PIEMONTE VENDEMMIA 2018 DA QUATTRO STELLE

Piemonte, vendemmia 2018 da 4 stelle: Langhe, Roero e Gavi sfiorano l’eccellenza

Il miglior rapporto tra quantità, +30% rispetto all’anno precedente, e qualità – tra l’ottimo e l’eccellente – degli anni 2000. 

La vendemmia in Piemonte è stata da 4 stelle, secondo l’analisi condotta dall’associazione Vignaioli Piemontesi e dalla Regione Piemonte. Il giudizio definitivo arriva oggi, alla chiusura della dichiarazione di produzione vinicola. Il raccolto è stato del 30% superiore alla vendemmia 2017, pari a 2,5 milioni di ettolitri. Il risultato migliore è di Nebbiolo di Langhe e Roero, Pelaverga di Verduno e Cortese zona di Gavi, tutti vicinissimi all’eccellenza (4 stelle e mezza); seguono Barbera, Grignolino, Freisa, Arneis, Erbaluce, Favorita, Vespolina e Chardonnay, con 4 stelle. Le aziende vitivinicola in Piemonte sono circa 18 mila, gli ettari vitati 44.449, in lieve aumento sul 2017. Il valore dell’export, il 60% del vino prodotto nella regione, si conferma attorno al miliardo di euro. Il 33% della produzione arriva dal mondo della cooperazione.

VENDEMMIA DEL MOSCATO PROPOSTA RESA DI 85 QUINTALI DI UVA PER ETTARO

Vendemmia del Moscato, proposta resa di 85 quintali di uva per ettaro

Riserva vendemmiale di 5 quintali: “Riequilibriamo il comparto, mantenendo le giacenze a un livello fisiologico”

Confagricoltura ha proposto alla Regione Piemonte, per la prossima vendemmia del moscato destinato alla produzione di Asti docg e Moscato d’Asti docg, una resa produttiva di 85 quintali di uva per ettaro, con una riserva vendemmiale di 5 quintali. 

L’obiettivo è quello di contribuire con questa proposta a riequilibrare il comparto, mantenendo le giacenze a un livello fisiologico. La proposta, rende noto Confagricoltura, è stata definita al termine di un confronto svoltosi ad Alba, nel Cuneese, tra una rappresentanza dei produttori di uva moscato a docg delle province di Alessandria, Asti e Cuneo. Erano presenti il presidente regionale di Confagricoltura, Enrico Allasia, e il presidente dell’Unione Agricoltori di Alessandria e componente della giunta nazionale di Confagricoltura, Luca Brondelli di Brondello. Confagricoltura ha anche evidenziato alla Regione l’indispensabilità di giungere a una migliore collaborazione tra tutti i soggetti della filiera, affrontando i temi della gestione del potenziale viticolo, della valorizzazione del prodotto e della promozione. Per impostare un’analisi approfondita della situazione e delle prospettive del comparto, Confagricoltura ha chiesto che la Regione si attivi per il reperimento dei dati di produzione, imbottigliamento e vendita di Asti e Moscato d’Asti, per poter disporre di un inventario puntuale e autorevole, attingendo, in prima istanza, alle fonti di Valoritalia e Consorzio dell’Asti. 

TERMINATA LA VENDEMMIA 2016 SI CHIUDE CON LA CERTEZZA UNA DELLE MIGLIORI VENDEMMIE DELLA BARBERA D’ASTI l

TERMINATA LA VENDEMMIA 2016 SI CHIUDE CON LA CERTEZZA UNA DELLE MIGLIORI VENDEMMIE DELLA BARBERA D’ASTI 

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La vendemmia 2016 si chiude con la certezza che quella appena raccolta sia una delle migliori Barbera d’Asti mai messe in cantina. Il tutto senza sacrificare la quantità, stimata in crescita del 10% rispetto al 2015. Dopo un mese di giugno in cui si è completata la fase di fioritura, si è assistito alla stabilizzazione delle condizioni climatiche, eccezion fatta per alcuni fenomeni piovosi comunque indispensabili a garantire la necessaria riserva idrica. La successiva fase di maturazione è stata caratterizzata da un clima secco e da una notevole escursione termica diurna, fattori che hanno favorito l’accumulo zuccherino in grappoli dalla buona dotazione acida e polifenolica. Il tutto in un quadro di estrema salute dei vigneti. Il risultato sono state delle uve Barbera di elevato livello qualitativo, con un titolo alcolometrico minimo naturale superiore a 13,50%, accompagnato da un’acidità totale media di 8,0-9,0 grammi per litro e un ph pari a circa 3,20. L’uva presenta una buccia consistente e spessa; i vini, una volta terminata la prima fermentazione, sono di colore brillante e profondo, con un impatto olfattivo intenso ed in evoluzione.
Riguardo alle altre Denominazioni tutelate dal Consorzio, il descritto quadro climatico ha consentito un buono sviluppo delle uve, con parametri chimico fisici di assoluto rilievo, accompagnati da un leggero incremento della produzione. La bellezza della natura sta però nel fatto che è capace di sorprendere anche chi la vive quotidianamente, regalando a tutti i produttori di Barbera d’Asti un’uva ai limiti della perfezione”. 

Una buona vendemmia da record storico sorpasso su Francia e Spagna

UNA BUONA VENDEMMIA  DA   RECORD SUPERANDO LE PREVISIONI

STORICO SORPASSO SU FRANCIA E SPAGNA

Una buona vendemmia che mantiene valori quantitativi da record superando le previsioni di Spagna (42,9 milioni di hl) e Francia (43 milioni di hl). Dopo un andamento primaverile non sempre favorevole l’estate si sta chiudendo con ottime condizioni. Il miglior battesimo per l’Osservatorio del Vino, promosso da Uiv e Ismea che, quest’anno per la prima volta, diffonde le previsioni vendemmiali raccogliendo l’eredità della ventennale collaborazione tra questi due soggetti. I dati rilevati, sono frutto di una ricognizione puntuale effettuata tra il mese di agosto e i primi di settembre in tutte le zone vitate del Paese, integrati, grazie all’Osservatorio, in un sistema organico e strutturato di monitoraggio della produzione e dei mercati interno ed internazionale che rappresenta un punto di svolta per il sistema vitivinicolo italiano”. Con queste parole Antonio Rallo, Presidente Unione Italiana Vini, commenta i risultati della ricognizione operata tra il mese di agosto e la prima decade di settembre sul territorio nazionale da Unione Italiana Vini e Ismea con la collaborazione del Ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali, presentati oggi in una conferenza stampa organizzata al Mipaaf. Sono intervenuti: Antonio Rallo, Presidente Unione Italiana Vini; Paolo Castelletti, Segretario Generale Unione Italiana Vini; Raffaele Borriello, Direttore Generale Ismea. Il compito di chiudere l’incontro è stato affidato a Maurizio Martina, Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali.

 

“L’Italia si conferma primo produttore di vino al mondo per quantità – commenta il Ministro Maurizio Martina. Un dato importante, soprattutto tenendo conto della grande qualità che sappiamo sviluppare in tutti i territori delle nostre regioni. Ora dobbiamo diventare leader anche per valore. Una sfida alla nostra portata, che vogliamo e dobbiamo vincere insieme ai produttori, continuando a investire su qualità e innovazione. Il Governo fa la sua parte. Nel nostro piano di ricerca per le biotecnologie sostenibili c’è un Focus specifico dedicato alla vite, così come la viticoltura sarà protagonista nella crescita dell’agricoltura di precisione in Italia. Agiamo poi sulla semplificazione per le aziende e sul fronte della promozione e della tutela. Anche sul web. Proprio il 9 settembre il nostro Paese sarà protagonista sulla piattaforma di e-commerce Alibaba in occasione della giornata dedicata al vino. Un segnale importante che ci dimostra le potenzialità di questo settore e le occasioni da cogliere sui mercati internazionali. Abbiamo un sistema vitivinicolo da oltre 14 miliardi di euro, con un export che nel 2015 ha toccato il record dei 5,4 miliardi e che nei primi cinque mesi del 2016 ha registrato un trend in crescita. Non solo numeri – conclude Maurizio Martina – ma tradizione, legame con il territorio, eccellenza, una biodiversità che vanta oltre 500 vitigni coltivati. È questo che rende il sistema Italia unico al mondo. È su questo che dobbiamo costruire il successo dei prossimi anni”.
“Anche quest’anno, il vino italiano conferma la propria leadership mondiale per quantità prodotta – aggiunge Raffaele Borriello, Direttore Generale Ismea – I dati previsionali Ismea-Uiv indicano una produzione 2016 di 48,5 milioni di ettolitri, in contrazione del 2% rispetto al 2015. La qualità attesa si presenta buona in molte aree del Paese, grazie al favorevole decorso climatico. Ci sono quindi tutti i presupposti affinché, anche la nuova campagna prosegua gli ottimi risultati già raggiunti dal settore negli ultimi anni. Oltre al dato produttivo, ciò che appare determinante per le sorti del settore è il percorso di crescita sui mercati internazionali. Su questo fronte, dopo l’ennesimo record in valore del 2015, esistono margini per guardare con ottimismo anche all’anno in corso visto che i dati dei primi cinque mesi indicano una crescita dell’export sia in volume sia in valore, che lascia presagire il raggiungimento di un ulteriore record in chiusura d’anno dopo quello del 2015”.

 

Recuperano i volumi, aumentano i vini a Denominazione d’origine e, questi, sono indubbiamente elementi positivi accanto però ad una crescita ancora inferiore rispetto ad altri competitor internazionali e realizzata in prevalenza grazie agli spumanti – conclude Antonio Rallo. Un successo, quello delle bollicine, che deve continuare ma non può, da solo, supportare la crescita delle nostre esportazioni. Poi dobbiamo guardare con nuova attenzione al mercato interno che, ricordiamolo, rappresenta ancora il primo mercato per il nostro vino assorbendo il 50% del prodotto. Le imprese devono tornare ad investire sul consumatore italiano”.
La débacle produttiva francese – spiega la Coldiretti – è dovuta a gelate primaverili che hanno colpito alcune zone viticole (Champagne, Borgogna e la Valle della Loira), episodi ricorrenti di vento, cui si sono aggiunti il peggioramento della siccità verso il Mediterraneo e la grandine in alcune aree (Charente, Borgogna-Beaujolais, Linguadoca-Rossiglione) che hanno pesano sulla raccolta. In Italia – sottolinea la Coldiretti – si registra un andamento fortemente differenziato tra le diverse regioni con il primato produttivo in Veneto con 9,7 milioni di ettolitri in aumento del 2% rispetto allo scorso anno, ma incrementi del 5% sono previsti anche in Emilia Romagna, dell’8% in Toscana, del 5% in Piemonte e in crescita anche la Puglia mentre un forte calo del 15 % si rileva in Sicilia, tra le regioni con i maggiori raccolti.

LA VENDEMMIA DELLE UVE MOSCATO INIZIERA’ FRA QUALCHE GIORNO ASTI E MOSCATO DOCG FONDO DA 3,5 MILIONI

LA VENDEMMIA DELLE UVE MOSCATO INIZIERA’ FRA QUALCHE GIORNO ASTI E MOSCATO DOCG FONDO DA 3,5 MILIONI

La vendemmia delle uve moscato inizierà tra pochi giorni nelle 3.700 aziende viticole che coltivano i diecimila ettari dell’area di produzione dell’Asti e del Moscato Docg.

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Durante una conferenza stampa comune, a cui hanno partecipato i rappresentanti delle Organizzazioni professionali (Coldiretti, Confagricoltura, Cia) e delle Associazioni Produttori del Moscato, Vignaioli Piemontesi, Agrinsieme e delle Case spumantiere, alla presenza dell’Assessore Regionale all’Agricoltura Giorgio Ferrero, sono stati illustrati i termini dell’intesa che vedrà nascere un fondo per l’Asti e Moscato d’Asti Docg da destinare principalmente in Italia e in Europa. “Per il Piemonte del vino è una bella notizia”, ha sottolineato l’Assessore Ferrero.
Il fondo, che si prevede raggiungerà un valore di circa 3,5 milioni di euro, sarà gestito da una commissione composta equamente dai rappresentanti di parte agricola dell’intera filiera e delle Case spumantiere in seno al Consorzio dell’Asti. Il Vicepresidente di parte agricola del Consorzio, Stefano Ricagno, ha illustrato le proposte, inviate alla Regione, riguardanti le rese produttive nonché le indicazioni per le modalità di stipulazione degli accordi individuali scritti tra fornitore di uva e acquirente:

  • Asti docg (78 quintali per ettaro, piu 10 ql/ha a riserva vendemmiale e 32 ql/ha di superi),
  • Moscato d’Asti docg (95 quintali per ettaro e 25 ql/ha di superi).
  • Uva docg: €/ql 107
  • Mosto docg: €/ql 156,87

Tutti insieme e in leale spirito di collaborazione siamo chiamati a superare il delicato momento congiunturale che la denominazione, e in particolare l’Asti, sta attraversando”, ha ribadito Stefano Ricagno a nome di tutto il Consiglio di Amministrazione. Giorgio Bosticco, direttore del Consorzio, ha spiegato le modalità di costituzione del fondo che può rappresentare “un’opportunità di rilancio dell’immagine e del posizionamento dell’Asti e del Moscato Docg”.
I rappresentanti delle Case spumantiere, Lorenzo Barbero per il Gruppo Campari, Germano Bosio (Cantine Capetta) e Giovanni Bosca (Tosti) hanno sottolineato il valore dell’intesa e la volontà di un rilancio della denominazione anche percorrendo nuove “tipologie” produttive già in avanzata fase di sperimentazione enologica. Si è fatto l’esempio di un “Asti secco” destinato a coprire nuove fasce di mercato senza dimenticare il ruolo di leader dell’Asti e del Moscato d’Asti Docg tra i vini dolci e aromatici.
Giovanni Satragno e Paolo Ricagno, rispettivamente a nome dell’Associazione Produttori Moscato e della Vignaioli Piemontesi hanno sottolineato il “consapevole sacrificio economico” che la parte agricola è chiamata a sostenere nella speranza che l’intero comparto, così importante per l’economia piemontese, sappia risollevarsi e crescere, tornando a raggiungere la quota di 100 milioni di bottiglie ottenuta negli anni scorsi.  

IL MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE HA PREDISPOSTO TUTTI GLI ADEMPIMENTI A CARICO DEGLI OPERATORI PER LA VENDEMMIA 2016

IL MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE HA PREDISPOSTO TUTTI GLI ADEMPIMENTI A CARICO DEGLI OPERATORI PER LA VENDEMMIA 2016 

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All’avvio della vendemmia è stato pubblicato sul sito del Ministero delle Politiche agricole un vademecum per gli operatori del settore nel quale sono riassunti i principali adempimenti a carico delle imprese vitivinicole, le norme di riferimento e le disposizioni applicative.

Lo rende noto il Mipaaf nel preannunciare che l’Icqrf, sulla base delle specifiche linee guida già diramate, effettuerà i controlli sulla raccolta e la movimentazione delle uve, sulle operazioni di trasformazione e sulla circolazione dei prodotti e dei sottoprodotti vitivinicoli ottenuti. Sono inoltre previsti controlli sui prodotti in ingresso ai porti e sulla produzione dei mosti concentrati e dei mosti concentrati rettificati. Questa campagna, per la prima volta in Italia e nell’Ue, sarà contraddistinta dall’utilizzo del registro “dematerializzato” la cui sperimentazione è iniziata il primo aprile, e che diventerà obbligatorio solo dal primo gennaio 2017. Lo scopo è quello di consentire agli operatori di prendere confidenza con le nuove funzionalità telematiche. Grazie al superamento delle registrazioni su supporto cartaceo diminuirà l’esigenza di operare sul campo da parte degli ispettori aumentando l’efficacia e l’efficienza dei controlli e, nel contempo, riducendo l’aggravio per le imprese.
Inoltre in un’ottica di semplificazione e competitività anche nel corso di questa campagna l’Icqrf applicherà in tutti i casi previsti lo strumento della diffida, già introdotto grazie al decreto “Campolibero”.

TUTELIAMO IL NOSTRO VINO DICHIARA IL MINISTRO MARTINA IL MINISTERO POTENZIA I CONTROLLI PER LA VENDEMMIA 2016

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TUTELIAMO IL NOSTRO VINO DICHIARA IL MINISTRO MARTINA IL MINISTERO POTENZIA I CONTROLLI PER LA VENDEMMIA 2016

Per l’anno 2016 sono stati potenziati i controlli nel periodo di vendemmia. Sono stati previsti complessivamente oltre 11 mila controlli mirati sul settore vitivinicolo.

Nel primo semestre ne sono stati effettuati già 5.698, con sequestri di prodotti contraffatti per oltre 2,5 milioni di euro e con 920 diffide. Proprio nei giorni scorsi su disposizione della Procura della Repubblica di Venezia, l’Ispettorato Repressione Frodi (Icqrf) del Ministero delle politiche agricole e la Guardia di Finanza di Treviso hanno portato avanti un’operazione antifrode denominata “Pinocchio”. Attraverso 12 perquisizioni presso imprese venete e pugliesi sono stati sequestrati oltre 130 mila litri di vino falsamente etichettato come Igp “Puglia” Pinot Grigio in attesa di confezionamento. Il vino, proveniente da compiacenti cantine pugliesi, derivava in realtà da varietà di uva a bacca bianca diverse dal Pinot Grigio.
Tramite falsi documenti di accompagnamento, il vino arrivava dalla Puglia ad un imbottigliatore veneto, pronto per il confezionamento e la distribuzione sul mercato nazionale ed estero. Sulla tavola rischiava così di arrivare vino bianco di incerta origine e provenienza, traendo in inganno il consumatore.
“Tuteliamo al massimo il settore del vino – ha commentato il Ministro Maurizio Martina – attraverso un aumento dei controlli e un rapporto nuovo con le aziende. In particolare con le diffide permettiamo alle aziende di mettersi in regola, prima di subire sanzioni amministrative. Allo stesso tempo siamo inflessibili contro le frodi, come dimostra questa importante operazione portata avanti dal nostro Ispettorato repressione frodi e dalla Guardia di Finanza. L’impegno a tutela dei consumatori e dei produttori onesti è costante e quotidiano”.

CI AVVICINIAMO ALLA RACCOLTA DELL’UVA

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CI AVVICINIAMO ALLA RACCOLTA DELL’UVA DA ANNI DIAMO I VOTI ALLA VENDEMMIA IL FONDATORE DI SLOW FOOD CARLIN PETRINI HA DETTO BASTA CON LE OTTIME ANNATE

Ci risiamo. Da qualche parte si comincia a raccogliere uva e cominciano a volare gli aggettivi: eccellente, clima fantastico, ottima annata e via dicendo.

L’anno scorso, davanti a un’estate probabilmente forse più calda e all’impazzare di comunicati stampa che spargevano lodi sulla vendemmia appena cominciata abbiamo detto alt alla pubblicazioni di articoli sul tema. Ci siamo tirati fuori grazie anche alla presa di posizione della Fivi, la Fedeazione dei Vignaioli Italiani il cui presidente Matilde Poggi aveva deciso di prendere le distanze da questa comunicazione roboante e spesso inopportuna. Anche quest’anno non partecipiamo al coro autoreferenziale che rende poco credibile il mondo del vino. Mentre registriamo che al gruppo dei legittimi dubbiosi si iscrive anche Carlin Petrini, il fondatore e carismatico leader di Slow Food.
Sentite cosa ha scritto Petrini pochi giorni fa sulla Stampa di Torino: “Si avvicina agosto e con esso il momento in cui partirà, da parte dei miei amici critici enologici e non solo, la corsa ad affermare quanto questa sia un’annata eccezionale dal punto di vista vinicolo…I conti si fanno a bocce ferme. È evidente pertanto che, prima di lanciarsi in annunci e previsioni roboanti, la vendemmia va portata a casa. Non solo dal punto di vista del raccolto, che ovviamente dipende da condizioni climatiche quanto mai mutevoli e imprevedibili fino all’ultimo, ma anche da quello di un affinamento in cantina che non è uguale di anno in anno e che, fino alla prova concreta del tempo, non può essere valutato”. Più chiaro di così non si può. Petrini critica giustamente anche la gara – anche questa ormai annuale – “nello stimare la produzione complessiva, la quota di mercato che la nostra viticoltura riesce a conquistare a livello internazionale, il prestigio che le nostre etichette riscuotono nel mondo. È indubbio – scrive il fondatore di Slow Food – che questo abbia importanza dal punto di vista della salute complessiva del comparto, ma non dobbiamo fare l’errore di pensare che una maggior produzione sia per forza di cose un dato positivo o che lo strapotere di vini come il Barolo e il Barbaresco, il Brunello di Montalcino fino ad arrivare al Prosecco per parlare di grandi numeri, vada salutato come segno del successo tricolore. Non va dimenticato, infatti, che l’Italia gode della più grande varietà di vitigni autoctoni imbottigliati del mondo, con più di 700 varietà che compongono il nostro panorama vinicolo e che ciascuna di queste ha particolarità e peculiarità che non solo le rendono uniche, ma che dovrebbero farne l’orgoglio vero della nostra agricoltura. Penso che su questo bisognerebbe puntare, più che sulla potenza internazionale dei vini più conosciuti. Anche perché la diversità è quella che ha fatto la storia della nostra enologia, è nella diversità che si esprime il territorio, e puntare tutto sul fascino dei grandi vini è una scelta un po’ miope così come è miope la scelta di osannare un aumento della produzione che, a conti fatti, vede, a fronte di un superamento della Francia in termini di numero di bottiglie prodotte, un’entrata nelle casse dei nostri produttori di poco più della metà rispetto agli omologhi d’oltralpe”. Per Petrini “la battaglia si gioca tutto sulla valorizzazione della varietà e della complessità del nostro panorama vinicolo, sapendo che un vitigno autoctono è quello che meglio ha adattato le proprie caratteristiche al territorio che lo ospita, e che nei secoli ha instaurato una relazione con l’uomo che a sua volta si è adattato alla sua coltivazione, ha messo a punto tecniche che a loro volta hanno plasmato il paesaggio e la socialità”.

GRANDE ATTESA PER QUESTA VENDEMMIA 2015 IN PIEMONTE CON PIOGGIA MA SENZA GRANDINE

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GRANDE ATTESA PER QUESTA VENDEMMIA 2015

CON PIOGGIA SENZA GRANDINE

Cresce l’attesa per la vendemmia 2015 dell’uva Moscato. I caratteri climatici dell’annata, con un andamento diverso rispetto al 2014 soprattutto a giugno e luglio.

Neanche qualche piccola avvisaglia di crisi da eccesso di caldo e secco nelle posizioni meglio esposte ha frenato gli entusiasmi e così la nostra carrellata di pareri è stata generalmente improntata all’ottimismo.

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“Precoce sarà precoce, – ma speriamo non troppo. Per noi sarebbe ottimale iniziare il raccolto l’1 settembre: significherebbe che le ultime settimane sono trascorse senza l’attuale morsa di caldo”.
Senza dubbio siamo in anticipo rispetto al 2014, ma non dobbiamo avere fretta. Il ritmo del tempo dev’essere dettato dalla natura. In alcune aziende ci dicono, gestiamo la vigna con la massima naturalità, perché vogliamo poterla mangiare l’uva. E vi assicuro che l’uva Moscato è davvero un gran bel mangiare”.
Un altro viticoltore, è sulla stessa lunghezza d’onda: “Non è precoce per caso quest’annata. È già iniziata così, con un inverno poco rigido e una primavera ricca di acqua. Adesso, però, avremmo bisogno di un po’ di pioggia, ma senza grandine. Allora potremmo davvero parlare di annata con i fiocchi”.

L’andamento climatico favorevole tra fioritura e allegagione e una buona fertilità dell’annata hanno favorito una folta presenza di grappoli nei vigneti. Così, si preannuncia un’annata di buona quantità. “Non sarà un’annata di esagerata abbondanza, ma nei filari l’uva c’è e si vede. Certo che se arriverà una pioggia, il risultato potrebbe essere migliore, sia in quantità che qualità. Ma non dipende da noi.” Non ha dubbi sulla quantità “I 100 quintali del disciplinare ci sono e sarà meglio accontentarsi per evitare che un incremento produttivo esagerato possa tradursi in problemi di eccedenze nei prossimi anni.”

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Abbiamo provato a sondare i pareri di altri viticoltori, anche rispetto a un possibile parallelismo tra il 2015 e le vendemmie precedenti. In parole semplici, abbiamo chiesto quale vendemmia passata ricordasse il 2015. Molte le risposte e interessanti. “Per adesso, mi ricorda il 2003, anche se quell’anno il periodo di caldo e secco si è prolungato molto di più. Per ora è così, poi staremo a vedere”. Non è parso d’accordo, invece un altro viticoltore, al quale il 2015 assomiglia di più al 2007 o al 2009. Non siamo ancora al livello del 2003: allora le uve erano persino appassite, cosa che al momento non si è ancora verificata.”

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Ma cosa si augurano i viticoltori del Moscato nelle settimane prima della vendemmia. Anche in questo caso, abbiamo avuto molti spunti interessanti. Una delle colline storiche per il Moscato, ci ha dettato la sua lista dei desideri: “Che non ci sia grandine, che venga una pioggia giusta, capace di rendere l’uva un po’ più ‘cicciuta’ e, infine, che si possa vendemmiare col sole”.
Nella sua lista dei sogni ha rimesso l’assenza di grandine e una pioggia “ragionevole”, ma poi ha completato con la buona riduzione delle temperature e l’avvio della raccolta delle uve tra fine agosto e inizio settembre. Cioè un periodo non troppo anticipato.

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p.s.

Per notizia bottiglia di Barolo DOCG Piemonte di Bruno Giacosa Collina Rionda è stata quotata 929 euro, mentre i francesi con Henri Javer Richebourg Grand Cru, Cote de Nuits quotata 13.724 euro. Una breve classifica italiana – al secondo posto Ornellaia Vendemmia d’Artista Edition Bolgheri Superiore Toscana 682 euro, prosegue Giacomo Conterno Monfortino Barolo Riserva DOCG Italy Piemonte 618 euro, al 4 posto Toscana IGT, al 5 posto Barolo DOCG Piemonte, al 6 posto Amarone Valpolicella Riserva DOCG Veneto, al 7 posto Brunello di Montalcino DOCG Toscana, si prosegue con Barolo Piemonte Brunello Montalcino per chiudere al 10 posto Roagna Crichet Paje Barbaresco DOCG Piemonte 402 euro.