OCM VINO NEI PAESI TERZI SCONGIURATO IL BLOCCO DEI FONDI FINO AL 2021

Ocm Vino nei paesi terzi, scongiurato il blocco dei fondi almeno fino al 2020/2021

Sventato il rischio di blocco dei fondi europei per la promozione dei vini italiani ed europei nei paesi terzi. 

I produttori che hanno già beneficiato dei finanziamenti per azioni in mercati come gli Stati Uniti potranno continuare a contare sul sostegno europeo in quei mercati almeno fino al 2020/21. E’ quanto emerge da una lettera della direzione generale agricoltura della Commissione dell’Unione europea che ha anticipato Ansa che risponde a un sollecito delle autorità italiane, insieme a quelle di Francia e Portogallo. A far temere il blocco dei fondi era stata l’interpretazione delle linee guida sull’Ocm vino data dall’Esecutivo dell’Unione europea secondo cui se un beneficiario ha preso finanziamenti per 5 anni per la promozione in un determinato paese terzo non può più godere del sostegno europeo per lo stesso tipo di azioni nello stesso mercato. Criterio che se applicato alla lettera e da subito avrebbe fatto saltare operazioni di promozione per il vino italiano in mercati cruciali come gli Stati Uniti. Nella lettera la Commissione chiarisce che le nuove norme si applicano dal 2016, consentendo quindi di “salvare” i programmi fino al 2020/21, e che non è esclusa la possibilità che i produttori possano avere accesso ai finanziamenti se presentano domanda per un nuovo progetto, anche se con obiettivo lo stesso mercato terzo.

BIANCHI DOC REGIONALI E SPUMANTI PREFERITI DAGLI ITALIANI

 

Bianchi, Doc, regionali e spumanti: ecco i vini preferiti dagli italiani nella Gdo

Vini bianchi fermi, vini a denominazione d’origine, vini regionali, spumanti secchi; questi i vini preferiti dagli italiani nel 2017.

I rossi più richiesti provengono da Toscana, Emilia Romagna, Piemonte.

I bianchi più richiesti da Veneto, Trentino, Sicilia.

E’ quanto emerge dalla ricerca elaborata per Vinitaly dall’istituto di ricerca Iri sui consumi di vino nella Grande distribuzione nel 2017. Gli italiani hanno acquistato 648 milioni di litri nella Grande distribuzione, il canale di vendita principale del vino, per un valore che vede il traguardo dei 2 miliardi di euro (1 miliardo e 849 mila milioni di euro), dati inclusivi dei Discount. Tra i vini i cui acquisti crescono a doppia cifra: Grillo (Sicilia), Primitivo (Puglia), Ortrugo (Emilia Romagna), Ribolla (Friuli Venezia Giulia), Valpolicella Ripasso (Veneto), Cortese (Piemonte), Passerina (Marche), Chianti Classico (Toscana), Cannonau (Sardegna), Pecorino (Abruzzo/Marche), Falanghina (Campania). Mentre i campioni assoluti rimangono Lambrusco, Chianti e Montepulciano d’Abruzzo.

Le bottiglie da 0,75 a denominazione d’origine crescono nel 2017 del 2% rispetto all’anno precedente con 280 milioni di litri venduti. Gli spumanti (e champagne) aumentano del 4,9% con 68 milioni di litri. Da notare anche la performance del rosato frizzante che cresce del 3,9%. Prosegue il trend negativo dei “bottiglioni” (fino a 2 litri) che perdono un ulteriore 2,5%, mentre i brick registrano una flessione dello 0,6%. In crescita il formato “bag in box”, ancora di nicchia: +5,4%. In forte crescita le vendite di vino e spumante biologico che superano i 4 milioni di litri venduti, confermando un percorso che ha ancora ampi margini di crescita.

“Se la quantità di vino acquistato nella Grande Distribuzione è stabile da anni, i consumatori mostrano di apprezzare le novità, accogliendo favorevolmente le proposte delle cantine – spiega Virgilio Romano, Business Insight Director di Iri, coordinatore della ricerca – I vini a denominazione d’origine vendono 5,5 milioni di litri in più nel 2017, così come crescono bollicine e vini bianchi, inoltre aumentano le tipologie regionali che si fanno apprezzare ogni anno per i tassi di crescita. I vini emergenti si fanno apprezzare per posizionamenti di prezzo non bassi (oltre la metà superiore a 4 euro) e questo è un aspetto positivo perché dimostra la disponibilità del consumatore a premiare novità e valore”. “Il successo degli spumanti ha spinto molte cantine a dedicarsi a questo prodotto, ormai sulla via della destagionalizzazione nella versione secco – aggiunge Romano – Infine, i prezzi nel 2018 dovranno sostenere una sfida non banale a causa della vendemmia 2017 poco generosa ed al conseguente rialzo atteso”.

“La grande distribuzione organizzata si mantiene un canale di vendita molto importante per il mercato italiano – commenta Giovanni Mantovani, Direttore generale di Veronafiere – capace di far emergere nuovi vini e territori e di assecondare nel tempo la richiesta di prodotti di maggiore qualità anche per il consumo quotidiano. Un’evoluzione che Vinitaly sta seguendo negli anni diventando il luogo di analisi e confronto tra gdo e settore enologico e soprattutto proponendo alle cantine espositrici incontri B2B con i buyer delle insegne della distribuzione organizzata. Con l’International Packaging Competition Vinitaly da oltre venti anni promuove la cultura del comunicare con efficacia attraverso l’etichetta e la confezione il valore del prodotto”.

Appuntamento a Vinitaly il 16 aprile alla tavola rotonda di approfondimento sulle vendite di vino nella Gdo, con focus quest’anno sul mercato del vino italiano nei supermercati statunitensi. Il 16 e 17 aprile in calendario gli incontri B2B del Gdo Buyers’ Club.

VINI PER I FORMAGGI

Vini per i Formaggi

Per gli amanti dei formaggi che vogliono esaltare l’oggetto della loro golosità attraverso il giusto abbinamento. Una selezione semplice ma con tre vini utili allo scopo e in grado di soddisfare esigenze diverse. Un bianco di media struttura dai particolari aromi in grado di reggere formaggi di latte vaccino freschi. Un rosso per formaggi di capra e di media stagionatura a base latte vaccino e, in questo caso, si consiglia l’abbinamento col pane nero per meglio integrare il vino rosso con questa tipologia di formaggi. Infine un Moscato d’Asti in grado di mettere d’accordo tutti, perfetto per formaggi stagionati sposati con miele e confetture.

I CASTELLI LE VIGNE E I NUOVI VINI TORNANO I ROERO DAYS

Le Rocche, i castelli, le vigne e i nuovi vini: tornano i “Roero Days”

Le rocche del Roero, i castelli, le vigne patrimonio Unesco sono le tappe di un itinerario turistico in programma l’8 e 9 aprile che parte dal castello di Guarene, nel Cuneese, in occasione dei “Roero days”, due giorni di degustazioni e visite guidate a 70 cantine del territorio.

Organizzato dal Consorzio di tutela del Roero, l’evento porta alla scoperta dei territori dei vitigni autoctoni dell’Arneis e del Nebbiolo. Tra le novità di quest’edizione, i progetti turistici dei “Sentieri del Vino” e dei “Sentieri Mga” (Menzioni geografiche aggiuntive della Docg Roero). Il 9 aprile saranno presentate le nuove annate di Roero Arneis 2017, Roero 2015 e Roero Riserva 2014. Il Consorzio conta oltre 300 iscritti fra produttori e viticoltori e più di mille sono gli ettari vitati della denominazione Roero, per un totale di circa 6 milioni di bottiglie prodotte, delle quali cui il 60% viene esportato.

VINI SPUMANTI ITALIA LEADER PER L’EXPORT NEL MONDO

Vini spumanti, Italia leader per l’export nel mondo: staccate Francia e Spagna

L’Italia è leader tra i paesi europei per la quantità di vini spumanti esportati, con 335 milioni di litri nel 2016, il 45% del totale delle esportazioni degli Stati membri dell’Unione europea.

Lo certifica Eurostat. Seguono Francia (172 milioni di litri, 23%) e Spagna (168 milioni di litri, poco meno del 23%). I tre paesi insieme coprono il 91% dell’export. Tra i paesi terzi, gli Stati Uniti sono la destinazione principale con 114 milioni di litri, e rappresentano il 41% delle esportazioni totali extra Ue (279 mln litri nel 2016). Staccati il Giappone (26 milioni di litri, oltre il 9%) e la Russia (25 milioni di litri, quasi il 9%). Le importazioni Ue da paesi terzi (7,6 mln di litri) vengono principalmente dall’Australia (29%) e dal Sudafrica (25%).

VINI PER LA PIZZA

Vini per la Pizza

Abbinare la pizza al vino è un dilemma che ha sempre impegnato gli appassionati. Dover rinunciare alla gustosa pizza solo perché manca il vino non è piacevole quindi, abbiamo ideato questa selezione da abbinare alla maggior parte delle pizze che di solito si mangiano. Il vino rosato, va utilizzato per le pizze alle verdure, pescato e crostacei. Il Lambrusco è un’alternativa per chi ama la bollicina ma attenzione, meglio abbinarlo a pizze con salumi, salsiccia, pancetta e i classici “calzoni” o crescioni con formaggi e salumi mediamente piccanti. Il vino rosso fermo, invece, mira più a soddisfare gli sposalizi dove il condimento usato è a base salsiccia e cipolla, oppure con verdure a prevalenza tendenzialmente amarognola come rucola e melanzane e formaggi impegnativi come il gorgonzola o il brie. ​

BUON FERRAGOSTO DIECI VINI PER AFFRONTARE “AL MEGLIO QUESTO FERRAGOSTO 2017”

Dieci vini per affrontare al meglio Ferragosto

Una selezione di etichette  dieci vini imperdibili per questi giorni così caldi e afosi

Bere vino anche a Ferragosto è roba da appassionati veri, da gente che non vuole farne a meno neanche se fuori fanno 40 gradi. Ma poi è sempre così? 

C’è chi passa le vacanze in montagna, o dove tanto caldo non fa.  Per bere bene e per festeggiare gli ultimi fuochi dell’estate. Tutti vini bianchi, però. Si mangia leggero, spesso pesce, e poi il periodo lo suggerisce. Buon divertimento.

Numero 10
Sicilia Catarratto Shiarà 2016, Castellucci Miano – Sicilia
Da uve catarratto. Solo acciaio sur lie per 6 mesi. Giallo paglia chiaro. Profilo olfattivo di rara finezza, note di cedro, lime, fiori di campo, susina gialla e lieve pietra focaia. Sapore teso, molto elegante, agile e composto, salino, fresco, di deliziosa bevibilità. Sorprendente.

Numero 9
Colli Tortonesi Filari di Timorasso 2015, Luigi Boveri – Piemonte


Da uve timorasso. Solo acciaio per 11 mesi. Giallo paglia intenso. Profilo olfattivo avvolgente, con note affumicate, sentori di pompelmo e frutta esotica. Sapore deciso, salino, caldo, con ottima acidità a sostegno di un corpo di notevole peso e lunga persistenza.

Numero 8
Alto Adige Gewurztraminer Kastelaz 2016, Elena Walch – Alto Adige
Da uve gewurztraminer. Solo acciaio sur lie per cinque mesi. Giallo dorato brillante. Profumi fragranti e aromatici di rosa canina, gelsomino e litchi, tipici e varietali, molto nitidi. Sapore salino, piacevole, fine ed elegante, caldo, di buon corpo, con finale appena amarognolo, di eccezionale persistenza.

Numero 7
Friuli Isonzo Pinot Grigio Gris 2015, Lis Neris – Friuli Venezia Giulia
Da uve pinot grigio. Matura in tonneau per quasi un anno. Giallo dorato. Classiche note di pera Williams e di pesca bianca, accenni speziati e agrumari,. Molto teso ed agile al gusto, nonostante un corpo notevole, caldo e salino ben sostenuto dalla componente acida. Chiude lungo e persistente. Avvolgente.

Numero 6
Le Vignole 2015, Colle Picchioni – Lazio
Da uve malvasia del Lazio 60%, trebbiano toscano 20% sauvignon blanc 20%. Barrique per 10 mesi. Giallo dorato. Intense note di pesca gialla, miele di acacia e fiori bianchi, con lieve sottofondo speziato. Sapore salino, caldo, di ottimo corpo, molto persistente. Morbido.

Numero 5
Bolgheri Bianco Criseo 2015, Guado al Melo – Toscana
Da uve vermentino 80% fiano, verdicchio e petit manseng. Un anno in acciaio sur lie. Giallo oro chiaro. Naso di formidabile complessità, note di pietra focaia, cedro, mandorla fresca e accenni di frutta esotica. Sapore pieno, salino, di ottimo corpo, caldo ma agile e dalla piacevolissima bevibilità. Uno dei migliori bianchi toscani di quest’anno. Complesso.

Numero 4
Malvasia Il Bardughino 2016, Alessio Brandolini – Lombardia
Da uve malvasia di Candia dall’omonimo vigneto vecchio di oltre 40 anni.. Solo acciaio, sur lie per cinque mesi. Giallo paglia. Consueti profumi di idrocarburi al naso, quasi fosse un Riesling, poi pompelmo, cedro e pera estiva. Sapore teso, salino, molto piacevole, tipicamente amarognolo sul finale. Aromatico.

Numero 3
Offida Pecorino Reve 2015, Velenosi – Marche
Da uve pecorino. Sei mesi in barrique per la metà della massa, sei mesi in acciaio per il resto. Giallo dorato chiaro. Molto agrumato al naso, con note di cedro e di pompelmo, poi frutta esotica e lieve mandorla fresca. Sapore pieno e salino, fresco, di piacevole bevibilità ma corposo e molto persistente. Elegante.

Numero 2
Trentino Superiore Pinot Grigio Rulendis 2016, Cavit – Trentino
Da uve pinot grigio. Solo acciaio. Giallo paglia intenso. Tipici sentori di pera Williams e di pesca bianca al naso, molto caratteristici del vitigno. Sapore caldo, molto salino, ricco ma di facile e piacevole bevibilità. Finale di ottima persistenza. Delizioso.

Numero 1
Custoza Superiore Amedeo 2015, Cavalchina – Veneto
Da uve garganega 40%, bianca fernanda (cortese) 30%, trebbiano toscano 15%, trebbianello 15%, vinificati separatamente, lasciati sui lieviti per alcuni mesi e assemblati nel luglio successivo alla vendemmia. Giallo paglia intenso e brillante. Profumi di ottima complessità, con leggera nota fumé, di pietra focaia, accanto a note di cedro e di erbe aromatiche ed accenni di fiori di campo. Sapore deciso, salino, con ottima tensione fra acidità e corpo, che lo rendono di bevibilità facile ma non banale, sottile ma elegante e persistente. Un piccolo fuoriclasse, frutto di sapienza viticola ed enologica. Formidabile.

IN OCCASIONE DELL’ARRIVO DEL GIRO D’ITALIA VOGLIAMO FARE UN VIAGGIO NEI VINI DELLA SICILIA

IN OCCASIONE DELL’ARRIVO DEL GIRO D’ITALIA VOGLIAMO FARE UN VIAGGIO NEI VINI DELLA SICILIA

 

Guida al Vino della Sicilia

La Sicilia è una delle regioni enologiche più vitali d’Italia dal punto di vista enologico. Differenti retaggi storici e culturali convivono in un solo territorio, rendendo unico il patrimonio vinicolo siciliano. La ricchezza è dovuta senza dubbio anche al terroir ed al clima particolarmente favorevole allo sviluppo della vite, nonostante il caldo estivo, che, seppure cocente, favorisce la crescita delle coltivazioni biologiche, scongiurando trattamenti batteriologici.
Con il suoi vigneti a perdita d’occhio, distribuiti su un terreno rigoglioso e collinare e in parte montuoso attorno all’Etna (3323m), la Sicilia supera di gran lunga le coltivazioni ad esempio della Toscana per circa il doppio del terreno vitato, contando su ben 107.000 ettari di viti.

VINI BIANCHI SICILIANI

Il Catarratto è stato a lungo il vitigno bianco più diffuso nella Sicilia occidentale. Nonostante l’uva non sia particolarmente pregiata, così come il Carricante, ma entrambe regalano vini bianchi molto originali: da uve Catarratto solitamente i bianchi ereditano grande freschezza gustativa, profumi floreali e sapidità al palato, mentre da uve Carricante (utilizzato spesso in uvaggio con il precedente o l’Insolia) si percepiscono maggiormente sentori vegetali fragranti e una forte acidità che lo rende particolarmente adatto all’invecchiamento.
L’Inzolia è forse il
vitigno a bacca bianca più diffuso in tutta la Sicilia e pare sia stato importato dalla Toscana, in cui viene chiamato Ansonica. I vini bianchi siciliani da uve Insolia sono molto gustosi, fragranti, eleganti e capaci di inondare letteralmente il bicchiere con essenze fruttate e lievi sentori erbacei ben equilibrati tra loro.
Introdotto inizialmente a Marsala e poi successivamente anche nelle province vicine, c’è il vitigno Grillo, utilizzato da sempre per la produzione di Marsala DOC, perché particolarmente predisposto all’invecchiamento. Vinificato in purezza, può dare vini d’impressionante
spessore organolettico, potenzialmente quindi molto longevi, dotati di un corredo d’aromi vegetali e floreali piacevolmente fini.

VINI ROSSI SICILIANI

L’uva alla quale la Sicilia deve gran parte della sua reputazione enologica è il Nero D’Avola (nome derivante dalla città di Avola, nell’entroterra siracusano). E’ conosciuto per la sontuosità dei vini rossi che ne derivano, caratterizzati da un intenso aroma di frutti rossi maturi e da una avvolgente trama tannica persistente.
Fra le uve a bacca rossa di particolare interesse in questa regione, troviamo anche il Nerello Mascalese e il Nerello Cappuccio, morfologicamente diverso da quello coltivati in Calabria e qui principalmente piantato attorno ai pendii dell’Etna, da cui si origina infatti la denominazione Etna Doc. Questo vitigno cresce addirittura sino a 1000m di altezza e sta riscuotendo successo soprattutto per la finezza gustativa.
A sud dell’isola, nella zona di Ragusa, troviamo il Frappato, vitigno principe del Cerasuolo di Vittoria DOCG: tipico aroma vivace di ciliegia, gusto fresco e morbido, molto armonico.
Da Caltanissetta e Agrigento, oltre a Trapani e Palermo, sta tornando in voga un
antico vitigno originario dell’isola, detto Perricone (o Pignatello) che, vinificato in purezza, produce vini dall’odore vinoso, piuttosto di ricco di corpo ed armonico.
Infine, si ricorda anche la presenza di coltivazioni internazionali, come quelle di uve
Syrah, Merlot e il Cabernet Sauvignon che hanno trovato nella regione espressioni di potenza e qualità.

VINI DOLCI E LIQUOROSI SICILIANI

La Sicilia è spesso ricordata anche come regina della produzione di vino Marsala DOC. Si tratta di un vino liquoroso (o fortificato) che al primo impatto sembra lontano parente dello Sherry, ottenuto da una vinificazione in bianco di uve Grillo, Insolia e Catarratto o semplicemente Grillo. Terminata la fermentazione, si aggiunge la “concia”, ovvero una miscela di mosto e alcool, che ne aumenta il tenore alcolico.
Lo Zibibbo (
conosciuto anche con il nome di Moscato di Alessandria) è un altro vitigno a bacca bianca coltivato esclusivamente nell’isola di Pantelleria, per cui a tiratura limitata, utilizzato per le produzioni di vini passiti come il Passito di Pantelleria DOCG, ma può essere vinificato anche nella versione secca, ottenendo un bianco profumatissimo, con dolci note di albicocca e zagara ed un retrogusto mandorlato.
Il
Moscato è un altro vitigno che continua nel tempo ad essere considerato molto promettente, specialmente in riferimento alla DOC Moscato di Noto ed al Moscato di Siracusa, oltre al celeberrimo Moscato di Pantelleria, coltivato da uve Zibibbo sui terreni vulcanici dell’isola di Pantelleria.
Un’altra interessante produzione di vino dolce è la
Malvasia delle Lipari, merito del dolce sapore d’arancia che caratterizza l’intero arcipelago su cui crescono le viti.

I vini per il Pranzo di Pasqua, carne e pesce

I vini per il Pranzo di Pasqua, carne e pesce

A Natale con i tuoi e a Pasqua con chi vuoi” dicono.

Per essere è vero, si è più “ligi” alla tradizione natalizia che a quella di Pasqua, per lo meno a livello gastronomico. Ma si sa, in Italia ogni festa o avvenimento è una scusa buona per mangiare, ritrovarsi a tavola, un’abbuffata più o meno mesta fra una chiacchiera di vino e l’altra, fra un calice di vino e l’altro. Questo è il vero significato della festa comandata.

Voi siete più da carne o da pesce? Ci sono gli irriducibili del pranzo di Pasqua con la famiglia, ma c’è anche chi va fuori o chi invita amici e conoscenti e si cimenta ai fornelli nella speranza di fare bella figura.
Abbiamo pensato di darvi una mano con le nostre esperienze in fatto di vino, selezionando per voi qualche idea menu di Pasqua di carne e di pesce, abbinando i vini più adatti. Vediamo un po’.

MENU PASQUALE DI CARNE

  • Crescia di Pasqua con tagliere di affettati e formaggi
    abbinamento vini Montepulciano, Aglianico, Catarratto e Barbera (questi due con formaggi freschi)

  • Torta Pasqualina
    abbinamento vini: Pignoletto spumante, Cerasuolo d’Abruzzo, oppure Friulano

  • Casatiello napoletano
    abbinamento vini: Fiano d’Avellino, Lambrusco reggiano

  • Lasagne con ragù di agnello
    abbinamento vini: Montepulciano d’Abruzzo, Chianti Classico, Monica di Sardegna

  • Carrè di agnello con patate al forno
    abbinamento vini: Cannonau ed il Carignano, due vini rossi che vi daranno soddisfazione, oppure Valpolicella Classico e Nero d’Avola

  • Carciofi alla romana
    abbinamento vini: Lambrusco, Merlot , Cannonau rosato

  • Pastiera napoletana
    abbinamento vini: Moscadello di Montalcino, Marsala, Vermentino passito

MENU PASQUALE DI PESCE

  • Guazzetto di vongole alla marinara vongole
    abbinamento vini: bianchi freschi leggeri come Pagadebit, Falanghina, Pinot grigio oppure Prosecco se vi piacciono le bollicine

  • Spaghetti alla chitarra con tonno fresco, capperi e olive taggiasche
    abbinamento vini: Chardonnay, Sauvignon o vini rosati. (Se preferite il condimento al nero di seppia – in questo caso potreste anche cimentarvi con un rosso leggero e morbido, come un Pinot nero vinificato in acciaio o una Lacrima di Morro d’Alba profumata e fresca, adatta anche per le zuppe di pesce di scoglio)

  • Orata al cartoccio con insalatina di finocchi e arance
    abbinamento vini: Lugana, un Grillo o un Soave

  • Filetto di salmone in crosta con asparagina selvatica e limone
    abbinamento vini: ErbaluceGreco di TufoTrebbiano d’Abruzzo

  • Gran fritto misto di paranza
    abbinamento vini: Garganega e Verdicchio

  • Colomba di Pasqua
    abbinamento vini: Marsala, Moscato

Come avrete intuito le possibilità per spassarsela con gli amici durante il pranzo di Pasqua sono infinite. Adesso, però, tocca a voi. Scatenate la vostra fantasia e divertitevi.

Arneis, Erbaluce e Cortese: scopri i grandi vini bianchi piemontesi

Arneis, Erbaluce e Cortese: scopri i grandi vini bianchi piemontesi 

LArneis, il Cortese e l’Erbaluce sono tre famosi vitigni autoctoni del Piemonte , che sintetizzano alla perfezione la produzione dei vini bianchi piemontesi. Le origini dell’Arneis risalgono al ‘400 nella zona del Roero, grande terra di famosi rossi importanti, primo fra tutti il vitigno Nebbiolo (padre del Barolo) e qui partecipa per l’85% nella DOC Langhe, oltre ad essere vinificato in purezza con il nome di Roero Arneis DOCG. Cenni storici relativi al Cortese, invece, risalgono al ‘700 attorno alla provincia di Alessandria, ma specialmente nella zona del Monferrato e di Gavi, in cui il vitigno raggiunge i più alti livelli qualitativi come Gavi o Cortese di Gavi DOCG ed il Cortese dell’Alto Monferrato DOC.

Infine, l’Erbaluce, vitigno il cui nome si ricollega alla intensa luminosità dei suoi acini (definiti “alba lux” già in epoca romana), è coltivato prevalentemente nella provincia di Torino, ma anche in alcune zone di quella di Biella e di Novara, in cui i terreni si presentano prevalentemente collinosi di origine morenica e con una buona esposizione, godendo di clima mite influenzato dai venti delle vicine Alpi. Essendo un vitigno molto versatile, l’Erbaluce viene utilizzato nella produzione di diversi vini, sia secchi che dolci e passiti, ma sicuramente il prodotto più famoso è l’Erbaluce di Caluso DOCG .

ARNEIS, CORTESE, ERBALUCE: DEGUSTAZIONE VINI

I vini bianchi piemontesi ottenuti da uve Arneis si presentano di un colore giallo paglierino lievemente ambrato ed al naso spiccano solitamente aromi tipicamente fruttati, di ananas e mela, oltre a note dolci di mandorla. Il sapore è pieno, caratterizzato da ottima acidità da un retrogusto amarognolo e ammandorlato. Il Cortese da vita a ottime espressioni di bianco caratterizzate da un bel giallo paglierino dai riflessi limpidi, con un delicato profumo fruttato di albicocca e di pesca. Al palato si percepisce subito freschezza e morbido equilibrio. I vini prodotti dalle uve Erbaluce, hanno solitamente un colore giallo paglierino paglierino scarico, con riflessi tendenti al verde chiarissimo. Al naso, si apre un vasto bouquet di fiori di campo, con sentori di acacia. Il gusto è secco e fresco, su cui si distingue un nerbo sapido che rimandano a note di mandorla. Dopo qualche anno di invecchiamento questo vino mostra tutta la sua complessità e struttura, da cui emergono intense note minerali.