AD AOSTA LE NUOVE TECNOLOGIE PER LA VITICOLTURA EROICA

Ad Aosta “Enovitis Extrême”: le nuove tecnologie per la viticoltura eroica

L’Assessorato dell’Agricoltura e ambiente della Regione autonoma Valle d’Aosta informa che il 19 luglio 2018 si terrà a Quart la prima edizione di Enovitis Extrême, incentrata sulla viticoltura di montagna.

L’evento, dedicato alle tecnologie per la coltivazione dei vigneti eroici in alta quota, è organizzato dall’Unione Italiana Vini in collaborazione con il Centro di ricerca per la viticoltura di montagna (Cervim), il supporto dell’Associazione dei viticoltori della Valle d’Aosta VIVAL, ed è patrocinato dalla Regione autonoma Valle d’Aosta. Abbiamo accolto con piacere la richiesta di collaborazione di Unione Italiana Vini all’iniziativa Enovitis Extrême che si pone l’obiettivo di valorizzare la pratica della viticoltura eroica, che sul nostro territorio ha un valore culturale e sociale, oltre che economico. Mantenendo l’impostazione di Enovitis in Campo, già collaudata da Unione Italiana Vini, con i quali siamo davvero lieti di collaborare, anche qui in Valle d’Aosta avremo una giornata intera dedicata alle tecnologie per la coltivazione dei vigneti, con particolare attenzione a quelli dedicati in alta quota e con giaciture ad elevata pendenza. Alle prove sul campo e dimostrazioni con attrezzature e macchinari specifici abbiamo voluto inoltre abbinare un momento più tecnico con una tavola rotonda sugli aspetti concernenti la tutela, la valorizzazione e la commercializzazione del settore vitivinicolo a cui parteciperanno oltre all’Assessorato, altri partner con i quali sono in corso collaborazioni specifiche per la promozione del settore” – dichiara l’Assessore all’Agricoltura e ambiente Elso Gerandin.

La manifestazione, già collaudata a livello nazionale, vuole andare incontro alle esigenze delle aziende del settore ‘eroico’ presentando anche in Valle d’Aosta le tecnologie più avanzate in ambito vitivinicolo e le diverse soluzioni per facilitare una tipologia di coltivazione molto impegnativa. Con Enovitis Extrême – spiega Ernesto Abbona, Presidente di Unione Italina Vini – la viticoltura di montagna trova la sua vetrina con un appuntamento dedicato alla scoperta dei macchinari, delle innovazioni e delle soluzioni migliori per lavorare in quei territori. Questa manifestazione vuole essere anche un luogo dove confrontarsi sui problemi e sulle prospettive di questa nicchia produttiva di grande valore, ma anche un’occasione per lanciare un messaggio culturale alla politica, alle istituzioni e ai mercati sulla necessità di salvaguardare e sostenere questo settore della viticoltura. Con tali presupposti abbiamo promosso, insieme alla Regione autonoma Valle d’Aosta, a Cervim e a Vival, l’appuntamento di Enovitis Extrême, che Unione Italiana Vini aveva in mente da diversi anni e che ora finalmente è realtà.

L’iniziativa è ospitata dalla storica Società Agricola Grosjean all’interno nel vigneto “Rovettaz”.

LE NUOVE NORME CHE REGOLANO IL FUNZIONAMENTO DEL REGISTRO NAZIONALE DELLE ASSOCIAZIONI SPORTIVE

 

 

 

 

 

Caro Presidente,

 

 

il Consiglio Nazionale del CONI, con delibera del 18 luglio 2017 ha approvato le nuove norme che regolano il funzionamento del registro delle società e delle associazioni sportive dilettantistiche.

Le nuove regole sono state fissate per consentire al CONI di svolgere, con maggiore efficacia, il suo prezioso ruolo di unico ente certificatore, garantendo che solo le associazioni e società che svolgono attività sportiva dilettantistica possano usufruire dei benefici fiscali e previdenziali riservati allo sport dal legislatore.

Come potrai verificare, sono state introdotte una serie di novità finalizzate a porre al centro del sistema sportivo l’associazione/società sportiva e l’attività svolta dalla stessa nell’ambito dei programmi sportivi e di formazione approvati dagli organismi affilianti, semplificando contestualmente la fase di iscrizione al registro che prevede che siano direttamente gli organismi affilianti, e non più la singola associazione, ad effettuarla una volta conclusa la fase dell’affiliazione e del tesseramento.

A partire dal 1 Gennaio 2018 con la messa in esercizio del nuovo applicativo, tutte le utenze attualmente attive non saranno più valide e, pertanto, il legale rappresentante di ogni singola associazione/società sportiva, dovrà provvedere ad accreditarsi alla nuova piattaforma, per poter accedere alla propria scheda e usufruire degli ulteriori servizi messi a disposizione dal registro (inserimento rendiconto economico-finanziario, possibilità di redigere e stampare le ricevute rilasciate agli associati/tesserati, etc.)

Sarà sufficiente collegarsi all’indirizzo https://rssd.coni.it/  e, seguendo le istruzioni, chiedere una nuova utenza (username e password). Il nuovo login consentirà l’accesso alla sezione riservata del Registro per verificare le informazioni esistenti, trasmigrate dall’attuale applicativo, stampare il certificato di iscrizione nonché utilizzare le altre funzioni opzionali che saranno rese disponibili per le asd/ssd.

Le novità introdotte consentiranno al nostro mondo di ottenere un Database dello sport nazionale completo e, alle singole associazioni/società sportive di poter dimostrare in sede di controlli da parte dei soggetti istituzionali (Agenzia delle Entrate, SIAE, INPS) la loro reale natura sportivo-dilettantistica.

Confido dunque nella Tua massima e preziosa collaborazione affinché il Registro sia motivo di vanto per l’intero sport italiano.

Saluti sportivi

Giovanni Malagò

 

Trasferirsi all’estero: nuove risorse e prospettive

Trasferirsi all’estero: nuove risorse e prospettive

 

Un trasferimento all’estero o in una città diversa da quella natale può portare con sé sensazioni contrastanti. Euforia, voglia di sperimentare ma anche dispiacere e nostalgia per ciò che si abbandona. Diverse possono essere le motivazioni che spingono una persona a lasciare il suo paese di origine: lavoro, studio, amore. Tutte hanno in comune importanti cambiamenti di natura logistica ma e soprattutto affettiva e psicologica.

Il  CAMBIAMENTO

Come ogni cambiamento un trasferimento attiva aspettative, speranze, emozioni e voglia di mettersi in gioco. Ciò che spinge può essere un’esigenza economica piuttosto che la voglia di realizzarsi o la ricerca della propria felicità. In ogni caso siamo animati da una certa dose di curiosità rispetto a ciò che ancora non conosciamo.

In generale possiamo affermare che nell’affrontare il cambiamento come conseguenza di un atto migratorio si attivano alcuni meccanismi psicologici abbastanza transitori che permettono l’elaborazione del cambiamento di vita. Questi sono:

  • Lutto migratorio: il distacco dal paese d’origine comporta una separazione oggettiva da luoghi, relazioni, abitudini, clima, sapori e molto altro. Si può parlare di lutto in quanto questo processo si costituisce di alcune fasi: da una negazione massiccia (“non è poi cambiato granché”)si può passare al dolore, al risentimento ed infine all’accettazione. Il modo in cui si affronta tale passaggio dipenderà da quanto le separazioni siano un tema sensibile per noi, dalle risorse personali messe in campo e dal sostegno che possiamo ottenere.
  • Emozioni in gioco: il mondo emotivo potrà essere travolto da emozioni contrastanti come entusiasmo, soddisfazione ma anche tristezza, senso di perdita, nostalgia, solitudine e rabbia. Un’altra emozione frequente è la paura di essere dimenticato e di dimenticare.
  • Shock culturale-la reazione alla diversità: più il paese ospitante è lontano da ciò che ci è familiare più è difficile integrare nei nostri modelli mentali nuovi modi di relazione, nuove prospettive, nuove usanze. Lo smarrimento, lo stress emotivo, la perdita di punti di riferimento e l’opposizione possono essere delle risposte iniziali a questa difficoltà. Non è insolito infatti idealizzare il paese di provenienza e pensare per stereotipi rispetto alla nuova cultura. La comprensione, la familiarizzazione e l’adattamento sono processi graduali che richiedono tempo.

L’IMPATTO CON LA REALTÀ.

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All’inizio del trasferimento ci sono due atteggiamenti possibili e frequenti:

  1. Il trasferimento immaginato come salvifico: può accadere che la scelta sia guidata da una forte frustrazione per la vita che si conduce oppure che la città natale non soddisfi i requisiti per la realizzazione della propria personalità. In questi casi spesso succede che la nuova città ospitante venga percepita come uno “scrigno dai mille tesori” che aspettano solo di essere scoperti mentre quella vecchia può essere vissuta come il luogo che opprime. Tutte le caratteristiche del nuovo luogo sembrano migliori di quello precedente. La felicità e la soddisfazione di aver fatto la scelta giusta colorano le giornate e permettono un’integrazione abbastanza celere. Ben presto però può accadere che l’entusiasmo dell’inizio diminuisca la sua intensità riportandoci con i piedi per terra. Si cominciano a rivalutare i lati positivi di ciò che si è lasciato rivalutandone il valore. Inizia una certa nostalgia della “strada vecchia”. Ciò che davvero manca però sono gli affetti. Gli affetti come la famiglia d’origine o le amicizie di sempre o semplicemente il poter incontrare per strada persone conosciute. In questo stato di cose si può provare tristezza, malinconia e sovente voglia di scappare. E’ un momento del tutto fisiologico e se ha breve durata porta con se un’elaborazione sana del cambiamento.
  2. Il trasferimento vissuto come obbligato. Nei casi in cui il cambiamento sia determinato da condizioni necessarie come ad esempio la ricerca di un lavoro o un trasferimento per amore la situazione è diametralmente opposta. All’inizio infatti si può dover fare i conti con un generale senso di tristezza e frustrazione. Il dolore è legato a ciò che si è lasciato. Affetti, abitudini, luoghi possono sembrare persi per sempre come se il non poterli vivere comportasse la loro totale perdita. In questi casi è più difficile adattarsi alla nuova situazione in quanto si rimane legati ai propri ricordi e la voglia di scoprire subisce un forte scacco. Anche in questi momenti le sensazioni di tristezza possono rivelarsi molto intense e spingere chi le prova ad un atteggiamento di chiusura che di certo non potrà giovare all’adattamento nella nuova città. In questi casi diventa funzionale “spingere un po’ l’acceleratore” e cercare per quanto possibile di creare nuove relazioni sociali che potranno fungere come da trampolino di lancio o di consolazione nella nuova vita.

NUOVE RISORSE E PROSPETTIVE

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Diventa funzionale non perdere di vista le motivazioni reali e psicologiche che spingono ad un trasferimento e pensare che questo potrà regalarci nuovi traguardi ed una reale possibilità di crescita sotto vari punti di vista (personale, psicologico, lavorativo, economico). Il modo in cui affrontiamo il trasferimento dipende in gran parte dalle risorse che riusciamo a riconoscere in noi e da come le utilizziamo. Situazioni nuove a volte possono essere l’unica strada percorribile per scoprire che abbiamo risorse nuove da mettere in campo. Alcune di queste risorse da scoprire possono essere:

  • Imparare una nuova lingua: la lingua è il primo strumento che dobbiamo imparare ad usare per muoverci in un nuovo paese. Ci consente di entrare in relazione, comunicare e lavorare.
  • Costruire un uovo senso di sé: nuovi input, nuove abitudini mentali, nuove relazioni ci danno la spinta per imparare a conoscerci davvero, modificarci e scoprirci nuovi.
  • Creare un’identità culturale diversa: vivere in un nuovo paese significa combinare creativamente due culture, per sentirsi appartenenti al vecchio, ma anche inseriti nel nuovo. Il nuovo potrà in questo modo arricchire il nostro bagaglio culturale.
  • Inserirsi in un nuovo ambiente sociale richiede una piccola dose di coraggio per relazionarsi con gente nuova. Questa capacità è ovviamente mediata dalla personalità ma magari neanche noi ci conosciamo nel profondo! L’invito è quello di provare a sperimentarsi in nuovi ruoli che potranno farci sentire inaspettatamente “comodi”.
  • Nuove abitudini possono regalarci nuovi modi di vivere: spesso siamo molto legati ad “usi e costumi” della nostra terra ed il nostro occhio, se non in situazioni di necessità, non va oltre il nostro naso. Utile ed ironico è in questo caso un momento del film di Checco Zalone “Quo vado”, dove in una scena si vede come il protagonista italiano trasferitosi in Norvegia sia sorpreso dal fatto che al semaforo le macchine si possono muovere anche senza dover intervenire con il clacson! Questo lo porterà a rivalutare il concetto di civiltà ed educazione.

PILLOLE DI AIUTO

Di seguito vengono proposte alcune strategie per affrontare al meglio ed in maniera più funzionale possibile l’adattamento nel luogo nuovo:

  • porsi nei confronti del luogo ospitante con un atteggiamento positivo e di scoperta.
  • cercare di mantenere anche abitudini del luogo di origine che ci danno gioia e ci fanno sentire a casa.
  • Non costringersi soprattutto all’inizio ad allontanamenti in un tempo prolungato, ove possibile cercare di tornare per “ricaricarsi” allentando in questo modo la tensione per il distacco. Allo stesso modo è auspicabile non scappare appena possibile dal luogo nuovo poiché questo potrebbe negarci la possibilità di un integrazione serena.
  • Porta con te piccole cose che ti consolano e ti fanno sentire a casa o anche gli oggetti che decoravano la tua casa.
  • Una volta arrivato cerca di iscriverti il prima possibile ad un corso di lingua, una palestra o ad altre attività di gruppo. Fare delle amicizie ti aiuterà a vincere la nostalgia.
  • Se sei aperto e flessibile a diverse eventualità anche gli ostacoli ti sembreranno più facilmente superabili.
  • Non ti porre in un atteggiamento giudicante del nuovo luogo. Regala alla nuova esperienza la possibilità di essere scoperta senza pregiudizi.
  • Di tanto in tanto fai le cose che ti piaceva fare a casa: vedere un film nella tua lingua madre, fare il pranzo della domenica con gli amici. Coinvolgi anche coloro che non sono tuoi connazionali per sentire che stai vivendo uno scambio mutuo di usi e costumi.
  • Non ignorare la tua nostalgia ma parlane con il tuo partner o con i tuoi amici. Se nascondi a te stesso questo sentimento finirai per viverlo con frustrazione.

Disagi psicologici del migrante

A volte purtroppo le emozioni e gli stati d’animo come tristezza e nostalgia possono diventare molto intensi trasformandosi in veri disturbi psicologici. I disturbi più comuni nell’immigrante sono la depressione, l’ansia, gli attacchi di panico, le fobie e i disturbi psicosomatici. Spesso l’immigrante cerca consolazione nell’alcool o nelle droghe. Lo stress, in persone che vivono in ambienti poco funzionali, può scatenare comportamenti aggressivi o violenti.

Per uscire rafforzati da questa nuova tappa è importante contare sull’appoggio dei familiari e degli amici e, se necessario, ricorrere ai servizi di uno psicoterapeuta che sappia orientarci nel migliore dei modi.

DUE NUOVE CUCINE DA CAMPO NELLE ZONE TERREMOTATE CON LA FEDERAZIONE ITALIANA CUOCHI Servono oltre mille pasti al giorno

DUE NUOVE CUCINE DA CAMPO NELLE ZONE TERREMOTATE CON LA FEDERAZIONE ITALIANA CUOCHI  Servono oltre mille pasti al giorno

Non è ancora arrivato il momento della tranquillità per le popolazioni del Centro Italia, dalla tragica alba del 24 agosto scorso, la terra ha continuato a tremare in maniera più o meno significativa ma allarmante.

La Federazione Italiana Cuochi si è attivata sin dalle prime ore concretamente, tramite il Dipartimento Solidarietà ed Emergenze, guidato da Roberto Rosati, affiancato da Alessandro Circiello, presidente Fic Lazio, con le grandi cucine da campo che hanno servito migliaia di pasti. I cuochi sono stati emotivamente, non solo operativamente, coinvolti nell’offrire un aiuto e un sostegno morale ai cittadini in difficoltà e, dopo le forti scosse del 28 e 30 ottobre, il Dse ha aperto un campo mensa a Torrita, frazione di Amatrice (Ri), con il coordinamento di Protezione Civile, Fepivol (federazione di Protezione Civile della Regione Lazio) e, su richiesta del Comune di Muccia (Mc), una mensa nella località colpita da questo ultimo sisma.

 

Roberto Rosati, presidente del Dipartimento Solidarietà ed Emergenze della Federazione Italiana Cuochi e dell’associazione R2 Executive Team, ha raccontato: “Siamo a Torrita di Amatrice, nel Lazio, dove la situazione è peggiorata. Ci sono stati ulteriori crolli: case e strutture sociali, che avevano retto dopo le scosse di agosto, sono venute giù ed è aumentata, perciò, la popolazione assistita. Abbiamo istituto un nuovo campo mensa all’interno del quale non sono previste tende da ricovero per la notte, ma provvediamo già adesso ad oltre 300 pasti a pranzo e 300 a cena”. Una seconda squadra è invece partita per Muccia, piccolo comune di meno di mille abitanti nel maceratese. “Lì i nostri fanno quasi 500 pasti a pranzo e 500 a cena”.

L’Oxford English dictionary ha inserito tra le parole nuove anche“bocconcini”

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L’Oxford English dictionary ha inserito tra le parole nuove anche“bocconcini”

Non è soltanto il termine pizza ad essere internazionalmente utilizzato. L’edizione 2016 dell’Oxford English dictionary vede tra le nuove parole aggiunte anche un vocabolo italiano legato al mondo food: bocconcini, punta di diamante dell’offerta Galbani, dal 1956 produttrice di mozzarelle. Se lo Zanichelli 2016 tra le 500 parole nuove ha inserito anche definizioni di uso ormai comune come startupper e show cooking, l’inserimento di italianismi all’interno del più famoso dizionario anglosassone è, come previsto, legato alla nostra cucina, asse portante del business del nostro Paese.

IL SIGNIFICATO DI BOCCONCINI PER L’OXFORD DICTIONARY

Bocconcini di mozzarella citati dall’Oxford

Nella lingua italiana il significato di bocconcino, spesso utilizzato al plurale, è quello di piccolo boccone, piccola quantità di cibo prelibato. In senso figurato e scherzoso si può anche utilizzare per indicare una persona o una cosa molto attraente. Un significato più generico, quindi.

La definizione dell’ Oxford English dictionary, invece, molto più semplice e ben definita: «Small balls of mozzarella cheese». La voce comprende soltanto il plurale.

LA CUCINA ITALIANA NELLA LINGUA ANGLOSASSONE

Tante le parole italiane usate dagli inglesi

Termini come pizza, spaghetti, carbonara, amatriciana, lasagna, mozzarella, pasta, pecorino, risotto, pesto, ragu, cappuccino, espresso ma anche panettone, espresso macchiato, al dente sono solo un esempio di quanto la cucina italiana sia ormai radicata nella cultura mondiale. Sono numerose le parole legate alla tradizione gastronomica italiana che non hanno traduzione e che trovano posto da anni nel vocabolario inglese, accompagnate da significato e pronuncia. A questo lungo elenco di termini oggi si aggiunge anche bocconcini.

L’ITALIAN STYLE PASSA ANCHE ATTRAVERSO LE PAROLE

Non solo enogastronomia, ma tutto ciò che caratterizza lo stile italiano trova posto nel vocabolario british. Un esempio? La dolce vita, paparazzi, riviera, villa, tutti i termini relativi a musica classica e opera, terracotta, prima donna, stiletto. La terminologia italiana di uso comune nel vocabolario inglese offre un quadro ben definito di ciò che è l’Italia agli occhi degli anglosassoni. Cosa Nostra e mafia, infatti, sono, purtroppo, altrettanto internazionali.

Anche quest’anno le nuove annate di Barolo, Barbaresco e Roero ad Alba si svelano al mondo dall’8 al 13 maggio all’evento organizzato da Albeisa e diventato ormai un must delle anteprime del vino.

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Anche quest’anno le nuove annate di Barolo, Barbaresco e Roero ad Alba si svelano al mondo dall’8 al 13 maggio all’evento organizzato da Albeisa e diventato ormai un must delle anteprime del vino.

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Dall’8 al 13 maggio Alba si prepara ad accogliere circa 100 dei migliori giornalisti del vino provenienti da tutto il mondo per “ Nebbiolo Prima”, la manifestazione organizzata da Albeisa e ormai diventata per il settore un appuntamento a cui non mancare. In questa cinque giorni riservata alla stampa, le aziende presenteranno ai loro ospiti le nuove annate di Barolo (2012 e riserva 2010), Barbaresco (2013 e riserva 2011) e Roero (2013 e riserva 2012). Gli ospiti che avranno l’onore di degustare questi vini nelle eleganti sale del Palazzo Mostre e Congressi arriveranno da Austria, Australia, Brasile, Canada, Cina, Corea, Danimarca, Estonia, Filippine, Finlandia, Germania, Hong Kong, India, Giappone, Lettonia, Norvegia, Olanda, Polonia, Repubblica Ceca, Russia, Spagna, Svezia, Svizzera, Uk, Ungheria, Usa. Il successo di questa manifestazione va attribuito ad Albeisa, associazione no profit che 21 anni fa diede il via a questo appuntamento. Nata nel 1973 da un’idea di Renato Ratti, ad oggi è l’organismo che gestisce l’utilizzo della bottiglia Albeisa, contenitore dalla forma unica e speciale nato agli inizi del ‘700 e che tutt’ora identifica le migliori produzioni di Langa. Dal 2007 questa bottiglia è realizzata utilizzando il 30% di vetro in meno. Un minore impatto ambientale che si concretizza su due fronti: un risparmio di oltre un milione di kg di vetro l’anno e costi energetici di produzione molto più bassi. Questo implica un minore carbon footprint dato sia dalla riduzione delle emissioni di CO2 sia dal “Bosco di Albeisa”. L’associazione ha infatti realizzato nel 2013, 40° anniversario dalla fondazione, un bosco di 4000 piante in Kenya, una ogni mille bottiglie utilizzate in quell’anno, dimostrando di avere un occhio particolarmente attento alla salvaguardia dell’ambiente. Per la stampa specializzata l’evento si articolerà in sei giornate, seguendo una formula che si propone di assecondare le diverse esigenze dei partecipanti, permettendo ad ognuno di scegliere tra un programma leggero ed uno intensivo. Nel primo caso i giornalisti parteciperanno, al mattino, a degustazioni alla cieca di massimo un vino per produttore e visiteranno le cantine nel pomeriggio. Chi sceglierà la seconda opzione invece, avrà la possibilità di prolungare le degustazioni e di assaggiare più di un’etichetta per azienda, ma di visitare una sola cantina. In questo modo gli ospiti potranno conoscere i vini, i volti e i luoghi delle Langhe, dove il terroir si presenta come un mosaico di espressioni, che si mescolano alla filosofia e alla passione di ogni singola famiglia di viticoltori.

Solo per gli operatori del settore, ristoratori e enotecari, Nebbiolo Prima offre uno speciale appuntamento: la Retrospettiva 2006 di Barolo, Barbaresco e Roero che si terrà lunedì 9 maggio 2016, dalle 14.30 alle 18.30, presso le Antiche Cantine della Luigi Calissano, presso l’Hotel Calissano ad Alba. La degustazione permetterà un vero e proprio viaggio sensoriale nell’annata 2006 delle aziende che prendono parte all’edizione 2016 di Nebbiolo Prima e consentirà anche di scoprire altri vini a base Nebbiolo prodotti da ciascuna cantina (per informazioni contattare Albeisa all’indirizzo info@albeisa.com). Quest’anno Nebbiolo Prima compie ventuno anni. L’evento è nato infatti nel 1996, e nel 2010 ha cambiato nome, mantenendo la stessa struttura base ma rinnovandosi sempre. Un successo dovuto anche alla stupenda cornice in cui questo evento si svolge: un territorio unico, ricco di castelli e modellato da saliscendi ricamati di vigneti che disegnano il panorama, raro esempio in cui l’intervento dell’uomo ha saputo valorizzare e incrementare la bellezza del luogo. È questo il paesaggio viticolo di Langhe-Roero e Monferrato, entrato nella prestigiosa World Heritage List dell’Unesco, di cui Albeisa si è fatta custode e portavoce nel mondo.

I NUMERI DI ALBEISA

Albeisa, l’Unione Produttori Vini Albesi, accresce il suo impegno per la promozione e la valorizzazione dei vini dell’Albese. L’associazione senza scopo di lucro conta oggi quasi 280 soci ma non si ferma qui. Per il presidente Alberto Cordero di Montezemolo gli obiettivi sono chiari: raggiungere la soglia delle 300 aziende entro la fine del prossimo anno. Nel 2015 sono state 16 milioni e mezzo circa le bottiglie utilizzate dai produttori di questo angolo del Piemonte. L’Albeisa ha una storia che risale addirittura al 1700 ma dal 2007 essa viene prodotta anche in una versione che ha un peso di circa il 22% inferiore rispetto al modello tradizionale, per un totale di 575 grammi in meno. Albeisa ha sempre saputo interpretare le richieste del consumatore ed è così che si è registrata una  crescita nell’utilizzo del formato tappo a vite negli ultimi 2 anni soprattutto per vini freschi, giovani e di pronta beva e in particolare per le esportazioni nei Paesi del Nord e in America.

Per maggiori informazioni: www.albeisa.com untitled (8)