CHEESE 2017 A POCO PIU’ DI UN MESE DALL’EVENTO SEGNALI MOLTO POSITIVI DA ESPOSITORI E VISITATORI

Cheese 2017: a poco più di un mese dall’evento segnali molto positivi da espositori e visitatori

 E intanto il programma si arricchisce con le Storie di Pizza: 13 incontri con gli ambasciatori di quella bandiera tricolore in forma rotonda

 Dal 15 al 18 settembre prossimi la capitale mondiale di Slow Food, Bra, tornerà a essere il centro di gravità del pianeta formaggio, come accade ogni due anni sin dal 1997.

Per celebrare i 20 anni dall’esordio, Slow Food Italia e Città di Bra vogliono fare le cose in grande, a partire dalla scelta di riservare gli spazi espositivi del Mercato esclusivamente ai formaggi a latte crudo. In realtà il latte crudo è il protagonista principale di Cheese sin dalla prima edizione, ma fino al 2015 si era sempre esercitata una certa tolleranza verso le produzioni a latte pastorizzato che in alcuni casi sono comunque prodotte da piccole realtà con interessanti storie alle spalle. Non sarà così quest’anno, con un salto di qualità che intende rafforzare e definitivamente affermare la necessità di difendere, esaltare e valorizzare quei formaggi che, proprio perché prodotti a latte crudo, rappresentano il luogo da cui provengono, la razza animale da cui si raccoglie la materia prima, il modo in cui l’animale è stato alimentato, l’arte del casaro. In poche parole, sono l’espressione più autentica di quella biodiversità la cui difesa è la prima missione di Slow Food.

E la scelta di alzare l’asticella nella selezione degli espositori (farà eccezione alla regola ferrea del latte crudo il Gorgonzola, che per disciplinare può essere prodotto solo a latte pastorizzato), ha premiato l’organizzazione anche più di quanto ci si potesse attendere: l’edizione 2017 registra infatti un incremento delle presenze estere (con la crescita più rilevante registrata dalla Spagna) e una chiusura anticipata delle adesioni da parte degli espositori.

Complessivamente gli espositori di Cheese 2017 saranno oltre 300 (in linea con le presenze del 2015, dal momento che gli spazi disponibili sono i medesimi e dunque si registra anche quest’anno il tutto esaurito). A questi si affiancheranno 36 birrifici artigianali indipendenti nella Piazza della Birra, che sarà contornata da 15 Cucine di Strada e Food truck, oltre agli spazi degli Official Partner e sponsor di Cheese 2017.

Sulla stessa onda anche gli appuntamenti in prevendita, dalle degustazioni guidate da casari ed esperti alle cene con i grandi chef ospitate dal ristorante dell’Albergo dell’Agenzia di Pollenzo: 18 dei 43 eventi messi in vendita a fine giugno sono già andati esauriti, facendo registrare un incremento delle adesioni sia in termini percentuali che in termini assoluti. Molto positivi anche i dati sulla provenienza degli iscritti: il 44% è italiano (praticamente da ogni angolo dello Stivale) mentre ben il 56% proviene da 24 Paesi, dagli Stati Uniti, con la presenza più numerosa, fino all’Australia, passando per la vecchia Europa e nuove presenze come l’Iran.

Visti questi numeri, per chi non avesse ancora scelto un evento dal programma ufficiale di Cheese, gli organizzatori hanno deciso di aumentare i posti a disposizione in alcuni dei Laboratori del Gusto che avevano già registrato il “sold out” e negli Appuntamenti a Tavola. Inoltre, da oggi ci sono 13 nuovi eventi che si vanno ad aggiungere ai 25 ancora in vendita. Si tratta delle Storie di Pizza per celebrare un’eccellenza nazionale in compagnia degli alleati della biodiversità alimentare e anima di quelle pizzerie in cui si può mangiare una buona pizza in ogni regione italiana, secondo le identità territoriali. E non finisce qui: la Piazza della Pizza è sempre aperta per gustare le diverse sfaccettature della pizza nazionale a qualsiasi ora.

Sempre in questi ultimi giorni sono stati messi in vendita online anche i biglietti per lo spettacolo di Luca Mercalli e Banda Osiris Non ci sono più le quattro stagioni, dedicato al cambiamento climatico. L’evento, che si terrà domenica 17 settembre alle 21 al Teatro Politeama di Bra, mostra come letteratura, arte e musica possono anche aiutare a comprendere i cambiamenti climatici: i pittori fiamminghi e Le quattro stagioni di Antonio Vivaldi, ad esempio, ci raccontano la piccola età glaciale fra Seicento e Settecento, che fu un capriccio naturale. Il ricavato della vendita dei biglietti di ingresso (5 euro posto unico) sarà devoluto alla campagna internazionale di Slow Food sul cambiamento climatico, che verrà lanciata proprio in occasione di Cheese 2017.

In ogni caso e come sempre, al di là degli appuntamenti a pagamento ricordiamo che Cheese è una manifestazione a ingresso libero che, oltre al Mercato italiano e internazionale, alla Via degli affineurs e dei selezionatori e ai Presìdi Slow Food, presenta decine di occasioni per conoscere tutti gli aspetti (e non solo quello gustativo) dei latticini e di tutto ciò che gli gira intorno: la Gran Sala dei Formaggi e l’Enoteca, la Piazza della Birra, le Cucine di Strada e i Food truck e, tra le novità di quest’anno, la Piazza del Gelato con Alberto Marchetti e lo Spazio Libero (con formaggi a latte crudo liberi da fermenti industriali, salumi liberi da nitrati e nitriti e ancora pane e pizza con lievito madre e birra Lambic a fermentazione spontanea). E poi ancora le Conferenze (il programma 2017 è di grandissimo spessore per contenuti e autorevolezza dei relatori) e le novità proposte da Slow Food Editore, gli aperitivi della Casa della Biodiversità, gli appuntamenti organizzati in Casa Slow Food per i soci, le scolaresche, i bambini in visita con la famiglia e dagli Official Partner.

IL NERO DI TROIA TORNERA’ AD ESSERE UN VINO DI PUNTA

IL NERO DI TROIA TORNERA’ AD ESSERE UN VINO DI PUNTA

La scommessa di Borgo Turrito

 
(Luca Scapola)

Non chiamatelo vino biologico, né biodinamico, né naturale, ma semplicemente autentico. E’ il Nero di Troia di Luca Scapola, giovane titolare dell’azienda vitivinicola Borgo Turrito. Immersa nella campagna foggiana, precisamente a Borgo Incoronata, luogo di culto per tanti fedeli e non che partono in pellegrinaggio alla volta della Madonnina Nera, l’azienda da 3 generazioni investe sulla produzione di eccellenze che valorizzino il territorio. Da 10 anni Luca ne tiene le redini puntando sul Nero di Troia, vitigno pugliese che dopo Primitivo di Manduria e Negroamaro è la terza varietà autoctona regionale. Con po’ di incoscienza, ma con tanta passione, oggi Luca è il re del Nero di Troia Rosato e a guidare il suo primato sono tre parole chiave: tradizione, qualità e innovazione. “Nel 1970 in Puglia c’erano 12 mila ettari di Nero di Troia, nel 2000 si è scesi a 1782. Questi dati non mi hanno scoraggiato e quando nel 2007 ho iniziato l’attività ho deciso di puntare proprio su questo vitigno”. Ma perché il Nero di Troia era così snobbato dai produttori? “Rispetto ad altre specialità come Trebbiano, Montepulciano e Sangiovese, varietà che vanno per la maggiore nella nostra zona, il Nero di Troia è un vino poco produttivo. Andando sempre più verso una massificazione del prodotto, questo calo era inevitabile. C’è stato un cambiamento di politiche generale che ha costretto le piccole e grandi aziende locali a preferire un prodotto meno costoso e più spendibile sul mercato”. Ad oggi la situazione si è ribaltata e il Nero di Troia sta tornando lentamente sulle nostre tavole. “Questo è dovuto sia al cambio generazionale, sia al fatto che ormai molti produttori hanno capito che massificare non porta reddito, la competizione cresce e bisogna investire verso idee imprenditoriali innovative”. A muovere Luca verso la nuova sfida per il mercato enologico sono stati un forte senso di appartenenza a questa terra che definisce “magnifica” e l’entusiasmo per questo lavoro. “Fin da quando ero piccolo il mio chiodo fisso era andare in campo con mio padre dopo scuola e fare la vendemmia, seguirlo nelle varie fasi di produzione del vino. Sono cresciuto coltivando questa passione e studiando da enologo per far crescere l’azienda verso la valorizzazione del territorio e in un’ottica di sostenibilità ambientale”. Politiche di coltivazione sostenibili sì, ma senza bollini verdi e certificazioni, perché Luca ha deciso di preservare il più possibile il sapore autentico del vino e la salute del consumatore investendo in un progetto diverso. “Oggi vendere il biologico è senza dubbio più semplice. Ma dagli studi fatti sul campo si è visto che al di là dell’assenza dei pesticidi, la presenza di altre sostanze cancerogene come i metalli pesanti è ugualmente dannosa”.

Filiera corta dunque, valorizzazione del prodotto e abbattimento dei costi, vendendo le bottiglie direttamente al consumatore e diffondendo una cultura del vino. “Credo nell’educazione del consumatore ad apprezzare ciò che è di qualità. Se il mercato va verso una direzione piuttosto che un’altra molto dipende da quanto i consumatori sono consapevoli. Bisogna educarli al riconoscere la vera qualità e valorizzare la cultura del prodotto locale”. Luca lo fa non solo quotidianamente in vigna, ma anche promuovendo un luogo di fruizione del Nero di Troia: il foyer della Piccola Compagnia Impertinente, giovane ed entusiasmante realtà teatrale con la quale Borgo Turrito collabora per la diffusione della cultura locale. Attendendo gli attori che escono dalle quinte e commentando gli spettacoli, gli spettatori possono gustare un calice di Torcervaro e respirare in una sera le avanguardie culturali della Puglia.
Passione, professionalità e “fare squadra”: così il Nero di Troia potrà tornare da protagonista sulle tavole degli italiani. Oggi il Calarosa di Luca è medaglia d’argento al Mondial du Rosè 2016 di Cannes in Francia. Ma mentre ha in cantina due novità per il 2017 che sveleranno altri profumi e identità del Nero di Troia, ci godiamo il Torcevaro, il suo preferito. “E’ un vino morbido, intrigante, caldo. Ideale davanti al camino, accompagnando una ricca grigliata di carne”. Magari con torcinelli e paccanelli tipici. E Borgo Turrito non si distingue solo per la qualità e tradizionalità del vino, ma anche del mosto cotto, altro prodotto esclusivo della zona ottenuto dalla bollitura a fuoco lento di uve mature, in cui densità e profumi di caramello sono il tocco di classe su taralli, cartellate e carni pregiate. “La Puglia – conclude Luca – può e deve essere il futuro di un Sud che si fa amare per cultura, qualità, senso dell’ospitalità, tradizione e innovazione”. E il Nero di Troia tornerà ad essere un vino di punta