ASTI DOCG E MOSCATO D’ASTI DOCG RACCOLTA DI UVE QUEST’ANNO VALE 90 MILIONI DI EURO

Asti Docg e Moscato d’Asti Docg la raccolta di uve quest’anno vale 90 milioni di euro


Uva Moscato

I primi grappoli di uva Moscato destinati alla produzione di Asti Docg e Moscato d’Asti Docg si vendemmieranno, nelle posizioni più favorevoli, tra una ventina di giorni e domani si riuniranno i rappresentanti del mondo agricolo e industriale, insieme al Consorzio e all’assessore regionale all’Agricoltura Giorgio Ferrero, per una valutazione sulle rese produttive. 

Sono interessate circa 4.000 aziende agricole che coltivano 9.500 ettari di vigneto che danno un raccolto di uva di oltre 800.000 quintali, per un valore che all’origine supera i 90 milioni di euro. Il raccolto, in base alle valutazioni dei tecnici di Confagricoltura, si preannuncia di ottima qualità, ma non abbondante nei volumi. “Dal confronto che abbiamo avuto con le istituzioni crediamo che esistano le condizioni per determinare una resa produttiva in grado di soddisfare tutti i produttori e gli industriali dal comparto. Crediamo – dichiara il presidente di Confagricoltura Piemonte Enrico Allasia – che i cosiddetti moscatisti, i produttori di uve che vinificano autonomamente e hanno un loro mercato, non debbano essere penalizzati, individuando una soluzione che tenga conto della loro specificità”. “Siamo convinti che con la produzione del nuovo Asti Secco il mercato si muoverà positivamente; per questo – conclude Allasia – auspichiamo che i rapporti tra le parti siano sempre più chiari e trasparenti, nell’interesse della crescita complessiva del comparto”.

BARBERA D’ASTI PER LA PRIMA VOLTA RAGGIUNTA QUOTA UN EURO PER LA VENDITA DELLE UVE

BARBERA D’ASTI PER LA PRIMA VOLTA RAGGIUNTA QUOTA UN EURO PER LA VENDITA DELLE UVE

Il presidente del consorzio Filippo Mobrici fa il bilancio del 2016


(Filippo Mobrici, presidente del consorzio Barbera d’Asti)

Settanta anni e non sentirli. È questo lo slogan che racchiude il 2016 della Barbera d’Asti, trasferitasi nelle prestigiose sale del Castello di Costigliole d’Asti per tornare al centro della filiera, da sostenere con una crescente attività di promozione e tutela.

Un nuovo ciclo dimostrato innanzitutto dall’aumento delle aziende associate, oggi 235, grazie ai 28 produttori che hanno deciso di dare fiducia alla struttura. È nei confronti di queste, tra cui ci sono anche importanti Cantine Sociali che ampliano la base produttiva, che il Consorzio indirizza il suo sforzo. Innanzitutto tramite le attività di ricerca e studio, necessarie a una crescita qualitativa finalizzata all’affermazione della Barbera d’Asti. Interflavi, Curve di maturazione, WildWine, sono solo alcuni dei progetti in essere, che dimostrano l’attenzione del Consorzio verso le necessità dei produttori. Il tutto in attesa della Zonazione della Barbera d’Asti, essenziale per una migliore comprensione dei processi di coltivazione e vinificazione che interessano il variegato territorio della Barbera.

A livello promozionale l’anno trascorso ha mostrato il potenziale di quello che è stato definito il vino dell’anno da Luca Gardini, già sommelier campione del mondo. Una trama di eventi che hanno visto la Barbera d’Asti promuovere sé stessa e il Monferrato ad ogni livello: locale, nazionale e internazionale. È così che, all’interno dei festeggiamenti per il settantesimo anno dalla sua fondazione, il Consorzio ha raccolto crescenti consensi da parte di consumatori, giornalisti ed operatori commerciali. Lo sviluppo di queste attività ha inoltre stimolato l’accesso ai finanziamenti esistenti. Ocm e Psr rappresentano i due principali cespiti di finanziamento, che hanno portato il Consorzio a gestire oltre 2 milioni di euro di attività programmate, che saliranno a circa 2,7 milioni nel 2017, di cui circa mezzo milione destinato ad attività proprie. Un programma quello previsto dall’Ocm che in entrambi gli anni raggruppa le attività promozionali di oltre 40 aziende, a testimonianza della sinergia oggi esistente.

Il tutto celebrato da una vendemmia a cinque stelle, unanimemente riconosciuta come una delle migliori di sempre. Una Barbera d’Asti che, sfruttando il clima caldo ed asciutto, è maturata perfettamente, permettendo la messa in cantina di un prodotto dalla grande carica polifenolica e la considerevole acidità. Questo consentirà di realizzare un vino capace di farsi apprezzare in gioventù e di costituire un’ottima base per lunghi invecchiamenti. “È stato un anno tanto impegnativo quanto ricco di soddisfazioni – afferma il Presidente Filippo Mobrici -. Siamo riusciti nell’intento di riaffermare la centralità del Consorzio nella vita della filiera. Per fare questo, oltre che trasferirsi nel cuore dell’area di produzione, abbiamo sfruttato le opportunità che la normativa ci assegna. Una Denominazione che vuole crescere non può infatti prescindere da un Consorzio forte, capace di dare risposte alle crescenti necessità delle aziende”.

“La tutela e la promozione– continua Mobrici -, supportate dai finanziamenti esistenti, sono lo strumento per incrementare la qualità assoluta e percepita della Barbera d’Asti, a loro volta precondizioni per una sua maggiore remunerazione, a partire da chi la coltiva. Per questo non possiamo che accogliere con entusiasmo il raggiungimento di quota 1 euro nella vendita delle uve destinate a Barbera d’Asti, chiarendo fin da adesso che è solo il primo passo verso una crescita che vogliamo più decisa. “Voglio congedarmi da questo anno – conclude il Presidente -, ringraziando a nome di ciascun produttore di ognuna delle Denominazioni da noi tutelate tutti coloro che hanno contribuito a rendere il 2016 un anno ricco di soddisfazioni”.

LA VENDEMMIA DELLE UVE MOSCATO INIZIERA’ FRA QUALCHE GIORNO ASTI E MOSCATO DOCG FONDO DA 3,5 MILIONI

LA VENDEMMIA DELLE UVE MOSCATO INIZIERA’ FRA QUALCHE GIORNO ASTI E MOSCATO DOCG FONDO DA 3,5 MILIONI

La vendemmia delle uve moscato inizierà tra pochi giorni nelle 3.700 aziende viticole che coltivano i diecimila ettari dell’area di produzione dell’Asti e del Moscato Docg.

VENDEMMIA

Durante una conferenza stampa comune, a cui hanno partecipato i rappresentanti delle Organizzazioni professionali (Coldiretti, Confagricoltura, Cia) e delle Associazioni Produttori del Moscato, Vignaioli Piemontesi, Agrinsieme e delle Case spumantiere, alla presenza dell’Assessore Regionale all’Agricoltura Giorgio Ferrero, sono stati illustrati i termini dell’intesa che vedrà nascere un fondo per l’Asti e Moscato d’Asti Docg da destinare principalmente in Italia e in Europa. “Per il Piemonte del vino è una bella notizia”, ha sottolineato l’Assessore Ferrero.
Il fondo, che si prevede raggiungerà un valore di circa 3,5 milioni di euro, sarà gestito da una commissione composta equamente dai rappresentanti di parte agricola dell’intera filiera e delle Case spumantiere in seno al Consorzio dell’Asti. Il Vicepresidente di parte agricola del Consorzio, Stefano Ricagno, ha illustrato le proposte, inviate alla Regione, riguardanti le rese produttive nonché le indicazioni per le modalità di stipulazione degli accordi individuali scritti tra fornitore di uva e acquirente:

  • Asti docg (78 quintali per ettaro, piu 10 ql/ha a riserva vendemmiale e 32 ql/ha di superi),
  • Moscato d’Asti docg (95 quintali per ettaro e 25 ql/ha di superi).
  • Uva docg: €/ql 107
  • Mosto docg: €/ql 156,87

Tutti insieme e in leale spirito di collaborazione siamo chiamati a superare il delicato momento congiunturale che la denominazione, e in particolare l’Asti, sta attraversando”, ha ribadito Stefano Ricagno a nome di tutto il Consiglio di Amministrazione. Giorgio Bosticco, direttore del Consorzio, ha spiegato le modalità di costituzione del fondo che può rappresentare “un’opportunità di rilancio dell’immagine e del posizionamento dell’Asti e del Moscato Docg”.
I rappresentanti delle Case spumantiere, Lorenzo Barbero per il Gruppo Campari, Germano Bosio (Cantine Capetta) e Giovanni Bosca (Tosti) hanno sottolineato il valore dell’intesa e la volontà di un rilancio della denominazione anche percorrendo nuove “tipologie” produttive già in avanzata fase di sperimentazione enologica. Si è fatto l’esempio di un “Asti secco” destinato a coprire nuove fasce di mercato senza dimenticare il ruolo di leader dell’Asti e del Moscato d’Asti Docg tra i vini dolci e aromatici.
Giovanni Satragno e Paolo Ricagno, rispettivamente a nome dell’Associazione Produttori Moscato e della Vignaioli Piemontesi hanno sottolineato il “consapevole sacrificio economico” che la parte agricola è chiamata a sostenere nella speranza che l’intero comparto, così importante per l’economia piemontese, sappia risollevarsi e crescere, tornando a raggiungere la quota di 100 milioni di bottiglie ottenuta negli anni scorsi.  

IL GRANDE CALDO FA SOFFRIRE NOI ITALIANI PER LE UVE UN OTTIMO BENEFICIO

IL GRANDE CALDO FA SOFFRIRE NOI ITALIANI MA IL CALDO ATTUALE PER LE UVE UN OTTIMO BENEFICIO PER ORA LA VENDEMMIA 2016 APPARE MIGLIORE 

enologa

Il grande caldo che fa soffrire gli italiani è invece accolto con gioia nelle vigne dove le alte temperature fanno migliorare la qualità delle uve e sono la premessa di una ottima vendemmia, dopo la pioggia primaverile.

E’ quanto afferma la Coldiretti nel sottolineare che in questa fase l’innalzamento della colonnina di mercurio garantisce la sanità dei grappoli messa invece in pericolo dall’umidità delle settimane scorse. “Anche se occorrerà aspettare nelle prossime settimane per una corretta valutazione, le condizioni – sottolinea la Coldiretti – sono al momento positive per il raccolto”.

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Se non ci saranno sorprese la partenza della vendemmia è prevista in Italia per l’inizio di agosto con le uve pinot e chardonnay in un percorso che, precisa l’organizzazione agricola, proseguirà a settembre ed ottobre con la raccolta delle grandi uve rosse autoctone Sangiovese, Montepulciano, Nebbiolo e che si concluderà a novembre con le uve di Aglianico e Nebbiolo e Nerello. “Il clima nelle campagne – sostiene la Coldiretti – è importante anche per la grande varietà frutta in raccolta in questo momento, con il caldo che ne esalta le specifiche proprietà ma ne aumenta anche i consumi. Nei primi dieci giorni di luglio si stimano acquisti di frutta e verdura – prevede la Coldiretti – in aumento del 10% rispetto allo stesso periodo del mese precedente”. Cambiare l’alimentazione è peraltro un ottimo modo per difendersi dal caldo che durante la notte tiene svegli circa dodici milioni di italiani che soffrono di insonnia. Cibi come pane, pasta e riso, ma anche lattuga, radicchio, cipolla, aglio e formaggi freschi, uova bollite, latte fresco caldo e frutta dolce come pesche e nettarine possono venire in soccorso per superare le notti. Sono invece gli alimenti conditi con molto pepe e sale, ma anche con curry, paprika in abbondanza ed anche salatini, minestre con dado da cucina e caffè, conclude la Coldiretti, i veri nemici del riposo che le alte temperature rendono più difficile.