una dieta ricca in grassi e zuccheri durata per ben 2 anni. Conseguentemente a questa dieta, certamente non sana, l’integrazione di resveratrolo, ha mostrato un miglioramento della condizione muscolare, riportando il muscolo nelle condizioni iniziali (prima della dieta imposta per 2 anni)
Questo aspetto è alquanto nuovo e interessante, perché permette di mettere le basi per studi ancora più approfonditi sul recupero fisico, con implicazioni importanti sul ripristino delle capacità muscolari nei soggetti anziani.
Ma attenzione, la quantità di resveratrolo da assumere giornalmente non può essere introdotta esclusivamente tramite del vino (in particolare vino rosso) ma necessita di una supplementazione ulteriore tramite integratori alimentari, ma se vogliamo gustarci una buona ricetta, sicuramente ricca in questa meravigliosa sostanza e accompagnarla da un buon bicchiere di vino, non ci resta che provare un buon risotto al barolo:
Ingredienti

  • ½ chilo di riso
  • 1 cipolla
  • ½ litro di brodo vegetale
  • 3 bicchieri di vino Barolo
  • un etto di parmigiano grattugiato
  • 50 gr di burro
  • olio extravergine di oliva
  • 2 – 3 foglie di alloro
  • 2 foglie di salvia
  • sale e pepe q.b.

Preparazione:
Affettare le cipolle sottilissime e metterle a imbiondire a fuoco molto basso in un tegame largo con olio, una noce di burro e le foglie di alloro
Quando le cipolle saranno bene appassite, aggiungere le foglie di salvia e un bicchiere di Barolo, alzare la fiamma, buttare il riso e rimestare bene fino a quando “attacca”
Aggiungere a quel punto i rimanenti due bicchieri di Barolo e farli assorbire, sempre a fuoco vivace e versare poi sul riso, uno ad uno, i mestoli di brodo, portando il risotto a cottura
In ultimo mantecare con il burro rimasto, aggiungendo anche il parmigiano
Lasciare riposare un attimo, e, prima di servire, aggiungere una generosa macinata di pepe nero

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Nasce il QuartTrail non competitivo, una corsa per tutti il 7 maggio al Castello di QUART organizzazione CSAIN AOSTA

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Nasce il QuartTrail non competitivo, una corsa per tutti 

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Per QuartTrail sarà aèeto il casteòllo di Quart

Il CSAIn Valle d’Aosta (Centri Sportivi Aziendali e Industriali), grazie alla collaborazione di alcuni cittadini di Quart e dei Comuni limitrofi, vista la comune passione per la montagna, lo sport e i valori che questo promuove, hanno deciso di dare vita al 1° QuartTrail, trail non competitivo. La manifestazione, in programma il 7 maggio prossimo con partenza ai piedi del Castello di Quart, ha lo scopo di fare conoscere il territorio di Quart e la sua storia attraverso l’attività sportiva. L’iniziativa è apprezzata dall’amministrazione comunale che intende fornire la massima collaborazione agli organizzatori, nei limiti delle sue competenze. Per questo il sindaco Jean Barocco ha convocato mercoledì 16 marzo una riunione con gli organizzatori onde definire i termini della collaborazione.  

QuarTrail con i suoi cinque tracciati è per tutti, per gli appassionati di trekking e per gli atleti che vogliono iniziare a scaldarsi per l’arrivo della bella stagione, per le famiglie che vogliono introdurre allo sport i bambini. Il tracciato “Large” è sicuramente il più impegnativo con i suoi 37 chilometri di sviluppo e 2.600 metri di dislivello positivo. Il percorso “Medium” ha uno sviluppo di 25 chilometri ed un dislivello positivo di 2.000 metri. Entrambi i tracciati portano sino alla Croce di Fana a 2.212 metri di altitudine, il punto più alto del QuarTrail. Il percorso “Small” è tra quelli meno impegnativi, ha uno sviluppo di 14 chilometri e un dislivello positivo di 1.000 metri e diventa molto ambito dagli appassionati di trekking.

Il percorso “Extra Small” con uno viluppo totale di 6 chilometri e un dislivello positivo di poche decine di metri è invece molto indicato per le famiglie che vogliono fare una bella passeggiata sui sentieri intorno al Castello di Quart che per l’occasione, grazie alla disponibilità dell’Assessorato regionale dell’Istruzione e Cultura, sarà eccezionalmente aperto al pubblico. Il quinto tracciato, ma non per questo meno importante, è il “Kids” e permetterà agli atleti in erba (compresi tra i 10 e i 15 anni), grazie ad un itinerario con uno sviluppo di 3 chilometri ed un dislivello positivo di 167 metri, di cimentarsi in questa specialità sportiva.

Il QuartTrail è il primo a proporre la specialità del trail running ai giovani sotto i 15 anni. Il QuarTrail non ha un carattere di competizione, non saranno infatti rilevati i tempi a cronometro ma semplicemente segnati dal personale volontario su di un apposito cartellino messo a disposizione dei partecipanti. Le modalità di iscrizione ed il regolamento sono consultabili sul sito web http://www.quartrail.it.

Tutti i partecipanti iscritti alla manifestazione usufruiranno di una assicurazione tramite lo CSAIn Valle d’Aosta. I costi di partecipazione sono differenziati 25 euro senza maglietta tecnica dell’evento, 35 euro con maglietta tecnica dell’evento. In entrambi i casi è fornita la ristorazione. La partecipazione per la categoria KIDS è gratuita.

PROGRAMMA

Venerdi 6 Maggio:

presso il Bar Ristorante Zazy’s Gnam (Localita Teppe 28 | Adiacente Self, 11020 Quart)

  • dalle ore 17.00 fino alle ore 19.30 registrazione partecipanti e consegna pacchi di partecipazione;
  • alle ore 18.30 briefing tecnico e illustrazione dei percorsi.

 

Sabato 7 Maggio:

presso il Bar Ristorante Zazy’s Gnam

(Localita Teppe 28 | Adiacente Self, 11020 Quart)

  • a partire dalle ore 6.30 fino alle ore 10.00 registrazione partecipanti e consegna pacchi di partecipazione;

 

Navette gratuite porteranno gli atleti dal piazzale antistante il cimitero di Quart (parcheggio Marsiglia gomme) al Castello di Quart per la partenza

PARTENZE dal Castello di Quart

  • dalle ore 7.30 alle ore 8.30 partenza libera percorso “Large”;
  • dalle ore 8.00 alle ore 9.30 partenza libera percorso “Medium”;
  • dalle ore 8.30 alle ore 10.00 partenza libera percorso “Small”;
  • dalle ore 9.30 alle ore 10.30 partenza libera percorso “XS”;
  • alle ore 15.30 partenza gara non agonistica per ragazzi 10 – 15 anni – KIDS
  • a partire dalle ore 13.30 fino alle 16.30 verranno distribuiti i pasti agli atleti e accompagnatori;
  • alle ore 17.00 consegna riconoscimenti ed estrazione dei premi a sorteggio presso il Castello di Quart.

 

N.B. In caso di maltempo previsto per la giornata di sabato, la manifestazione verrà posticipata di un giorno (sabato sera accettazione iscrizioni e briefing, e domenica 8 maggio  partenza del Quartrail. La decisione ufficiale verrà presa entro mercoledi 4 maggio a fine mattinata e verrà tempestivamente comunicata sul sito della manifestazione.

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FARE SPORT FA BENE MA ATTENZIONE NON ESAGERARE

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FARE SPORT FA BENE MA ATTENZIONE NON ESAGERARE E POI SE UNO E’ SEDENTARIO NON DECIDERE DA OGGI A DOMANI DARSI ALLO SPORT .

 

Chi è sedentario e di punto in bianco decide di darsi allo sport deve stare attento, perché non è affatto sicuro che possa trarne benefici: da un lato perché spesso si rischia di esagerare e farsi male, dall’altro perché potrebbe non servire a molto se, escluse le due o tre ore di esercizio ad alta intensità “auto-inflitte” ogni settimana il resto del tempo lo si passa seduti.

Non solo sport, anche muoversi

Allenarsi di tanto in tanto non basta: perché faccia davvero bene il movimento deve diventare un’abitudine davvero quotidiana: un avvertimento ai più pigri che vale anche e soprattutto se già c’è qualche piccolo problema di salute, come dimostra una ricerca pubblicata di recente sullo European Journal of Cardiovascular Prevention secondo cui chi ha già una patologia cardiovascolare ed è mediamente sedentario non vede affatto migliorare i propri indici di salute facendo esercizio, a prescindere dalla quantità di allenamento. Conta insomma più quanto si sta seduti che il tempo trascorso praticando sport, come spiega l’autrice, Stephanie Prince dell’università di Ottawa in Canada: «Limitare le ore trascorse seduti lavorando al computer, guidando o guardando la TV è essenziale tanto quanto incrementare i minuti di attività fisica settimanale fino ad arrivare alle quantità raccomandate. Se si fa movimento solo in occasioni specifiche ma poi si poltrisce non si ottengono benefici».

Piccoli passi senza accorgersene

La convinzione della ricercatrice canadese è corroborata dall’indagine che ha condotto su circa 300 uomini e donne con qualche problema cardiovascolare.
Misurando alle “cavie” con un accelerometro tutte le attività svolte nell’arco di nove giorni e valutando parametri come indice di massa corporea e funzionalità respiratoria, la ricercatrice si è accorta che i partecipanti più sedentari erano i più grassi e con meno fiato, indipendentemente dalle sessioni di allenamento svolte nella settimana.
Non è per nulla sorpreso Gianfranco Beltrami, docente del corso di laurea in Scienze motorie dell’Università di Parma e membro del consiglio direttivo della Federazione Medico Sportiva Italiana (FMSI): «Premesso che per ogni età della vita e a seconda delle condizioni di salute la “dose” di esercizio fisico cambia, sicuramente la palestra non basta, se non si aggiunge un movimento libero quotidiano adeguato. Favorire il moto “fuori programma” è importante per il benessere e spesso non ci si accorge di quanto stiamo fermi: ci sono bambini che a fine giornata hanno fatto tremila passi e altri soltanto cinquecento, a parità di ore di scuola e di sport». «Il dispendio energetico reale dipende molto dalle attività libere: dalle faccende di casa alla passeggiata per arrivare al parcheggio, dalle scale al posto dell’ascensore fino ai giochi con i bambini» prosegue lo specialista, «tutto serve a ridurre la sedentarietà. Che davvero fa molto, ma molto, male: è una delle prime cause di mortalità nel mondo e va perciò combattuta in ogni modo. L’organismo umano è fatto per muoversi».

Gli eccessi

Stephanie Prince consiglia almeno di interrompere le ore passate seduti. Alzarsi e muoversi ogni mezz’ora, fare qualche esercizio di fronte alla TV, trascorrere la pausa pranzo o le pause caffè fuori dalla stanza anziché di fronte al computer, monitorare la propria reale attività munendosi di un contapassi sono tutti metodi efficaci per evitare di passare seduti otto o più ore al giorno come i volontari arruolati nello studio canadese. Raccomandazioni che vengono confermate anche da un recente documento pubblicato dall’ American College of Cardiology Sports and Exercise Cardiology Council , che sottolinea come i rischi per la salute si riducano al crescere del movimento. «Gli unici pericoli connessi all’attività fisica sono il non farla o esagerare senza avere un’adeguata preparazione», scrivono gli autori. Accanto alla sedentarietà, infatti, l’altro rischio è farsi prendere dall’entusiasmo e passare da otto ore di sedia ad allenamenti sfiancanti e quotidiani.

La giusta misura

«Serve sempre gradualità e chi non è uno sportivo, prima di iniziare, dovrebbe farsi visitare dal medico di famiglia o meglio ancora da un medico dello sport, per capire se ci siano specifiche controindicazioni al tipo di attività che si vorrebbe praticare – raccomanda Beltrami -. Inoltre non bisogna mai dimenticare che per essere più tonici e contrastare l’invecchiamento mantenendosi in salute bisogna allenare tutte le componenti della forma fisica: serve l’attività aerobica, per la funzionalità di cuore e polmoni e per liberare le endorfine, gli “ormoni del benessere”, ma anche esercizi per la forza muscolare, che soprattutto con l’andare degli anni si riduce più rapidamente di altre capacità; non devono poi mancare attività per favorire l’equilibrio, anch’esso importante per evitare le cadute una volta diventati anziani, e lo stretching indispensabile per diminuire la probabilità di traumi. Una visita medica serve anche per individuare su quale di queste componenti si debba puntare di più: un iperteso non dovrà sollevare pesi, un obeso dovrà fare un esercizio aerobico mirato e così via. Non si può banalizzare dicendo che la camminata va bene per tutti, per ognuno bisogna individuare la “ricetta” giusta, proprio perché l’esercizio fisico è un vero e proprio farmaco: se ne prendiamo troppo poco non serve a molto, se esageriamo con le dosi o non prendiamo quello giusto rischiamo effetti collaterali dannosi».

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Da uno studio condotto dall’Università di Oxford un consumo moderato non danneggerebbe l’organismo

Un consumo moderato non danneggerebbe l’organismo

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Non esisterebbe alcuna correlazione tra un consumo di carne moderato e la riduzione dell’aspettativa di vita.

Questo il risultato ottenuto dallo studio condotto dall’Università di Oxford. L’analisi – informa una nota di carni sostenibili – ha riguardato le abitudini alimentari e il relativo stato di salute di 60.310 adulti, tra vegetariani, vegani e consumatori di carne del Regno Unito negli ultimi 30 anni, fornendo alcuni dati percentuali sull’associazione tra le loro abitudini alimentari e l’insorgere di malattie. In particolare, dallo studio emerge che non ci sono significative differenze di mortalità tra i diversi gruppi di dieta esaminati: i vegani e vegetariani inglesi non hanno una vita più lunga rispetto a chi mangia carne. Per quanto riguarda le cause di morte, quelle per cancro pancreatico e per malattie respiratorie nei soggetti che consumavano carne con moderazione sono risultate del 30-45% inferiori rispetto a quanto rilevato fra chi ne consumava cinque volte alla settimana. Rispetto a quest’ultimo gruppo, la mortalità per cancro pancreatico e tumori del sistema linfopoietico risulta dimezzata per vegetariani e vegani. La mortalità per tutti i tumori, invece è risultata inferiore solamente del 10% circa in chi non consuma alimenti di origine animale rispetto agli altri gruppi.

Analizzando separatamente vegetariani e vegani, invece, non è emersa alcuna differenza statisticamente significativa nella mortalità per le prime sei maggiori cause di morte tra vegani e consumatori abituali di carne. I dati sono risultati sovrapponibili sia in seguito agli aggiustamenti statistici riguardanti il peso (Bmi), il genere, l’abitudine al fumo, sia confrontando la mortalità prima dei 75 anni e a 90 anni.

Moderazione, all’interno di una dieta varia – osserva Carni Sostenibili – è dunque la parola d’ordine per raggiungere il perfetto equilibrio nutrizionale. Un corretto modello alimentare deve prevedere, infatti, il consumo di tutti gli alimenti, senza nessuna esclusione, proprio perché solo dall’equilibrio si riesce a comporre il difficile mosaico di nutrienti, quotidianamente essenziali, per mantenersi in salute o per la crescita e lo sviluppo.

Una tesi questa che sembra sostenuta anche dalle nuove linee guida americane che rappresentano una svolta rispetto alle credenze del passato. Una di queste, infatti – sottolinea Carni Sostenibili – era quella che metteva al bando il colesterolo alimentare, portando alla demonizzazione di alcuni alimenti come uova e carne rossa, mentre è emerso che spesso gli zuccheri sono una delle principali cause del suo aumento. Il punto nodale del documento riguarda quelle che sono considerate le peggiori minacce negli Usa: le calorie totali, la percentuale di grassi saturi, la percentuale di zuccheri e l’abuso di sale. Nessuna menzione particolare invece viene fatta alla carne rossa, mentre si esorta il consumo di carne magra e pollame.

E’ opportuno precisare, infine – conclude Carni Sostenibili – che gli studi e le linee guida in questione si riferiscono alle popolazioni britanniche e statunitensi, dove le abitudini alimentari sono diverse da quelle degli italiani. Essendo il consumo di carne in questi Paesi mediamente superiori ai nostri, per la popolazione italiana si può presumere che le conclusioni siano ancora più rassicuranti.

 

 

 

NON MANGIAMOCI IL CLIMA L’APPELLO DI SLOW FOOD PER LA COP21 DI PARIGI

Non mangiamoci il clima: l’appello di Slow Food per la COP21 di Parigi
Pascale: «Riportare al centro del dibattito il rapporto tra cibo e clima»

non mangiamoci il clima
“Non c’è più tempo”. Questa la consapevolezza che aleggia sui lavori della XXI Conferenza delle Parti (COP21) in programma a Parigi dal 30 novembre all’11 dicembre. Dopo 20 anni di dibattiti, mediazioni e forum fallimentari, che hanno portato a poche decisioni e per giunta non unanimi, i dati sull’andamento climatico e i disastri ambientali richiedono provvedimenti immediati e condivisi. «La COP21 è la nostra ultima occasione. È fondamentale che i Governi di tutto il mondo si impegnino per affrontare il problema globale del cambiamento climatico, arrivando alla firma di un accordo condiviso e di lungo respiro. Facciamo sentire la nostra voce, perché insieme possiamo fare la differenza. Firmiamo e condividiamo l’appello di Slow Food Non mangiamoci il clima, rivolto ai rappresentanti del Paesi e delle istituzioni internazionali riuniti a Parigi, per sottolineare come il modello agroalimentare industriale abbia un impatto devastante su ambiente, salute ed ecosistemi e non possa essere ignorato. Soltanto attraverso un radicale cambiamento di paradigma nell’attuale sistema di produzione, trasformazione, distribuzione e consumo di cibo si riuscirà a mitigare il cambiamento climatico», afferma Gaetano Pascale, presidente di Slow Food Italia.

«Il clima sarà finalmente al centro del dibattito politico mondiale, ma l’attenzione si sta focalizzando principalmente sui settori dell’energia, industria e trasporti, trascurando una delle principali cause del cambiamento climatico: la produzione di cibo», continua Pascale. Slow Food vuole invece accendere i riflettori su questo tema, sottolineando come ci siano soluzioni applicabili per un’agricoltura, una produzione e distribuzione di cibo amiche del clima. «Per questo a 10 giorni dall’inizio dei lavori lanciamo oggi il nostro appello Non mangiamoci il clima». Slow Food, parte della Coalizione Clima e tra gli organizzatori della Marcia Globale per il Clima in programma il 29 novembre a Roma, sostiene la richiesta della società civile a non annullare la marcia prevista quel giorno anche nella capitale francese, al momento sospesa dall’autorità di pubblica sicurezza.

L’appello di Slow Food, oltre a sottolineare le cause del cambiamento climatico, indica anche le soluzioni per migliorare le condizioni del nostro pianeta: modificare i processi di produzione non basta, bisogna riconsiderare l’intero sistema agroalimentare e adottare pratiche agroecologiche che integrino le dimensioni ambientali, sociali, economiche e politiche in un approccio globale. «Grazie a queste pratiche, infatti, è possibile ridurre l’impatto dell’agricoltura sul clima e diminuire le emissioni di anidride carbonica e ossido di azoto; rendere gli agricoltori meno vulnerabili in termini sociali, economici e ambientali e migliorare la loro capacità di reagire al cambiamento climatico, privilegiando le pratiche locali di gestione a favore della biodiversità e degli ecosistemi. Insomma, serve una totale inversione di tendenza sia nelle pratiche produttive che di consumo per ridare valore al cibo, per cui è fondamentale il ruolo di tutti noi». Molti altri temi al centro del lavoro di Slow Food, come la scelta consapevole del cibo e la lotta allo spreco, sono tematiche essenziali per aiutare il miglioramento climatico, riducendo così anche l’eccessivo sfruttamento della terra.

Leggi gli approfondimenti dedicati al clima e alla COP21 con interviste, storie e testimonianze concrete di Slow Food in Italia e nel mondo disponibili a partire da oggi sul sito www.slowfood.it

NON C’E’ GIORNO SENZA UNA PRESENZA SPORTIVA ALL’EXPO MILANO 2015 OGGI GLI INTERISTI STANKOVIC – GEOFFREY

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DEJAN STANKOVIC E GEOFFREY KONGDOBIA A EXPO MILANO 2015: “LUOGO BELLISSIMO E RICCO DI SUGGESTIONI”

Il campione dell’Inter Dejan Stankovic, e il centrocampista nerazzurro e della Nazionale francese, Geoffrey Kondogbia, hanno fatto visita oggi a Expo Milano 2015. Accolti dal Commissario Unico delegato del Governo per Expo Milano 2015, Giuseppe Sala, i due hanno fatto tappa al padiglione della Repubblica Centrafricana, nel Cluster delle Zone Aride, nazione di origine del  giocatore transalpino. “Sono grato all’Esposizione Universale per avermi dato l’opportunità di riscoprire le tradizioni e i valori della mia terra e della mia famiglia – ha detto Kondogbia, che si è intrattenuto con il Commissario Generale del Padiglione, Jeanine Dekoyo -. Un’emozione forte e una gioia incredibile”. Dejan Stankovic, invece, è un “veterano” di Expo Milano 2015, visto che è la quarta volta che viene in visita: “E’ un luogo bellissimo e ricco di suggestioni. L’Esposizione è un gran successo di pubblico e di organizzazione e sono molto fiero che vi partecipi anche la mia Serbia”. Successivamente la delegazione interista ha fatto tappa al padiglione dell’Indonesia per un cordiale saluto.