OCM VINO NEI PAESI TERZI SCONGIURATO IL BLOCCO DEI FONDI FINO AL 2021

Ocm Vino nei paesi terzi, scongiurato il blocco dei fondi almeno fino al 2020/2021

Sventato il rischio di blocco dei fondi europei per la promozione dei vini italiani ed europei nei paesi terzi. 

I produttori che hanno già beneficiato dei finanziamenti per azioni in mercati come gli Stati Uniti potranno continuare a contare sul sostegno europeo in quei mercati almeno fino al 2020/21. E’ quanto emerge da una lettera della direzione generale agricoltura della Commissione dell’Unione europea che ha anticipato Ansa che risponde a un sollecito delle autorità italiane, insieme a quelle di Francia e Portogallo. A far temere il blocco dei fondi era stata l’interpretazione delle linee guida sull’Ocm vino data dall’Esecutivo dell’Unione europea secondo cui se un beneficiario ha preso finanziamenti per 5 anni per la promozione in un determinato paese terzo non può più godere del sostegno europeo per lo stesso tipo di azioni nello stesso mercato. Criterio che se applicato alla lettera e da subito avrebbe fatto saltare operazioni di promozione per il vino italiano in mercati cruciali come gli Stati Uniti. Nella lettera la Commissione chiarisce che le nuove norme si applicano dal 2016, consentendo quindi di “salvare” i programmi fino al 2020/21, e che non è esclusa la possibilità che i produttori possano avere accesso ai finanziamenti se presentano domanda per un nuovo progetto, anche se con obiettivo lo stesso mercato terzo.

MANGIARE FORMAGGI NON AUMENTA IL RISCHIO DI MALATTIE CARDIOVASCOLARI

MANGIARE FORMAGGI NON AUMENTA IL RISCHIO DI MALATTIE CARDIOVASCOLARI

 

Nell’immaginario collettivo, l’assunzione di formaggi è associata all’aumento del rischio di malattie cardiovascolari; in quanto alimento prevalentemente grasso, salato ma al tempo steso altamente proteico, il formaggio è un alimento molto nutriente da consumare con moderazione.

Non sono di questo avviso i ricercatori dell’Università di Copenhagen, i quali hanno condotto una meta analisi, ovvero una ricerca effettuata su un insieme di lavori già esistenti, raggruppando un totale di partecipanti pari a 900 mila persone. Questi studi presi in considerazione, coprono un periodo temporale pari a 35 anni, e una distribuzione geografica che interessa l’intero globo terrestre. I dati emersi sono chiari, non vi è una correlazione diretta fra una dieta ricca o povera di grassi e l’aumento o diminuzione di malattie coronariche (le coronarie sono i vasi sanguigni che portano il sangue al cuore) o cardiovascolari in genere.

Dunque la fobia associata al consumo di prodotti caseari ricchi in grassi, in realtà non sembra essere collegata al nostro stato di salute, è possibile dunque non dover rinunciare ad una buona tazza di latte intero a discapito di una di latte scremato o parzialmente scremato, se non per una differenza dal punto di vista calorico. Le conoscenze ad oggi emerse, quantificano la percentuale di calorie nella nostra dieta, derivanti dai grassi pari al 30% circa del nostro fabbisogno energetico giornaliero. Ricordo comunque che l’assunzione dei cibi altamente grassi come i prodotti caseari, dovrebbe sempre essere accompagnata da porzioni abbondanti di verdure cotte e crude, evitando al tempo stesso la loro associazione con altri prodotti proteici di origine animale come carne, pesce o uova. Non mi resta che lasciarvi con la consueta ricetta “Melanzane ripiene al formaggio”

Ingredienti

  • tuma 

  • 4 melanzane

  • 7/8 pomodorini

  • olive nere 

  • basilico

  • prezzemolo

  • sale

  • olio extravergine di oliva

Preparazione

Prendete le melanzane, tagliatele a metà quindi svuotatele aiutandovi con un coltello o uno scavino (senza levare la buccia). Mettetele a bagno in acqua e sale per almeno 15 minuti per far perdere l’amaro. Sciacquate e asciugate la polpa quindi tagliatela a pezzetti, spennellatela con dell’olio extravergine e cuocete in forno fino a cottura. Prendete i pomodorini, il basilico, il prezzemolo, lavate bene tutto, tagliate tutto a pezzetti  e aggiungete la polpa delle melanzane precedentemente cotte. Aggiungere la tuma tagliata a cubetti e riempite le melanzane cave. Infornate a 180° per circa 30 minuti o comunque fino a quando l’esterno della melanzana non è diventato morbido.

VIA I COMUNI CON MENO DI 5.000 ABITANTI – SI CHIEDE LA FUSIONE – COSI’ ARRIVA IL RISCHIO CHE LOCALITA’ STORICHE DELL’ENOLOGIA ITALIANA

VIA I COMUNI CON MENO DI 5.000 ABITANTI – SI CHIEDE LA FUSIONE – COSI’ ARRIVA IL RISCHIO CHE LOCALITA’ STORICHE DELL’ENOLOGIA ITALIANA 

enologa

Anche il Barolo tra le possibili vittime illustri della proposta di legge 3420 che prevede al primo articolo che “un comune non può avere una popolazione inferiore a 5.000 abitanti”.

A lanciare l’allarme sul futuro dei gioielli enologici del Vigneto italia è l’Associazione Nazionale Città del Vino che riunisce oltre 450 Comuni a vocazione vinicola, al convegno di Scandiano (Reggio Emilia) dove si è parlato di Lambrusco e difesa dei vitigni italiani.

“Un nuovo pericolo incombe sui territori delle Dop, Doc e Docg: l’obbligo d’accorpamento sotto i 5mila abitanti” ha detto Floriano Zambon, presidente delle Città del vino nonché sindaco di Conegliano Veneto (Treviso). ”La proposta di legge – ha sottolineato – crea scompiglio nelle denominazioni d’origine. Va bene aggregare servizi e funzioni, ma solo per rafforzare il terroir”.
Un Barolo di Barolo (739 abitanti) o della “frazione” di Barolo? Un Morellino di Scansano (4.500 persone) o della “località” Scansano? E il Barbaresco (670 abitanti), il Greco di Tufo (934), l’Aleatico di Gradoli (1.479), i vini della Costa d’Amalfi con le sottozone – meglio sottofrazioni o circoscrizioni – di Furore, Ravello e Tramonti? Nell’ordine: 837, 2.500 e 4.147 abitanti. “È salva per ora Montalcino, che con 5.139 anime potrà conservare il titolo di Comune; finché la demografia lo consente” ha precisato Zambon. 

Dalla Val d’Aosta alla Sicilia, passando per Aymavilles e Morgex (Aosta) fino a Montevago (Agrigento) e in decine di altri paesi del vino, la proposta di legge per obbligare i Comuni sotto i 5mila abitanti a fondersi, presentata alla Commissione Affari istituzionali della Camera da 20 parlamentari Pd, “rischia – per l’Associazione Città del vino – di creare molta confusione ed effetti collaterali sul sistema delle denominazioni d’origine italiana, già ricca di vini conosciuti per il nome del Comune in cui sono prodotti, e con riflessi negativi anche sull’enoturismo e sulla produzione, per aspetti d’etichettatura e promozione”.

Donna impegnata nel vigneto